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Mostra "I Templari e la Sardegna", Museum Templensis, Tempio Pausania (dal 18/06/'07 al 25/09/2007) report di Marisa Uberti

                                                                  

Il 12 agosto '07 siamo stati a visitare la mostra allestita nelle sale superiori del Palazzo Diocesano di Tempio Pausania, adibito a Museum Templensis, curata dalla Diocesi di Tempio-Ampurias(Sistema Museale 'Museum') e dedicata alla presenza dei Cavalieri Templari nel territorio dell'Anglona, un tempo sotto il Giudicato di Torres, e in Gallura (un tempo sotto il Giudicato omonimo). Trovandoci in vacanza in Anglona (Valledoria è uno dei comuni che ne fanno parte) e avendo visitato interessanti chiese a Sedini (altro comune anglonese), eravamo giunti -domenica 11 agosto-presso la straordinaria Domus de Janas del piccolo centro storico di quel paese.Qui - per il 'solito caso' - abbiamo avuto l'opportunità di incontrare il sig. Domenico Sanna che, oltre a farci da preparata guida alla domus suddetta, vedendoci molto interessati alla locandina affissa riferita alla mostra in corso a Tempio Pausania, ci ha fornito preziose informazioni in merito al progetto di ridare un volto a monumenti per lo più sconosciuti sparsi nel territorio, che sono caduti nell'oblio da molto tempo ma che stanno venendo rivalutati e studiati. Un volto che sembra sempre più aderente a quello dei Monaci-Guerrieri medievali noti come Templari, che avrebbero lasciato importanti tracce della loro presenza nell'isola (come già ci eravamo accorti visitando alcune chiese e trovandovi dei simbolismi 'particolari', tuttavia le impressioni non fanno testo, lo sappiamo bene!).Saputo da Domenico che la mostra era chiusa quel giorno ma che l'indomani sarebbe stata aperta e visitabile, abbiamo colto l'occasione e prontamente il lunedì eravamo a Tempio Pausania dove, con nostro grande piacere, abbiamo ritrovato il sig.Domenico, che era pronto anche in quell'occasione a guidarci (con un nutrito gruppo di partecipanti) nel percorso espositivo.Un ringraziamento a lui è doveroso, perchè in entrambe le occasioni è stato veramente disponibile (si vede che nutre 'passione' per il suo territorio) e un grazie anche a Marco, il quale conosceva il nostro portale (ci ha fatto piacere!).Segnaliamo ai nostri lettori che Domenico ed altri collaboratori volontari curano il sito internet  della cooperativa Setin, volto a far conoscere il territorio di Sedini e dell'Anglona, la sua storia, i suoi monumenti, organizza eventi, visite guidate, etc.

mt-27.jpg (59492 byte) I Comuni che costituiscono l'Anglona (foto tratta dalla mostra)

Grazie a tale eventualità, quindi, ci è stato in seguito possibile organizzare meglio le nostre visite alle chiese romaniche più strettamente connesse con una probabile 'via Templare' in detta area, anche se ovviamente-essendo gli studi tuttora in fase di sviluppo -noi ne avremmo parlato indipendentemente dal fatto che siano legate all'Ordine o meno, perchè a nostro avviso sono meritevoli di attenzione.Ma le vicende che dovevamo ancora conoscere hanno reso le visite successive sicuramente più stimolanti!

Ma veniamo alla mostra,che non ha certamente lo scopo di offrire certezze in materia ma di sensibilizzare studiosi e appassionati attorno ad un argomento che va approfondito e che suscita molto interesse(lo dimostra anche la buona affluenza di pubblico partecipante),lasciando spazio alle ineludibili domande.Cominciamo con il porcene qualcuna...

Come sarebbero giunti in Sardegna i Templari? C'è chi dice attraverso i Pisani, che insieme ai Genovesi contribuivano a tenere lontano lo spauracchio dell'invasione Saracena dall'isola, dando man forte al Giudice di Torres. Il periodo è da collocarsi nel XII secolo.Ma uno degli aspetti più coerenti con la presenza Templare nel territorio è dato dal fatto che il Giudice Gonario II di Torres, che governava tutta la zona da Porto Torres fino al 'confine'con la Gallura, era divenuto molto amico di San Bernardo di Clairvaux( tra i fondatori storici dell'Ordine Cistercense e sostenitore di quello Templare), conosciuto al ritorno del suo viaggio in Terra Santa. Gonario vi si era recato in occasione della seconda sfortunata Crociata, insieme al vescovo di Sorres, alcuni nobili sardi e un Cavaliere Templare, di cui è citato il nome, magister curiae Roberto Turonensis o di Tours. Recatosi a Montecassino, poichè il padre (Costantino) aveva intrapreso rapporti con i potenti monaci benedettini, cui aveva affidato importanti monasteri in Anglona, vi aveva incontrato San Bernardo che tanto deve avere influito sulla sua vita tanto da fargli decidere di abbandonare tutto, nel 1154, dividere il suo regno tra i quattro figli e farsi monaco Cistercense a Citeaux (la casa-madre dei Cistercensi) dove morì e fu sepolto. Fu fatto santo con il nome di Pio. Anche Roberto di Tours abbandonò il suo prestigioso ruolo e prese i voti con Gonario II.

mt-09.jpg (27501 byte) Ritratto di Gonario II in abito da monaco cistercense.Il suo viaggio in Terra Santa doveva servire a togliergli la scomunica che lo aveva colpito in seguito al fatto che aveva versato il sangue dei suoi nemici dietro l'altare della chiesa di San Nicola di Trullas.

Ma è possibile che già suo padre, il re-giudice Costantino appunto, avesse avuto contatti con i Templari e sicuramente lo ebbe con un ignoto gruppo di monaci (forse Benedettini) che è stato identificato con un nome assai particolare "Sa Familia" (la Famiglia). Chi erano costoro? La cosa interessante è che a questi monaci il re Costantino affidò l'erezione e la custodia di due chiese nella nascosta valle del rio Silanis (valle di Solio), nel cuore dell'Anglona:-San Nicola di Silanis (presso Sedini) e -Santa Maria di Solio (nei pressi) e le dotò di tanti e tali privilegi(emanando anche editti per salvaguardarne la totale incolumità)  costituendole in plebania autonoma e libera, da far dedurre che al loro interno dovessero custodire un segreto, forse delle reliquie. Ma di che tipo? Non si sa, ma nel 1202 avvenne una strage di prelati.Non in una delle due chiese (che erano intoccabili) ma nell'Abbazia di Nostra Signora di Tergu o di Gerico,a poca distanza.Cosa si cercava? A quel tempo Pisa e Genova tentavano di imporsi sui Giudicati, sia in Sardegna che sulla Corsica e la 'corsa alle reliquie' non era certo un fatto trascurabile per quei tempi,che investiva risorse a più livelli. Fu proprio nel contesto di tali intrighi 'di potere' che nel 1202 si arrivò addirittura all’assassinio dell’abate di Tergu e di alcuni membri del clero sardo.Si ipotizza che importanti reliquie vennero allora trafugate dal piccolo regno (Giudicato)di Torres nelle suddette città...E' l'epoca in cui si diffondono i racconti del Santo Graal. Ricordiamo pure, ma in via del tutto personale, che anche il famoso Sacro Caliz custodito oggi a Valencia fu visto per la prima volta in occidente(1134), secondo una leggenda catalana, in un monastero benedettino (San Juan de la Peña). Solo per dire che i monaci erano una categoria depositaria di molti tesori, sia spirituali che materiali. Non sapremo mai le 'infinite vie' che possono aver percorso certe reliquie, di fondamentale interesse per la cristianità (e soprattutto la loro strumentalizzazione).Possiamo però certamente teorizzare che nel periodo delle Crociate avvenne la massima concentrazione e affluenza di reliquie (di vario tipo)in Occidente, a cui i Templari non erano estranei.

Quando poi, qualche giorno dopo questa, abbiamo visitato la mostra dedicata all'Alchimia (a S.Teresa Gallura), abbiamo scoperto come vi sia il 'legittimo sospetto' che proprio attraverso di loro siano giunti in Sardegna (ma non solo, ovviamente) saperi e conoscenze di cui la Cultura araba -con cui vennero a contatto -era infarcita.

                                             mt-28.jpg (57452 byte) mt-29.jpg (37775 byte) (foto tratte dalla mostra)

 

Non deve stupire il fatto che i Templari siano stati  presenti in Sardegna, perchè il loro compito principale era quello di accompagnare e difendere le navi di pellegrini che si recavano in Terra Santa (o che facevano rientro in patria) e, come ormai si sa, i Templari erano soprattutto al centro di traffici commerciali tra Oriente e Occidente, trasporto di armati, masserizie e risorse necessarie al sostentamento delle precettorie d'oltre mare. I porti di Cagliari (l'antica Karales),Turris (Porto Torres), Mela Taras (S.Teresa Gallura), S.Maria di Larathanos (Olbia), etc. furono sicuramente punti 'nodali' di sbarco e passaggio 'anche' per i Templari.Del loro ruolo di primaria importanza economica, sociale, politica(e religiosa?) ne abbiamo parlato in diverse altre sezioni di questo sito. Ricchezza e potenza che fu all'origine della loro tragica fine. In questo contesto interessa però un altro aspetto della loro capacità strategico- organizzativa:quello edilizio e architettonico. Per costruire o ampliare, si sa, servono risorse e nella Sardegna del nord esse arrivarono ai Giudici di Torres grazie ai Templari,che erano grandi banchieri. I re di Torres incentivarono enormemente l'edificazione di chiese e monasteri nel loro Guidicato, facendone dono ai Cistercensi, ai Camaldolesi e ai Vallombrosani. Per raggiungere i piccoli centri dell'Anglona, un sicuro approdo era garantito dal porto fluviale di Ampurias, alla foce del fiume Coghinas. Oggi questa foce è situata nella spiaggia di San Pietro, dove c'è una chiesetta molto piccola dedicata appunto all'apostolo, rimodernata ma di origini medievali (una spiaggia molto sabbiosa e larga, dove appunto si possono avere due ambienti in un solo luogo:il fiume, che arriva al mare, e quest'ultimo).La cosa curiosa è che su questa stessa spiaggia ci siamo ritrovati tante volte a prendere il sole, chissà se un tempo lì vicino sbarcavano i Templari!

Sembra che il Giudice Costantino abbia proseguito la costruzione di chiese e monasteri attorno a S.Nicola di Silanis,  la più alta concentrazione di tutta la Sardegna. Ma non solo:secondo alcuni studi (in particolare quelli di don Tamponi, profondo conoscitore del territorio e segretario della Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici) si sarebbe creato un percorso 'iniziatico' a brevi tappe incentrato sulla chiesa di S.Nicola che, a partire dalla maestosa abbazia di Nostra Signora di Tergu, si dirama attraverso quindici monasteri. Inoltre, la chiesa di San Nicola, di cui purtroppo restano rovine, sarebbe stata costruita rispettando una geometria 'sacra' (armonica) di cui nuovi studi potranno dire di più e si troverebbe al centro di due direttrici perpendicolari formanti una croce. Essa si verrebbe a trovare nel punto di incontro delle due. All'estremità del braccio 'lungo' vi sarebbero le chiese di S.Pancrazio (a Sedini), da un lato, e dall'altro quella di S.Pietro delle Immagini (a Bulzi), di cui abbiamo parlato in apposita sezione. S.Pancrazio sarebbe stata in origine una fortezza templare, collocata in posizione elevata in una solitaria valle da cui dipartono cinque vie, a protezione del transito dei viandanti, come testimoniano le innumerevoli incisioni di 'sandali del pellegrino' ma forse messa lì a guardia di quel 'segreto' serbato tra le mura di S.Nicola di Silanis di cui abbiamo accennato prima e del resto, per chi ha letto la pagina relativa, custodisce essa stessa parecchi misteriosi interrogativi...S.Pietro delle Immagini (detta anche in sardo  de Su Rughefissu, del Crocefisso, per via di un gruppo ligneo che rappresenta la scena della crocifissione) -secondo studi già verificati - sarebbe stata orientata architettonicamente in maniera tale da permettere il calcolo delle ore canoniche attraverso il dosaggio e il 'passaggio' della luce che filtra al suo interno, tanto da renderla "una meravigliosa e perfetta macchina del tempo per il trionfo delle ore solari e le suggestioni lunari". Tutto ciò può essere un semplice 'caso' frutto di maestranze inconsapevoli? Non lo crediamo.

             

                                                                    La foto è tratta dalla mostra.

Il successore di Costantino, suo figlio Gonario II, forse sostenuto economicamente dall'Ordine del Tempio, proseguì il progetto edilizio del padre, ampliando e arricchendo molte chiese e cattedrali del suo regno, tra cui citiamo(a titolo esemplificativo) soltanto quelle da noi visitate: S.Maria o Nostra Signora di Tergu (simbologie tutte da decifrare...),che fece ricostruire dopo un devastante incendio;  S.S.Trinità di Saccargia (a Codrongianus, in stile pisano - e lombardo -fin nelle fondamenta!); S.Gavino a Porto Torres (che a quel tempo era sede episcopale prima che questa  venisse spostata a Sassari), straordinaria, con influenze certamente lombarde!, San Pietro di Sorres a Borutta (magnifica, con annesso monastero), che conserva il sepolcro del quarto vescovo di Sorres, tale Beato Goffredo da Meleduno che,prima di diventare, vescovo di Sorres, era stato monaco-infermiere nel monastero cistercense di Clairvaux in Francia.
Inoltre a Gonario si devono i grandi monasteri cistercensi di Santa Maria di Corte (Sindia) e Santa Maria di Paulis (a Uri).

La mostra presenta interessanti manoscritti che sono stati consegnati direttamente dal S.O.di Malta e che costituiscono testimonianza sulla presenza di personaggi e fatti legati ai Templari in Sardegna.

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Illustra inoltre, con pannelli didascalici, alcuni simboli rinvenuti nelle chiese esaminate e oggetto dello studio, diverse croci patenti, elementi fitomorfi, zoomorfi e antropomorfi, il dipinto di una Maddalena, che riporterebbe a quel culto 'gnostico' (riemergente in Europa proprio nel XII secolo ad opera dei Catari) che avrebbe avvicinato i Templari ad una Conoscenza che per la Chiesa ufficiale era considerata 'eretica' (l'Ordine venne accusato di colpe gravissime e di eresia, venendo tuttavia assolto da papa Clemente V,come un documento del 1307 ritrovato nell'Archivio Segreto Vaticano ha sancito definitivamente.Venne comunque soppresso con Bolla Pontificia emessa da Clemente V, a Vienne, il 22 marzo 1312).

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Il pezzo 'forte'della mostra è rappresentato da due splendidi pezzi litici:due capitelli provenienti dal distrutto chiostro dell'Abbazia della S.S.Trinità di Saccargia: essi- viene detto sull'opuscolo della guida alla mostra- "raccontano il mistero della resurrezione, intesa come svelamento della presenza di Dio.Le tre mirofore, simbolo dei tre gradi della Sapienza, portano gli aromi per ungere il corpo di Gesù verso la tomba, che è raffigurata come un'Arca dell'Alleanza, sulla quale un Angelo offre l'incenso".

"Di contrappunto, l'orrifico idolo del Baphometto sintetizza il simbolo del sapere assoluto, quello che conduce con il pensiero direttamente al divino.Cavalieri Templari vigilano sui due segreti'.

Di quali segreti esattamente si tratta? Noi circa il significato di questa iconografia non possiamo far altro che trasmetterla come appreso alla mostra(non disponiamo di ulteriori elementi di studio o ricerca per 'sbilanciarci'). L'altro capitello reca scolpiti, mirabilmente, dei leoni affrontati(di lato), che hanno le code intrecciate, mentre la testa è unica per due animali, forse allusione ad una dualità ricostituita.

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Nel Giudicato di Gallura sembra possibile che i Templari avessero un'importante precettoria nel cuore 'strategico' del regno, a Luogosanto, da identificarsi -forse- con il Palazzo di Baldu dove scavi archeologici hanno restituito, tra l'altro, reperti preziosi come ceramiche islamiche, africane e pisane, vetreria siriana, frammenti di lampade di Damasco con iscrizioni arabe, che testimonierebbero intensi rapporti commerciali tra il nord della Sardegna e l'Oriente, attraverso quelle rotte marittime ben note ai Templari, che sfruttavano lo stretto costituito dalle Bocche di Bonifacio per raggiungere la Corsica, a sole 11 miglia dalla costa sarda (da S.Teresa).Anche nell'arcipelago della Maddalena esistevano diversi monasteri mentre a  Viddalba c'era un' Hospitale per i pellegrini con la chiesa di S.Giovanni (tuttora esistente, ma restaurata).

           

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Completano la mostra le descrizioni e le suppellettili di un'armatura templare, e alcuni strumenti di tortura medievale.

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Il pubblico presente è stato poi invitato a seguire una breve proiezione filmata, relativa alla ricostruzione grafica dell'enigmatica chiesa di San Nicola di Silanis, l'epicentro dal quale sembra si sia irradiata tutta l'architettura promossa dai Giudici di Torres tra XII e XIII secolo.

Dopo questo, non potevamo esimerci dal recarci direttamente sul posto...tra le rovine della chiesa naturalmente. Se il lettore avrà pazienza e voglia di farlo, cliccando sui vari nomi delle chiese di volta in volta menzionate, potrà venire con noi ad ammirarle, in un percorso affascinante e sempre denso di stimolanti interrogativi, sulle tracce dei Templari. Qualcuna è tuttora splendida e ricca di bellezza arcana, di simbolismi palesi e occulti, qualcun'altra è purtroppo decadente e qualche altra ha subito rimaneggiamenti o ricostruzioni che, pur non dandoci più ciò che c'era, ci permettono di serbarne la memoria, la collocazione e la struttura.

E poi occhio alle date:per coloro che potessero, la mostra è aperta fino al 25 settembre '07, salvo proroghe.Essa si è tenuta in altre sedi e località sarde negli anni precedenti, perciò potrebbe accadere che il prossimo anno venga riallestita altrove pur mantenendo i contenuti di base, magari con l'aggiunta di sempre nuovi elementi di studio. Per informazioni, rivolgersi all'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tempio -Ampurias 079/6393099 (sito internet www.museumtempioampurias.it in allestimento).

Avvertenza:le foto non siglate con il nostro sito, sono state tratte dall'opuscolo legato alla mostra "I Templari e la Sardegna" di cui all'inizio abbiamo inserito la copertina.

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                                                                  agosto/settembre 2007