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                                                  (di Marisa Uberti)

L'Agorà romana di Atene sorge ai piedi della collina dell'Acropoli, e rappresenta una sorta di prolungamento della già esistente Agorà greca. Il termine Agorà significa 'spazio aperto' e qui vi svolgeva tutta la vita pubblica cittadina. In essa trovavano posto numerosi edifici colonnati e botteghe. La sua pianta era sostanzialmente quadrata e prevedeva più ingressi, uno a est (con la Porta di Atena Archegetis), uno a ovest (con un Propylon colonnato) ed uno a sud.  Nella mappa sotto, si può facilmente vedere come dovesse essere:

                                               

L'edificio citato come 'Agoranomeion' eraun edificio pubblico la cui identificazione non è stata accertata. Fu costruito in materiale poroso e superava in altezza il propileo occidentale. Sono preservate alcune pareti delle mura nord e sud. In accordo con l'iscrizione dell'epistilio sulla facciata, che aveva tre archi, l'edificio fu dedicato ad Atena Archegetis e al divo Augusto (metà I sec. d.C.).

L'Agorà era dotata di latrine (Vespasiani), che dovevano servire ai frequentatori della piazza al tempo dei romani. Era un edificio rettangolare dotato di aperture per la ventilazione e l'iiluminazione sul lato est. Le latrine correvano tutto intorno alla grande sala rettangolare; vi era un sistema molto semplice di scorrimento dell'acqua, il quale fluiva attraverso delle canalizzazioni periferiche al maggiore drenaggio della città (I sec. d.C.).

Oltre a rovine di varia epoca, vi si trovano quelle- interessanti per le sculture di croci e colonnine annodate- provenienti dalla distrutta chiesa ortodossa, mentre è in buone condizioni la moschea Fetiye, costruita nel 1458 in onore di Maometto II il Conquistatore (il sultano che conquistò Costantinopoli a spese dei bizantini), considerata addirittura uno dei monumenti meglio conservati di Atene.

A sud del complesso si trovava la Biblioteca di Adriano (132 d.C.), di cui restano poche vestigia.

Certamente, però, l'edificio che ci ha spinto a visitare il complesso è la Torre dei Venti, nota come Horologion, nell'antichità. 

E' un edificio in marmo pentelico alto 12 m e del diametro di 8; ha forma ottagonale e si erge su un basamento di tre gradini. Ha un tetto conico - sul quale pare che in origine vi fosse un Tritone segnavento - e un annesso cilindrico a meridione, costituito da grandi blocchi accostati a secco millimetricamente. Sui lati N-E e N-O è munito di due ingressi. Guardando dentro, si notano impalcature e non si può entrare.

Fu costruito dall'astronomo macedone Andronikos di Kyrrhos, si ritiene alla metà del I sec. a.C.). La sua posizione, però, ai margini dell'Agorà, suona strana e potrebbe essere stata già in situ quando i romani la realizzarono. Inoltre, la sua funzione qual'era veramente?

Su tutti e otto i lati presenta le raffigurazioni, mirabilmente scolpite, dei venti, sottoforma umana (quelli caldi sembrano essere giovani, i freddi degli anziani): Borea (N), Kaikias (NE), Euros (E), Apeliote (SE), Noto (Astreo) (S), Lips (SO), Zefiro (O), e Skiron (NO). Siccome ciascuno è rappresentato con degli attributi e mentre compie dei gesti simbolici, ci riserviamo di approfondirne l'iconografia prossimamente.

Al di sotto, vi erano delle meridiane (sul cui numero originario effettivo vi è confusione), delle quali si distinguono alcune tracce, osservando bene. In un luogo pubblico può andare benissimo un 'Horologion' (ma basta una meridiana...) ma questo il tempo lo misurava ...dentro! E' all'interno che si trovava una clessidra ad acqua, infatti. Per segnare il tempo; secondo alcuni, la porta Nord-Ovest rimaneva sempre aperta, per permettere agli interessati di leggere l'ora. Pare che funzionasse anche da planetario, in quanto registrava i movimenti del Sole, della Luna e dei pianeti allora conosciuti.

                                         

L'acqua proveniva dall'Acropoli, dalla sorgente Clepsydra, cui abbiamo dedicato ampio spazio occupandoci dell'Acropoli stessa. Sicuramente doveva essere stato fatto un grandioso lavoro di canalizzazioni. Infatti, l'Acropoli non è proprio vicinissima e la posizione dell'Horologion particolare. L'acqua arrivava probabilmente dal lato sud della Torre, dove c'è quell'annesso semicircolare, e dal sotterraneo saliva, con un sistema idraulico, fino ai meccanismi che mettevano in funzione l'enorme clessidra, il cui scopo ancora non è chiaro. Inoltre, dal momento che la fonte Clepsydra era proprio chiamata così ('ladra d'acqua') perchè a volte riforniva e a volte no, come poteva dimostrarsi affidabile in un meccanismo sofisticato come questo? Si era previsto un altro dispositivo, forse, in caso la sorgente non alimentasse a sufficienza la clessidra idraulica? E' vero che ull'Acropoli si era predisposta anche una riserva di acqua piovana in caso la fontana non rifornisse ma con tutte le necessità cui doveva servire, c'è da chiedersi a cosa si desse la precedenza. Oppure, Clepsydra ha un nome ingannevole ed era invece affidabilissima!

La cosa che sorprende è che esisteva, già da MOLTO tempo prima della Torre dei Venti (ammesso che sia del I sec. a.C.), una clessidra ad acqua nell'Agorà greca, quella cioè più antica, cuore dell'antica Atene dove si svolgevano i rapporti intellettuali e sociali, dove si trovavano i maggiori servizi del tempo, attività commerciali e finanziarie, si amministrava la giustizia, vi erano i teatri, etc.

Gli scavi hanno portato alla luce in questa Agorà antica (VIII-III sec. a.C.) importanti impianti idrici come l'acquedotto, pozzi, cisterne, fontane, canalizzazioni... Ma c'era anche un orologio ad acqua, cioè una clessidra idraulica. Essa si trovava a sud-ovest, dov'era la Fontana, e data al IV sec. a.C. Riporto la descrizione:

"Very close to the Southwest Fountain stands the water clock, dating from the mid 4th century BC, which used flowing water to mark the passage of hours. It is a shaft lined with hydraulic cement which was filled from a reservoir beside the shaft. The water flowed at a regular rate out of the shaft through a metal-lined exit. It is not completely understood how this flow marked the passing of time, but it is assumed that the walls of the shaft were marked at various heights or that a small flag mounted on a float was used".

Quello che rimane oggi dell'orologio ad acqua usato per contare il passaggio delle ore (IV sec.a.C.) nell'Agorà greca (tratto da hydraproject)

La 'casa della fontana' dell'Antica Agorà aveva dimensioni di 6.8 Χ 18.2 m e risale al 520-530 BC...

Non corrisponde al vero che in periodo paleocristiano la Torre dei Venti  sia stata usata come campanile di una chiesa, in quanto gli scavi non l'hanno portata alla luce e attualmente -vicino- si vedono le rovine del Propylon e- più distanti- il Vespasiano (latrine). Le chiese cristiane che occupavano l'area dell'Agorà romana non si trovavano nei pressi dell'Horologion, come la mappa inserita all'inizio bene mostra e come abbiamo potuto osservare in situ.  Due erano situate centralmente (quella dei Taxiarchi e del profeta Elia, ed una sul lato occidentale (Sotira). Fu invece adibita a monastero durante l'occupazione turca e nel XVIII secolo ospitò una comunità di danzatori dervisci.

Ricostruzione ufficiale delle chiese dell'Agorà in epoca cristiana. Le ultime vestigia furono abbattute nel XIX Secolo.

Curiosità(per noi utile):sulla soglia dell'ingresso di N-E abbiamo rilevato alcune incisioni, forse giochi romani (uno circolare e una consunta TC)...

 

                                    

Per approfondire:

 

http://odysseus.culture.gr/h/3/eh351.jsp?obj_id=2402
http://www.mlahanas.de/Greeks/TowerWinds.htm
http://www.hydriaproject.net/en/cases/athens/athenian_agora/water_works.html

 

 

Sezioni correlate in questo sito:

Tour Grecia
Meteore
Il santuario di Delfi e l'oracolo di Apollo
Atene
Acropoli di Atene
La piccola cattedrale di Atene
Epidauro, il santuario di Asclepio e il teatro
Micene e la Tomba di Atreus
Olimpia antica e il santuario di Zeus

 

 

 

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