www.duepassinelmistero.com

 

TEMATICHE:

Aggiornamenti

Alchimia

Antiche Civiltà

Archeoastronomia

Architetture

Colonne e Nodi

Due passi nell'Italia nascosta

Due passi nei misteri esteri

Fenomeni Insoliti

Interviste

L'Uomo e Dio

Maestri Comacini

Medioevo e...

Mistero o Mito?

Personaggi

Simbolismo

Simbologia e Cultura Orientale

Storia e dintorni...

Templari "magazine

Ultimi Reports

UTILITY:

Archivio reports

Bacheca

Collaboratori

Extra sito

Libri del mese

Links amici

Ricerca veloce titoli per argomento

SERVIZI:

FORUM

Newsletter

Avvertenze/ disclaimer

 

 

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Museo della Sindone a Torino

                                                  (a cura di duepassinelmistero)

 

Un'altra Pasqua di Resurrezione si avvicina. E il mistero della Sindone, il lenzuolo che avrebbe avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro, dopo la Deposizione, è più che mai al centro di intense ricerche e dibattiti. Con la nostra recente visita al Museo della Sindone di Torino, unico al mondo, riteniamo utile ritornare sull'argomento.

Il punto della situazione scientifica fino al 2009

Alla Sindone avevamo dedicato una pagina in questo sito, diversi anni fa, e ad essa rimandiamo per un breve riepilogo dei fatti storici. Come molti sanno, le analisi al radiocarbonio effettuate su alcuni pezzettini del lenzuolo di lino diedero risultati sconcertanti:la datazione del tessuto fu stimata al periodo medievale, tra il 1260 e il 1390. Scompariva la possibilità di far risalire il Sacro Telo al tempo di Gesù Cristo. Secondo la tradizione le impronte umane indelebili impresse su di esso potrebbero invece essere le Sue. Rimase dunque il mistero; furono in molti a ritenere quelle analisi non corrette, in quanto nel corso dei secoli la Sindone ha vissuto rocambolesche avventure, tra cui degli incendi e manipolazioni umane varie e prolungate (non era infatti custodita con la cura di oggi). Tutto ciò potrebbe aver alterato l'esame al Carbonio14? Molto probabile.

Nel 1532 la Sindone era conservata in una cassa di metallo nella Sainte Chapelle del castello sabaudo di Chambery, in Francia. Un furioso incendio la coinvolse e, a causa dell'intenso calore sprigionatosi, il  metallo fuso del contenitore del Telo cadde sul tessuto, creando una serie di fori simmetrici (la simmetria è dovuta al fatto che il lenzuolo era conservato ripiegato). Le monache clarisse di Chambery, nel 1534, nel tentativo di riparare il sacro lino, provvidero a riparare tali lacune ponendo anzitutto un altro telo sotto (detto telo d'Olanda), come rinforzo del sudario, e cucirono sopra i fori delle pezze di lino triangolari, molto vistose ancora oggi.

                                                      

Nel 2002 quel secondo telo d'Olanda fu scucito, secondo un progetto studiato fin nei minimi particolari, chiaramente, e per la prima volta gli studiosi poterono apprezzare l'originale sudario anche sul retro. Prima di procedere all'applicazione di un nuovo telo, dunque, si poterono eseguire preziosissime analisi come: rilevazioni fotografiche, scannerizzazioni e rilievi fotografici in fluorescenza; registrazioni di spettri di riflettanza UV-VIS, spettri di fluorescenza e spettri Raman. I risultati ottenuti furono consegnati al Custode Pontificio della Sindone, per essere eventualmente messi a disposizione per successive ricerche.

Sotto il telo d'Olanda si erano accumulate microscopiche quantità di polveri carboniche e sostanze estranee, che le moderne tecniche d'indagine hanno permesso di individuare. A lungo andare, queste sostanze inquinanti avrebbero prodotto ulteriore degrado e andavano rimosse. Inoltre vennero tolti i drappeggi e i bordi che lo accompagnavano, oggi conservati al Museo della Sindone, e si convenne di conservare il sacro lenzuolo disteso, in una apposita teca 'tecnologica' con i relativi sistemi di compensazione pressoria, gas inerte e suo condizionamento, sistemi di controllo di tutto l'impianto, ecc. Ambiente in cui si trova attualmente, nella Cappella della Sindone del duomo torinese.

Duomo di Torino:il palco dei Savoia posto sopra la Cappella della Sindone. Dalla balaustra veniva esposto il Sudario periodicamente.

Il nuovo telo di sostegno posto sotto la Sindone appare di un colore più bianco rispetto al telo originale e gli interventi effettuati, soprattutto la rimozione delle toppe, hanno restituito una «immagine» della Sindone che, al primo impatto, è un po' diversa da quella che ciascuno di noi ricorda (1). Potremo vederla nella prossima ostensione, prevista per il 2010.

Il Museo

L'idea di creare un museo per raccogliere i numerosi e preziosi reperti accumulati nel corso dei secoli sulla Sindone risale al 1936. Il 4 giugno di quell'anno si era tenuta una mostra documentaria sull'insigne reliquia, allestita in due locali adiacenti alla chiesa torinese del SS. Sudario e ad opera della Confraternita omonima che la gestiva. Da lì in poi sia la Confraternita che i Cultores Sanctae Sindonis si preoccuparono di rendere progressivamente funzionale l'esposizione museale ma tra alterne vicende si dovette attendere il 1997 perchè finalmente si trovasse la giusta collocazione. Il museo venne ufficialmente inaugurato il 15 aprile 1998. Attualmente il Museo si trova nei suggestivi locali della cripta della chiesa del SS:Sudario.

                                             

La visita prevede un percorso adeguato in circa due ore, se si vuole soffermarsi con attenzione su quanto esposto; il biglietto comprende l'audioguida. Si inizia da locali a parte, dove si usufruisce di una proiezione filmata che narra la storia della Sindone ma soprattutto la 'lettura' che di essa va fatta, evidenziando pezzo per pezzo il telo: le linee di carbonizzazione, le ferite da chiodo del piede sinistro e destro, quelle delle mani e del costato, il volto e le colature di sangue dalla fronte e dalla nuca, i segni dei colpi di flagello, i rappezzi del Telo a seguito dell'incendio, i segni dell'acqua di spegnimento dell'incendio, insomma è una spiegazione dettagliata e contestualizzata che permette una comprensione a 306 gradi dell'immagine sindonica come raramente capita di vedere. Si prosegue visitando l'esposizione che raccoglie una serie di documenti e reperti fondamentali degli studi sindonici, dal XVI secolo ad oggi.

La ripartizione in 14 'tappe' consente di conoscere gli aspetti storici, scientifici, devozionali e artistici inerenti la Sindone.

Il percorso storico traccia la storia della sacra reliquia– quella presunta e quella certa- dai tempi antichi ad oggi. Si spazia dalla ricostruzione tipo di sepoltura in area palestinese al tempo di Gesù alla coincidenza della Sindone con il Mandylion o Volto Santo di Gesù venerato per tutto il primo millennio ad Edessa e poi a Costantinopoli. Troviamo riproduzioni e dipinti dei 'vari volti' di Cristo, mappe geografiche del percorso del telo nel corso del tempo, fino al 1572 quando venne trasferito definitivamente da Chambery a Torino. Pezzo forte la cassa d'argento e pietre preziose che la contenne dal XVI sec. fino al 1998 (che vedemmo già alla mostra di Venaria Reale nel 2007, n.d.r.), ma c'è anche quella usata per il trasporto dalla Francia all'Italia del 1572. 

                            

Il percorso scientifico illustra la storia della ricerca scientifica iniziata oltre un secolo fa, nel 1898, e da allora continuata da ricercatori di varie discipline che hanno tentato di “leggere” la Sindone e la sua immagine, per cercare di svelarne i misteri. Interessantissima ed emozionante la prima macchina fotografica di Secondo Pia, colui che per primo scoprì che l'immagine impressa sul lenzuolo si comportava come un 'negativo fotografico'; sono presenti le lastre ufficiali di quei primi scatti alla Sindone nel 1898. L'enorme apparecchio è esposto nella prima vetrina ed è accompagnato da un'altra macchina fotografica appartenuta a Giuseppe Enrie, che scattò altre foto nel 1931 e che segnarono l'inizio dell'investigazione scientifica successiva, mai interrotta. Il percorso culmina nella stupefacente immagine tridimensionale del volto dell'Uomo della Sindone elaborata nel 1978 dall'equipe guidata da Giovanni Tamburelli. Naturalmente molte vetrine sono dedicate all'analisi del tessuto, alla tecnica di lavorazione che presenta, tipica dell'area palestinese, alla presenza di pollini ma anche di sostanze come sangue, aloe, mirra e aragonite (che confermano la provenienza da quell'area). Altri dati e verosimili  ricostruzioni degli strumenti del supplizio di Cristo corredano la sfera scientifica.

 

Il percorso devozionale è quello della fede. Vi sono opere apprezzabili ma anche materiale scadente che si associava alle varie ostensioni che venivano prese a pretesto per creare oggettistica disparata e priva di contenuto spirituale. La fede è la prerogativa di considerare questo enigmatico reperto come il simulacro del dio cristiano, che ciascuno sente dentro di sè, al di là della scienza, della storia e del mito.

Il percorso artistico comprende le rappresentazioni iconografiche (stampe, disegni, dipinti, fotografie, scannerizzazioni...) della Sindone nel corso del tempo.

ll Museo della Sindone è di proprietà della Confraternita del SS. Sudario di Torino, da cui dipende per quanto riguarda l'amministrazione e la gestione Per quanto riguarda la responsabilità scientifica delle collezioni del Museo, essa è demandata al Centro Internazionale di Sindonologia.

La visita si conclude con un breve sopralluogo nella bellissima chiesa barocca del SS. Sudario, normalmente chiusa al pubblico (aperta solo in determinate occasioni). Vi si conserva, tra le altre cose, una magnifica cornice lignea che venne usata per l'ostensione della Sindone in occasione dei matrimoni dei Savoia del XX secolo. Al suo interno, una copia del sacro telo.

                                                    

Che continuerà a stupirci, a interessarci e a sfidarci.

1)- Traiamo dal sito ufficiale quanto segue: "Per questo è stata effettuata, dallo studio Giancarlo Durante, una nuova serie completa di fotografie. Le immagini più rappresentative sono pubblicate nel volume di G. GHIBERTI, Sindone le immagini – 2002, Torino ODPF 2002 La documentazione scientifica e fotografica degli interventi di ricucitura è stata pubblicata nel volume di M. FLURY-LEMBERG, Sindone 2002: L'intervento conservativo. Preservation. Konservierung, Torino ODPF 2003".

Il sito ufficiale del Museo della Sindone di Torino è: www.sindone.it

Sezioni correlate in questo sito:

Nuove Ricerche sulla Sindone (2010)
La Sindone e il Sudario di Oviedo
La prima chiesa della Sindone
Torino magica
Italia da conoscere (Misteri italiani)

 

www.duepassinelmistero.com                                                                            Avvertenze/Disclaimer

                                                                             Aprile '09