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Due passi all'interno del Duomo di MIlano, in 'compagnia' di un Maestro Comacino (dialogo immaginario basato su fonti documentali reali)- Tutte le immagini sono di Marisa Uberti e soggette alle Avvertenze/Disclaimer

Premessa

Come si è già avuto modo di esplicitare nella sezione generale dedicata al Duomo Milanese,non tratteremo di codesto in una forma 'classica',esistendo tanti e molto ben fatti siti (o pubblicazioni cartacee) dedicati a questo gioiello lombardo. Ci sembra più consono alla nostra curiosità compiere i consueti 'due passi nel mistero' addentrandoci nella coltre dei secoli,tra documenti 'ammuffiti' che ci raccontano di un tempo in cui si muovevano le prime 'gesta' per dare 'forma'a quanto vediamo oggi.Un tempo in cui il popolo e i committenti pensavano ad una trasformazione ,alla creazione di una maestosa cattedrale,in cui i primi artefici pensavano e disegnavano la pianta,ne curavano i particolari,scolpivano nella pietra quanto noi oggi possiamo ammirare. A questi muti artisti,crediamo doveroso rendere un piccolo omaggio, perchè ne sia esaltata la memoria. Ci accompagneranno sconosciuti retroscena(o noti ai più esperti) che non smettono mai di interessare gli appassionati. 

Una Via Lattea sterminata...

Il Merzario chi ama questo edificio una Via Lattea seminata di statue, statuette, colonnine, fiorarmi e arabeschi. È un ammasso di bianchi marmi, un'intricata selva di cuspidi, di guglie, di pinnacoli. Entro l'area ove adesso sorge la cattedrale di Milano, erano in età vetustissima due chiese,più volte distrutte e rinnovate: Santa Maria Maggiore e Santa Tecla,atterrate man mano che si amplificò il nuovo tempio. La basilica fu, dopo la pace di Costanza, riparata con le oblazione pubbliche e private; si legge che le signore milanesi portarono a dare le loro gioie e i loro pezzi per contribuire alla spesa. Le macerie rimasero là per qualche secolo, triste ricordo della presenza straniera e delle discordie italiane. Deperita nuovamente la chiesa di Santa Maria, prese a ripararla Azzone Visconti,divenuto signore di Milano nel marzo 1330; proseguì l'opera lo zio Giovanni Visconti, arcivescovo, successogli nell'agosto 1339. La facciata del Duomo, della quale si ha il disegno e la descrizione, era tutta ricoperta di marmi a pezzi quadrati di due colori, alternati bianco e nero: vi è chi scrisse che la Chiesa poteva contenere 7.000 persone, il che dev'essere un'esagerazione'.

 
Quando fu posta mano alla nuova cattedrale di Milano? 

Il Duomo è semivuoto; è un'ora buona per la visita,poco dopo il pranzo e la gente non si è ancora accalcata per entrare.Varco la soglia e resto per l'ennesima volta incantata dalla sacra oscurità,che permette alla luce di filtrare in tutto il suo misterioso chiarore. Noto subito la meridiana, sul pavimento, ma conto di ritornare più tardi a studiarla.

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Ma quanto è grande questa cattedrale? interno-base-colonna.jpg (44667 byte)

Mi sento veramente piccola accanto a queste colonne gigantesche,mi ricordano -non so per quale strana analogia-quelle di Karnak in Egitto,anche se non hanno nulla di simile! Che effetto fa stare in questo posto. E quei capitelli così enormi?

 Interno-Capitello-colonna.jpg (15025 byte)

Non ricordo di averne mai visto nemmeno uno simile,al mondo,almeno in quello che ho visitato finora! Ma quante saranno queste colonne?

Una voce:<< 42>>

Un invisibile interlocutore ha risposto alla mia domanda,o c'è qualcuno dietro la colonna? 

Visitatrice: <<Chi ha parlato? >>chiedo stupita nell'ombra.

La voce:-  Simone!-

Visitatrice:-Simone chi? E dove sei che non ti vedo?-

Simone- Ma come sarebbe? Dopo tutto il tuo cercare sulla nostra storia,ora non saresti contenta di avermi come guida in questo Duomo,che ho avuto l'onore di vedere crescere tra i primi?-

V- Tu? Vuoi farmi credere che sei uno di 'loro'? E' divertente,ma non ci casco!-

S- Fai come credi.Comunque mi presento:sono Simone da Orsenigo e tu mi definiresti uno di loro,si, un 'comacino'perchè provengo da quella zona di influenza che il tuo caro Merzario ci attribuisce come patria di origine e fui uno dei primi architetti di questo Duomo.Se pensi sia tutto un sogno,non fa niente,è un sogno.L'importante è che tu  creda in questo sogno, in ciò che ti dirò,che mi dirai, in ciò che vedremo.Quando ti sveglierai,ricordati di scrivere tutto,vuoi fare questo patto?-

V-Un Comacino?! -(Mi brillano gli occhi)- Non so da quale arcana dimensione tu arrivi,e come fai a sapere tutte queste cose, ma questa offerta mi va proprio a genio! Un Maestro Comacino tutto per me,che mi faccia da guida è ciò che nascostamente ho più in cuore che avvenisse.Nei miei sogni lo andavo cercando, come appunto dici. Ho un'ammirazione sconfinata per la vostra Arte. Annoterò tutto,non preoccuparti,anche questo incontro straordinario! Ma, se vogliamo cominciare,ripetimi per favore: quante sono queste colonne?

S- 42 e hanno un'altezza di 24 metri.Un tempo usavamo altre unità di misura,ma anch'io con i tempi mi adeguo!

V
-Caspita!E quanto sono larghe?-

S-Tre metri e quaranta centimetri-

V-Ma sei informatissimo.E io che pensavo di comprare una guida per la visita...-ultimissime su digitale (29).JPG (125426 byte)

S-Nessuno potrebbe darti le informazioni che ho io,che le ho vissute,non ti pare? E poi,dalla mia dimensione,posso spaziare in lungo e in largo e dirti cose che nelle guide non sono scritte,potresti tutt'al più trovare qualcosa negli archivi,ma impiegheresti giorni e giorni,non ti pare che potresti anche ringraziarmi?-

V-Altrochè!Scusami ma stento ancora a credere a quello che mi sta capitando...Quindi,tu sei Simone da Orsenigo,il primo ingegnere generale del Duomo,ho letto di te! Non ho ancora capito perchè,negli Annali,ad un certo punto non vieni più citato... Non ho capito per quale motivo.

S-Lascia andare, ti prego.Quello che conta è l'avventura che ho vissuto,la più straordinaria della mia vita! Tu vuoi sapere  quando cominciarono i lavori per questo nuovo Duomo?-

V-Beh,su quella targhetta è scritto 1386... El principio del Domo de Milano fu nel Anno 1386.interno.iscrizione-data.jpg (39333 byte)-

S-Qui ti volevo! Tutti ritengono che l'anno d'inizio del nuovo Duomo sia il 1386, poichè esiste quella piccola lapide, visibile nella prima cappella a destra entrando,che reca tale data-

V-Infatti,così è ritenuto dai più. Merzario ci dà altre notizie:" Una iscrizione su una tavoletta di marmo  incorniciata, fatta per deliberazione del 18 luglio 1456 (" I Princìpi del duomo di Milano" dr.Antonio Cerruti-pag.23)dei deputati della fabbrica, che fu trovata tra le macerie del Laborerium, infissa nella parte meridionale del Duomo presso il sarcofago dell'arcivescovo Ariberto,che è quello lìInterno-sarcofago-a-destra.jpg (38850 byte)

S- La tavoletta non so se è autentica,potrebbe essere stata fatta da qualcuno che voleva annotare l'inizio dei lavori di sgombero dell'area, perchè devi sapere che in quell'anno,si lavorò per liberare l'area dalle macerie di ciò che si demoliva,infatti si pensava inizialmente di restaurare e ampliare la chiesa che già vi sorgeva,Santa Maria Maggiore,l'avrai sentita no?-

V- Certo che l'ho sentita e ho fatto anche un lavoro in rete su di essa e su Santa Tecla e sul Battistero di San Giovanni alle Fonti. Ho qui un disegno che mi ha mandato un mio amico(*), relativo alla facciata di Santa Maria Maggiore, è antichissimo, risale all' 843 anno in cui fu consacrata. Lo vedi? 836-AD-S.Maria-Maggiore--.jpg (70905 byte)

S- Con gli occhi di cui dispongo si. Ma la rete?Cos'è la rete?Vai a pescare? -

V- Ma no, la rete è un canale diciamo globale, che ti collega a tutto il mondo e sfrutta un apparecchio chiamato computer,attraverso cui scrivi,leggi,fai ricerche,in tempo 'reale'. Ma a chi lo dico?!Ah -

S-Appunto! Dunque tu con questo strumento scrivi e scriverai ciò che stiamo dicendo-

V-Certo,interesserà i lettori del mio sito web,spero-

S-Ne sono sicurissimo. Dunque,ti dicevo che quell'anno, il 1386, si spese a preparare il terreno, come si suol dire-

V -Qualcuno si spinge oltre, indicando perfino la data di inizio:il 15 marzo! Ma un anonimo antico scrisse che "quanto si fece nel primo anno tutto dovette essere distrutto, sicché non rimase nulla". Merzario cita una lettera del 12 maggio 1386 indirizzata al clero e al popolo, di Monsignor Antonio de Marchi di Saluzzo, arcivescovo di Milano dal 1380 al 1401, parente dei Visconti signori di Milano. La lettera è del tenore seguente: "Essendo che la chiesa milanese, fabbricata fin dai primordi sotto l'invocazione [...]della Beata Vergine, sia come lo dimostra l'esperienza, logora e cadente, e i cuori dei fedeli  intendano sia fatta riedificare a nuovo, la qual opera è molto costosa: perciò preghiamo Voi tutti  e Vi esortiamo nel Signore[...]affinché coi vostri beni facciate più elemosine, per condurre a  fine codesta pia opera".  

S-  In quel periodo ci fu uno scambio fitto di corrispondenze, tra le dichiarazioni dell'arcivescovo e le ordinanze del duca Gian Galeazzo Visconti, una in data del 12 ottobre 1386 e l'altra del 7 febbraio 1387. Il primo editto dice: "Allo scopo che la fabbrica della chiesa maggiore della nostra città di Milano, la quale da gran pezza e in molti tempi indietro andò in rovina, e cominciò ad essere rifatta, possa crescere debitamente secondo il voto, siamo contenti e ci piace[...]." Trattavasi di accordare il permesso di una questua in tutto il ducato per le spese della fabbrica. Il secondo editto del 7 febbraio 1387 così parla: "Rivolgendo noi l'occhio con intima affezione all'opera della fabbrica di Santa Maria Maggiore della nostra città di Milano, ad aiutare la quale ci sentiamo ogni giorno più fortemente animati per riverenza della intemerata Vergine Gloriosa, a cui onore e gloria viene essere riformata, siamo contenti e vogliamo che i danari dai paratici della città nostra pagati per l'offerta della festa di Santa Maria del decorso mese di febbraio e da pagarsi in avvenire nel giorno di detta festa, e fin quando così ne piaccia, si convertano all'opera di detta fabbrica". Cosa deduci da queste missive?

V-Da queste prime notizie,emergono due cose: mi sembra di capire che la chiesa esistente era molto in rovina e per poter dare inizio al cantiere vero e proprio di riedificazione, fu speso parecchio tempo,per demolire e sgombrare le macerie.E ci volevano molti soldi per proseguire i lavori. Con tutta probabilità,i lavori per la ricostruzione sono da ascrivere ad un anno dopo quello che è citato sulla lapide,cioè nel 1387?

S- Nel gennaio 1387 -come dai documenti di archivio potresti sapere-si gettarono le fondamenta dei piloni,opere colossali che dovevano comunque essere stati già progettati su disegno,delineati e approvati a quel tempo. Durante il 1387 si continuarono gli scavi delle fondamenta,a gettare i piloni,e nei primi mesi del 1388 si innalzarono pilastri e colonne,e si stesero le volte.Ciò che fu fatto prima del 1386 venne tutto disfatto o quasi. La seconda cosa che emerge è che la nuova cattedrale fu voluta dal popolo,e solo dopo varie sollecitudini se ne interessò anche il signore di Milano,Gian Galeazzo Visconti,conte di Virtu. Ti pare che se il Duca avesse fatto,non lo avrebbe sbandierato, per entrare in migliori grazie del popolo e del clero? Non lo avrebbe detto l'arcivescovo, parente affezionato e suddito ossequioso del principe?

V-Si,in effetti sarebbe stata una grande pubblicità per costoro; succede ancora oggi, tanto perchè tu non ti creda 'fuori dal tempo'! -

S-Lo immagino come sia evoluta la società da quei tempi! Ma un atto esplicito, che esclude ogni merito del principe, è una lettera che i signori deputati della fabbrica gli scrissero il 3 agosto 1387. Dopo averlo informato che tutti gli ordini dei cittadini erano accorsi a fare le loro offerte, aggiungono: "Le oblazione vennero fatte con grande devozione da ogni ceto di persone, tanto dai ricchi  che dai poveri, che abbastanza copiosamente e liberalmente porsero le mani aiutatrici alla stessa fabbrica. Ora degnatevi voi, la vostra signora genitrice, la consorte e la figlia trasmettere le vostre devote oblazioni in sussidio della Chiesa". In questa lettera si specificava pure che,se il Visconti avesse contribuito,si sarebbe potuta portare a termine l'arca di marmo in cui egli stesso aveva dato disposizione deporre le ossa di suo padre(da collocarsi nel retrocoro). 

V- "Lette queste parole-direbbe il Merzario- chiunque abbia udito parlare della volontà, degli ordini, della onorificenza del duca, deve stupire e  tacere"! Ma sai Simone che altri interpretano diversamente gli scritti ducali e dicono  che Galeazzo e sua moglie Caterina fecero voto di edificare la nuova basilica per avere e conservare qualche frutto maschile, essendo che i maschi procreati da Caterina erano tutti morti, e Isabella(la prima moglie) non aveva lasciato che Valentina. Un' altra ipotesi attribuisce l'erezione della veneranda chiesa ad un voto fatto non dal principe ma dal popolo, il quale desiderava la nascita e la conservazione di un erede maschio di Gian Galeazzo; e non mancò chi sostenne essere stato fatto quel voto dal popolo alla Madonna fin dal 1361, quando una terribile pestilenza colpì Milano e metà della popolazione fu decimata.

S- Potrebbero essere sostenibili tutte e tre le tesi,ma credo che i Milanesi,forse scaldati dal Vescovo,desiderassero che la loro città vantasse la cattedrale più bella del mondo allora conosciuto,ti sembra poco probabile?

V-No,è fattibile. Sembra potersi affermare che il nuovo Duomo sia stato voluto dal popolo,fieramente risollevatosi dopo le battaglie e le miserie precedenti e-di pari passo col prestigio che acquistava la città di Milano - non volessero restare 'arretrati' rispetto ad altre città. Si deve anche dire che se il duca non avesse concesso determinati  permessi,probabilmente ciò sarebbe stato impossibile da realizzare e necessario era anche l'accordo dei Vescovi e del clero.Si tratta dunque di un' Opera di concertazione, a mio modesto avviso,che va capita in un punto essenziale,dati i secoli in cui si è protratta: Si è seguito un progetto primitivo? E di chi fu? Ora che sei qui proprio tu,potresti dirmi come stanno le cose veramente. Oh,guarda che curioso questo simbolismo sui confessionali:l'occhio divino nel triangolo...interno-confessionale.jpg (78730 byte)

S- Se ti guarderai bene attorno,scoprirai che qui è pieno di simboli...Mia cara visitatrice,comunque i Fabbriceri non volevano ingerenze nelle loro decisioni e finiva sempre che la spuntavano nella quasi totalità dei ricorsi di taluni, a questo o quel Duca(e ne passarono diversi da quando l'Opera del Duomo cominciò fino al suo compimento,ne passò di acqua sotto i ponti...). Ah, scusami,sto ripassando un po' i miei trascorsi.  Mi hai detto poc'anzi che hai sviluppato un lavoro sulle strutture ipogee che un tempo svettavano davanti al Duomo,no?

V-Si,quelle che ti ho detto prima- 

S-Quindi devi ricordare che,anzitutto, il luogo era consacrato al culto fin da tempi remotissimi.Di ciò va tenuto conto,come hai già detto nella sezione dedicata alle strutture ipogee di quest'area.  Il progetto di riedificazione,fatto all'origine dei lavori, dovette restare adeso a se stesso,al suo principio,e sostanziali modificazioni non poterono essere operate(proprio per le forme maestose della sua mole),se non nelle parti secondarie (finestre,ornature,porte,capitelli e talune altre opere integrative).

V- Dagli studi del Merzario apprendo che  il 16 ottobre 1387 si tenne  un'adunanza dei deputati del Duomo che discussero e approvarono un Regolamento Generale di Amministrazione per la Fabbrica in cui si legge: "]...]Con l'aiuto di Dio e per l'intercessione della Vergine Gloriosa sotto la cui invocazione fu incominciata al nuovo già molti anni indietro, e ora per divina ispirazione e col condegno  suo favore viene fabbricata e mediante la sua grazia sarà compiuta.[...]". In detto documento,si elencano le persone che soprintendono i lavori,che la amministrano e dirigono interamente; si attribuiscono le varie cariche (tesorieri, ragionieri, spenditori...) e si nominano gli architetti.

S- Ti specifico che quelle "persone" che soprintendono i lavori erano i Deputati della Fabbrica, che rappresentavano l'autorità civile ed ecclesiastica,che avevano l'esclusiva amministrazione della stessa,ma che erano soggetti ai riscontri e alle approvazioni, secondo le leggi dello Stato, del Vicario e dei Dodici di Provvisione, rappresentanti la potestà ducale e comunale.Mucchi di scartoffie per avere un chiodo,ci crederesti?

V-Eh,si, ma anche oggi con la burocrazia non si scherza,maestro!

S-E poi...che altro dice quel verbale? Quella data mi è particolarmente cara.

V-Si elenca il maestro Simone da Orsenigo a ingegnere di detta fabbrica[...] . Ma sei tu! E' emozionante questa faccenda,non te lo nascondo! Mi trema la voce..."Si confermi, per la sufficiente perizia dei detti lavori, Dionisolo da Brugora e Ambrogio da Sala e se ne eleggano dei nuovi che siano buoni e sufficienti." 

S-I nostri  primi nomi,i primi artefici:cosa resta della nostra Opera nel Duomo,oggi?

V -Forse nulla, maestro Simone,forse il tuo e il  loro sudore è intriso per sempre nelle mura possenti...Oggi è facile stare seduti beatamente e ammirare questo gioiello artistico,ma quanta storia,quanta fatica,quanto ingegno,quanta bravura,quanto entusiasmo,quanti retroscena si celano ai nostri occhi di visitatori moderni.ultimissime su digitale (33).JPG (122203 byte)


S- Credo possa interessarti proseguire la storia. Sul procedimento dei lavori è interessantissimo un bando del duca in data 24 ottobre 1387, posteriore  quindi di solo otto giorni all'Adunanza dei Deputati, e in cui si legge che taluni possessori di terre sul Lago Maggiore cercavano di opporsi all'estrazione che si faceva, dai loro fondi, di pezzi di granito (lapides serritii) che a noi servivano per portare innanzi i lavori nel Duomo, forse perché soffrivano danno senza compensi. Giovan Galeazzo il quale s'intitola a signore di Milano, conte di Virtu,Vicario imperiale, ordina a quei suoi sudditi, che si lascino cavare le pietre, purché si paghino le indennità, per la riedificazione della chiesa maggiore milanese che per reverenza  alla Vergine, fu dedicata al di lei  nome, e ora in forma nuova così trionfalmente, viene riedificata.

V -Un'ulteriore prova che non si trattò di nuova costruzione ma riedificazione! 

S-Mi dicevi che si nomina il mio nome in quel verbale dell'Adunanza?

V- Già!E non solo il tuo,erano i tuoi compagni di lavoro,gli altri?

S-Si,lo erano e li rimpiango molto.  L'opera del Duomo la vedono tutti ma  non sapranno mai,a meno di accurate ricerche,ma soprattutto guardando con la memoria vigile e con l'anima ammirata, quali personaggi,quali storie,quali artisti anonimi riposero la loro infaticabile eccellente arte in essa,per cui ci pare doveroso almeno ripassare gli antichi registri dove vengono, se pur frettolosamente,citati per nome e cognome gli architetti e i principali artisti, tra cui i maestri Comacini. Non sei d'accordo?

V-Scherzi,spero.Altro che d'accordo,era proprio l'obbiettivo che mi ero posta prima di cominciare a sviluppare questo lavoro.Mi hai letto nel pensiero...

S-15 gennaio 1387: per libbre due di marsecale da darsi a maestro Andrea degli Organi da Modena

V -Scusa se interrompo subito:ma cos'è il marsecale?

S-Questo nome mi è sconosciuto,forse saranno i secoli che ho...!E dimmi,domanda per domanda, tu sai dov'è Orsenigo, la mia patria?

V-Purtroppo non precisamente,sul lago di Como?

S-Si,e derivò probabilmente da un primitivo nome Celtico,anche se qualcuno dice che l'etimologia  deriverebbe da "Ursus niger" o "Ursus iniquus", orso nero o comunque feroce o pericoloso,che doveva vivere colà.Ciò non è inaccetabile, perchè la zona era completamente ricoperta da una foresta che raggiungeva il vicino Buco del Piombo e sono stati ritrovati vari reperti di questo grosso animale.Ti consiglierei di farvi un salto,durante uno dei tuoi sopralluoghi,ti andrebbe?

V-Eccome!Cosa troverò?

S- Ho saputo che mi hanno dedicato una lapide un secolo fa,al 'suo figlio più illustre'!

V- Ma davvero?Sono contentissima,te lo meriti, maestro Simone-Indico l'abside- E' tua quella meraviglia vero?- 

S- Si, è opera mia.Un tempo si cominciava proprio dall'abside la costruzione di una chiesa. Sai, noi artisti lombardi non siamo saliti mai alla gloria di qualche scrittore che decantasse il nostro lavoro,ma le nostre soddisfazioni le abbiamo ricevute...Ma anche delusioni e barbare critiche,come quella di un Della Croce che nell'Adunanza del 15 maggio 1401..

V-Aspetta,per favore,andiamo per ordine.Dunque svolgiamo un po' gli archivi dell'amministrazione dei primissimi momenti della nascita del Duomo?

S-Molto volentieri.Ma forse ti annoierai...

V-Non accadrà,stai tranquillo.


S-19 gennaio 1387: per un maestro e 47 lavoranti per fare le fondamenta ai pilastri
12 febbraio 1387: per un maestro e 31 lavoranti per fare fondamento dei pilastri
19 marzo 1387:  Simone da Orsenigo maestro ingegnere per 18 giorni nei quali spetti servizio
2 aprile 1387: Marco da Frisone che fu al servizio alla fabbrica e cominciò a far lavorare dal 5 marzo e finì 2 aprile,per sua mercede lire  12,16

13 aprile 1387:maestro Andrea di Modena, ingegnere del duca Lit 19,4
2 maggio 1387: A Marco de Frisono,ingegnere, in prestito Lit 22
12 agosto 1387: a 84 lavoranti Lit 13,13. Quattro maestri di muro cioè Simone da Orsenigo  Lit 5,10, Giovanni da Orsenigo Lit 5,10, Giovanni da Azzo Lit 5,9 Giovanni da Tronzano Lit 5,9, Lit 18
17 agosto 1387: per braccia 18 di corda del peso di libbre 51,2  stata posta al pozzo sopra il lavorerio per cavar acqua.


V-Sembri un libro stampato.Infatti negli Archivi,seguono gli elenchi per le spese delle corde, chiodi, gerle,corbelli,secchie, e del materiale necessario-


S-14 e 26 settembre 1387: A Guarnerio da Sirtori , maestro in legname  per il pagamento di un livello ad acqua finito e legato in ferro e di un livello secco a piombino, con asta di braccia tre, le quali cose furono consegnate a maestro Simone da Orsenigo, ingegnere della fabbrica.
30 settembre 1387: a maestro Simone da Orsenigo per brimitta rossa per tingere e segnare i lavori opportuni per la fabbrica.

V-Seguono persino le spese dei messi che dovevano recapitare lettere a vari destinatari.Un archivio a quanto pare molto ben tenuto!-

S-18 ottobre 1387: A Simone da Orsenigo e compagni 10, numero 11 lui computato, maestri di muro. Al maestro Zeno da Campione e 21 compagni, 22 lui computato,  maestri  intagliatori in  pietra viva...
29 ottobre 1387: a maestro Andrea da Modena mandato dall'illustre principe signor nostro dalla sua casa per vegliare e provvedere ai lavori della detta fabbrica, richiesta del signor vicario e dei XII di provvisione del comune di Milano e dei deputati della fabbrica in dono fiorini 20...

V- Maestro Simone,guarda che effetto la luce che filtra da quella vetrata...sei tu che illumini dal passato questo momento presente,dì la verità!ultimissime su digitale (39).JPG (115459 byte)

S- No,mia cara visitatrice. E' il lavoro magnifico di chi l'ha creato,la cui mano era sempre guidata da qualcosa di Superiore,di sovrasensibile,credimi sentivamo che era proprio così.

V-E' molto bello questo ed è un insegnamento di umiltà per me.Oggi la società si è un po' discostata dalla spiritualità che animava la gente ai tuoi tempi,seppure furono tempi duri,a quanto ci tramanda la storia.

S- Duri per tutti in ogni tempo,quando cerchi di badare a fare bene il tuo lavoro.Si annidano molte invidie,molte ripicche,per ottenere magari il posto che occupi con onestà. Ma io ho un gran bel ricordo dei miei compagni di lavoro,seri e volenterosi,professionisti ammirevoli dal primo all'ultimo.

V-Formavate dunque quella Unione che vi fece appellare Fratelli e Maestri?

S- Direi di si.

V-Questo è importante per me saperlo,l'ho sempre creduto e sto cercando le prove concrete.

S-Se cerchi, trovi.Dunque,nel proseguimento della nostra storia,possiamo accertare che tutti lombardi e nella maggior parte comacini compaiono i primi ingegneri e operatori  tra i quali figuro io, Simone da Orsenigo,Guarniero de Sirtori, Marco, Jacopo e Zeno da Campione.Marco de Frixono è da identificarsi con Marco da Campione,che riceverà l'onore di essere sepolto in Santa Tecla,chiesa che a quel tempo era ancora esistente come chiesa estiva

V-"Forse anche Andrea da Modena apparteneva alla famiglia dei Campionesi i quali, in Modena, avevano pressocchè il monopolio delle imprese edificatorie  e quasi il secreto nell'arte..."(Merzario, op.citata). Di maestri forestieri non si trovano che due nomi negli annali e nei registri della Fabbrica metropolitana: nel 1387 e nel 1389 quello di un Anichino di Germania cui sono pagati 16 soldi per aver fatto un modello in piombo di un tiburio e l'altro, di un Giacobino da Bruges che si ammalò nel lavorare per la Chiesa e gli fu dato un piccolo sussidio. Non viene fatta altra menzione di questi due.

S-E' così,non si sentirono più.

V-Mentre camminiamo tra queste navate,sai dirmi quante è lunga la chiesa?

S- Lunghezza interna 148 m, mentre  la esterna 158 m

V-E le navate?

S-Lunghezza interna delle 5 navate 57,60 m

V-Ma la navata centrale è più alta delle altre,mi hai detto...

S-Si, misura  45 m e al livello della lanterna centrale si raggiungono i 65 metri.Tutta la struttura ha un peso calcolato(dai vostri calcolatori ultramoderni) di 325.000 tonnellate.

V-Mi hai stordito con tutti questi numeri...Sono cifre da capogiro!E come avete potuto realizzare un'Opera del genere con i creduti 'poveri mezzi' di cui disponevate?

S- Divertente! Ma questo non è compito tuo scoprirlo? Non si chiama 'due passi nel mistero' il tuo sito? Ah ah Vedrai che da ora in avanti,la nostra storia si arricchirà di frizzanti retroscena, litigi,ripicche,denunce,ricorsi...e non siamo ancora nel 1400.Per una costruzione che vedrà termine solo nel XX secolo,non c' è male! 

V-Si preannuncia appetibile ma tu, maestro...non dileguarti intanto che scatto qualche foto! Interno2.jpg (60833 byte)

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Questa ricerca non sarebbe stata possibile senza l'insostituibile ausilio dell'enciclopedico lavoro del prof. Giuseppe Merzario "I Maestri Comacini"-Storia artistica di mille duecento anni (600-1800) - in due volumi- Edizione Originale: Milano Casa Tip. Editr. Ditta Giacomo Agnelli, 1893- ried. Amiedi Milano

(Marisa Uberti.Tutto il materiale qui inserito è soggetto alle Avvertenze/Disclaimer)

*Si ringrazia Enrico Pantalone per l'immagine, che è stata tratta da "Il Duomo di Milano nella storia e nell'arte" edito dalla Provincia di Milano. Fonte originale: LIBER ECCLESIA MAYORIS MEDIOLANI, un codice cartaceo del Duomo con gli atti tra il 1387 ed il 1401.