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                                                                                                     micene-23.jpg (251026 byte)

 

micene-01.jpg (102045 byte) Eccoci a fare i nostri 'due passi' nei misteri di una civiltà antichissima, precedente alla Grecia classica (quella dei templi e degli dei dell'Olimpo) di secoli e secoli. Uno dei suoi centri nevralgici era la cità di Micene, nell'Argolide (Peloponneso). Già prima dell'arrivo di questa cultura arcaica, in Grecia erano stanziate popolazioni forse autoctone o forse già immigrate da lontane terre. Sulla reale origine dei Micenei vi è ancora un alone di mistero; dapprima si riteneva potesse essere derivata dalla civiltà Minoica, svilupatasi nell'isola di Creta, sulla quale avrebbe avuto la meglio. Ma le due presentano caratteristiche piuttosto differenti, sia nell'architettura che nella scrittura (famosa è la Lineare A per i minoici, ancora indecifrata, e la Lineare B, per i Micenei, che è stata riconosciuta come la protoscrittura greca). La civiltà minoica scomparve forse in seguito a catastrofi naturali, quella Micenea fiorì su quelle ceneri, ma altrove, specialmente nel Peloponneso. Secondo alcuni, Micenei ed Achei sarebbero un identico popolo, secondo altri no, in quanto gli Achei erano tutti i greci di allora, mentre i Micenei svilupparono caratteristiche proprie che sono state riscontrate solo in determinate località.  Alla fine dell'epoca Micenea, la Grecia cadde sotto quello che viene chiamato 'Medioevo ellenico' ad indicare un periodo di regresso culturale, di impoverimento generale in cui tutto ciò che si sapeva sembrava essere andato perso. Recenti studi, tuttavia, stanno dimostrando che non è proprio così. Anche nel Medioevo occidentale si è tentato per secoli di far credere che fosse un periodo 'buio' di saperi, invece scopriamo che era l'opposto! Si può meglio parlare di 'periodo di transizione' in cui lentamente si passò da un'epoca ad un'altra, in cui arrivarono i Dori (ca X sec. a.C.) e la storia si fa meno nebulosa, fino a sfociare nel periodo classico greco (ca V sec. a.C.), che è quello meglio conosciuto. Con questo termine si indicano quei popoli provenienti dal Nord che, tra il 2300 e il 1600 a.C., si stanziarono nella penisola ellenica. È la civiltà descritta nei poemi omerici e che, fiorita all'inizio del XVI secolo a.C., ebbe il suo centro nella regione dell'Argolide, nel Peloponneso.

Perchè scomparve la civiltà Micenea, piuttosto? Ancora non è chiaro. Le loro costruzioni ciclopiche chi le aveva realizzate? E perchè, dopo, non se ne videro più?

Abili nei commerci, i Micenei intrattennero rapporti anche con le città italiche. Vedendo i blocchi megalitici di Micene, non abbiamo potuto esimerci dal raffrontarli a quelli della laziale Alatri, tanto per fare un esempio. A Micene vi sono blocchi ancor più giganteschi, ciclopici vengono chiamati, senza alcuna remora, dalle guide locali. Li vedono tutti e numerosi Autori antichi non ebbero difficoltà a riferire che la tradizione li ha sempre attribuiti ai ciclopi. Leggenda o realtà, sono lì da vedere.

 micene-16.jpg (88724 byte)Uno dei blocchi lungo il corridoio che conduce all'ingresso della famosa Porta dei Leoni è inspiegabile a parole, bisogna vederlo...

Arrivando a Micene, si nota immediatamente la forma della collina su cui sorgeva l'Acropoli, recinta da mura. Fuori dalle mura, sono stati individuati dagli scavi quattro complessi abitativi ben antecedenti e datati al XIII sec. a.C.e che sono ben identificabili quando -oltrepassata la Porta dei Leoni - ci si sofferma sulla Rampa a vedere le tombe scavate da H. Schleimann.

                             

                     

 

Prima di salire alla Porta dei Leoni, in uno scenario che il visitatore fatica ad inquadrare subito, si noti il pannello che indica le rovine di un importante tempio di epoca ellenistica, la casa della fontana Perseia, così chiamata dall'omonima sorgente che alimentava l'acquedotto nelle epoche più antiche e in quelle seguenti. Si preservano dei blocchi nella parte meridionale, che dovevano - si pensa - far parte di un edificio sacro dedicato all'eroe Perseo o alla dea Hera. L'edificio è datato al III- II sec. a.C.

Il sito visitabile oggi si presenta con la topografia seguente:

1)Porta dei Leoni; 2)Granaio; 3)Grande Circolo A;.4) Rampa:Casa del Vaso del Guerriero; Grande Rampa; Appartamenti ellenici; 5) Centro del Culto; 6) Quartiere Nord; Edifici del pendio Nord ; 7)Propilei del Palazzo; 8)Palazzo del re; 9)Templi di epoca storica; 10)Quartiere degli artigiani; 11)Casa delle Colonne; 12)Edificio delta; 13)Edificio gamma; 14) Estensione nord-orientale; 15)Cisterna sotterranea; 16) Magazzini Nord; 17)Porta settentrionale. II)Tomba a tholos di Aegistus, III)Tomba a tholos di Clitemnestra, IV)Grande circolo B, V)Casa della Fontana Perseia, VI)Casa del mercante d'olio, VII)Tomba a tholos del Leone, VIII)Tomba a tholos di Atreus, IX)Casa della Madonna (Panaghia House).

I nomi dati alle tombe, non corrispondono ai reali 'proprietari' delle stesse.

 

                                      

MICENE-04.jpg (57333 byte)La "Porta dei Leoni" è uno di quei 'sogni' che albergava nel nostro cuore di poter vedere, un giorno...Ed eccola davanti ai nostri occhi, anzi ai nostri sensi. Quante volte l'abbiamo vista nei documentari televisivi, sui libri di storia, sulle guide d'arte antica, sui depliant turistici della Grecia...Averla davanti annulla tutte le immagini precedenti che il cervello aveva immagazzinato: è il contesto che fa la differenza e rende l'esperienza imparagonabile a qualsiasi informazione attinta in letteratura. Unica!

Questo ingresso principale fu sempre visibile attraverso i secoli. Gli stipiti e l'architrave monolitica sono di conglomerato. Il rilievo triangolare dei leoni e della colonna è considerato il più antico del tipo monumentale in Europa. Le teste degli animali erano probabilmente di steatite ma non sono sopravvissute fino a noi. L'ingresso era chiuso da una doppia porta, assicurata da una barra scorrevole. E' datata al 1240 a.C. ed è contemporanea alla seconda fase edificatoria della cittadella la quale ha anche un ingresso  Nord, munito di porta ma non lavorata come quella dei Leoni.

Sotto, come si presentava agli occhi dei visitatori nel 1890 (Istituto Archeologico Tedesco):

              

Il 'Santuario della Porta' è un piccolo vano situato immediatamente superata la Porta dei Leoni, sulla sinistra. Lì si teneva la divinità deputata alla protezione degli ingressi, una sorta di nume tutelare, al quale bisognava dare un tributo prima di accedere all'Acropoli.

                                                                 

 

micene-13.jpg (129365 byte)Immessi sulla rampa che sale verso il Palazzo, a destra si notano le rovine del Granaio e, nell'area sottostante, i tre cerchi concentrici entro cui vennero rinvenute le favolose tombe (con corredi preziosi) da Heinrich Schliemann.. Seguendo le indicazioni del geografo greco Pausania, che intorno all'anno 170 aveva visitato e descritto quei luoghi, Schliemann elaborò l'ipotesi che le tombe dei sovrani della città si trovassero all'interno della cinta muraria. Il suo proverbiale intuito lo portò a scavare nell'agosto 1879 nel punto che egli riteneva fosse l'Agorà di Micene, dove si tenevano le assemblee dei grandi della città. In seguito, rimise in luce una serie di tombe a pozzo e a cupola, che la tradizione attribuisce ai membri della dinastia degli Atridi (Agamennone, Cassandra ed Eurimedonte e i suoi compagni uccisi dalla regina Clitemnestra e dal suo amante Egisto, ma gli studi successivi hanno portato a credere che non si tratti di loro). Nelle tombe a fossa giacevano scheletri di persone che erano state bruciate frettolosamente (combustione incompleta), come che chi lo avesse fatto avesse avuto una certa fretta (assassinio?). Schliemann recuperò nelle tombe stesse qualcosa come 14 chili d'oro, tra gioielli, armi, utensili, pettorali con cui erano solitamente adornati i morti di stirpe regale, e le famose maschere d'oro che conservavano ancora i lineamenti reali e non idealizzati dei defunti; tra queste maschere il fortunato ricercatore credette di individuare il volto del leggendario re Agamennone, foto seguente:

micene-25.jpg (94316 byte) XVI sec. a.C. circa, trovata nella tomba V del Grande Circolo A

A tal proposito c'è da rilevare che non solo questa attribuzione si rivelò scorretta (poichè la maschera sarebbe appartenuta ad un re antecedente ad Agamennone di almeno trecento anni), ma uno studioso americano, William M. Calder III confutò l'originalità della maschera, che ritenne un falso commissionato dallo stesso Schliemann. Non ci sbilanciamo in commenti ma tale tesi è stata recentemente riconsiderata e avvallata da David A. Traill, con un articolo su "Archaeology" (Vo. 52, N.4, luglio-agosto 1999). Al di là di ogni possibile verità, la maschera -conservata nell'originale al Museo Archeologico Nazionale di Atene - emana un fascino che travalica il tempo e ci testimonia- insieme alle altre- l'abilità raggiunta dalla civiltà micenea in campo orafo e come doveva essere feconda la produzione. Nel Museo di Micene è possibile ammirare le riproduzioni di innumerevoli reperti trovati nel sito archeologico di Micene, compreso il 'tesoro' e le maschere in oro massiccio scoperte nelle tombe.

                     

L'architettura funeraria prevedeva due tipi di tombe: quelle a fossa costituite da un pozzo dove vi era la camera sepolcrale, e le tombe a thòlos formate da una camera con una pseudo cupola, a cui si accedeva attraverso un corridoio chiamato dromos. 

La prima tipologia è stata identificata in diverse parti della cittadella di Micene (alcune sono tutt'ora in scavo) e sembra aver interessato un periodo di tempo di 150 anni (poco prima del XVI sec. a.C. alla metà del XV sec. a.C.). Ogni gruppo di tombe è stato poi circondato da un muro di cinta circolare. Le prime sepolture furono scavate nel cosiddetto Cerchio B (scoperto nel 1951), che giaceva al di fuori delle fortificazioni dell'Età del Bronzo. Il Cerchio A(scoperto nel 1876) fu invece scavato deliberatamente all'interno di essa, e le sepolture incorporate sono sei, riccamente corredate, forse appartenenti a membri della famiglia reale, che avrebbe soppiantato Cnosso come principale centro del mar Egeo. Nelle tombe furono trovate ossa di manzo e gusci di ostriche, testimonianza di riti funebri ben sviluppati. Uomini e donne sono stati sepolti nelle tombe, molte delle quali contenevano corpi diversi. . Dopo che i corpi vennero collocati nella tomba, le camere sepolcrali vennero coperte con legno. Una fantastica gamma di coppe d'oro e d'argento, gioielli, abiti e ornamenti erano stati messi con i morti, soprattutto con quelli nelle tombe del Circolo A, diademi d'oro e oggetti elaborati adornavano le teste delle donne. Le perline delle collane erano di ametista, probabilmente proveniente dall'Egitto, e ambra dal Baltico. Segno ulteriore dell'intenso rapporto commerciale dei Micenei. Gli uomini furono sepolti con forniture di armi in bronzo, tra cui grandi coltelli da taglio e punte di lancia; due i tipi di spade, una versione che si usava sulla terraferma e una versione cretese. Spade diverse sono ornate con oro placcato alle impugnature e hanno pomelli di pietra levigata, avorio o oro, alcuni raffigurano predatori d'oro all'elsa. Le lame possono essere ornate con cavalli in corsa, grifoni in volo, scudi a forma di un otto, o addirittura gigli che pendono dal manico alla punta.

micene-08.jpg (124178 byte) micene-09.jpg (104960 byte) Edifici fuori dalle mura (XIII sec. a.C.)

Salendo lungo la Rampa, si arriva - circondati da un paesaggio di grande suggestione emotiva- al famoso Palazzo reale


MICENE-10.jpg (61601 byte) Il 'Palazzo di Agamenonne'. Ha la forma di un megharon, diviso in tre corti.

I re a Micene rivestivano un'importanza fondamentale, essendo infatti capi politici e religiosi, intermediario tra mondo umano e divino. Era il capo assoluto di tutto, discendente di Zeus. Del pantheon di dei nel periodo d'oro di Micene si sa poco; alcuni nomi hanno una somiglianza con quelli degli dei greci successivi di quattro secoli, ma sono sconosciute le loro caratteristiche. Il palazzo reale consisteva in una grande sala, al cui centro era disposto un focolare che era sempre acceso, dietro il focolare c'era il basamento del trono; la sala era circondata da quattro colonne disposte a quadrato che sostenevano, probabilmente, il tetto. L'ambiente era preceduto da due grandi vestiboli, il primo dei quali aperto sul lato anteriore dove erano disposte due grandi colonne.

micene-12.jpg (137610 byte)
micene-15.jpg (157872 byte) Alcune vedute delle rovine di Micene

 

MICENE-14.jpg (81442 byte) Il Museo di Micene

Si trova nell'area della Cittadella e si raggiunge facilmente a piedi. Il museo espone più di 2000 oggetti provenienti da Micene e dei suoi dintorni e sono collocati in base al luogo dove sono stati trovati, criterio abbastanza funzionale per i visitatori, che possono così  comprendere la loro provenienza e l'evoluzione degli oggetti in alcune aree. E 'possibile capire come la gente di Micene visse, e come la vita a Micene si sia sviluppata fino alla sua caduta, nel 2000 a. C circa. Il valore archeologico e storico della collezione consiste nel fatto che Micene fu uno dei centri di civiltà più importanti del secondo millennio a. C, un periodo che va dagli anni 1600-1100 a.C. Gli scavi a Micene iniziarono nel 1841 ad opera dell'archeologo greco  Kyriakos Pyttakis, tuttavia nuovi scavi hanno avuto luogo nella zona fino ai nostri giorni, con criteri più scientifici ad opera della British School e di alcuni archeologi moderni. Molti oggetti che appartengono a questi scavi sono stati portati al Museo Archeologico Nazionale di Atene e alcune riproduzioni sono state poste nel nuovo Museo Archeologico di Micene. Troviamo mappe che illustrano come i commerci con altre zone geografiche dovessero essere fiorenti. Inoltre colpiscono gli idoli femminili di Grande Madre, statuette votive, monili, serpenti arrotolati di terracotta, oggetti ritrovati nelle tombe, vasi e suppellettili, senza contare il tesoro trovato nelle tombe reali del Grande Circolo A. 

micene-29.jpg (93094 byte) Un 'collage' dei reperti presenti nel Museo e, sotto, dettaglio di alcuni di essi.


micene-17.jpg (93346 byte) micene-18.jpg (66874 byte) micene-19.jpg (63426 byte) micene-20.jpg (48619 byte) micene-21.jpg (54344 byte)
micene-28.jpg (59541 byte) 

micene-26.jpg (85528 byte) Importantissima, per noi, questa raffigurazione di Triplice Cinta, che viene definita 'probabile gioco' e datata al IV- III sec. a.C. Fu trovata nella Casa degli Scudi, al di fuori del recinto dell'Acropoli. 

Ripartizione geografica di elementi ceramici simili del medesimo periodo:

 


 

La 'Tomba degli Atrei' 

Questo monumento è uno dei più impressionanti che ci è capitato di visitare durante il tour greco. Imponente, maestosa (ma per sua natura semi-ipogea), con un lungo dromos (corridoio) di 36 m, in cui si notano blocchi veramente 'impossibili', per la loro dimensione. Metterli in posa dev'essere stata un'impresa davvero ciclopica. Inoltre, inquadrando l'ingresso, si rimane colpiti dall'enorme architrave monolitica che sovrasta l'apertura. La tomba è definita 'a tholos', di cui si conoscono altri modelli nell'area mediterranea orientale. 

micene-40.jpg (89217 byte) Monolite ciclopico che sovrasta l'ingresso

A Micene ne sono state rinvenute una dozzina di questo genere, ma questa è la più strabiliante, grandiosa e perfetta. Chi la realizzò rimane un mistero, forse un sovrano che ricostruì la rocca; viene impropriamente detta di Atreo, il padre di Agamennone, ma mancano certezze. Il periodo in cui fu edificata è stato attestato al XIII secolo (quattro secoli prima della Guerra di Troia). Sopra l'architrave, si apre una fessura triangolare, forse con funzione di scarico della struttura sovrastante. Dall'interno è possibile considerare però che si vede la montagna che sta di fronte, con una porzione di cielo ristretta,  e non possiamo escludere una correlazione archeoastronomica, di cui forse i costruttori e il committente tennero conto.

micene-22.jpg (106891 byte)In origine aveva due colonne calcaree di colore verde ai lati dell'ingresso, di cui restano visibili gli alloggiamenti; era dipinta e doveva essere uno splendore. Aveva un fregio con rosette sopra l'architrave della porta e decorazione a fasce con spirali sulla lastra in marmo rosso che chiudeva l'apertura triangolare di alleggerimento sopra l'architrave. I capitelli sono a cavetto, simili a quelli lotiformi egizi. Altre decorazioni erano intarsiate con porfido rosso e alabastro verde, tutti elementi che -oltre a sorprendere vista l'epoca di cui si tratta- lasciano capire che chi vi fu sepolto doveva essere veramente importante. Infatti anche all'interno pare avesse decorazioni in oro, argento e bronzo, completamente asportate (rimangono le pietre levigate). L'interno porta letteralmente in un altro mondo, in cui mistero, rispetto e stupore si intrecciano. Il capo all'insù si impone, seguendo uno per uno i corsi di blocchi che si sovrappongono in un elevarsi sempre maggiore (fino a 13 m), in sezione ogivale, con i massi progressivamente aggettanti, e la copertura voltata che non lascia spazio apparentemente ad errori. Sembra una residenza per gli dei. Il diametro massimo è di 14, 50 m ed è dotata di un'appendice o camera, che era quella che ospitava la sepoltura vera e propria. Questo ambiente ha la forma di un cubo e rappresenta la parte più intima della struttura, paragonabile al naos di un santuario.

                                                                                       micene-32.jpg (101521 byte) micene-35.jpg (28907 byte)

                              micene-30.jpg (82992 byte) micene-31.jpg (137679 byte) MICENE-41.jpg (100321 byte) micene-34.jpg (73174 byte) micene-38.jpg (57179 byte) MICENE-39.jpg (74257 byte) micene-43.jpg (190039 byte)

 

 

I nostri due brevi video su Youtube: http://www.youtube.com/user/Duepassinelmistero#p/u/3/xq1vXnzu_BE (I parte)

http://www.youtube.com/user/Duepassinelmistero#p/u/2/fDLSa_jxrts (II parte)

 

Sezioni correlate in questo sito:

Tour Grecia
Meteore
Delfi
Atene
Acropoli di Atene
La piccola cattedrale di Atene
Agorà romana di Atene
Il Canale di Corinto
Il teatro di Epidauro e il santuario di Asclepio
Olimpia antica e il santuario di Zeus

 

 

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