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Palazzo Episcopale (Castelsardo, SS), mostra permanente"Stregoneria, Eresia e santa Inquisizione"   report di visita di Marisa Uberti

Legata per certi aspetti alle altre due mostre che abbiamo potuto seguire durante il nostro soggiorno nella Sardegna del nord, quella sull' Alchimia a S.Teresa di Gallura e quella sui Templari a Tempio Pausania, è questa mostra permanente allestita in alcuni locali del vasto palazzo Episcopale di Castelsardo. E' proprio qui, infatti, in questo edificio, e precisamente in una cisterna sotterranea, che pochi anni fa è stata scoperta una immensa biblioteca (quattromila volumi) di libri che vanno dal 1500 al 1700, spazianti in ogni campo del sapere,compresa la Scienza Alchemica, che era -con molta probabilità- praticata dai canonici della cattedrale di Castelsardo. Una Conoscenza espressa in maniera occulta, perchè considerata a quei tempi sul filo dell'eresia.C'è stato un tempo in cui bastava 'poco' per venire considerato 'eretico',anche leggere uno dei libri non inclusi nell'elenco ecclesiastico permesso...

Se appunto a S.Teresa Gallura abbiamo visto in mostra alcuni di quei testi rari e preziosi, riservati ad una certa 'elite' in grado di assimilarne i contenuti, a Castelsardo abbiamo potuto vedere in che modo i presunti 'eretici' venivano trattati.

                              

In special modo viene affrontato, con pannelli tematici e scenografie adeguate, il tema delle 'streghe', delle molte donne che in questo territorio furono considerate diaboliche e ree magari di saper curare delle malattie, di fare della 'superstizione' un'arte, di praticare riti non conformi alla religione cristiana cattolica.Se una di loro si 'pentiva', veniva comunque costretta ad indossare una veste con una barra obliqua rossa (mezza X) in segno della sua condizione di eretica redenta, e così doveva mostrarsi in pubblico, compreso quando partecipava alle funzioni Una situazione umiliante è dir poco. La X marchiava definitivamente colui che era 'segnato' (non pentitosi) e arrivava così alla morte, che avveniva spesso sotto tortura (data la crudeltà dei metodi e i cervellotici strumenti di agonia), altrimenti sul rogo nella pubblica piazza. I metodi di tortura non erano usati solo contro 'le streghe' ma anche per i sospetti 'maghi' e tutti coloro che non si comportavano secondo i canoni ecclesiastici dell'epoca.

                                           

Quattro anni dopo l'autorizzazione papale a Ferdinando d'Aragona e sua moglie Isabella di Castiglia, per la creazione di un Tribunale dell'Inquisizione, nel 1478 fu nominato a Cagliari dall'inquisitore generale Torquemada, il primo inquisitore per la Sardegna, Sancho Mario. I rapporti sull'operato del Tribunale sono fugaci e poco dettagliati. Dopo 65 anni, con la comparsa di Diego Calvo, si hanno maggiori notizie. Egli trasferisce il tribunale da Cagliari a Sassari nel Castello Aragonese, luogo di celebrazione dei processi e di reclusione per gli accusati. Il trasferimento avvenne poichè le coste settentrionali dell'isola erano soggette a continui sbarchi di 'eretici' (luterani), cioè com'erano ritenuti al tempo, provenienti dalla vicina Corsica. I documenti dell'Archivio diocesano di Tempio-Ampurias indicano la preoccupazione delle autorità ecclesiastiche locali incaricate di arginare, anche con la forza (intervento dell'esercito e arresti), l'arrivo di predicatori eretici che diffondevano la loro dottrina nei villaggi.

Il Tribunale comprendeva:

-gli Inquisitori, nominati dall'Inquisitore generale, avevano la responsabilità dei tribunali locali e la facoltà di nominare altri elementi dello stesso tribunale;

-il Promotor Fiscal, colui che esercitava l'accusa

-il Notarium, cioè lo scrivano che verbalizzava gli atti processuali

-il Receptor, l'amministratore delle finanze del Tribunale

-l'Alguacil, colui che procedeva agli arresti

-i Calificadores, intesi come coloro che poetavano sui processi

E' molto probabile che a Castelsardo si respirasse un'aria soffocante, dunque, ma che non fece demordere dal continuare a praticare rituali 'pagani', legati a culti e tradizioni ancestrali, e anche all'Alchimia.Ricorderemo gli enigmatici simboli solari (di quale epoca?) che abbiamo trovato sui gradini nei pressi della Cattedrale, in cui pare che i Canonici Cinquecenteschi (in piena Inquisizione!) ripercorressero un itinerario iniziatico 'in piccolo', sul modello  -più articolato- che si pensa coinvolgesse cinque abbazie dislocate al centro dell'Anglona (e di cui abbiamo parlato ampiamente nella sezione dedicata alle altre due mostre citate).Ma a livello popolare, la magia fa parte del folclore dell'isola, non si può sradicare!Miti, leggende, racconti che parlano di un mondo al confine con la realtà.

                                

La visita alla mostra è guidata:una prima parte investe alcuni aspetti delle tradizioni locali (costumi), una successiva riguarda le erbe, le pozioni, le ricette naturali che 'presunti' maghi e 'streghe' sapevano preparare, i loro 'attrezzi' e 'manuali'; una terza espone alcuni strumenti di tortura utilizzati dagli Inquisitori per ottenere le confessioni. Naturalmente anch'essi disponevano di manuali, di tenore... ben diverso. La mostra è corredata di pannelli illustrativi.

Il Palazzo episcopale era certamente collegato tramite sotterranei ad altri edifici (è certo con la cattedrale),e una stanza in particolare, quella delle Udienze, è dotata di tre porte.Il Canonico poteva essere visto entrare da una, ritenuto al suo interno, e andarsene liberamente da un'altra senza essere notato. Un'aurea di mistero che ben s'addice ai temi di questa mostra.

Per informazioni: 079/6393099

 

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                                                     settembre 2007