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KUBED e MAREZIGE 

                                                              
  • Kubed

kubed.jpg (164961 byte)Da Hrastovlje abbiamo raggiunto Kubed (Cubida), che è situato sulla strada principale tra Capodistria e Sočerga. Luogo particolarmente strategico, è citato per la prima volta nel 1067, in un atto di donazione dell'imperatore tedesco Enrico IV al vescovo di Frisinga. Reperti archeologici fanno risalire la presenza in loco almeno dall'Età del ferro (cultura dei castellieri). Sotto il dominio romano fu interessata dalla strada di collegamento che conduceva al mare. Conobbe uno sviluppo nell'Alto Medioevo sotto i vescovi di Trieste e poi di quelli capodistriani. Fu anche sotto il patriarcato di Aquileia; insieme a Hrastovlje e Sočerga faceva parte dell'ampio territorio di Capodistria (Agro distrettuale) nel XII secolo, mentre dal secolo successivo fu un lembo di terra a difesa di Koper. Con l'avvento della Serenissima, passò in proprietà alla famiglia Brutti (XVI sec.) e ai Vergerio (XVII sec.). Le antiche mura testimoniano che il paese fu un importante punto di difesa durante la guerra contro i Turchi prima e gli Asburgo poi. Venezia rinforzò le fortificazioni perchè il paese era naturalmente difeso; Kubed rappresentava un importante caposaldo di difesa (Kastel=Castello) e divenne sede del connestabile, cioè un dignitario dell'esercito contadino (cerna) con una guarnigione stabile. Con il venire meno il pericolo di incursioni, lentamente il suo ruolo difensivo decadde mentre avanzò quello religioso. Nel 1688 venne edificata, tra le rovine delle fortificazioni nella parte più elevata del villaggio, la parrocchia di San Floriano (Cappella Grande) che comprendeva anche il villaggio di Hrastovlje, Dol e Gračišče. Essa è visibile con il suo campanile fin dal basso. Nel paese esisteva, fino ad allora, solo l'antica chiesetta cimiteriale dedicata alla Santa Croce. Con l'avvento degli Asburgo su Trieste, quest'ultima divenne porto commerciale ed industriale della monarchia, trascinando nello sviluppo economico paesi come Kubed, la cui produzione agricola e foraggera aumentò considerevolmente. Di pari passo ebbe nuovo impulso l'aspetto culturale. Gli abitanti ricordano ancora il comizio del 7 agosto 1870, quando Franjo Ravnik risvegliò le coscienze popolari di sloveni e croati dell'Istria dando vita ad un sentimento patriottico in un momento di ristagno politico ("Questa terra è santa- Questa terra è nostra!"). Kubed ha dato i natali a Alojz Kocjančič, sacerdote e primo poeta istriano a scrivere in lingua slovena.

Vedute di Kubed, dei resti del castello e del suo bel territorio

 

  • Marezige

Questo paese, una manciata di abitanti, è costituito da un piccolo villaggio che si estende sulla collina sovrastante Vanganel, e nella parte settentrionale dei Colli Savrini (da cui provenivano le Savrinske, di cui abbiamo parlato nella sezione dedicata a Hrastovlje). Offre dei suggestivi affacci su mare, che non dista che pochi chilometri. E' noto principalmente per il Refosco, un vino locale, cui è dedicata dal 1972 una festa, la "Praznik Refoška", che conferisce all'intera regione un'importante nota economica, etnologica, gastronomica e culturale. Durante la festa vengono presentati e valutati i vini e si svolgono rappresentazioni di antichi usi e costumi. In novembre è molto sentita invece la festa di San Martino.

Nonostante sia piccolino,, vanta una lunga storia; Mazerige (Maresego in italiano) è citato come colonia (Curias Mareseghi) già nei primi elenchi del comune di Capodistria (Statuti del 1423). Nel XVIII secolo contava cinquanta case ma nel secolo seguente seppe dare impulso alla propria vita sociale e culturale da diventare comune autonomo (1898). Anche questo paese, come Kubed, divenne famoso come baluardo dell' "identità slovena". Nel 1910 aveva 3.128 abitanti. Il 15 maggio del 1921, durante le elezioni, ebbe luogo la "rivolta di Marezige" che rappresentò una ribellione contro la violenza del fascismo in Istria e la presa di coscienza dell'identità nazionale. Nel 1959 questa è divenuta la data della festa comunale; in quello stesso anno venne eretto un monumento ai caduti di quella resistenza e a quelli della II Guerra Mondiale. Lo si vede subito, entrando nel paese.

Nel cimitero del paese di trova la chiesetta di Santa Croce, la parrocchiale, che risale al IX secolo, ma si presenta in forme settecentesche. All'interno ha affreschi del XVI secolo (mal conservati), mentre tutto il restante apparato pittorico è del 1932 (artista capodistriano Ermenegildo de Troy). Il campanile è staccato dalla chiesa ed è alto 23,28 m ed è stato realizzato nel 1870.

Scorci di Marezige

Continuiamo i nostri due passi nella Slovenia misteriosa:

 

(continua-)

 

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                                                                                                    Settembre  2012