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L'abbazia di S. Stefano a Bologna: una Gerusalemme italiana

                             Visita al complesso delle Sette Chiese

(di Marisa Uberti)

Il complesso, racchiuso da una cancellata,  fu sicuramente impostato sul modello dei Luoghi Santi di Gerusalemme in seguito all'impulso dato dalla prima Crociata, che vide la partecipazione di alcuni bolognesi. Si può pensare che Cavalieri Templari abbiano svolto, in seguito, un ruolo nella realizzazione degli spazi nel S. Stefano di Bologna. Molte chiese cristiane, in Italia e all'estero, vennero edificate -da prima del Mille- sull'esempio del Santo Sepolcro di Gerusalemme (o Anastasis). I nostri 'due passi' hanno calcato questo complesso sacro, dove si riteneva fosse sepolto addirittura l'apostolo Pietro...

A Bologna, nel centro storico, è situato un complesso religioso di straordinaria importanza, sia per la fede che per l'arte: il complesso abbaziale di Santo Stefano, un aggregato di edifici che riproducono i luoghi Santi di Gerusalemme. I pellegrini che per motivi diversi non potevano recarsi in Terra Santa, avevano qui il loro centro devozionale più importante, ieri come oggi. Ma, come spesso accade ai luoghi di culto cristiano, anche questo sorge su un tempio pagano, dedicato alla dea Iside (I sec. d.C.). Nell'area occupata dall'attuale complesso, troviamo una gamma di edifici di epoche differenti, da quelli paleocristiani al XVIII secolo.

                                                                

Entrare nella chiesa di S. Stefano procura un senso di vivo interesse, che non viene mai meno, ma anzi si acuisce con il prosieguo del percorso, in un'estasi di meraviglia e di curiosità, che solo tanta bellezza arcana sa sprigionare. Specialmente nei luoghi più oscuri, meno decorati, più spogli, ci siamo sentiti rapire dal fascino del tempo e dal mistero del sacro.

Vediamo dunque di iniziare il percorso in questa Gerusalemme bolognese. Esso si articola partendo dall'unica chiesa attraverso la quale si accede a tutte le altre, la Chiesa del Crocifisso: Antica Cattedrale longobarda (sec VIII) fu ristrutturata nel secolo XII e restaurata alla fine del XIX. Al suo interno vi è la Cripta deIl'abate Martino costruita nel 1019 per custodire i corpi dei protomartiri Vitale e Agricola. A sinistra si apre una porticina che immette nel Presbiterio, detto "Aula di Pilato", del 1637, rifatto su una precedente costruzione del XII secolo e si arriva nel Santo Sepolcro: Tempio di Iside (ca. 80-100 dC.). Battistero (sec. V-VI) quindi "Sepolcro di Cristo" (sec. XI-XII).

E' questa la più antica e illustre chiesa del complesso stefaniano. Durante l'episcopato di San Petronio, il tempio precedente di epoca pagana venne abbandonato e utilizzato per costruire una prima chiesa circolare che entrò a far parte del complesso di edifici voluti per riprodurre simbolicamente i Luoghi Santi di Gerusalemme. Venne poi ricostruito nel XII sec.su un perimetro ottagonale irregolare, all’interno del quale è ricavato un perimetro dodecagonale, non perfettamente centrato.

In posizione centrale rispetto alla cupola, sorge l’edicola del Calvario, affiancata dall’ambone e circondata dalle 12 colonne, numero simbolico per eccellenza.

 

                          

 

Nell'aula si trova la colonna nera che ricorda quella della flagellazione di Cristo, e che conferisce 200 anni di indulgenze (!) ogni volta che si visita. Al centro dell'edicola si nota un foro -protetto da una grata- dal quale si intravede l'urna che conteneva i resti di S:Petronio, ritrovato in questa chiesa a metà del 1100. Il forte misticismo emanato da questo ambiente, in cui è presente anche un pozzo con 'acqua sorgiva del Giordano', non svanisce nemmeno all'esterno, dove una miriade di scacchiere (oltre ad altri simbolismi interessanti, a mosaico, realizzati in tasselli di laterizio) sono presenti sul paramento murario, tanto nella parte che affaccia sul cortile interno, quanto su quella che affaccia su quello esterno.

Le scacchiere sulle chiese, in verticale, le abbiamo documentate in molti altri luoghi, e spesso dove hanno avuto un ruolo i Templari. Per il simbolismo sotteso degli scacchi vedasi un nostro precedente lavoro. Queste non presentano i classici colori nero e bianco ma nelle tonalità del rosso (come nel S:Ambrogio di Milano).

 

La chiesa attigua, di altissima suggestione(sia per la sua storia che per la sua semplicità), è quella dei SS. Vitale e Agricola, eretta a partire dal Sacello (sec,V), poi Cattedrale (sec. VI), ristrutturata ed ingrandita (sec.VIII -IX), forma attuale (dal sec, XI-XII) E' quella che ha mantenuto più delle altre i caratteri romanico-lombardi originari. Dalle absidi di alabastro filtra una luce dosata, che induce in contemplazione del mistero divino. E' a tre navate divise da colonne semplici alternate a colonne quadrilobate.

Alla base della seconda a sinistra si trova incisa una Triplice Cinta di arcaica fattura, tant'è che qualcuno l'ha ripassata con il colore rosso per renderla maggiormente visibile.

Agricola era padrone del suo servo Vitale e subirono entrambi il martirio nel 304 d. C., sotto l'imperatore Diocleaziano, perchè cristiani. I loro corpi furono ritrovati in un cimitero ebraico nel 393, nei sarcofagi tuttora conservati nelle absidi: in quello sinistro (VIII sec.) Vitale, sul cui frontone spiccano due pavoni con una croce centrale, e nel destro(XI sec.) Agricola, che reca un angelo benedicente circondato da foglie di alloro, mentre ai lati vi sono un cervo e un toro, animali carichi di simbolismo. Sulla parete, vi è una croce lignea ricoperta di ferro, che leggenda vuole essere quella su cui fu crocifisso Agricola. La chiesa, più volte rimaneggiata (presenta reimpieghi di epoca romana), venne chiusa al culto del papa Eugenio IV nel XV secolo, semidistrutta e scoperchiata, infine riempita di terra, perchè la comunità riteneva che qui vi fosse sepolto il corpo di san Pietro (era stato ritrovato un sepolcro riportante il nome Symon)! Chissà che qualcosa di vero non vi fosse veramente? Comunque il culto dell'Apostolo doveva essere a Roma... Ai primi del XVI sec., la chiesa venne riaperta al culto- probabilmente a furor di popolo- per volere del pontefice Giulio II.

Dopo l'oscurità che prepara l'anima alla luce, si ritorna nella chiesa del Sepolcro e si esce da un'altra apertura, per accedere al Cortile di Pilato, così detto per ricordare il luogo nel Pretorio di Gerusalemme dove Gesù fu mostrato al popolo dal governatore romano, dopo la flagellazione. E' ricco di simbologia gerosolimitana e venne realizzatonel sec. XI-XII.

Al centro, spicca il 'catino di Pilato', che ricorda l'episodio in cui il governatore romano si 'lavò le mani'; l'opera è però dell'VIII sec. e di matrice longobarda perchè reca una epigrafe sotto il bordo, che menziona re Liutprando e Liprando e il manufatto serviva a raccogliere le offerte del giovedì santo.Il cortile è' un quadrilatero delimitato ad est dalla facciata della chiesa del Calvario, a ovest dal lato posteriore di quella del S. Sepolcro, a nord e a sud da due porticati romanico-lombardi. Lungo le pareti alcune lastre tombali, tra cui quella di un sarto (caratterizzata dalla presenza di un paio di forbici scolpite). Su questo lato si apre la seicentesca Cappella della Consolazione e, poco oltre, in una nicchia, si osserva il

 'gallo di S.Pietro' per ricordare il rinnegamento da parte di quest'ultimo. Nell'area si apre anche la cappella di Santa Giuliana dè Banzi (con antica iscrizione del V-VIII sec.), attualmente non accessibile. Attraverso l'antichissima Compagnia dei Lombardi (Comacini?), per un corridoietto, si raggiunge la chiesa della Madonna di Loreto, dove si trova un simulacro della Vergine Nera lauretana, patrona degli aviatori

                                                               

 

Dopo aver dato uno sguardo alla cappella di S.Gerolamo o dei Toschi, si accede alla Chiesa della Trinità: Antico "Martyrium" (sec. IV-V?), Battistero longobardo (sce. VIII?) o Chiesa franca (sec.IX), Chiesa della Santa Croce (sec. XIII). Completamente ristrutturata nei secoli e sistemata come é oggi tra il l9l0 ed il 1923. All'interno della chiesa si ammira il Gruppo dei Magi, un'pera lignea di Anonimo pitturata da Simone de' Crocifissi nel 1370.

                                      


Oltre un passaggio di raccordo, si accede nel bellissimo e armonioso Chiostro benedettino, con pozzo-cisterna centrale (1632). A due ordini, l'inferiore del secolo X (riservato ai laici che vi venivano per pregare, meditare e pensare) ed il superiore deIl'XI-XII, non c'entra con la ricostruzione gerosolimitana ma è testimonianza della vita benedettina in loco. Nel 1287 pare che Dante Alighieri sia venuto qui, nel chiostro inferiore, per meditare spesso e trarre ispirazione dai motivi simbolici dei capitelli. Nella parte superiore si trovano 104 colonnine binate e 4 colonen d'angolo; nell'inferiore massicci pilastri alternati a colonnine binate. In una delle arcate, verso l'ingresso al museo sotto il porticato, abbiamo trovato una seconda Triplice Cinta.

                                                                   

Sopra il chiostro, ha sede il monastero, recentemente restaurato dai frati Olivetani che attualmente lo occupano.
Il Museo raccoglie  tavole, quadri e tele dal sec. XIII al XVIII di varie scuole: bolognese, toscana, veneta. Tramite un percorso continuo si arriva alla Cappella della Benda, del sec. XVI-XVII, che custodisce le più preziose reliquie, tra le quali la Benda della Madonna.
Nei locali espositivi è allestita anche una Mostra di alcuni prodotti dei monasteri maschili e femminili in Italia; guide e cartoline, ecc.
 

                   

Increduli, quasi, si stenta ad uscire dal complesso. Il percorso effettuato, che le parole non possono descrivere che per sommi capi, lascia spazio alla riflessione e all'approfondimento, sul come la fede si sia fusa con l'architettura, con l'arte e con il simbolismo, per dare consistenza alle narrazioni, alla tradizione.

Una visita anche dall'esterno, mirando e rimirando dettagli incassati nei paramenti murari, completa questo 'viaggio' nella Gerusalemme bolognese, che -stando a quanto si legge- corre il rischio di non sopravvivere.

Per  altre informazioni ed orari, il link del sito ufficiale dell'abbazia di S. Stefano è http://www.abbaziasantostefano.it/

 

Sezioni correlate in questo sito:

Italia da conoscere (misteri italiani)

 

 

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                                                                          Agosto 2010