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                              Comune di Sedini, centro dell'Anglona  (SS)  (di Marisa Uberti)

Per apprezzare l'atmosfera dei luoghi sacri che siamo andati visitando man mano in questi nostri 'due passi' nei misteri dell'Anglona (Nord Sardegna), bisogna aver necessariamente attraversato il territorio in cui sono ubicati, perchè riferirne è riduttivo, molto riduttivo.Non sappiamo esprimere a dovere lo stupore e la curiosità che si provano percorrendo le solitarie stradine che dal villaggio conducono alle chiese che volevamo visitare (volutamente o incontrate 'per caso' cammin facendo), immersi lettaralmente in sconosciute zone, che hanno il pregio di diventarti presto familiari. Si viaggia così  in un ondulato succedersi di alture e pianori, in cui si 'snodano' grotte misteriose e siti megalitici antichissimi, tombe rupestri, domus de janas, come quella de Sa Rocca (scavata nella roccia nel Neolitico recente, 3500-2700 a.c.) qui a Sedini, la case delle fate o delle streghe, come le chiamano i locali, o i nuraghi, che capita sovente d'incontrare.Accanto a questa storia straordinaria, ancora da conoscere a fondo, si balza d'improvviso,svoltando una curva o intuendolo tra il fitto della boscaglia, ad un periodo certamente più vicino a noi, il Medioevo, con la sua arte sublime, che amiamo molto. 

Oggi ci troviamo nella Valle di Silanis, dal nome del rio omonimo, perchè ci è stato consigliato di vedere questa chiesa, pur se versa in stato di degrado, semicrollata e con ponteggi in situ non si sa per quanto.Al momento, in effetti, non c'è certezza se portare avanti un restauro completo o lasciarla così com'è...Auspichiamo che le decisioni possano venir prese con buon senso, salvaguardando quanto più possibile.

L'origine della chiesa è remota e costituisce uno dei più raffinati esempi di architettura romanica nell'isola.Anzitutto era stata voltata tutta in pietra, cosa non molto comune da trovare nelle chiese dell'epoca e che trova pochi altri esempi; così come l'orientamento dell'abside non a est, come è 'classico' nelle chiese cristiane, ma a nord-ovest. Questa disposizione absidale rivolta ad occidente -che si dice anteriore all'anno Mille- si ritroverebbe solo in altri due casi in Sardegna, in chiese considerate le più antiche dell'isola: San Gavino a Porto Torres (che però di absidi ne ha ben due, contrapposte tra loro, a est e a ovest!) e S.Simplicio a Olbia. Forse le esigenze del terreno determinarono questa necessità o forse no. 

Siamo giunti qui avendo prima seguito la mostra "I Templari e la Sardegna", in cui ci è stato detto che fu il Giudice Costantino I di Torres a volerne l'edificazione, perchè vi si custodisse 'un segreto'. Ma di quale portata? L'aveva dotata di privilegi e aveva emanato una sorta di 'anatema' contro chiunque avesse osato togliere una sola pietra a questo edificio! Lo vedesse adesso...Pare che anche nelle sue geometrie si riscontrino dei numeri ben precisi, cui gli antichi costruttori davano molta importanza e che rendevano un monumento 'armonico'. E in una piccola valle 'fuori mano' quale ci appare oggi, tutto questo zelo doveva giustificare al tempo  l'importanza rivestita dalla chiesa di S.Nicola, che aveva vicino il monastero, di cui giacciono sparsi i ruderi tutto attorno, come le foto attestano. Inoltre, va ricordato che qui vicino sorgeva un paese oggi scomparso, Speluncas, che c'era nel XIII secolo.Aveva una chiesa, che c'è ancora, della SS.Annunziata o S.Maria (dotata in origine di un campanile a vela), che farebbe parte di quelle cinque chiese che costituiscono i punti salienti di una 'croce' così come aveva detto don Tamponi in una sua intervista: "Così quell’itinerario esoterico, riservato a pochi iniziati, è innanzitutto un percorso fisico. Si snoda, fra precisi simboli, attraverso cinque chiese dell’Anglona disposte a formare una mappa a croce latina". Una croce in cui S.Nicola di Silanis si trova al centro dell'intersezione dei due 'bracci', per così dire. Interessante davvero!Ad ogni modo, Speluncas e Fulcaddu sono due villaggi che vennero abbandonati,  l'uno attorno alla metà del 1600, e l'altro ancora nell'alto Medioevo, forse a causa di incursioni saracene.Si può andare alla ricerca dei ruderi di questi villaggi, e scoprire magari qualche concrezione rocciosa che spesso occulta qualche grotta, rifugio in passato a banditi e briganti, come la storia locale ancora ricorda.E' quindi uno scenario denso di mistero, tutto da scoprire.

Nel XII secolo  Costantino I, re di Torres,  donò S.Nicola di Silanis (o Silanos) ai monaci benedettini di Montecassino nel Lazio, ed era già esistente prima del 1122. Il materiale usato è calcare bianco, lavorato in conci, con qualche inserto di trachite rossa; lo stile attribuito all'edificio è in tosco (lucchese) - lombardo (ma questi Comacini non riposavano mai?!). Oggi restano in piedi parte della facciata, il fianco destro con relativa navatella, il muro absidale, il campanile mozzo e fondazioni delle altre strutture. L'interno era a tre navate, con abside e arcate dei muri divisori che nascono da pilastri quadrangolari.La presenza di alcuni dettagli, come la lavorazione particolare di una monofora - l'unica ad essere lavorata a tal guisa- ha fatto supporre che vi sia stata un'influenza di maestranze francesi (cistercensi?) nella sua esecuzione:

Il periodo (1122) è infatti assai precoce in Italia per l'archetto ogivale, tipico dello stile gotico (mentre in Francia già si era sviluppato). E' uno degli interrogativi che S.Nicola di Silanis è destinato a portarsi con sè ancora per lungo tempo, supponiamo.

 

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Ecco che, scandagliando il nostro fiuto particolare per il simbolismo, abbiamo trovato ancora qualcosa, tra i ruderi, come questo blocco calcareo, inserito nel fianco destro della porta che divideva la navatella dal campanile(probabilmente):

 

O questo 'animale' che a noi sembra un toro (con le corna) e forse proviene da materiale di reimpiego?Si trova sull'estremo angolo esterno della fiancata destra, ad altezza d'occhi, ma parecchio deturpato.

Alcune scritte rintracciate sul fianco sinistro esterno.

Sterpaglie ed erbe selvatiche sono le regine di quello che un tempo era un glorioso complesso abbaziale, eretto a plebania autonoma e libera dai Giudici di Torres. Perchè decadde?

 

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