Sulle orme di Maddalena
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                                                   SULLE ORME DI MARIA MADDALENA                                                       

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 (a cura di Marisa Uberti)

Un breve tour sulle 'orme di Maddalena' nella Francia meridionale, si è trasformato in un percorso veramente speciale, attraverso paesaggi e luoghi indimenticabili. Non pretendiamo di offrire al lettore qualcosa di inaspettato, di unico, ma sicuramente i nostri consueti 'due passi' hanno toccato dei 'misteri' affascinanti, spesso inestricabili,talvolta forse solo intrisi di leggenda, ma capaci di emozionare, di renderci curiosi, desiderosi di regalare anche a voi quanto abbiamo vissuto.

Insieme alla storia documentata,quindi,incontreremo altri 'universi', senza tempo e senza soluzione di continuità, destinati a coinvolgere ogni turista che si accosti al 'mistero' desideroso di capire qualcosa di più. Abbiamo pensato che fosse utile trovare una connotazione quanto meno 'cronologica' per questi reportages, sebbene gli eventi, i personaggi, i misteri e la storia stessa travalichino i ristretti compartimenti stagni delle classificazioni rigide e stereotipate, a nostro avviso. Un fatto 'leggendario' potrebbe essere avvenuto, come il contrario:ciò che conta (e che resta) è quanto è giunto fino a noi di quel 'fatto', di quella tradizione, dei protagonisti simbolici o reali; visitare i luoghi è ridare voce a tutto quel miscuglio di avvenimenti, che ciascuno è libero di rielaborare come ritiene più vicino alla propria capacità di Pensiero, Fede o Ricerca.

Un 'filo conduttore' esiste sempre nei nostri viaggi. Non c'è niente di 'slegato' e lo dimostra il fatto che, all'interno di ogni sezione, abbiamo fatto numerosi collegamenti ipertestuali a sezioni già esistenti su questo stesso sito (raramente esterni). Ciò significa che una tematica si ricollega ad un'altra, e tutto contribuisce a dare forma ad un puzzle infinito che è il nostro passato.

La prima 'tappa' del nostro tour è stata in territorio francese, dipartimento del Var, che va dal mare fino ai massicci alpini, in un turbolento quanto conturbante paesaggio in cui ogni angolo è estasi. La Provenza verde, la chiamano, in cui convivono assieme monasteri e abbazie, castelli e fiumi, montagne e una foresta sacra, in cui c'è una grotta, la Sainte Baume, il luogo specialissimo scavato nel massiccio roccioso, in cui Maria Maddalena avrebbe vissuto trent'anni in eremitaggio, dopo che sarebbe sbarcata in Provenza alla morte di Gesù. Lo scrigno di silenzio e quiete che ancora oggi l'investono, nonostante vi sia stato addossato un convento, è veramente prezioso, e tuttavia non si lascia aprire tanto facilmente. A qualche chilometro di distanza, si trova,nella città di Saint Maximin, la Basilica di Santa Maria Maddalena dove, per tradizione secolare,  si custodiscono il suo teschio e i suoi resti. Una visita che ci ha letteralmente fagocitato.

Nel cuore del Var abbiamo approfittato dell'occasione per fare un sopralluogo nell'abbazia Cistercense di Le Thoronet, costruita nello stile romanico Provenzale, testimone millenaria di uno spirito ascetico caratteristico dell'Ordine di San Bernardo da Clairvaux, isolata e forse per questo ancora ottimamente conservata. Una visita che va ad arricchire la nostra sezione dedicata al 'sistema cistercense' e, nello specifico, alle Abbazie dell'Ordine.

Dopo una 'discesa' nella Provenza mediterranea, che costeggia paesaggi fiabeschi, punteggiati di località balneari  rinomate spesso in tutto il mondo, eccoci 'sconfinare' nella Camargue, a Saintes Maries de la Mer, anticamente chiamato Saintes- Maries -de- Ratis, luogo di approdo-secondo una tradizione- di Maria Maddalena e altri apostoli, o-secondo un'altra leggenda- delle 'due Marie', Maria Jacobi (di Giacomo) e Maria Salomè, le cui reliquie sarebbero conservate e venerate nella splendida cattedrale. Qui è però oggetto di enorme culto la statua nera di Sara, figura enigmatica di incerta provenienza e che nei vangeli canonici non è mai citata. Il ridente villaggio, dalle case in prevalenza bianche, i mercati e le bancarelle all'aperto, baciato dal sole e da un clima mite, da un cielo azzurro e dal mare, ospita annualmente il raduno dei Gitani (il misterioso 'popolo itinerante', la cui provenienza è sostanzialmente ignota) che lo affollano per venerare Sara-La-Kalì (Sara la Nera), che viene portata, dalla cripta in cui normalmente 'risiede', fino al mare, in un corteo di candele e di festa.

Ci inerpichiamo, lasciando progressivamente la costa, deviamo nel punto in cui l'anno scorso continuammo invece per la Spagna e ci addentriamo nel 'vivo' del sentiero Cataro, come i cartelli ai bordi della strada cominciano a segnalare. Procediamo verso la Linguadoca-Rossiglione (Languedoc-Roussillon), dipartimento dell'Aude. La regione ha cinque dipartimenti e non ci è del tutto sconosciuta, dato che l'anno scorso visitammo Nimes, nel dipartimento del Gard.

La nostra meta è la città di Carcassonne, contornata dalla Montagna Nera, che non ci aspettavamo tanto bella e particolare. Di antichissima fondazione, divenne nel Medioevo la Citè dei Catari (o Albigesi), considerati 'eretici' dalla Chiesa del XII secolo e per questo fatti oggetto di una sanguinosa e sciagurata Crociata. La religione catara si rifaceva ad uno gnosticismo che vedeva in Maria Maddalena 'Colei che conosce il Tutto', la Conoscenza. All'interno della città medievale tutto cristallizza, forse anche il tempo, ma non i sensi, che cercano di fissare ogni attimo vissuto in un inesauribile ricordo. Contemplando le sue torri, ben 52, e i suoi tre chilometri di doppia cinta muraria, camminando per le sue strade ombrose, sembra di rivivere un frammento di storia,di risentire ancora i cavalli che entrano nello Chateau Comtal, l'enigmatico e complesso castello in cui ha oggi sede un interessante lapidario e museo archeologico, perchè la storia doveva continuare e raccontarsi ai posteri. Nella cattedrale di Saint Nazaire si svolse tutta la storia religiosa e plurisecolare di Carcassonne, ed è veramente suggestivo visitarla.

Come non andare a visitare Rennes-le-Chateau, distante appena 50 chilometri da Carcassonne? E' quasi una 'tappa obbligata' per noi di 'due passi nel mistero'! Dopo tutto quello che si è letto, dopo che molti ne hanno scritto, anche noi qui nel paesino dei Pirenei francesi in cui mosse le gesta l'abate Sauniere! Proprio lui, il 'prete dei miliardi', così devoto alla Maddalena (ecco che lei è un fil rouge che unisce tutto il viaggio)... Ma una chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena esisteva già nel 1059 a Rennes -le- Chateau,una delle primissime poichè il suo culto iniziò a diffondersi proprio in quel periodo. Cosa scopriremo noi più di quanto non sia già stato scoperto? Non siamo giunti qui per questo, ormai migliaia di persone, curiosi, studiosi, addetti ai lavori, ci hanno preceduto ma tutto sembra abbastanza uguale e diverso da come si legge nei libri. Ciò che conta è essere qui, in un paesaggio che già ripaga del tragitto svolto, e in cui ci sentiamo per nulla a disagio; nessuna 'energia negativa' come ci aveva suggerito qualcuno; tutto oggi scorre tranquillo. Perfino la piccola chiesina, con tanto di musica di sottofondo stile 'noire', non si incute alcun timore reverenziale, e Asmodeo, di guardia o da monito a sinistra dell'entrata, sembra più indifeso che offensivo...! Interessante la visita ai locali attigui:Villa Betania, la Tour Magdala, i giardini, la tomba di Sauniere, la raccolta di reperti 'originali' allestiti nel piccolo museo e...i sentieri, le colline, i ruderi intorno al borgo.

Tra Rennes -le -Chateau e Carcassone si possono incontrare alcune delle località rientranti nelle vicende che gli appassionati di questo 'mistero' hanno sicuramente in mente: Limoux, ad esempio, o Alet-les-Bains, città di antichi studi alchemici, in cui abbiamo visitato le sorprendenti rovine della grandiosa abbazia-cattedrale di Notre Dame d'Alet, accanto alla quale sorge l'attuale parrocchiale, l'Eglise Saint-André (chiesa di Sant'Andrea). In Place de la République, con case dalle facciate 'à pans de bois' (XVII-XVIII secolo), si trova la Mason (Casa) detta di Nostradamus, con diversi simboli esoterici sulle travi lignee esterne.Anche Alet era una 'roccaforte' Catara e le guerre di religione portarono alla distruzione dell'Abbazia benedettina che abbiamo visitato con profonda ammirazione.

Sulla strada che ci riporterà in Italia, ancora nel cuore della Linguadoca-Rossiglione, notiamo i castelli che erano appartenuti alla nobiltà che appoggiava la fede 'catara',di cui possiamo solo evocare mentalmente il nome ma non visitare; poi Le Corbieres, Narbonne, importantissima, e Beziers, in cui avvenne un orribile eccidio in un sol giorno, di 20.000 catari, per mano dei Crociati di papa Innocenzo III. Certo oggi quelle montagne impassibili,quelle verdeggianti pianure, gli scorrenti fiumi, le autostrade e i viottoli boschivi, i ruderi fortificati, i tetti delle case e delle chiese, arrivano indistinti e anonimi dai finestrini delle auto in transito, si trattengono un momento e se ne vanno, insieme al loro passato insanguinato. Il nostro sguardo li segue ineluttabilmente, il paesaggio cambia di continuo, velocemente e così fuggono frettolosi anche i nostri pensieri, che forse è troppo penoso spendere verso una storia che ci coinvolge tutti, perchè sempre attuale, per un verso o per un altro. Pietas. Come questa parola ci ricorda Pietra. Ricordiamo una frase di Fernand Pouillon:"Entrate nella pietra, e siate vivi come queste pietre". Speriamo di averlo fatto, di esserci riusciti almeno per un breve istante, in questo viaggio che ci ha riservato straordinarie emozioni.

Montpellier, capitale della regione della Linguadoca-Rossiglione, ci fa riaffacciare presto sulla costa mediterranea, con la gente che è sulle spiagge ad abbronzarsi e i cabinati bianchi solcano il mare con le loro spumeggianti scie.Il rammarico che ci portiamo in Italia è di non aver potuto visitare tutto quanto abbiamo incontrato sul percorso, ma imperativo:accontentarsi! Chi si contenta, gode. Consolante o meno, rientrando in Italia, abbiamo fatto un'interessante sosta alla cattedrale di San Lorenzo a Genova, dove (inconsapevolmente) ci attendevano molti simbolismi degni di essere evidenziati e di cui siamo lieti di rendere partecipi tutti gli interessati, e possiamo scommettere che anche coloro che spesso si siedono su quei gradini, la prossima volta faranno 'caso' a quelle belle triplici cinte...Simbolismi forse effimeri, questi, ma il Duomo riserva ben altro: dalle sculture dense di significato e sapienza di quei Costruttori medievali, alla sua magnifica architettura, dall'esterno fin giù nei sotterranei dov'è custodita la sua reliquia più importante, il Sacro Catino (spesso additato come uno dei 'tanti' Graal!). Due corposi passi nel mistero che consigliamo, e stavolta tutti italiani!

 

Sezioni correlate in questo sito:

I miei viaggi(estero)
I miei viaggi (Italia da conoscere)
Speciale Marsiglia (2014)

 

 

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                                                                   completato in luglio 2007