Sainte Baume
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                                                          SAINTE BAUME                                                          

 (di Marisa Uberti)

La Sainte Baume, la Santa Grotta dove sarebbe vissuta Maria Maddalena in eremitaggio per ben trent'anni.Un intreccio di natura,mistero,storia,leggenda e reflussi massonici, condensati in uno scenario di incomparabile bellezza e suggestione.Il racconto della nostra visita.

(Provenza verde- VAR -France)

Si tratta di una grotta naturale, scavata dall'erosione.Il massiccio si formò nell'Era Secondaria, emergendo dai fondali marini ed è ricco di anfratti,e soprattutto di acqua (1);rappresenta infatti una ricchezza idrica importante per la Provenza.La grotta di Maria Maddalena non si trova sulla sommità della montagna, che è ben oltre, a 1147 m.Infatti non tutti sanno che proseguendo ancora la salita, si potrebbe giungere ad una chiesa romanica dell'XI secolo, intitolata a San Giacomo, poichè importante stazione (punto di riferimento) per i pellegrini che dall'Italia vogliono raggiungere Santiago di Compostela (dove si venera, appunto,la tomba dell'Apostolo). In materia di 'pellegrinaggi' la grotta della Sainte Baume non è comunque da meno, anche se abbiamo potuto capire che in Italia questo culto non è molto rinomato; tuttavia il sito è conosciuto a livello mondiale.Ma per raccontare questa ennesima avventura, dobbiamo iniziare dal basso, ovvero dal punto di partenza, che è rappresentato dall'Hotellerie, una sorta di Ostello gestito dalle monache dipendenti dalla basilica del Sacro Coeur di Parigi. Qui si trovano anche informazioni e pannelli didascalici informativi (rigorosamente non in italiano), che possano aiutare gli interessati ad intraprendere la salita per raggiungere la grotta.Si tenga presente che i percorsi effettuabili sono due, della durata sostanziale di 45 minuti ognuno(a scelta):uno, detto 'Chemine de Canapé',che si addentra per la fitta foresta, l'altro detto 'Chemin des Roys' (cammino dei Re '), più agevole.Cosa abbiamo fatto? Semplice:all'andata abbiamo intrapreso il primo, vivendo l'avventura/pellegrinaggio di stare dentro una foresta demaniale, 'sacra', come la definisce la tradizione popolare; al ritorno abbiamo intrapreso il cammino dei re,potendo così avere la stima di entrambi i percorsi e ammirare ciò che incontravamo in essi.

 

Il massiccio della Sainte Baume visto dal prato vicino ai parcheggi per le auto.

sb-44.jpg (35322 byte) L'Hotellerie, luogo di accoglienza per i pellegrini ancora oggi,voluto da Pere Lacordaire nel XIX secolo per tale scopo(decisamente in uno stile 'medievale'!).

  Dove abbiamo messo il puntino verde:lì si trova la grotta.Il punto giallo indica invece dove si trova la chiesa di San Giacomo, XI sec.La tradizione narra che Maria Maddalena, sbarcata in Provenza,si sia ritirata qui in eremitaggio negli ultimi trent'anni della propria esistenza, dopo aver evangelizzato molte genti.Ogni giorno, dice la leggenda, veniva trasportata sette volte dagli angeli fin sulla cima della montagna, al Santo Pilone. Da non confondersi con un altro Santo Pilone(2), che si trova sul tratto di strada che da Saint Maximin porta alla Sainte Baume.

Energia,buona lena,curiosità verso la salita ignota:tutti ingredienti che ci hanno accompagnato verso la meta.Non ci ponevamo il problema di 'quando saremmo arrivati' ma cosa avremmo trovato.Sul cammino,in mezzo al bosco demaniale,in cui raramente entra la luce del sole,si sentiva la buona frescura della vegetazione e, trattandosi di una giornata calda, era l'ideale.Si deve un po' possedere uno spirito 'spartano', del 'piccolo scalatore' in erba! Il fiatone dopo un po' di tragitto è normale;ci ha consolato vedere molte altre persone con gli stessi nostri 'problemi', fermarsi e riprendere una buona boccata d'aria per proseguire più vigorosamente.La salita si fa sempre più irta; ogni tanto il diradarsi degli alberi permette di sbirciare lassù in alto e vedere soltanto roccia, nient'altro che roccia bianca, interrotta e macchiata da chiazze più scure:acqua.

                              

 

Un ambiente molto 'benefico',nessun rumore d'auto, nessuna polveraccia d'asfalto, solo il canto degli uccelli e qualche cortese "Bonjour!" di altri pellegrini che ridiscendono. Promettente!

Si risparmiano le parole anche se scappa qualche risata, perchè l'atmosfera è piacevole e si incontra sempre qualche italiano con cui scambiare battute; c'è chi ci dice che ha già fatto questa salita molti anni fa, da ragazzo, ma non la ricordava così impervia! Ma si comincia a vedere 'qualcosa'! No,non è un miraggio:sono proprio finestre e devono far parte di un edificio, probabilmente il convento che fu costruito a ridosso della Sainte Baume.

L'attuale è un convento gestito dai Domenicani,che tornarono qui il 22 luglio 2002. La storia infatti è abbastanza complessa. Il sito pare fosse 'abitato' da tempi remoti da anacoreti (asceti o eremiti), che contemplavano in solitudine una vita spirituale. Nel 415 arriva Jean Cassien, dall'Asia Minore (che aveva fondato l'abbazia di San Victor a Marsiglia) e fonda un Priorato della Sainte Baume, ai piedi del Pic des Beguines, in cui accoglie sia gli anacoreti che i cenobiti (monaci che vivevano in comunità). Si ipotizza che lui,a quel tempo,dovesse già conoscere le vicende legate alla Maddalena,se ne voleva esaltare il culto. In seguito alle invasioni arabe dell'VIII secolo, tutta la regione viene messa a ferro e fuoco; si riprende (o si comincia?) a parlare del culto di Maria Maddalena nel 1056, pensando di rimpiazzare il priorato distrutto, e costruendo una chiesa dove portare le reliquie di Maddalena e dei suoi compagni. Secondo una tradizione non documentata, infatti, i sarcofagi contenenti le reliquie di Maria Maddalena e i suoi compagni, sarebbero stati nascosti sottoterra nel 716, per proteggerli da eventuali profanazioni. Il luogo del nascondiglio sarebbe quello dove oggi c'è la cripta con i sarcofagi stessi e il cranio della Santa (cripta della basilica di Saint Maximin, a una ventina di chilometri da qui). Ma la storia della Sainte Baume non può disgiungersi da quelle venerate reliquie, infatti abbiamo dedicato una sezione apposita alla basilica di Sainte Maximin. Bisogna ricordare che il culto di Maria Maddalena,così come ci è pervenuto, risale a non prima del XII -XIII secolo, intorno al periodo delle Crociate: da lì parte tutto! (2a) In Occidente cominciano ad 'affluire' reliquie di ogni tipo, che vanno ad aumentare il prestigio di re, imperatori e prelati, nonchè la devozione popolare, cosa di cui la Chiesa Cattolica di Roma aveva sempre più bisogno, trovandosi a quel tempo in una posizione di ridotto prestigio, per le accuse di corruzione, smodate ricchezze, e lontananza dal messaggio evangelico;in questo stesso periodo nascono tantissimi Ordini,che cercano di rifarsi alla Regola benedettina. Oppure Ordini Monastico-Cavallereschi, che vedono in questo ambito un Ideale perfetto di vita religiosa. Non sapremo mai come andarono esattamente le cose, ma nel 1254 San Luigi torna dalla Terra Santa;nel 1279 suo nipote, Carlo II d'Angiò (3), conte di Provenza, trova le reliquie di Maria Maddalena, nascoste nel frattempo come abbiamo detto, e nello stesso luogo fa erigere una sontuosa basilica per darle giusta venerazione. Cosa c'entra Sainte Baume? Il culto di Maddalena sembra ricevere un'impennata e anche la Santa Grotta viene riscoperta e riportata agli onori. Nel 1298 vi si installano i Frati Domenicani e iniziano a susseguirsi visite e pellegrinaggi di tanti fedeli ma anche personaggi illustri:si apre allora il 'cammino dei Re' per raggiungere la meta. Come una perfetta coincidenza, dopo pochi anni dalla ri-scoperta delle reliquie di Maria Maddalena, il papato si trasferisce in Francia, nella vicina Avignone e nel 1309 papa Clemente V (lo stesso del processo ai Templari) fa visita alla Sainte Baume.Nel 1362 anche papa Urbano V fece un pellegrinaggio qui.Tra i molti personaggi illustri,anche il poeta Francesco Petrarca, e diversi re di Francia.

Finalmente, un cartello. Descrive la storia di Maria Maddalena, informa sugli orari di apertura e dà altre informazioni (tutte in francese).

 

Il Santuario è gestito dai Domenicani;durante la Rivoluzione Francese la grotta e gli edifici furono profanati e il culto fu interdetto. Nel 1793 la Sainte Baume fu battezzata "les Thermopyles".Durante i 'cento giorni' di Napoleone subì altri saccheggi e vennero incendiati gli edifici della Sainte Baume.Il culto fu ristabilito nel 1822 dal prefetto di Tolone, Chevalier. Nel 1859 un frate, Lacordaire, molto lodato in Francia, s'installò a Saint Maximin, riscattò il convento, fece costruire l'Hotellerie sulla piana, aiutato dall'arcivescovo di Frejus-Toulon, Monsignor Jordany.Vennero reinsediati i monaci Domenicani, fino al 1998.Non abbiamo ancora detto che nel 1998 l'accesso alla grotta fu interdetto al pubblico, per ragioni di sicurezza, fino al 22 luglio 2002, quando venne riaperto. In tal periodo venne rifatto il 'cammino dei Re', fu ricostruita la scalinata, restaurati gli edifici della grotta e venne messa in sicurezza la falesia.

Giungiamo ad uno spiazzo più largo, dove c'è la biforcazione dei 'due cammini', o meglio: qui il cammino che stiamo percorrendo (du Canapé) e quello dei Re, si riunificano, diventando uno solo.Ma ciò non significa che siamo arrivati! C'è ancora un ulteriore tratto da fare, fortemente in salita, e poi 150 scalini, perchè la meta sia raggiunta.

 

 

Si possono ora incontrare alcune lapidi affisse alla roccia, di tanto in tanto, come questa:

E siamo in procinto di varcare l'agognato sito...

 

Una scena di Crocifissione accoglie i visitatori, in una sorta di Calvario di cui questo è il punto cruciale.Infatti sul percorso si trovano diverse croci infisse nella roccia,a indicare probabilmente le 'stazioni' della Via Crucis. Perchè la storia o la leggenda di Maria di Magdala inizia a prendere forma, per la tradizione provenzale, ai piedi della Croce. Come si vede, le donne sono tre e si tratterebbe delle Tre Marie che sbarcarono in seguito sulla costa francese meridionale (Maria Maddalena, Maria Salomè, Maria di Giacomo;di queste ultime parleremo trattando della basilica delle Saintes Maries de la Mer). Lei-Maddalena- e non le altre Marie si aggrappano al sacro Legno, come una calamita(in francese si dice aimant,e aimant è anche la calamita dei saggi in Alchimia), lei vedrà per prima il Sepolcro vuoto e Gesù Risorto, lei andrà ad evangelizzare le genti di Provenza.Una grande privilegiata, una figura dotata di grande Conoscenza. Simbolicamente, lei rappresenta l'elemento acquoso, mercuriale, femminile della Materia.E' possibile che questa grotta fosse oggetto di venerazione ancestrale di una divinità femminile 'pagana'? 

 

La visione dell'entrata alla grotta ci getta in una sorta di scompiglio emotivo:non immaginavamo che fosse così,pensavamo ad un antro buio,nelle viscere delle montagna,e invece ci ritroviamo davanti ad una facciata alla 'occidentale',con sei finestre (tre per lato) e un bel portale centrale,con una lunetta invetriata. Queste vetrate,come tra poco vedremo,si riveleranno particolarmente interessanti. Sette gli scalini che formano quasi una figura piramidale;sul sagrato aiuole, vasi di fiori,un parapetto da cui godere un panorama affascinante sul Plan du Aups, dove scorgiamo pure l'Hotellerie! A destra e a sinistra della grotta vi sono degli edifici conventuali che si protendono come le ali di un'aquila impagliata sull'altura rocciosa, quasi mimetizzandosi con essa.

 

Poi varchiamo la soglia. E tutto improvvisamente cambia.

La temperatura è bruscamente scesa e i respiri emettono le classiche nuvolette come si fosse piombati repentinamente in pieno inverno;fa freddo e l'interno è permeato di una oscurità abbastanza fitta (che le digitali riescono a 'mitigare' ugualmente in fase di rielaborazione). L'intimità che incute il luogo è palpabile. Un'intimità e un rispetto verso Madre Natura,questo ci viene spontaneo pensare. L'ambiente è una grotta, ce ne rendiamo conto. Adibita a santuario. Vi sono panche per i fedeli;inginocchiatoi,diverse statue e un Tempietto quasi centralmente alla sala:al centro c'è una scena di Crocifissione,con la Maddalena inginocchiata ai piedi del Sacro legno che guarda verso l'alto;Il tempietto è sormontato da una croce e sta dietro ad un altare con dodici colonnine come base, e in questa zona il pavimento è di piastrelle bianche e nere. Sulla parete della controfacciata, sono disseminate innumerevoli lastre murate ed ex voto di devoti che si sono rivolti a Santa Maria Maddalena, e che le si rivolgono con parole di riconoscenza. Questi fedeli 'moderni' sono la continuazione di un culto ininterrotto che procede dalla scoperta delle reliquie fino ai nostri giorni. Nel Liber miracolorum beatae Mariae Magdalenae (1315) si contano 84 miracoli che si sarebbero verificati per sua intercessione.

 

L' Altare

 

Dietro l'altare, una scaletta a ponte permette di visualizzare la zona retrostante,dove si trova il 'Masso della Penitenza'con una statua di Maddalena del XVII secolo.

 

San Michele che uccide il drago, con sembianze umane.

In fondo scorgiamo qualcosa che luccica sulla superficie di calpestio: è l'acqua che copiosamente si infiltra nelle rocce e cade sul pavimento a grosse gocce. L'effetto,nella grotta inferiore, è ancora più accentuato e bisogna prestare attenzione a camminare se non si vuole scivolare. Sopra di noi il 'soffitto' di nuda roccia, mentre il pavimento è stato levigato per agevolare la deambulazione dei pellegrini. Il buio è rischiarato da lampade artificiali collocate qui e là e dai lumini sempre accesi. La grotta è suddivisa in due piani:per scendere in quello inferiore è stata creata una scala di accesso moderna.

Il 'ponticello' porta all'angolo più remoto della grotta superiore, dove c'è la statua di Maddalena trasportata dagli angeli verso il Sainte Pilon.

 

Si può scendere, in quella che abbiamo battezzato 'grotta inferiore', e che come vedremo più avanti riveste una particolare rilevanza da un punto di vista 'iniziatico'. Il buio si fa più fitto e sembra avvolgere completamente, in una sensazione di irripetibile sconcerto. Siamo poco avvezzi a muoverci senza le comodità della vita moderna,eppure davvero gli eremiti vivevano in grotte come questa. La presenza di Maddalena costante nelle statue ci ricorda che qui non visse un anacoreta 'qualunque', ma l'Apostola degli Apostoli. Leggenda sarà ma in questo momento le pietre sprigionano tutta la loro forza, come volessero sussurrarci che sono state protagoniste di eventi magici che resteranno per sempre sconosciuti. L'acqua ha bagnato tutto il pavimento e ha creato strani riflessi per la debole luce posizionata sotto la balaustra.

 

 

Osserviamo dalla zona dell'altare. Immaginiamo come potesse essere la visuale di chi stava all'interno della grotta,quando non era stata eretta la moderna 'facciata':probabilmente c'era uno strapiombo,e si vedeva tutto il paesaggio circostante.

sb-12.jpg (32478 byte) Panorama dalla Sainte Baume

 

Le finestre invetriate dai colori cangianti, fendono le tenebre interne. Un sole abbagliante, di fuori, contrasta nettamente con l'ambiente cavernoso, eppure un tempo doveva arrivare fin qui, e inondare tutto ciò che poteva. Doveva essere bello.Da una fonte consultata successivamente,abbiamo appreso che nel Santuario dovrebbe trovarsi un frammento di tibia di Maria Maddalena, ma onestamente nessuna indicazione ci è parsa valida per rintracciare l'eventuale urna-reliquiario. La possibilità che essa sia però nella cripta inferiore esiste:lì,infatti,su un altare appoggiato alla parete,si trova un' urna;nel vano inferiore c'è una statua giacente su un fianco,in posizione quasi scomposta,forse il corpo di Maddalena raffigurato morto. Il luogo, ripetiamo per la profonda oscurità in cui è immerso, non permette di mettere a fuoco i dettagli, purtroppo.Una fotografia originale che ci è stata gentilmente fornita, permette comunque di vedere questa nostra descrizione (inserita più avanti).

Torniamo al piano superiore e diamo uno sguardo alle belle vetrate. Viste da vicino, proviamo a 'leggere' le storie che le scenografiche vetrate raccontano. Vi è in esse una struttura geometrica molto rigida, schematica, quasi si volessero rispettare delle proporzioni 'armoniche' precostituite; con un po' di attenzione, emergono figure non appariscenti ad una visione superficiale (triangoli, piramidi, cerchi, ellissi, quadrati, rettangoli, falci o semilune).Apparentemente narrano storie evangeliche o facilmente desumibili.

1.Colori piuttosto 'freddi' (blu,viola,azzurri) predominano. Rossa è una sopraveste della Maddalena, così come l'aureola di Gesù.Sullo sfondo un Tabernacolo con l'ostensorio per l'Eucaristia, che Gesù avrebbe istituito nell'Ultima Cena (ma elemento già presente in culti precedenti).Una strana Ultima Cena, in cui il tavolo è rotondo e piccolo,ed è preparato per due commensali. Maddalena sembra in atto di ungere i piedi di Gesù con il Vaso per gli unguenti, ed è prostrata a terra, dando la schiena a chi guarda la scena.

 

2.Nella seguente, i colori freddi si tingono di tonalità più calde, e la scena varia,seppure non nel contesto. Maddalena è alla tavola del Signore, a terra; deve avere già unto i suoi piedi con l'unguento perchè il Vaso  è posto alla sua destra, bene in vista.Non assomiglia per niente a quello della vetrata precedente.Notiamo che c'è una scritta poco più sopra, che dice 'Vezelay-Saint Maximin'. Ora, perchè mai le due località si trovano riportate insieme, se è abbastanza risaputo esservi una sorta di 'contesa' tra le due, per la detenzione delle Reliquie di Santa Maria Maddalena? (4). Inoltre, alla tavola-rotonda e piccola- non c'è nessun altro, solo una donna nimbata porta le vivande.Sullo sfondo, una torre che pare un'athanor! L'aureola della Maddalena è gialla e sono cambiati anche i colori di quella che contorna il Cristo.

 

3.Procedendo, si incontra una terza vetrata, in cui predominano colori caldi (gialli,arancioni,rossi), forse per indicare il sentimento forte di afflizione che costerna la Maddalena, per la morte del fratello Lazzaro (lo si vede con le bende a sinistra).Gesù,di spalle, si appresta a resuscitarlo,come dice il Vangelo. Da Lui sprigionano raggi di luce per la Potenza emanata. Da notare che il Vaso (seppur cambi forma e foggia)è sempre presente accanto alla Maddalena, sebbene il contesto non lo richieda.

4.Si è di nuovo al cospetto di una scena conviviale,potrebbe essere ancora l'Ultima Cena:il solito tavolo rotondo e piccolo,i colori ripartiti tra caldi e freddi. In primo piano due figure maschili,di cui gli attributi (il denaro per quello a destra e un coltello nella mano dell'uomo di sinistra)parrebbero far riferimento,rispettivamente,agli Apostoli Giuda e a Pietro.Una figura femminile(Maddalena?),quasi fuori scena ma la più vicina a Gesù, osserva. Al di sopra,sullo sfondo,la cima di un monte (piramidale)con una croce prefigura gli eventi che avverranno.

5.Bellissima iconografia, che va interpretata perchè altamente simbolica. La Croce non ha un Uomo inchiodato, ma del Sangue ricade copioso nel Vaso che Maria Maddalena, inginocchiata ai piedi del sacro legno, raccoglie. Il Santo Graal.Anche le sue lacrime paiono sangue, mentre i colori freddi si tingono di passione. Nella parte superiore della Croce, sembra di vedere una figura femminile (dai lunghi capelli) nimbata, che due Angeli ai lati sorreggono o assistono. Come va inquadrata correttamente questa scena? 

6.Nell'ultima vetrata tutti i colori sono in preponderanza caldi. Cristo è risorto e la Luce lo circonda come fosse Oro.Maddalena è nascosta,quasi un mucchio di sabbia scura,una figura infagottata dai contorni sfumati,sfuggenti. Sotto,la celebre frase 'Noli me tangere',cioè 'Non mi toccare',che Gesù rivolse a lei nel giorno della sua Resurrezione,quando le apparve. La mano sinistra di Gesù è appoggiata a un bastone, l'altra sembra sfiorare la Maddalena. Sotto, il Vaso e un Libro aperto evocano che Tutto si è compiuto. La Conoscenza è stata divulgata a Maddalena, per la quale non vi sono più segreti.

 

 

La Lunetta centrale ritrae -per quanto è possibile vedere perchè situata molto più in alto delle altre vetrate- La Maddalena in 'riflessione' sul 'caput' (teschio), dinanzi ad una candela, al Vaso, a un blocco di pietra squadrato, e appoggia il mento sulla mano sinistra. L'atteggiamento è ripreso da una diffusa iconografia in tema della 'Malinconia' (di cui si è parlato in Arte e Alchimia).Sembra poter riconoscere anche una conchiglia, a destra, e una Corona, a sinistra.

 

 

Le interessanti iconografie -che andrebbero molto meglio approfondite -avrebbero forse lasciato in noi un ricordo meno fervido se non fosse che abbiamo notato 'qualcosa' di molto particolare, nei bordi inferiori di ciascuna vetrata, lunetta compresa.'Dettagli' che sono chiaramente in odor di Massoneria. Ci sbalordisce vedere un simile simbolismo, perchè fino ad oggi non ne avevamo mai visto uno di questo genere. Squadra e Compasso si, ma che elemento c'è in orizzontale? E le otto lettere attorno, con i 'tre puntini' (crittografia massonica, in genere) a chi si riferiscono? Nonchè lo stesso vale per le altre tre sotto. Un mistero, almeno nel momento in cui le fotografammo...

  a)

Ogni vetrata reca,nel margine inferiore destro o sinistro, il 'quattre de chiffre', con una data, talvolta delle iniziali, una Squadra e  un Compasso.

 

 

 

 

Inoltre, indagando ormai curiosi di evidenziare altri simboli occultati nelle geometrie dei disegni,ci siamo accorti che effettivamente si potrebbero trovare,come ad esempio questo, relativo all'ultima vetrata, in cui superiormente si individua un triangolo con il vertice rivolto verso l'alto e forse uno che lo interseca in senso inverso,a costituire una sorta di Sigillo di Salomone,unione di Cielo e Terra, cosa che non è fuori luogo vista la tematica cui si riferisce la vetrata. Sicuramente, però, si può dire che -soggettivamente- abbiamo creduto di vedere un compasso intersecato da una squadra:

 

A questo punto una domanda ci è sorta spontanea:cosa c'entra la Massoneria con la grotta della Maddalena? Anzi, con la leggenda della Sainte Baume, perchè nulla di documentato esiste,per la verità. Ci siamo mossi quindi su due fronti:chiedendo a persone più competenti di noi (grazie a Sandro Giacchetti per la disponibilità!) e facendo una ricerca collateralmente. Questo è quanto è emerso.

Uno studioso esperto in questo campo, ci ha detto che, in generale, questi simbolismi non denotano una vera e propria attinenza con la Massoneria, sebbene la foto che abbiamo distinto con una a) presenti alcuni elementi innegabilmente massonici, come - la Squadra e il Compasso incrociati e sovrapposti; - le lettere 'tripuntate'-al momento ancora indecifrabili- cioè con i 'classici' tre punti usati in ambito massonico, - e poi c'è quella sorta di 'Leva'  che potrebbe essere forse un "Piede di Porco" o "Mazza-Badile", uno strumento insolito nella prassi iconografica simbolica massonica. Va, tuttavia, messo in evidenza che un simile strumento fu rilevato come "Sitting Beadle" e molto dubbiosamente interpretato secondo le traduzioni indicate, solo una volta nella storia massonica, in S. Prichard, "Masonry Dissected", 1730. Dopo quella volta, il "Sitting Beadle", comunque interpretato (Leva, Piede di Porco o Mazza-Badile), scomparve dall'uso massonico simbolistico. "Pertanto"- conclude il generoso studioso- "dubito seriamente che l'iconografia di cui alla foto "a" sia massonica, salvo che, per altre ragioni, non lo sia solo di "ispirazione". L'analogo simbolismo è presente in un campanile a Sérignac, lasciato con tutta probabilità dai Compagnons (ringraziamo in modo speciale il dr.Luigi Sessa per la disponibilità ad aiutarci in questo ambito; nonchè per la segnalazione e l'immagine di Sérignac, che altrimenti mai avremmo probabilmente 'scovato'!).

 

                                                                               

Quanto ci ha detto il dr. Sessa è stato veramente importante.Tra poco vedremo come sia esatto quanto ha esposto:il 'badile' c'entra! Ma andiamo con calma.Tutta questa simbologia sulle vetrate della Sainte Baume a chi sono imputabili? Partendo dal fatto che sapevamo solo che una Gilda di Compagnons del Tour de France visita regolarmente la Grotta,abbiamo cercato di saperne di più. Forse il 'mistero' si celava lì. Inoltre, la presenza del 'Quattre de chiffre', dovrebbe indicare la gilda dei 'Compagnons' che eseguirono i manufatti. Le date, diverse per ciascuna vetrata, fanno supporre che l'artefice non fu sempre lo stesso; ma se si guarda più attentamente si potrà constatare come le iniziali J. J. M. si ripetano in almeno due casi (1981, 1982) e anche il simbolo è identico (quattre de chiffre con al centro un cerchio ottopartito). Nelle altre il simbolo al centro è bipartito, forse è un inutile dettaglio da trascurare, forse invece indica un diverso "grado" della 'Gilda' di artefici, una sorta di 'marchio di fabbrica'. In tutti i casi, i simboli sono accompagnati da quelli della squadra e del compasso.
In effetti, da quanto abbiamo potuto sapere,è questa la chiave e la spiegazione plausibile dei simboli trovati sulle vetrate: la Maddalena sarebbe la 'patrona' dei Compagnons,ossia dei Compagni, che affondano le loro origini nel Compagnonaggio medievale:gilde di costruttori che giravano la Francia facendo tappe ben precise, che corrispondevano a ben precisi 'stadi' della loro iniziazione. L'ispirazione di queste Corporazioni deriva sempre dalla leggenda di Hiram, il costruttore del tempio di Gerusalemme e 'padre'secondo una teoria, della Massoneria operativa.E' innegabile che i 'freemason' del Medioevo, i Liberi muratori, si rifacevano a precise gerarchie corrispondenti a 'gradi', aventi ciascuno propri segni o simboli di riconoscimento (5). Nel XVIII secolo, nasce ufficialmente quella che viene denominata Massoneria speculativa . Non vogliamo entrare nel merito -in questa sede- delle proprietà o improprietà che i termini rivestono (operativa e speculativa):il buon lettore saprà documentarsi al meglio se già non avesse dimestichezza. Intendiamo solo sottolineare come -probabilmente- la simbologia che 'appare' massonica, spesso imita quella Massonica, e sembrerebbe questo uno dei casi. Abbiamo trovato notizie che attestano come questa 'moderna' consorteria, tuttora operante in Francia e itinerante, si chiami Compagnons du Devoir, cioè Compagni di Dovere e abbia come ultima tappa proprio la grotta della Maddalena, dopo essere passati anche per la basilica di Saint Maximin, la più grande costruzione gotica della Francia del sud, dove tradizionalmente lasciano le loro firme e sigilli sul Libro di passaggio... Maddalena, essendo la loro santa protettrice, ha dunque un legame spiegabile, attraverso queste informazioni, con i simboli da noi rinvenuti sulle vetrate della Sainte Baume.Diremo di più:quando riceve l'adozione alla Gilda corporativa, il candidato riceve il suo 'colore' (un nastro o blasone che contrassegna in sostanza il suo grado di appartenenza) e riconosce il segno del suo lavoro, inoltre c'è un'iconografia specifica che li contraddistingue e rappresenta due personaggi: una donna che, ginocchio a terra, tende le mani verso un uomo che tiene una vanga, davanti ad una caverna che porta sul frontone un'iscrizione latina: NOLI ME TANGERE. Adesso riconosciamo in questa raffigurazione ciò che abbiamo visto nella sesta vetrata!  Dunque quello che abbiamo inteso erroneamente essere un 'bastone' è in realtà una vanga(o badile!). E il medesimo elemento è raffigurato tra Squadra e Compasso nell'iconografia della foto a)! Secondo la loro simbolica, Maria Maddalena simbolizza la progressione lenta che, durante tutta una vita seminata di successi e di fallimenti, permetterà all'iniziato di scoprire poco a poco il senso della sua esistenza(6). Un viaggio di Elevazione spirituale,che procede con il Lavoro.
Anche per quanto riguarda il Quattre de chiffre abbiamo una spiegazione 'simbolica'legata ai Compagnons: l'incrocio del cielo e della terra. La "cifra di quattro", o quattro di cifra ", si trova essere particolarmente usato nelle grandi corporazioni e singolarmente" (liberamente)da stampatori e librai a partire dal XIV secolo...Un segno a carattere  corporativo quindi, non avevamo visto troppo male, in relazione diretta con le Iniziazioni dei Lavori, forse anche un segno di controllo (7),come altri segni che gli artefici lasciarono (e lasciano) su blocchi di pietra o altri manufatti."Marchi" mutuati dalle Corporazioni dei Costruttori Medievali.

                           

Sopra, si vede l'altare della grotta 'bassa' (quella che abbiamo denominato precedentemente 'inferiore' perchè situata ad un livello più basso rispetto all'ingresso del Santuario):come dice la didascalia, è qui che i Compagnons si raccolgono,battendo i loro colori. Sotto, due Tavole esplicative che riportano i Marchi dei Costruttori Operativi Medievali:notare come essi siano ripresi dalle Gilde o corporazioni di Mestiere attuali e,nello specifico, alcuni marchi sono analoghi a quelli rinvenuti sulle vetrate della Ste Baume (cliccare per ingrandirle).[Fonte alla Nota 8]

Marchi-Medievali-francesi-.jpg (98441 byte) (francesi) Marchi-Medievali-Inglesi--.jpg (113436 byte) (Inglesi) 

 


E' giunto il momento di lasciare la grotta. E' valso veramente la pena salire fin quassù, ce ne sentiamo ogni istante più consapevoli. Fuori il sole è abbagliante; la temperatura risale di colpo e si torna ad essere 'nel mondo'. Appena qualche passo più in là eravamo 'fuori dal mondo', e quando ripensiamo ai momenti trascorsi all'interno della Sainte Baume, anche adesso che siamo a casa e stiamo scrivendo questi appunti di viaggio, ci corre un brivido sulla pelle. La pensiamo nel cuore della notte lassù, isolata tra quelle cime rocciose, territorio di nessuno eppure di tutti. E pensiamo ai monaci che possono accedervi come vogliono, che ne conosceranno ogni angolo, e al freddo che farà quando la Notte di Natale viene fatta la tradizionale Messa,preceduta da una processione di persone con candele accese. Proprio così:ma chi sono gli intrepidi che si avventurano di notte e d'inverno fino alla Santa Grotta? Sicuramente persone sostenute da una grande Fede.Molti sono gli ex voto lasciati dai pellegrini fin quassù.

Ridiscendiamo, dal 'chemin des Roys' stavolta. Incontriamo una fontana (Fontaine du Nans) a cui si bagnano alcuni bambini, mentre gli adulti si godono un po' d'ombra sul muretto.In totale,il cammino dei re è lungo due chilometri, conteggiati dall'Hotellerie, nostro punto di partenza.Fu percorso da diversi re: San Luigi, re Renè, Filippo VI du Valois, Giovanni il Buono, Carlo VI, Carlo VII, Luigi XI, Carlo VIII, Luigi XI, Francesco I,che vi venne tre volte, Carlo IX ed Enrico III con Caterina de Medici, Luigi XIII, Luigi XIV con la moglie Anna d'Austria e il cardinale Mazzarino; anche i papi e i personaggi illustri passavano di qui. Il luogo fu denominato 'Monte reale'. Nel 1516 fu fatto erigere, sul percorso, l'Oratoires des Trois Chénes (Oratorio delle Tre Querce),da Jean Ferrier, arcivescovo d'Arles e Aix en Provence. Eccolo:

 

 

 

Dietro l'inferriata c'è una scena che raffigura Maria Maddalena che,sconsolata,rifugge il pensiero di Gesù morto nel Santo Sepolcro, ma Lui -a sinistra- è nell'atto di uscire dallo stesso.

 

Si raggiunge la piana, da dove si era partiti,serbando nel cuore un ricordo indelebile. Consigliamo una visita, se non avete necessità di soggiornare all'Hotellerie, almeno alla cappella di Santa Maria Maddalena, all'interno dell'edificio. E' stata da poco restaurata e diverse interessanti tele sono affrescate sulle pareti e nel catino absidale, tutte con lei protagonista. L'artista che le ha eseguite è Frederic Montenard.

 

Predicazione di Maria Maddalena ai pescatori a Marsiglia.

Meditazione di Maria Maddalena dall'alto della sua grotta.

Prima di accedere alla chiesa dell'Hotellerie, sempre nei locali interni, si può ammirare un portale del 1516, che un tempo stava all'ingresso della grotta, fatto costruire da Francesco I.

 

Il mattino ci svegliamo con il canto soave delle suore che sono nella cappella per la S. Messa; apriamo le finestre e vediamo stagliarsi l'imponente massiccio,con gli edifici della Sainte Baume ben riconoscibili. Come sembrano piccoli da questa posizione, e lontani! Eppure poche ore fa eravamo lassù. Alziamo lo sguardo più in alto e distinguiamo bene la sagoma del Santo Pilone. C'è molta beatitudine; la vita frenetica è così distante! Usciamo fuori a goderci l'aria fresca che a quest'altezza risveglia:i prati sono invasi di macchioline gialle; abbiamo letto che questa zona è ricca di ginestre. Fanno un bel contrasto con la vegetazione della piana, e poco oltre comincia la foresta, che si arresta all'altezza della Sainte Baume, lasciando completamente scoperta una buona parte di roccia. Dispiace lasciare la sinfonia di questi colori, di questi contrasti naturali, questa meraviglia della Natura. Dispiace lasciare la Sainte Baume! Sarà il fascino di Maddalena! Sicuramente di tutto l'insieme.

Come evocato, il mistero torna a incuriosirci,con questa meridiana,tracciata sulla facciata di un edificio (l'Ecomusêe) di fronte all'Hotellerie.Cosa possono significare le tre parole leggibili, SOLE AMICTA MAGDALENA? Da una breve ricerca effettuata, abbiamo capito che esse si riferiscono ad un motto latino, che ha il seguente senso: Maddalena vestita di sole (9). Il legame tra Maddalena e l'Astronomia è molto interessante,ci sarà modo di approfondirlo. Ora è tempo di congedarci da qui, altrimenti come faremmo a fare altri 'due passi' nei misteri che ci aspettano?

 

 

Note:

1)-La foresta di faggi trattiene l'umidità a un' altezza elevata e crea un microclima molto particolare.

2)-Questo risale al XV secolo e ricorda il presunto incontro avvenuto tra San Massimino e Maria Maddalena, quando lei -ridiscesa dalla montagna per opera degli angeli-sarebbe andata a morire tra le braccia del suo fraterno amico, da cui volle ricevere l'Eucarestia.

2a)-E' in questo periodo che il frate domenicano Jacopo da Varagine (o Varazze) scrisse la Legenda Aurea;in un capitolo si narrano le vicende provenzali di Maria Maddalena seguite alla morte di Gesù.

3)-Carlo di Salerno, figlio di Carlo I d'Angiò, re di Napoli e di Sicilia, conte di Provenza, fratello di San Luigi, re di Francia.

4)-Nell'VIII secolo, come già citato nel testo, le reliquie di Maddalena sarebbero state nascoste per preservarle dalla profanazione delle incursioni saracene;i suoi resti sarebbero stati messi nel sarcofago di un altro Santo, Sidoine. Quando un emissario dell'abate di Vezelay nel 1049 venne per prelevarle, volendone trasferire il culto in quella Abbazia, portò via quelle di San Sidoine e non quelle di Madeleine! Ma l'abate (Geoffrey de Roussillon) dichiarò ugualmente di aver rinvenuto le reliquie della Santa e convinse il papa Leone IX a porre l'abbazia di Vezelay sotto la sua protezione. Questo valse al monastero un flusso di pellegrini che continuò incessante per secoli. Non è ancora chiaro quale delle due località 'stabilì' 'per prima' il culto di Santa Maria Maddalena. Storia e leggenda si mescolano. Pare, inoltre,che sia più che possibile che il mito delle reliquie della Maddalena in Provenza derivi da un episodio agiografico relativo ad un'altra figura femminile, reale o immaginaria, forse Maria l'Egiziaca, divenuta prostituta e che morì in solitudine nel deserto dopo essersi 'redenta' (anche se mai arrivò nella Francia del sud!).

5)-. "Bisogna affermare che i Liberi Muratori ( e per tali dovrebbero essere intesi solo i "Free Stone Masons" britannici in generale), per tutta la durata di quella che può essere definita Libera Muratoria Operativa (dal XIV al XVII sec.), non ebbero mai "gradi", ma solo "livelli o classi" di specializzazione operativa, intendendosi per "grado" (degree) un termine che definisce una cerimonia riservata  e perciò esoterica, di ammissione o di avanzamento, che include la comunicazione di particolari distinte parole, segni, toccamenti, o altro, che debbano essere celati al grado (degree) più basso. Ora, di queste cose, nella Libera Muratoria Operativa del Medioevo, non c'è alcun bisogno,né alcuna traccia. La fenomenica dei "Segni di riconoscimento" comincia ad essere introdotta nel XVII secolo, allorché, a causa della partecipazione alla Craft dei cosiddetti Gentleman Masons, o Accettati , si resero necessarie delle parole, segni, toccamenti, o altro, di riconoscimento per essi che, a differenza dei veri muratori, non avrebbero potuto dare saggio della loro "abilità muratoria" per farsi riconoscere come membri del Sodalizio. Inoltre, gli Accettati, si resero autori di notevoli contaminazioni culturali che dettero luogo ad una particolare evoluzione culturale della Craft e a diversificazioni tra gli appartenenti alla Istituzione, facendo sorgere con ciò la necessità di distinguere i partecipanti a seconda del loro stadio di conoscenze particolari  acquisite, stadio che cominciò ad essere identificato col "Degree" (Cfr. L.Sessa, La Massoneria- L'Antico Mistero delle Origini, Bastogi Editrice Italiana, Foggia, 1997, pp.169,177, Appendice n. 2 :"Delle Classi e dei Gradi:una problematica libero-muratoria delle isole Britanniche")."

6)-Fonte originale in francese: http://www.prismeshebdo.com/prismeshebdo/article.php3?id_article=555

7)- Vedasi: http://www.prismeshebdo.com/prismeshebdo/rubrique.php3?id_rubrique=175

8)-La prima è una "Tavola di Marchi Operativi Medievali" (origine francese), presa dal "Dictionnaire de la Franc-Maçonnerie et des Francs-Maçons" di Alec Mellor, edizioni Belfond, 1985, pag. 75, in cui ai nn. 110, 115, 142, 144, 146, 150, e negli "speculari" nn. 126, 127, 129, 134, 136, 143, 145, si possono facilmente intravedere i "Marchi" progenitori, possibile ispirazione di quelli "moderni". La seconda è la Tavola di "Mason Marks, English ( si tratta di marchi della muratoria Inglese), presa da "Freemasons' Guide and Compendium" di Bernard E. Jones, ed. Harrap- London, 1982, pag. 143, in cui i famosi "ancestri" dei simboli che stiamo esaminando si ritrovano e si trovano anche le "componenti" che modernamente hanno concorso alla stilizzazione dei modelli sotto il nostro esame. Basterà guardare i nn. 28 e 51 e immaginarne la coniugazione dell'uno con l'altro (Tavole fornite e descritte dal dr.L.Sessa, che desideriamo ringraziare sentitamente;segnaliamo inoltre il suo libro,“La Massoneria - L’Antico Mistero delle Origini”, Bastogi Editrice Italiana, Foggia, 1997, in cui si dedica un capitolo alle Teorie de I Compagnoni francesi, da pag. 58 a pag. 65).

9)-Vedasi: http://www.vialattea.net/bonata/meridiane/motti_la.htm

 

 

Sezioni correlate in questo sito:

Sulle orme di Maddalena...
La basilica di Saint Maximin-Le Sainte Baume
I miei viaggi(estero)
Speciale Marsiglia (2014)

 

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                                                            maggio 2007