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                                       (di Marisa Uberti) Mostra "Misteri ed Elisir:lo scrigno degli Alchimisti", S.Teresa Gallura(1-31 agosto '07)

                                     Torre Longonsardo o Spagnola


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Un curioso 'alchimista'? L'iconografia è presente in fondo ad un libro di prediche ritrovato insieme ai volumi della Biblioteca segreta di Castelsardo.Illustrerebbe un iniziato durante una fase operativa (si notino le braccia incrociate). Il suo copricapo, quasi una tiara, termina con due simboli che sembrano ricondurre ad una duplice cultura, quella cristiana (la croce) e quella araba (la mezzaluna).Ma potrebbero anche avere una valenza pratica precisa.Dal copricapo pende una sorta di cordicella che termina (o abbiamo una visione?)con una pelle di montone, equivalente innegabile del famoso'vello d'oro' di argonautica memoria....Variante metaforica della Pietra dei Filosofi.

 

 

 Il 19 agosto '07 abbiamo potuto visitare la mostra allestita nella Torre Spagnola di S.Teresa Gallura, patrocinata dall'Ufficio per i Beni Culturali della Diocesi di Tempio-Ampurias e dal Comune della splendida cittadina costiera. Frutto della collaborazione tra la Diocesi e l’Università degli Studi di Sassari (Facoltà di Farmacia) che, nella sede gemmata di Tempio, ha attivato un Corso di Laurea in Tecniche Erboristiche, la mostra ha come scopo la divulgazione di una Scienza, l'Alchimia, che nel medioevo e soprattutto nel Rinascimento sardo (nella fattispecie) era detenuta dai cosiddetti 'Sapienti' o Iniziati, che la praticavano o tentavano di praticarla sfidando spesso dei rischi, non ultimo quello di essere considerati 'eretici', nel rispetto di una Tradizione perpetuata attraverso i secoli.

                                

                                           (La locandina della mostra)

Anzitutto ci siamo chiesti perchè se ne occupa la Diocesi.A dire il vero ci siamo già imbattuti in qualcosa di simile, quando nella chiesa bergamasca di S.Maria Maggiore trovammo degli ampi riferimenti all'Alchimia, in quel contesto legati all'Arte. Ufficialmente la Chiesa 'avversava' gli studi esoterici, a partire dalle Bolle Papali che venivano emanate contro l'Alchimia per esempio (vedi quella di papa Giovanni XXII, nel XIV secolo, che però pare segretamente la praticasse...).Ma, come ci ha spiegato la nostra cortese guida, Alchimia era intesa come percorso per elevare se stessi, per migliorarsi e perfezionarsi.Un rendersi simili al Cristo.

Non solo questa mostra è patrocinata dalla Diocesi di Tempio-Ampurias, ma è proprio un religioso (don Francesco Tamponi, responsabile dei Beni Culturali diocesani e profondo conoscitore della storia del territorio) a cui va il merito di impegnarsi, da alcuni anni a questa parte, per diffondere un importantissimo ritrovamento avvenuto nel 2004 in una cisterna dell'ex Palazzo Vescovile (o Episcopio) di Castelsardo: una biblioteca segreta, di  4000 libri antichi, appartenuta ai Canonici della cattedrale, tra i quali libri rari e preziosi (dei secoli compresi tra XVI e XVIII) imperniati non solo su materie di formazione ecclesiastica (come trattati di teologia o diritto canonico) ma di storia e letteratura rinascimentale, medicina, astronomia, alchimia e spagiria, alcuni dei quali abbiamo potuto ammirarli nella presente mostra di S.Teresa Gallura (vedi foto a lato).Insomma si è potuto capire che i Canonici avevano accesso ad una cultura vastissima, di elite e che erano 'iniziati' a discipline esoteriche.Questi Canonici si appellavano tra loro Fratelli della Cattedrale di Ampurias."Questi Canonici- ci è stato detto durante la visita alla mostra- avevano aderito alla filosofia rinascimentale dell’alchimia mistica, viaggiavano in tutta Europa e, per il completamento del loro percorso iniziatico, si procuravano testi che approfondivano tutte le materie e indagavano fra le pieghe del sapere".

Molto interessante davvero! Tra l'altro, la visita a questa mostra ha 'completato' in un certo senso un itinerario che abbiamo compiuto fin da quando siamo sbarcati sull'isola. Mentre visitavamo la mostra e la gentilissima guida citava  i diversi 'luoghi', ci rendevamo conto di averne inconsapevolmente ripercorso il tragitto, come se sapessimo fin dall'inizio che era necessario andare a visitarli! Per questo siamo ancor più convinti che nulla avvenga per puro 'caso' e i nostri 'due passi' non sono stati assolutamente slegati nè vani.Quando infatti ci ha nominato 'la cattedrale dì Castelsardo' potevamo dirle che la conoscevamo, così come pure le sue cripte, o l'Episcopio e la mostra che si svolge lì, perchè le avevamo viste tutte nei giorni precedenti.Quando poi ha parlato dei 'Templari' come i possibili iniziatori di studi ermetici in Sardegna, e ha citato l'attuale mostra di Tempio Pausania, abbiamo potuto annuire ancora una volta, con sua grande sorpresa, perchè avevamo visitato anche quella!Infatti abbiamo visitato altre due mostre,prima di questa, legate da un filo sottile:quella sui Templari in Sardegna (quest'anno a Tempio Pausania) e quella intitolata " Stregoneria, eresia e Santa Inquisizione" al Palazzo Episcopale di Castelsardo (SS). 'Ma allora avete visto tutto' (MAGARI fosse così!) ha concluso sorridendo (finalmente qualcuno che parlava la sua stessa 'lingua')!'E come mai questo interesse?' ha chiesto (dal momento che, purtroppo, persone interessate a tali tematiche non sono tante e la mostra non è visitata da stuoli di visitatori). Allora abbiamo accennato alla nostra 'maniera' di fare i nostri 'due passi nel mistero'...! Abbiamo detto a lei e alla sua collega che avremmo parlato di questa interessante esposizione, e stiamo mantenendo la promessa, anche se la pubblicheremo quando -a meno di proroghe- la mostra stessa sarà già stata chiusa, ma speriamo possa servire ugualmente a sensibilizzare i sardi stessi, in primis, alla conoscenza del loro patrimonio culturale che va ben oltre le spiagge e i siti archeologici 'classici'. E poi per tutti quei turisti che non sapevano di questa mostra (come noi, che l'abbiamo 'scoperta' cercando e, forse, con un po' di 'fortuna'), che comunque verrà riallestita quasi sicuramente, come già avvenuto, in altre sedi e località sarde.

Ma che cosa c'è di 'misterioso' nella cattedrale di S.Antonio Abate a Castelsardo perchè la nostra guida la citasse? Qualcosa di molto particolare e interessante per le nostre aspettative.Anzitutto è stata rinvenuta una lapide tombale (di cui però nessuno sa dire dove si trovi oggi) nella sacrestia, appartenuta ai Canonici, che reca inciso il simbolo dell'Uroboros, fortemente correlato al linguaggio alchemico,con un'iscrizione: "Fratres Cathedralis Ampuriensis" "In Unum".

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"Questa traccia, nella sua chiarezza, dichiara l'adesione dei Canonici di Castelsardo dell'epoca ad un'ideologia e a una visione del mondo che secondo certi aspetti sconfinava anche nell'eresia. Di fatto la pietra tombale dei canonici non porta simboli classici del Cristianesimo ortodosso, bensì il serpente che si morde la coda a formare il cerchio dell'eterno ritorno, e il motto "In Unum" che sintetizza il ricongiungimento di ogni alterità al principio primo o Pietra Filosofale. Anche la scritta "Fratres" identifica i canonici come una setta, un gruppo scelto, una fratellanza insomma”(don Tamponi).

Inoltre, stando ad un documento del XVII sec. ritrovato tra gli altri della vastissima biblioteca 'segreta' dei Canonici di Castelsardo, scritto da un certo Arduino (probabilmente uno pseudonimo), si evince che gli altari della cattedrale fungevano come tappe di una misteriosa iniziazione alla Conoscenza. Magari potessimo sapere di più su questa questione! Tra l'altro, cogliamo l'occasione di dirlo in questa sede, abbiamo trovato dei SIMBOLI curiosi e molto interessanti su tre gradini che danno accesso al sagrato della cattedrale stessa.

Ma gli studi di don Tamponi sembrano inesauribili e destinati ad aprire un capitolo degno di grande attenzione, per la conoscenza della storia sarda medievale e rinascimentale locale che, parallelamente a quella 'ufficiale', si snodava segretamente negli ambienti monastico-religiosi, vera fucina del Sapere in quei tempi. Così si è verificato ovunque, in realtà, non solo in quest'isola. Abbiamo trovato così interessante il lavoro di questo sacerdote che, documentandoci ulteriormente, abbiamo saputo-attraverso interviste apparse sui quotidiani sardi- che egli è andato per una strada che collega la 'frangia esoterica' dell'Ordine del Tempio con i Canonici della cattedrale di Castelsardo (Ampurias), pur essendovi secoli di separazione cronologica tra di loro. Su "La Nuova Sardegna" di sabato, 7 aprile '07 si legge infatti un articolo (di Monica De Murtas) di questo tenore:" I segreti delle piante medicinali - Un giallo cominciato con i Templari", che ci sembra utile e interessante da divulgare, perchè permette di capire l'importanza degli studi di don Tamponi e soprattutto la reale valenza delle conoscenze antiche:poter curare le malattie in modo naturale come facevano allora (per questo la mostra è supportata anche dalla Facoltà di Farmacia di Sassari e poi vedremo meglio come).  [Il grassetto è nostro].

TEMPIO. «La nostra ricchezza comincia con i Templari: da loro gli alchimisti mistici vissuti nei secoli successivi  all’annientamento dei Cavalieri hanno conosciuto il percorso iniziatico per aprire tante porte della conoscenza, anche quelle della medicina e dell’erboristeria». Don Francesco Tamponi, segretario della Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici, è il motore della mostra di Castelsardo (ci si riferisce alla mostra aperta in detta località in occasione della Settimana Santa ampuriense, n.d.r.). Nella curia di Tempio, dove opera da anni, ha condotto studi e ricerche a non finire su questi argomenti. I suoi racconti sono perciò carichi di suggestioni, capaci di evocare atmosfere prodigiose. «Dagli inizi del Cinquecento, Castelsardo era sia sede vescovile sia sede del Capitolo della Cattedrale», ricorda il sacerdote. È in quel periodo che dotti ecclesiastici sardi si trovarono al centro della cultura umanistica. Quella stessa che da Firenze percorreva l’Italia passando per Roma e diffondendosi in Francia e in Spagna. Operazione possibile perché quei saggi contavano su sostanziosi lasciti dei Templari — sostiene don Tamponi — Così quell’itinerario esoterico, riservato a pochi iniziati, è innanzitutto un percorso fisico. Si snoda, fra precisi simboli, attraverso cinque chiese dell’Anglona disposte a formare una mappa a croce latina (di cui parleremo in una sezione apposita, perchè alcune le abbiamo visitate di persona, n.d.r.). Trova rispondenze in segni equivalenti, quasi in un sistema miniaturizzato, all’interno della cattedrale di Castelsardo con un parallelismo studiato. Ma il medesimo itinerario diventa poi, sotto il profilo spirituale, un insieme di saperi di altissimo livello che riporta al massimo splendore dei Templari nel XII secolo in Sardegna». E quindi all’eredità, anche culturale, acquisita dai loro diretti discendenti, i fratres della cattedrale di Ampurias. «Con il motto: In unum, cioè nell’Uno, testimonianza dell’adesione dei canonici di Castelsardo a una visione del mondo che si riflette nelle tecniche per lenire le sofferenze dei malati», afferma ancora il sacerdote. E col simbolo dell’oroboro, il serpente che si morde la coda e forma un cerchio. Nell’alchimia rappresenta la perfezione, o l’eterna catena della vita. Sul piano terminologico è un palindromo, parola leggibile allo stesso modo: da sinistra verso destra e viceversa. «Ma c’è anche un bagaglio di dettami mistici, praticati dai canonici fino a tutto il Seicento, alla base della spagirica — dice infine don Tamponi — Ovvero quella branca dell’alchimia che si serve di erbe e parti animali, oltre che di metalli e pietre, per concretizzare le terapie. Le stesse che in molti casi ritroviamo oggi nei principi  essenziali di alcune moderne cure farmacologiche». (L'articolo è disponibile nel sito ufficiale della Diocesi di Tempio-Ampurias all'indirizzo
http://www.diocesitempio-ampurias.it/notiziaprint.asp?id=343).

Limitandoci a incoraggiare sempre maggiori ricerche da parte di don Tamponi e di tutti coloro che collaborano insieme a lui, al fine di ricavare elementi e documenti sempre più aderenti alla realtà della questione, lungi dal voler strumentalizzare la storia, rivolgiamo ora la nostra attenzione su tutta la mole di pannelli che abbiamo trovato in mostra. Essi sono stati curati da una dottoressa dell'Università di Sassari, Luisella Piu, responsabile del laboratorio di preparazione erboristica della facoltà gemmata di Tempio. L'Ateneo, come abbiamo detto all'inizio, ha da poco attivato una 'filiale' a Tempio Pausania, il Corso di Laurea in Tecniche Erboristiche.Gli studi esposti in mostra si basano, questa la novità, sulle antiche 'ricette' contenute in diversi trattati rinascimentali ritrovati nel fondo segreto di Castelsardo. Ancora una volta facciamo ricorso a quanto scritto dagli organizzatori per presentare le finalità della mostra stessa:"L'esposizione, di grande interesse storico e scientifico, si pone come obiettivo quello di documentare le antiche conoscenze alchemico-farmaceutiche presenti nei territori della Gallura e dell’Anglona. Ai visitatori verrà proposto un excursus affascinante e ricco di curiosità, con una rivisitazione, mediante le antiche tecniche erboristiche, della moderna scienza farmaceutica. La struttura della mostra illustrerà con pannelli esplicativi, foto, didascalie di natura scientifica e storica, l'attività di dotti ricercatori che conoscevano e praticavano l'alchimia mistica. Ora, grazie all'attività didattica del corso di laurea in Tecniche Erboristiche di Tempio, da diverse ricette alchemiche e spagiriche contenute nei volumi esposti, analizzate e testate, sono state individuate una serie di piante presenti nel territorio. Queste, opportunamente studiate durante l'attività formativa universitaria, hanno permesso l'elaborazione di estratti"(presentati in mostra, N.D.R.).

Pensiamo, o meglio, speriamo di aver fornito al lettore dei validi motivi per informarsi sulla prossima sede di una mostra simile. Semmai vi doveste recare in Sardegna prossimamente e non intendeste solo ammirare le bellezze mozzafiato delle sue coste(che a Santa Teresa Gallura, tra l'altro, sono spettacolari). Può darsi che l'esposizione cambi nome o titolo e luogo e sede, come già è stato in passato, pur conservando i contenuti basilari di questa. Magari con le nuove scoperte, nuovi dati e nuovi elementi di studio che nel frattempo verranno aggiunti, perchè la tematica offre sicuramente tanti spunti di approfondimento, di ricerca e di studio da parte di molte discipline. Un tempo esse erano, tutte riunite insieme, 'la Tradizione', un 'corpus' di sapere che pochi detenevano o potevano comprendere; ecco perchè è così importante che essa non vada perduta, che venga salvata e riportata in modo semplice e naturale al pubblico che intenda recepirla, come ci sembra si stia tentando di fare in questo lembo di Sardegna, da parte di qualcuno.

Per trovare informazioni, riteniamo utile segnalare  il sito ufficiale della diocesi di Tempio-Ampurias www.diocesitempio-ampurias.org

e in particolare sarà di grande interesse il nascente Sistema Museale 'Museum' (Ufficio Beni Culturali diocesani), che è attivo nell'organizzazione di mostre ed esposizioni divulgative nel territorio di competenza e che ha curato le mostre da noi visitate durante questo tour: tel.079/6393099 www.museumtempioampurias.it (il sito è in costruzione). Il logo che hanno adottato è un uroboros...

 

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Due 'esemplari'in mostra.

Tra i testi più interessanti ritrovati nella biblioteca segreta dei Canonici di Castelsardo, si annoverano: “L'Evangelo” di Erasmo da Rotterdam, stampato a 
Basilea nel 1523; una “Biblia” stampata a Venezia, presso l'officina dei Giunti nel 1579; la 'Historia d'Italia', opera del Guicciardini 
del 1562; l'”Index Librorum Prohibitorum” del 1542; il “Discorso intorno alle carestie” e il “Trattato sulla 
peste”
di Marsilio Ficino, datato 1591. Infine il “Panarion – Arca medica variis”, di Giovanni Buseo stampato nel 1611

 

 


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Accanto alle copie di antiche ricette 'spagiriche',vi sono i risultati dei test condotti nei moderni laboratori dell'Università di Tempio per conoscerne la validità e per descrivere le proprietà delle piante in esse utilizzate.

 

 

 

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Alcuni strumenti di laboratorio presenti in mostra. Il distillatore, nella parte posteriore, è stato fornito direttamente dalla Facoltà di Farmacia e ci è stato detto essere antico

La Torre Longonsardo dove si è tenuta la mostra.E' una delle più grandi tra le torri d'avvistamento erette dagli Spagnoli sulle coste sarde.E' stata restaurata nell'ultimo decennio e il suo progetto di trasformazione sarebbe di farne un museo civico. All'interno, nella stessa sala, si trova una botola-cisterna.

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Sono state veramente tante le curiosità suscitate in noi da questa mostra, allestita nell'interno della sala superiore della Torre Longonsardo.Terminata la visita, abbiamo potuto salire -tramite una scala scavata nell'intercapedine della struttura- fino alla sommità dell'edificio spagnolo, che nel XVI secolo fungeva da torre di avvistamento. Da lì si gode di un panorama di incomparabile bellezza, a perdita d'occhio sul mare per tre lati e sulle colline circostanti da un lato.La Torre si trova quasi sulla punta estrema della città di S.Teresa Gallura, da cui Bonifacio (Corsica) dista 'solo' 11 miglia.

 

 

 

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                                                                 agosto- settembre 2007