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                                                                             (di Marisa Uberti)


Chambery è il capoluogo del dipartimento della Savoia, situata nella regione francese Rhône-Alps. Fino al 1860 ha fatto parte del Regno di Sardegna e si chiamava Ciamberì. Oggi conta ancora una significativa minoranza italiana. Una meta insolita e appagante, che ci ha riservato importanti sorprese culturali e un'assoluta novità: il labirinto della cattedrale...

 

Attraversato il Tunnel del Frejus, l'Italia è alle nostre spalle. Ci ritroviamo immersi in un paesaggio innaturale, alle prime luci dell'alba, con le montagne innevate e la nebbia che si alza dai campi verdissimi. 

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L'autostrada serve la cittadina di Chambery e gli accessi stradali sono molto agevoli. E' consigliabile parcheggiare ai margini del centro storico e inoltrarsi a piedi. Naturalmente i punti di ingresso alla parte monumentale sono diversi, noi vi siamo giunti attraversando i giardini della Ville e giungendo nel moderno quartiere dove si trovano il Palazzo di Giustizia e il Museo delle Belle Arti (Musée des Beaux-Arts). I due edifici si fronteggiano; a separarli vi è una larga ed elegante piazza, Place du Palais de Justice, abbellita da tre statue: due femminili (la Scienza e la Giurisprudenza) e una maschile (l'erudito Favre).

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                                                La Scienza                                            La Giurisprudenza

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                                                                     Il Museo delle Belle Arti

 

La Rue Basse-du-Chateau nel Medioevo era un'arteria principale della città. Di quell'epoca rimangono alcune tracce sulle porte dei negozi e su qualche lacerto nei muri. La via è celebre per il suo passaggio aereo denomianto "ponte dei sospiri", perchè somiglia al famoso omonimo veneziano.

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                                                                         Il ponte dei sospiri

  • La Savoia e la Sindone

Lo sviluppo della città seguì la nascita della roccaforte dei sovrani di Chambery. Ancora oggi il castello rappresenta un motivo di attrazione non indifferente;  tra le sue mura, nella Santa Cappella, venne conservato il Telo Sindonico dalla sua acquisizione da parte della famiglia Savoia (1453) fino al 1578 quando un incendio, scoppiato nel castello e nella chiesa, danneggiò gravemente il Lenzuolo, che venne poi trasferito definitivamente a Torino, nel frattempo divenuta la capitale del regno sabaudo. E' interessante questo "cerchio che si chiude", in un certo senso, attorno alla nostra piccola cerca: abbiamo visitato anni fa la Cappella del Guarini nel duomo torinese (custode della Sindone), nel maggio del 2008 siamo stati nella Real Chiesa di San Lorenzo, sempre a Torino, che fu la prima chiesa che accolse il Sacro Lino al suo arrivo da Chambery; in una mostra temporanea alla Venaria Reale avevamo anche visto la cassa originale in cui era custodito il Sacro Telo; nell'aprile del 2009 abbiamo visitato il Museo della Sindone di Torino; ne abbiamo poi parlato per illustrare le ultime novità sulla Sindone dal mondo degli studiosi. Insomma, nelle nostre Ricerche e nei nostri tour, in un modo o nell'altro, la Sindone è spesso stata presente. Anche questa volta, anzi, è qui che tutta la sua storia legata all'Italia ha avuto inizio. Infatti, prima di giungere a Casa Savoia e finalmente prendere una residenza stabile, l'enigmatico Lenzuolo aveva avuto molte trasferte; nel 1418 sappiamo che era in possesso di Marguerite de Charny la quale, a causa dell'imperversare della Guerra dei Cent'anni, peregrinava da un luogo all'altro dell'Europa, portandosela appresso. Dopo una serie di atti giuridici intercorsi tra il duca Ludovico e Marguerite, la Sindone divenne proprietà dei Savoia nel 1453. Inizialmente essa venne posta nella Chiesa dei Francescani (che oggi è la cattedrale della città) ma nel 1471 il duca Amedeo IX detto il Beato, incominciò ad ingrandire e arricchire la Cappella del castello di Chambery che prese il nome di Sainte Chapelle (Santa Cappella), proprio per la presenza della Sindone.

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                         La piazza del Castello                                         La Sainte Chapelle

 

  • Il Castello di Chambery

Ma andiamo a conoscere meglio questo imponente maniero, le cui origini sono ancora oggi piuttosto oscure. Si possono formulare delle ipotesi a partire alla motta castrale, ovvero l'arroccamento destinato ad accogliere le fondamenta del primitivo maniero, di cui si ha notizia fin dalla metà dell' XI secolo. A quel tempo apparteneva ai sovrani di Chambery, ma della sua forma non si hanno notizie precise. Nel 1232 il conte Tommaso I di Savoia acquistò a Berlion, signore di Chambery, una parte del borgo e della fortezza. Tuttavia fu solo con Amedeo V di Savoia che si realizzò l'acquisto completo del castello ed iniziarono dei lavori importanti che si protrassero fino all'inizio del XIV sec. Si sopraelevò l'arroccamento fortificato, venne creata la Porteria, venne costruita un'aula magna, e nuovi appartamenti. Sono tuttora in corso ricerche d'archivio relative al periodo compreso tra XIV e XVI secolo ai fini di comprendere meglio le varie fasi edificatorie e l'uso delle varie strutture che nel corso del tempo si sono sovrapposte. Furono edificate anche le torri e i torrioni difensivi, tra i quali l'ormai scomparso Gran Torrione, la Torre semicircolare, la Torre del Crocevia o degli Archivi e la Torre della Tesoreria (XIV-XV sec.), dalla forma poligonale che la caratterizza. Questa è uno degli edifici più imponenti del fortilizio ma anche la meno conosciuta, poggia sulla parete di cinta e possedeva delle cannoniere per la difesa. E' citata come Torre del Tesoro nel XV e XVI sec.; era il luogo di raccolta dei documenti e dei registri prima che essi venissero trasferiti nella Camera dei conti di Savoia. Il nome attuale lo prese nel 1726 quando divenne l'ufficio della Tesoreria generale di Savoia. Un luogo, dunque, molto importante.

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                                                         La Porterie                                Tour Trésorerie

Nel 1408 il conte Amedeo VIII, che diventerà duca di Savoia, fece realizzare la nuova cappella, quella che poi avrebbe ospitato la Sindone la quale, come abbiamo detto, venne collocata qui dopo il 1471. La Sainte-Chapelle venne arricchita di grandi e splendide vetrate realizzate tra il 1521 e il 1547 dai maestri vetrai Jean de l'Arpe e Jean Baudichon, coadiuvati in seguito da Gaspard Masery. Sono visibili ancora oggi, grazie ad elaborate opere di restauro. Attualmente sono invece  in fase di restauro gli affreschi in trompe -l'oeil, voluti da Carlo Alberto in stile neogotico e realizzati dal pittore piemontese Casimiro Vicario (1836). Nel 1532 si sviluppò un disastroso incendio e la Sindone dovette essere riparata nelle bruciature dalle suore clarisse della città. Dal 1536 al 1559 il ducato fu occupato dai Francesi e si decise quindi di portare la Sacra Sindone a Torino (1578).  La facciata attuale della Sainte-Chapelle venne rifatta in stile barocco tra il 1647 e il 1655 per volere della duchessa e reggente Cristina di Francia, affidando l'incarico al suo architetto favorito, il piemontese Amedeo Castellamonte. Nel 1820 venne restaurata sotto Carlo Felice. Nel 1937 la Torre Yolanda della Cappella venne dotata di un primo carillon costituito da 37 campane, sostituito poi nel 1993 da un nuovo strumento composto da 70 campane e che è una delle attrazioni di Chambery.

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                                                                            La facciata della Sainte-Chapelle

Il castello fu al contempo un forte di difesa e una delle residenze preferite dei Savoia, divenendo sede dell'amministrazione demaniale, assumendo il ruolo di "capitale" del ducato fino al 1563, quando questo titolo venne trasferito a Torino. Allora il castello di Chambery rimase sia una residenza di corte che una sede amministrativa, con la Camera dei conti, il Governo e l'intendenza generale di Savoia. Nel corso della sua esistenza, il maniero subì diversi incendi: uno nel 1743, che distrusse parte degli Appartamenti reali, un altro nel 1798, durante la Rivoluzione francese e la prima annessione della Savoia alla Francia (la seconda annessione avvenne nel 1860). Nel 1881 venne dichiarato monumento storico di Francia e dal 1890 è sede dell'amministrazione repubblicana, ospita tuttora la Prefettura e il Consiglio Generale della Savoia. Ancora un incendio lo ha interessato, nel 1997, coinvolgendo i Saloni d'onore, poi debitamente restaurati.

Ai giorni nostri il Consiglio generale della Savoia offre al visitatore l'opportunità di scoprire il castello, promuovendo eventi culturali gratuiti nel cuore dell'eccezionale monumento, allo scopo di favorire l'accesso alla cultura a tutti. Onorevole obiettivo!

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                                                            Un altro scorcio del castello

Le collezioni del Dipartimento della Savoia sono collocate nella Torre della Tesoreria; esse illustrano le molteplici e svariate sfaccettature del patrimonio archeologico, storico, etnografico ed artistico di questo territorio. Le opere, gli oggetti e i documenti storici che sono presentati nelle diverse sale rappresentano una parte delle più recenti acquisizioni dal 1995 e forniscono una visione significativa dell'originalità ed eterogeneità della storia e della cultura alpina in Savoia.

Nelle varie sale, disposte con buon gusto, si possono ammirare documenti storici di notevole rilevanza come il seguente Documento di Acquisizione del Castello:

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O il seguente Trattato Storico:

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Ma anche l'albero genealogico della dinastia dei Savoia, una delle più antiche d'Europa. I Savoia, infatti, già dall'anno Mille costituivano un Principato al di qua e al di là delle Alpi, detenendo il controllo dei grandi colli. All'interno del Museo si trovano anche ricostruzioni in scala del castello, ritratti, disegni, oggetti di uso pratico (come stampi per il burro), divinatorio (come il bel mazzo di Tarocchi di F. C. Carrajat, cartiere a Chambery, della fine del 1700), religioso, quotidiano...

A-25.jpg (62507 byte) Chambery verso il 1780, in un dipinto di Joseph- François-Marie de Martinel (1763-1829), copia da un originale conservato nella Collezione museale d'Arte e Storia di Chambery.

a-000-.jpg (67601 byte) Plastico del Castello attuale e degli edifici che ne fanno parte

A-0--.jpg (90406 byte)Uscendo sulla piazza, si potrà vedere un monumento del 1899, prima di scendere la scalinata, dedicato ai due fratelli de Maistre, Joseph e Xavier.

  • Altri due passi...

E per conoscere ancora di più questo magico territorio, ci siamo recati nel sorprendente Museo della Savoia, situato in piazza Lannoy de Bissy, nei locali dell'ex monastero francescano. Infatti, dall'ex chiostro, si può accedere direttamente alla Cattedrale, che è l'antica chiesa dei Francescani. Prima di arrivarvi, incontriamo alcune vie dal sapore antico, come Rue Sainte Apollonie, dove nel Medioevo c'era un forno per il pane e un hospitale dotato di una cappella, installata dalla famiglia de Bonivard. Durante la Rivoluzione, la via fu chiamata Rue de l'Equerre. Da una via antica ci ritroviamo in una moderna, che sullo sfondo lascia intravedere la deliziosa Fontana degli Elefanti (situata all'incrocio con Boulevard du Thèatre) con una colonna al centro, che simboleggia un tronco di palma (ricorda le colonne papiriformi egizie). L'intera opera fu costruita dallo scultore Sappey nel 1838 per celebrare il conte Benoit de Boigne (1751-1830), grande benefattore di Chambery. Egli, dopo una brillante carriera militare in India, ammassò un'ingente ricchezza; è rappresentato nella statua sulla sommità della colonna.

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  Rue Sainte-Apollonie                                             La Fontana degli Elefanti e alcuni suoi dettagli

 

  • Il Museo della Savoia

Poco dopo si staglia sullo sfondo la sagoma di un campanile: è quello della cattedrale di Chambery, antica chiesa dei Francescani costruita nel 1300, consacrata nel 1488 e divenuta sede episcopale nel 1779. Ma arrivando da via Lannoy de Bissy, cioè posteriormente all'edificio, incappiamo- quasi per caso- nel bellissimo Museo della Savoia, classificato come monumento nazionale dal 1911. Esso è allestito nell'antico convento francescano e presenta delle collezioni a carattere regionale, dalle origini alla II Guerra Mondiale. Vi si trova una sezione dedicata all'Età del Bronzo, che accoglie reperti restituiti dalle indagini archeologiche intraprese sul lago di Bourget nel 1862; una sezione è dedicata all'Età del Ferro e al periodo Gallo-Romano; una sezione è etnografica; una sezione detta "i Primitivi", è costituita da un insieme di dipinti su legno del XV secolo, testimonianza unica di retabli che decoravano chiese, priorati e monasteri di Chambery e dell'intera regione savoiarda; la sezione delle monete, importantissima collezione numismatica, è composta da più di 600 pezzi, che attestano della politica, dell'economia e dell'influenza esercitata dalla Savoia dal Medioevo al 1860. Si possono ammirare anche i saloni storici e vi è pure una sezione, conclusiva, chiamata Memoriale (consacrato alla Resistenza e della deportazione). 

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Il Museo Savoisien e il campanile della Cattedrale                                                             La sezione "Età del Bronzo"

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     Il Medagliere                                Enigmatico reperto di epoca romana                            Raffinato passaggio interno

Ma il "pezzo forte", quello che a noi ha destato maggiore emozione sono stati gli affreschi di Cruet (video): si tratta di un intero ciclo di pitture che furono scoperte nel 1985 nel Castello di Verdon-dessous a Cruet (30 Km da Chambery), risalenti alla fine del XIII secolo e all'inizio del XIV sec. L'affresco ornava il salone del castello ed è composto da un fregio istoriato con una ventina di sequenze e uno sfondo a racemi che dovevano completare la decorazione. Questo racconto in immagini, a carattere profano, descrive la serena vita di corte e quella movimentata del mondo cavalleresco, ma potrebbe essere la trascrizione pittorica di due romanzi medievali...

 

 
 

 

  • La cattedrale e il labirinto

La grande cattedrale di Chambery è propriamente la sede dell' Arcidiocesi di Chambéry (Saint-Jean-de-Maurienne-Tarentaise, nome completo). Come abbiamo già ribadito, essa era l'antica chiesa del monastero francescano, di cui Amedeo VIII pose la prima pietra nel 1430 (ma è probabile che nel luogo sorgesse un precedente edificio di culto). La dedicazione è a San Francesco di Sales (dal 1801), patrono della Savoia, ma non è sempre stata cattedrale (lo divenne nel 1799). E' orientata sull'asse O-E, con abside rivolto a oriente; è lunga 78 m, larga 34 m e ha un'altezza di 23 m. Si adagia su 30.000 palificate di Larice. E' dotata di un chiostro del XVII secolo, che è divenuto un Lapidario all'aperto connesso con il Museo della Savoia.  

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                                                      Chiostro e d esterni della cattedrale

E un luogo molto particolare che va visitato almeno per due ragioni:

1)-la più grande superficie d'Europa dipinta con la tecnica del "trompe d'Oeil" (6.000 mq)

2)-un labirinto pavimentale assolutamente particolare e sconosciuto ai più

1)- Questi dipinti sono veramente straordinari; in alcuni tratti i merletti di pietre sembrano in rilievo! La parte del coro fu dipinta tra il 1809-'10 da Fabrizio Sevesi, mentre la navata fu dipinta tra il 1833-'34 da Casimir Vicario (che lavorò anche nella Sainte Chapelle, eseguendo dipinti con la medesima tecnica), autore anche delle opere pittoriche del Battistero (1835). La lettura del ciclo pittorico è omogenea, cioè segue un andamento cronologico coerente con la Sacra Bibbia, basta saper leggere i dipinti nel verso giusto. La guida della cattedrale insegna infatti a leggere le scene partendo dal fondo della cattedrale andando verso il coro, tanto nella parte sud (cioè la destra guardando l'altare maggiore) che in quella settentrionale (a sinistra). Le storie sono tutte simboliche e riferite all'Antico Testamento ( parete meridionale) e al Nuovo Testamento (parete nord). Ogni figura di Santo o Apostolo ha il proprio attributo distintivo che lo rende inconfondibile. La cattedrale è dotata di 14 cappelle, tutte con splendide vetrate realizzate tra il 1860 e il 1876 e sono opera del maestro vetraio svizzero Laurent Gisell; solo le vetrate della cappella dei Savoia, più tarde (1924), sono state eseguite dai lionesi Begule e Nicod. 

a-39.jpg (61420 byte)In questa cappella campeggia una copia della Sindone

            

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         Interni della cattedrale: a sinistra, l'organo (1844-1847) del lionese Auguste Zeiger, conta più di 2.800 canne

Molto interessante la statua in legno di noce del 1400 di Nostra Signora del Pilastro (Notre Dame du Pilier): è l'unico reperto sopravvissuto alla devastazione del furore rivoluzionario di fine XVIII sec.

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                                                                           Notre- Dame du Pilier

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                                               Occhio trinitario sopra il timpano della prima cappella a sinistra, entrando

2)- Il labirinto pavimentale risale con ogni probabilità al rinnovamento del pavimento, avvenuto nel 1860. Il pavimento precedente era del 1662. Purtroppo è coperto dalle sedie ma facendo delle ricerche siamo risaliti alla sua reale forma, che è assolutamente particolare. Non rispecchia infatti nè la classica forma circolare che hanno assunto i labirinti cristiani da molti secoli a questa parte e nemmeno la forma ottagonale o quadrata. Esso è rettangolare (lungo 34, 9 m e largo 9, 7 m); si tenga presente che la chiesa ha una lunghezza di 78 m e una larghezza di 34 m. Il labirinto occupa dunque la maggior parte della lunghezza della navata. Lo spazio del camminamento è di 42 cm; è in marmo bianco e nero. Viene definito un labirinto a disposizione cruciforme cartesiano. Il centro di questo dedalico schema non è la croce, che ben si distingue, ma il quadrato (che chiaramente presenta un'apertura, che rappresenta il punto di arrivo. Ogni volta che sembra di giungere alla meta, ci si allontana inesorabilmente e bisogna percorrere meandri, svolte, aggirando ostacoli, sbarramenti, andate e ritorni, tutte prove "iniziatiche" che sono metafora della vita stessa. E una volta trovato il centro, bisogna anche sapere ritrovare la strada per uscire dal labirinto che, se mal percorso, può rivelarsi una trappola.

                                                      Disegno del labirinto della cattedrale di Chambery*


Uno studio intitolato Labyrinthe de la nef centrale è stato condotto da padre V. Amblard nel 1989. Il labirinto viene descritto come il cammino cristiano verso la Gerusalemme Celeste, sotto la guida della Chiesa. Osservando le circumvoluzioni che questo schema presenta, ci si domanda come mai sia stato scelto questo complesso disegno, da dove sia derivata un'idea di questo tipo. Non era sufficiente un "classico" labirinto (con tutta la complessità che per sua natura presenta)? 

Con i nostri dubbi e nuovi misteri, ci dirigiamo verso nord, al lago di Bourget

Links utili:

 

Fonti della Ricerca

Le notizie sono state raccolte direttamente in loco, visitando i diversi monumenti cittadini. Si segnalano le utili guide pratiche:

  • Il castello dei duchi di Savoia, depliant informativo realizzato dal Consiglio generale della Savoia in collaborazione con il servizio Città d'Arte e di Storia di Chambery
  • Il Museo della Savoia, CompAct
  • La cattedrale di Chambery e Gli affreschi della cattedrale di Chambery (depliant distribuiti dalla cattedrale)
 

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                                                                                                  Maggio 2012