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(i retroscena poco noti del duomo di Milano...)
Da dove proviene il progetto del Duomo di Milano? 

Visitatrice-Maestro Simone,ci sei ancora?

Simone-Dove vuoi che vada? Sono stato zitto tanti di quei secoli,che ora non vorrei più fermarmi!

V-Ben per me,ne sono lusingatissima! Ho fatto una domanda,se non l'hai sentita la ripeto.

S-No, l'ho capita benissimo:vorresti sapere da dove è stata presa la copia o il modello per costruire questo Duomo...

V-Si,vorrei saperlo,perchè alcuni studiosi hanno avanzato ipotesi più o meno fantasiose circa l'idea che spinse a tale costruzione; qualcuno scrisse che il prototipo del grandioso monumento, di stile così nuovo in Italia, dovesse essere per forza straniero; e che allora già esistevano le cattedrali maestose  di Parigi, Reims,Chartres e altre in Francia;di Colonia e Strasburgo, Ulma in Germania; la chiesa dei dei Templari di Londra, di York e Canterbury in Inghilterra, edificate in uno stile detto gotico, che ha somiglianza con quello del nostro Duomo...

S-...E per questo, per associazione, si pensa forestiero lo stile e dunque anche l'architetto.

V-  Ciò non persuade studiosi -come il prof. Merzario- di artefici edili  italiani, nella fattispecie Comacini; egli -che è un vostro strenuo ammiratore e propugnatore - sostiene che voi  potreste aver prestato il vostro Servizio in quelle città europee (come avevate fatto secoli addietro) e,reduci in Italia, avreste potuto applicare i frutti dei loro studi e della loro esperienza qui.

S-Non ha affatto torto,ha visto giusto.Tante famiglie native della zona dei laghi intorno a Como,emigrarono già prima del Mille e alcune presero o storpiarono il loro nome,nei secoli,secondo il Paese in cui risiedettero.  La famiglia dei Frixoni da Campione, ad esempio, che diede architetti nei secoli XIII e XIV, ricavò molto probabilmente un tal nome dall'avere avuto qualcuno dei suoi nella Frixia o paesi dei Frixoni,così di per sé di Jacopo il Tedesco e non è da dimenticare che unioni  di Franchi Muratori e Logge  massoniche incominciarono a quei tempi a uscire dalle ombre e dilatarsi, e che in quelle associazioni i maestri  comacini avevano entratura e influenza, e ne seguirono i lavori e i viaggi.

V-Lo dice anche Merzario infatti! Mi sa che mi spii quando lo leggo! 

S-Infatti stavo leggendo dal libro che hai in mano! Acuto questo Merzario, dunque noi saremmo una fratellanza massonica antelitteram,si dice così?

V-Più o meno...ma dato che l'hai tirata fuori tu questa questione,cosa hai da dire?Posso avere finalmente una risposta concreta da te?

 S-Come ti ho già detto...chi cerca, trova.Non siamo qui per parlare del Duomo? Anche questa poteva essere una fucina di massoni,intesi come persone unite da un medesimo ideale,uguaglianza,fratellanza,unità. C'era un Laborerium,dove ci trovavamo in tanti a discutere e a lavorare,tutti per un unico obbiettivo.Questo è un museo di storia umana e artistica, se non te ne rendi conto,in cui noi siamo stati presenti ininterrottamente dall'inizio alla fine,su questo posso darti la mia certezza.

- Me ne rendo conto,credimi.Stare in mezzo a questa navataInterno-1.jpg (38276 byte) mi rende ricettiva a tutto ciò che dici.Ma continuiamo la nostra storia? Camillo Boito dichiara, dopo lungo studio, che nei primi 29 mesi della fabbrica, non appaiono che architetti e ingegneri italiani,  fra questi parecchi campionesi (Camillo Boito,'Il Duomo di Milano',1889), che quando arrivò il primo architetto forestiero "l'impianto della costruzione era già tanto avanzato, che tutto il concetto generale degli alzati, salvo importanti aggiunte e modificazioni, e tutta la forma planimetrica del Tempio non si potevano più alterare".

S- E' la pura verità! Altri hanno affermato che il Duca in persona,Gian Galeazzo Visconti,conte di Virtus,avrebbe fondato un'Accademia all'interno del suo palazzo,in cui si studiava per creare forme e disegni nuovi per il Duomo Milanese; perfino,sarebbe andato in viaggio dove si sarebbe imbevuto delle idee e dell'amore per lo stile 'gotico',ma nessun documento lo proverebbe. Così come non vi sono fonti storiche circa  una spedizione di ventiquattro cavalieri in giro per l'Europa a raccogliere i modelli delle più sontuose cattedrali,a reclutare monaci esercitati nei loro cenobi ed abili nel disegno e nell'architettura e a crearne di nuove e sacre (Borsieri ne il Supplemento del 1609 in 'Nobiltà di Milano' del Morigia)

V-Hai un computer incorporato per dare certe notizie e relative bibliografie in tempo reale? Sei eccezionale...in tutto mi sembra di capire! 

S- Dimentichi che io non ho nè spazio nè tempo,sono una proiezione di questo luogo,un riflesso di ciò che hai voluto evocare in questo luogo,che rinchiude la mia anima nei secoli e ne ho vista passare,di acqua sotto i ponti...

V-Lo immagino...Comunque parecchi Autori hanno fatto indagini e dato a chi spetta il merito.Cesare Cantù ebbe a dire "Noi crediamo che il primitivo concetto provenga da architetti nostrali e propriamente da quella società di Magistri Comacini,che troviamo notate fin nelle leggi longobarde e che meriterebbe una storia,come l'hanno le società dei Franchi muratori Tedeschi,dove si mettevano in comune le cognizioni di ciascuno del costruire e del raggiungere la solidità e la bellezza". Il dr. Frederich Schmidt, con altri critici stranieri, pare di indole imparziale, asserirono che vi sono delle differenze essenziali nei caratteri fra il Duomo di Milano e le cattedrali della Francia del nord, e della Germania, compreso il Duomo di Colonia,che è quello con cui si confronta maggiormente e vi si vede la somiglianza.

S- Questi tuoi autori mi sono simpatici! Tu cosa ne pensi della somiglianza con le citate cattedrali?Le avrai viste suppongo.

V-Ho visto Notre Dame a Parigi e Chartres,e molte altre in Francia e una somiglianza nella struttura planimetrica c'è,nello sviluppo verticale,nella presenza degli archi rampanti,nelle volte a crociera. Il Duomo però è unico,per quanto mi riguarda. In Germania ho visto grandi chiese a Monaco e il Duomo di Bamberga e di Wuerzburg,ma non Colonia,dunque non posso esprimermi,e nemmeno Strasburgo o Ulma....In ciascuna vi puoi trovare delle analogie,penso,ma al momento non ho dati correlabili al Duomo. 

S-Tieni presente che qui c'era già la chiesa di Santa Maria Maggiore,hai lì il disegno di prima,ecco quello,836-AD-S.Maria-Maggiore--.jpg (70905 byte),che per l'epoca in cui venne edificata,era maestosa,a cinque navate,in Italia si costruiva già moltissimo e con maestria,abilità,genialità.Non penso che dovemmo ricorrere ai modelli forastieri per meritarci una qualità più elevata,un riconoscimento più ambito. Inoltre,le barriere geografiche non contavano se l'Arte era autentica.Ognuno era geloso del proprio sapere e del proprio lavoro ma era consapevole che esso doveva tramandarsi ed espandersi,non restare chiuso in un paesello come il mio,capisci?

V-Si e sono d'accordo.Ma torniamo alla nostra discussione iniziale...Una lunga serie di nomi,vicende,mentre l'edificio si innalza verso il cielo...Ti ricordi qualche Adunanza in particolare?

S-Come no? Nella storia secolare della costruzione del Duomo,sono tanti i fatti accaduti, riportati negli Archivi,che meriterebbero una trattazione o un semplice commento ma come fare a menzionarli tutti? Non può questa essere la sede,mia cara visitatrice.Ma al conoscitore delle vicende della Fabbrica del Duomo,non sfuggirà il fatto che fin dall'inizio si manifestarono problemi di stabilità in un'ala dell'edificio.Il 20 marzo 1388 si tenne un'Adunanza per porre un'interrogazione:" [...]Chiunque dei detti ingegneri e maestri,i quali reputino che il lavoro nella fabbrica della chiesa maggiore di Milano sia errato,lo debba dire e specificare alla presenza di tutti i congregati,e quali rimedi e correzioni gli sembri di doversi introdurre".

V-Immagino la scena come dovette svolgersi,con la presenza di tutti quei Maestri Edili riuniti.Sembra di risentire le loro voci,le vostre voci, basta provare e concentrarsi un attimo!Guarda,c'è ancora quella luce che filtra,ora dall'altra finestra! 

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 S- Si,chiudi gli occhi e immagina.La dedicazione non è casuale,a Santa Maria Nascente,non ti pare?  Mentre gli scalpelli lavorano,le travi si issano,i martelli picchiano,il lavoro ferve,i responsabili sono in riunione con i committenti,con i rappresentanti cittadini ed ecclesiastici.Sentiamo alcune loro discussioni...Ricordo ancora Marco da Campione (surrexit primus magister Marchus de Campilione,Inzignerius) che si levò dicendo che era errato il detto lavoro nella parte del muro della crocera verso la strada di Compedo,cioè verso il principio (o capite)di detto muro della Crocera verso i signori Ordinari;dalla parte interna della chiesa il detto muro essere largo una mezza quarta di più di quello che dev'essere secondo la misura,che è stata data e dal principio verso S.Giovanni alle Fonti per una intera quarta.Per riparare tale errore -a lui pare -si debbano levare alcuni corsi del muro dalla parte opposta a quelle nelle quali avvi l'errore fin sotto terra;ciò eseguito,si costruisca un buon fondamento di pietre vive poi il muro fino alla sua sommità,come sarà del caso.Per il resto,non riscontrava alcun altro difetto nei lavori. Io, Simone da Orsenigo, confermai quanto detto da Marco,aggiungendo che-secondo me- per rimediare all'errore "si dovevano tagliare le pietre della porta nella quale trovasi il detto errore,e ciò detto fino sotto terra,ma senza rimuovere alcuna delle pietre che sono in opera".Fu d'accordo con Marco anche maestro Giacomo da Campione,e pure maestro Zeno da Campione,maestro Guarnerio de Sirtori,maestro Ambrogio Pongione.Il Maestro Bonino da Campione si levò dicendo che concordava e che v'era un altro errore:" i piloni del corpo della chiesa guardano (mirant) alla porta della facciata della chiesa".

interno-candelabro-Trivulzi.jpg (61950 byte) V -Continua,continua,intanto mi faccio una foto vicino al meraviglioso Candelabro Trivulzio...Ma non ho ben chiaro una cosa. Marco da Campione esprime un concetto ambiguo 'essere largo una mezza quarta di più di quello che dev'essere secondo la misura'. Ma chi aveva stabilito questa misura quindi? Il verbale di quella Adunanza non definisce nulla in merito,si conclude che gli errori sono minimi e che si può riporre rimedio

S-Belle domanda. Egli parla come se fosse stata stabilita non da lui stesso,ma di sicuro essa esisteva.Io ti dico che le misure le avevamo fatte ancora noi,in precedenza.Non puoi pensare che si iniziassero dei lavori senza che il disegno di progetto fosse stato steso,visto e approvato dalla Commissione o dal Capitolo. Le misure c'erano. Che poi Marco da Campione sia quel Marco de Frixono visto precedentemente,non v'è dubbio. Questo Maestro prestò ancora la propria apprezzatissima opera al Duomo fino al 10 luglio 1390,quando morì e ricevette l'onore di essere sepolto nella chiesa estiva di Santa Tecla.

V-Esattamente.Il 15 marzo 1389(ma anche in quella del 31 maggio,di giugno e di luglio) in un'annotazione di pagamento,è scritto"Mag.Marcho de Campillione, dicto Frixono, inzegnerio fabricae, ecc.Si, lo so che fu sepolto lì,ho visitato le strutture ipogee.Ma ora ci sono solo tombe vuote.

S- Al  1390, al Laborerium del Duomo, erano inoltre iscritti altri Comacini: Zeno Fuxina(o Fusina) da Campione,molto lodato; Andriolo, Lazaro, Rolando(altrove citato come Orlando o Lando), Zambono (altrove citato anche come Giovan Bono), Fontana(famiglia proveniente da Campione), Cressino, tutti da Campione; Martino da Arogno; Ruggero e Giorgio da Maroggia; Alberto, Airolo e Giovannino da Bissone;Anselmo da Como; Antonio e Giovanni dè Guidi(da Campione),Adamo,Giovanni de Furno, Andriolo e Jacopo Fusina da Campione. Zeno da Campione aveva sotto di sè 250 scalpellini,scultori,lisciatori di marmi,era maestro di pietra e divenne ingegnere; venne insignito del titolo di Cittadino milanese;nel 1397 andò a dirigere gli scavi nelle cave di marmo di Candoglia e pare non ritornasse più.Era ritenuto utile e necessario dai Deputati del Duomo.

V-A proposito,come funzionava il trasporto dei marmi? Milano non è vicinissima alle cave-

S- Il marmo proveniva dalle cave di Candoglia, sul lago Maggiore e venivano trasportate fino a Milano attraverso i Navigli,allora navigabili. E poi c'era un laghetto,che perse via via importanza, situato vicinissimo alla Cà Granda e ad una chiesa di nostra conoscenza (quella di S.Bernardino alle Ossa),denominato Santo Stefano in Brolo.La zona non è distante dal Duomo. Questo 'bacino' era stato aperto nel 1388 su concessione di Gian Galeazzo Visconti dietro richiesta della Deputazione della Fabbrica,come 'porto di servizio' per scaricare i marmi necessari alla realizzazione dell'Opera del Duomo.Quando i lavori terminarono,verso metà dell' Ottocento, il suo scopo era probabilmente superfluo e venne interrato con decreto del 9 febbraio 1857,ufficialmente per motivi di igiene pubblica.Ai tempi in cui servì,era divenuto parte del paesaggio,protagonista di numerose incisioni e opere pittoriche, e parte della vita cittadina milanese. A ricordarlo, resta oggi Via Laghetto.

V-Ma dal porticciolo con cosa veniva portato fin qui?-

S-Veniva issato sui carri e trasferito al cantiere.Nel 1439 lo Sforza aveva creato un sistema di canali e chiuse per permettere il trasporto dei marmi sul fiume.A quel tempo c'era il dazio su ogni merce ma il materiale per il Duomo fu esentato dal pagamento:su ogni marmo destinato alla cattedrale veniva incisa una sigla, A.U.F., che significava  ad usum fabricae-

V- Mi ricorda tantissimo il detto popolare 'lavorare a uff 'mangiare a uff (anche a ufo!), cioè gratis, ecco da dove deriva! Grazie,sei stato chiarissimo! Ma leggo qui che il 6 giugno 1389 viene nominato dalla Giunta di Provvisione un Nicola Bonaventura da Parigi (forse proveniente o solo abitante a Parigi?),del quale non si sa molto di più se non che gli venne commissionata la realizzazione del grande finestrone di mezzo del retrocoro, competendo con Jacopo Fusina da Campione per la scelta del modello. Esaminati i disegni, il Vescovo e l'Arcivescovo,scelsero quello del Bonaventura, ma il 31 luglio 1390 (poco dopo la morte di Marco da Campione) la Deputazione deliberò che maestro Bonaventura venisse cassato e gli 'venisse tolto lo stipendio e lo si tolga immediatamente dalle opere della fabbrica'. Che era successo?-

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S- Non è dato sapere! Nicola o Nicolao Bonaventura o Bonaventuri forse fece delle male azioni,i soliti giochi per prendersi dei meriti che forse non aveva,ma non ne sono al corrente. Il lavoro venne poi concretizzato da Giovannino de' Grassi e Filippino degli Organi.Nel 1391 e 1392 troviamo nominati altri maestri Comacini: Marco da Carona,che è sul lago di Lugano, Tavannino da Castelseprio, Giovannino dè Grassi, abitante a Milano presso Porta Comacina, ancora io, Simone da Orsenigo e Lorenzo degli Spazi.  Tavannino da Castelseprio era maestro di legnami: fin dal principio è immaginabile come dovesse essere pericoloso innalzare,distendere,calcolare,assicurare i ponti da costruzione,ordinare le immense travature a sostegno di tetti e volte-

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V- Lo immagino!Intanto che parliamo,io continuo a scattare qualche foto,se non ti dispiace. Penso che saranno accaduti anche vari incidenti,a quelle altezze e con un cantiere tanto immenso...Quel Tavannino dovette proprio essere in gamba per gestire il ruolo affidatogli. Merzario  dice: "Tutto il movimento di questa macchina complicata e gigantesca,alla quale erano abbandonate le vite di centinaia di artefici e operai,e l'esito parecchie volte di lavori arcidifficili, pericolosi,e costosissimi,venne dato nelle mani di Tavannino".Ma anche Lorenzo degli Spazi era Comacino?-

S-Lorenzo degli Spazi proveniva da Laino in Val d'Intelvi (magistro Laurentio de Spatiis de Layno) ed era a capo di 188 scalpellini e scultori. E' presente nel Duomo di Milano dal 1389,nelle cave di Candoglia nel 1391.Ottenne il titolo di ingegnere e lo mantenne fino al 1396.Fu  molto richiesto presso il Duomo di Como,dove infatti poi andò a prestare l'opera sua. Vedi,certi eccellenti artisti,preferivano essere i primi in costruzioni magari non così importanti come il Duomo di Milano che essere secondi in esso,alle direttive di altri.Non li posso biasimare,il talento non può obbedire a niente e nessuno-

V-Il cantiere era soggetto,come ci dicono i documenti,a continue nomine, allontanamenti, rinomine e così vediamo che Jacopo da Campione ancora nel 1395 è ingegnere del Duomo;dopodichè si ritirò quell'inverno -con Marco da Carona -sul lago di Lugano(non si sa perchè),per fare ritorno alla Fabbrica Milanese nel gennaio 1396, insieme a Marco. Il duca Gian Galeazzo,in vista della costruzione della Certosa di Pavia,lo volle al suo servizio in quell'edificio, con rammarico della Fabbrica del Duomo che-nei documenti-  ne elogia l'abilità e teme che,senza di lui che ne conosce profondamente i disegni,i lavori possano subire dei rischi. Lo riconfermano ingegnere del Duomo con permessi per recarsi a visitare anche i lavori della Certosa di Pavia.In alcuni documenti,egli è citato come 'qui principiavit ipsam fabricam' cioè quale iniziatore del Duomo di Milano.Il 5 luglio 1398 morì Giovannino dè Grassi,suo grande amico e collaboratore,con onorevoli funerali a spese dell'amministrazione e vennero pagate le esequie agli eredi anche di  Jacopo da Campione,che morì il 31 ottobre dello stesso anno; il suo corpo fu traslato 'dalle parti di Campione' ove aveva abitazione per sè e la sua famiglia-

S- Rispetto ciò che dicono i documenti ma ti assicuro che il primo ingegnere generale fui proprio io,Simone.Loro comunque furono sempre insieme a me. E lo sono ancora...-

V-Nomi tedeschi vengono citati negli Annali: quello del Gamodia,quello di Giovanni di Fernach e di Giovanni da Firimburgo(da taluni identificati in un'unica persona) .Il Merzario così scrive: "Forse il primo doveva essere di Campione -emigrato in Germania- e ambedue, secondo i registri, non sono che conduttori di scarpellini, forse capi massonici, come altri dei nostri laghi; il secondo per qualche ragione viene adoprato come ingegnere,ma siccome sollevava dispute e critiche continue ,dopo un anno venne licenziato"-

S- Giovanni di Fernach fu molti anni in Germania e forse non era di origine tedesca, tornò in Italia con il nome storpiato o mutato.Si presentò con oltre cento scalpellini nel febbraio 1391 e subito si ingraziò i Deputati della Fabbrica, i quali lo incaricarono di recarsi a Colonia, visti i suoi contatti, per arruolare qualche magistrale ingegnere per i lavori del Duomo.Il Fernach svolse il suo compito ma, non trovandovi nessuno adatto allo scopo, dovette rifondere in parte anche le spese del viaggio.Ad ogni modo, gli venne commissionata l'esecuzione del tabernacolo sopra l'ingresso della sacrestia meridionale. ultimissime-su-digitale-(36.jpg (22626 byte) A titolo conoscitivo, l'ornato dell'altra sagrestia,quella settentrionale,venne scolpito da un artista Comacino, Jacopo figlio di ser Zambonino da Campione; nel contorno inferiore è incisa la frase"Jacobus filuis ser Zambonini de Campiolione fecit hoc opus".ultimissime su digitale (35).JPG (120227 byte)

V-Che opere meravigliose! Leggi qui. Merzario ci svela il metodo di lavoro del Fernach: sempre chiuso nel proprio studio, operava nel massimo segreto, faceva ordinazioni rilevanti il cui scopo era ignoto, dunque questo sollevò la curiosità e il dubbio nei Deputati della Fabbrica-

S-Lo puoi dire forte. Ma il Fernach, alle loro 'inquisitorie', rispose che aveva delle denunce da fare circa le misure sproporzionate della chiesa. In base a questo, per capire chi potesse avere ragione circa la correttezza dei lavori, i Deputati chiamarono Gabriele Stornaloco da Piacenza,che si diceva esperto in geometria, il quale - fatti i debiti calcoli e sopralluoghi- diede torto ai due tedeschi.La Deputazione chiamò allora anche Bernardo da Venezia,intagliatore e maestro di legname a Palazzo Ducale, che confermò l'esattezza delle misure e che il Fernach si sbagliava. A quel punto, venne ordinato a Jacopo da Campione e Giovanni dè Grassi di ridurre l'opera della sacrestia a più modiche misure e a maggior semplicità e di rifare le misure. Così fu fatto e del Fernach non si sentì più parlare-

V-Che storia straordinariamente intrigante! Scatto ancora alcune foto,tu non te ne andare...Mi devi raccontare del Gamodia!-

(fine seconda parte)

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Questa ricerca non sarebbe stata possibile senza l'insostituibile ausilio dell'enciclopedico lavoro del prof.Giuseppe Merzario "I Maestri Comacini"-Storia artistica di mille duecento anni (600-1800) - in due volumi- Edizione Originale: Milano Casa Tip. Editr. Ditta Giacomo Agnelli, 1893- ried. Amiedi Milano

(Marisa Uberti.Tutto il materiale qui inserito è soggetto alle Avvertenze/Disclaimer)