I misteri di Gradara
www.duepassinelmistero.com

 

TEMATICHE:

Aggiornamenti

Alchimia

Antiche Civiltà

Archeoastronomia

Architetture

Colonne e Nodi

Due passi nell'Italia nascosta

Due passi nei misteri esteri

Fenomeni Insoliti

Interviste

L'Uomo e Dio

Maestri Comacini

Medioevo e...

Mistero o Mito?

Personaggi

Simbolismo

Simbologia e Cultura Orientale

Storia e dintorni...

Templari "magazine

Ultimi Reports

UTILITY:

Archivio reports

Bacheca

Collaboratori

Extra sito

Libri del mese

Links amici

Ricerca veloce titoli per argomento

SERVIZI:

FORUM

Newsletter

Avvertenze/ disclaimer

 

 

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(di Marisa Uberti)

Apriamo questo nostro reportage di visita con il pannello che si trova nei locali del Museo Storico di Gradara(1), la cui cortesissima signora della biglietteria ci ha detto che si poteva fotografare ciò che si desiderava senza alcun problema.Di questo la ringraziamo, perchè la conoscenza deve essere divulgata e portata all'attenzione di tutti gli interessati.Nel Castello di Gradara, non si può fotografare e non c'è alcuna menzione di queste gallerie sotterranee, nessuna notizia utile, perciò tutto quello che abbiamo potuto ricavare si trova nel Museo Storico, fonte che diviene preziosa, lo si capisce. Esso è situato poco prima di giungere al Maniero, sulla salita che conduce ad esso, sulla destra. Riteniamo utile che i nostri lettori sappiano che c'è questa possibilità:prima di visitare il Castello, famoso soprattutto perchè vi si sarebbero compiute le 'gesta'dei due amanti per antonomasia, Paolo e Francesca (2), al tempo della Signoria dei Malatesta, fermatevi per una capatina nei locali di questo piccolo museo (ingresso 4 euro). Si potranno vedere alcuni strumenti di tortura usati nel Medioevo (ma anche ben oltre), la ricostruzione degli ambienti del castello (in miniatura), il mondo della tessitura e della civiltà contadina; gli episodi illustrati della tragedia di Paolo e Francesca e altre informazioni utili sui castelli esistenti o già scomparsi presenti nella zona ma, soprattutto, si può accedere all'unica delle dieci grotte che sono state individuate nel sottosuolo del territorio e che dipartono da...già da dove? In un primo momento abbiamo pensato "quasi certamente dal castello", che è situato nella parte più alta.Ma se è vero che gli ipogei risalgono al V secolo d.C., dovevano già essere stati scavati da secoli quando la Rocca fu eretta. I cunicoli -come avrete letto nel pannello che abbiamo riportato in apertura- non hanno ancora una adeguata spiegazione tecnica e una cronologia definita.Forse alcuni sono più antichi, altri coevi al castello (XIII sec.)? Per alcune gallerie,le distanze dal maniero sono notevoli. C'è un piccolo problema temporale:il 'castrum' di Gradara inizia ad essere menzionato dal 1182, ma gli ipogei risalirebbero a cinque o sei secoli prima, stante la datazione che abbiamo letto;inoltre se erano 'centri di eresie' (per riunioni segrete?) come accennato nel pannello, sono stati trovati indizi tangibili per supportare questa teoria? Sarebbe necessaria una chiarificazione da parte degli esperti e confidiamo di trovarla o di poterla ricevere. Tra l'altro i nostri lettori ricorderanno che anche a Cattolica, distante appena tre chilometri da Gradara, vi è una serie di gallerie ipogee, di cui avevamo parlato in un'apposita sezione (cfr. giugno 2005:Le misteriose gallerie ipogee di Cattolica).Ambienti sotterranei sembrano frequenti tra la Romagna sud-orientale e le Marche (vedasi ad esempio anche Sant'Arcangelo od Osimo,). Sembra che in questi territori la gente amasse molto vivere più sotto che...sopra! 

Prima di scendere nella galleria, la numero 10 (numerazione attribuita dagli studiosi) , l'unica aperta al pubblico, si legge un'indicazione:grotte del V-VI secolo d.C. Antichissime. Sicuramente reimpiegate in epoca successiva, come dimostrerebbe la loro lavorazione, piuttosto curata soprattutto nelle volte, la presenza di alcuni simboli, che non sono presenti in questa specifica grotta, ma che abbiamo potuto vedere sulle fotografie scattate dagli studiosi in altre grotte, ad esempio nella numero 1, che è anche la più vicina al castello,la quale mostra evidenti una stella a otto punte e una croce patente.Dettagli che potrebbero anche indicare una presenza Templare a Gradara. Vi sono anche dei graffiti, rilevati in un'altra galleria, come abbiamo potuto sapere sempre attraverso questa 'mostra didascalica' molto interessante presente nei locali del piccolo museo storico.

gra-06.jpg (30205 byte) Ingresso alla galleria sotterranea n.10

 

gra-04.jpg (31631 byte) Immagini dei particolari rinvenuti nella grotta n.1

 

gra-14.jpg (37595 byte) Particolare della stella a otto punte(galleria 1)

gra-33.jpg (34449 byte) e della croce patente (galleria 1).Sono situate entrambe, da quanto di evince, sulle volte.

Di seguito, le immagini scattate da noi  all'interno del cunicolo n.10, l'unico aperto alle visite del pubblico:E' costituito da un corridoio in discesa,su cui si aprono delle nicchie senza aperture ma con dei sedili.In fondo la galleria termina (almeno apparentemente)in una camera abbastanza vasta, di forma irregolare, su cui si aprono altre aperture, con porte, chiuse, che probabilmente conducono in altri ambienti.Parrebbe certo che questi locali fungessero da prigione all'epoca medievale. Mentre in origine?

 gra-07.jpg (55465 byte) gra-10.jpg (43879 byte) gra-09.jpg (47955 byte)

gra-08.jpg (44629 byte)  gra-11.jpg (45642 byte) gra-12.jpg (47085 byte) gra-13.jpg (72937 byte)

gra-15.jpg (55185 byte) Graffiti presenti in un'altra grotta e documentati dagli studiosi (immagine presente sui pannelli allestiti nel museo storico)

gra-16.jpg (33318 byte) Immagini di un'altra grotta.

Le gallerie sembrano possedere schemi distributivi diversificati  e i locali interni sembrano presentare variazioni anche notevoli tra loro.

.

                     gra-34.jpg (31713 byte) gra-35.jpg (29645 byte)

Sarebbe veramente interessante poterle visitare tutte, documentandone i simbolismi eventualmente presenti, il materiale che è stato probabilmente ritrovato, insomma, avere un quadro più easuriente della situazione.Da chi sono state realizzate e perchè? Che uso se ne faceva? E fino a quando sono state utilizzate? Furono dimenticate e solo recentemente riscoperte? Ogni castello che ' si rispetti'  era dotato di 'vie di fuga', come è noto; questo faceva parte della strategia stessa della vita di un fortilizio:in caso di necessità, si poteva fuggire attraverso passaggi sotterranei e raggiungere le sponde dei fiumi, il mare, oppure altri castelli vicini, o luoghi sicuri di rifugio.Ma perchè sedici gallerie? Sono un numero enorme.Dieci sono ancora 'agibili' - s'è detto- e anche dieci gallerie sotterranee sono tante:forse alcune erano 'false vie di fuga'? Per chi,non conoscendo la pianta del castello, poteva rimanere 'fregato' da una mossa azzardata, tentare di fuggire per una delle botole presenti (e ben evidenti ancora oggi) nelle stanze del maniero,sperare di raggiungere la libertà e ritrovarsi invece intrappolato in una delle segrete,che non portava da nessuna parte...Chissà cosa successe in questi antri bui...

Uscendo dal Museo Storico, siamo ancora pensosi e comunque molto entusiasti di aver potuto vedere un ambiente 'insolito' e di cui conoscevamo poco o nulla.Ora la nostra curiosità è alle stelle ma al castello resteremo delusi:non c'è nulla che faccia conoscere maggiormente questi ambienti sotterranei! Comunque una visita è d'obbligo e non perchè la leggenda dei due amanti clandestini rintuzzi romanticismi d'altri tempi, ma perchè il castello di Gradara è una splendida opera architettonica, frutto di un restauro molto accurato, che l'ha riportato agli antichi splendori. Gradara è un centro medievale incantevole, situato nella provincia di Pesaro-Urbino,accoccolato tra il mare e la collina.

 

gra-01.jpg (94707 byte) Ingresso al borgo medievale di Gradara:Porta Firau. Le mura che lo circondano risalgono al 1300 e proseguono fino alla Rocca(o Castello)

gra-02.jpg (75505 byte) Residui di affreschi policromi(dettaglio) sotto l'arco della Porta Firau

Mascherone (uomo verde?) con iscrizione laterale, presente all'ingresso del Castello.

 

  

gra-19.jpg (67130 byte) Nel verde del fossato antecedente il maniero, si scorge un ingresso sotterraneo:forse conduce proprio ad una delle dieci gallerie ancora agibili di cui si parlava sopra.

 

gra-20.jpg (64671 byte) gra-21.jpg (51280 byte) Bellissimi scorci dell'antico maniero e del paesaggio in cui è immerso.

Il primo Castello o Rocca di cui si ha menzione risale al 1200;di quel periodo la storia è piuttosto avara di notizie, che cominciano a diventare un po' meno nebulose quando passò ai Malatesta, nel 1300.Di questa famiglia ci siamo già occupati,in questo sito,quando abbiamo parlato di uno dei suoi rappresentanti più illustri, Sigismondo, che ha un busto dedicatorio anche qui fuori dalla porta Firau e che all'interno delle sale della rocca di Gradara ha lasciato molti suoi 'simboli' araldici e non, tra cui l'immancabile SI

                                         gra-26.jpg (31038 byte)

sul quale pendono ancora significati incerti (seppure la guida di Gradara dica con certezza che significano Sigismondo e Isotta, la sua amata sposa).La sigla è onnipresente anche nel Tempio Malatestiano di Rimini, in cui appare anche 'al rovescio', come in uno specchio, ad aumentare la valenza misteriosa di queste iniziali.A dire il vero, questo monogramma di Gradara appare più un rimando al Caduceo di Mercurio che a due semplici lettere dell'alfabeto!

 

gra-22.jpg (86989 byte) Ingresso della Rocca(ponte levatoio)

 gra-23.jpg (100860 byte) Vasca (malconcia)per la raccolta dell'acqua (fossato)

Il percorso di visita comprende vari ambienti:- il cortile d'ingresso, con interessanti reperti all'aperto da osservare; -la camera della tortura, dove c'è una lugubre fossa coperta da una grata, in cui si immagazzinava l'acqua piovana.Durante scavi settecenteschi pare sia stato ritrovato il cadavere di un cavaliere, ancora con la sua armatura e legato con una catena sul fondo. Brividi!

gra-24.jpg (28272 byte)

gra-25.jpg (34404 byte) Alcuni 'strumenti'nella camera suddetta

Proseguendo la visita, si accede alle stanze 'padronali', con arredamenti per la maggior parte non originali;-la sala della Giustizia, detta anche “sala del tribunale”, dove si celebravano le udienze e chi era ritenuto colpevole poteva raggiungere la camera di tortura direttamente...Infatti qui era ed è ancora collocato un condotto a sezione quadrangolare, molto ripido, con lame che uscivano dalle pareti, che conduceva diritto nella camera delle torture.In quali condizioni ci arrivasse il malcapitato, in detta camera di destinazione, è tutto da intuire...! Dopo un percorso tra lame taglienti...Comunque gli speleologi dicono che con autorizzazioni, imbrago e la consona attrezzatura si potrebbero filmare e documentare le lame ancora infisse.

Di aspetto sicuramente più tranquillizzante è la Sala del Consiglio; e poi la camera di Francesca, la più ambita dal pubblico! Della triste storia di Paolo e Francesca abbiamo parlato nella sezione relativa ai Malatesta. Dante Alighieri citò le gesta dei due amanti nel Canto V dell' Inferno nella Divina Commedia. Oggi si vede solo una camera arredata con la sua bella botola sul pavimento, da cui si narra che Paolo fosse fuggito quando lui e la sua amata furono sorpresi dal marito di lei, Gianciotto. Francesca rimase uccisa per salvare la vita di Paolo, la cui fuga sarebbe comunque stata breve, perchè sarebbe stato catturato (forse quella era una delle gallerie 'cieche'che non portavano da nessuna parte?!) e ucciso a sua volta dagli uomini di Gianciotto Malatesta, che pure era suo fratello. 

Interessante è la Cappella, al pianterreno, dove c'è il cortile.Oltre ad una bella maiolica attribuita ad Andrea della Robbia o alla sua Scuola, abbiamo avuto una sorpresa:due delle colonnine che reggono l'altare presentano una serie di nodi a mezza altezza!

gra-29.jpg (68188 byte) gra-30.jpg (44385 byte)

I capitelli di dette colonnine sono istoriati con motivi di intreccio, fito e zoomorfi e ricordano l'arte longobarda, poi ripresa nel medioevo dai Comacini.Sollevando la tela che ricopre l'altare, abbiamo visto una croce inscritta in un cerchio, ma il manufatto non sappiamo a quale epoca risalga, se sia copia recente di un originale antico.Certo è che queste colonnine 'annodate' sono molto curiose e nel nostro censimento relativo alle colonne ofitiche non avevamo ancora annoverato simili esemplari.Chi cerca...trova.

La Rocca di Gradara fu proprietà anche della famiglia Sforza, dei Della Rovere, dei Farnese (3).

Uscendo dal Castello, su una panca di pietra che si trova a destra, abbiamo creduto di rintracciare la 'sagoma' di una triplice cinta, che-se lo fosse- appare comunque quasi indistinguibile. Proponiamo sia un'immagine del graffito così come si trova sulla panca, sia una nostra 'ricostruzione grafica' delle parti che si possono distinguere.Al lettore sagace un parere.E' o non è una t.c.? 

 

gra-32.jpg (69451 byte)      gra-31.jpg (49064 byte)

Dulcis in fundo, una visita alla chiesa parrocchiale attigua alla Rocca si impone.Lo stile attuale è quello conferitole da un restauro settecentesco. All'interno vi è un Crocefisso ligneo scolpito da Fra Innocenzo da Petralia(1591-1648) che colpisce perchè presenta tre 'diverse espressioni del S.Volto', a seconda che ci si posizioni a destra, al centro o alla sinistra del manufatto (seguire le postazioni indicate nella chiesa e vedrete) e che corrispondono 'prodigiosamente' alle tre ultime fasi della Passione:Il Cristo sofferente, agonizzante e morto.

Sul muro controlaterale, cogliamo un'immagine emblematica:

Prima di imboccare Porta Firau per uscire dal borgo, tutto invaso da negozietti e botteghe tipiche, molto caratteristiche, è consigliabile un bel giro lungo il camminamento di Ronda, per assaporare quell'atmosfera medievale carica di storia e mistero che ammanta questi fortilizi.

I nostri due passi nel mistero anche qui possono dirsi conclusi, per questa volta. Chissà magari prossimamente ritorneremo qui e troveremo delle novità. Perchè lo scopo della Ricerca è di non fermarsi mai e aggiungere sempre un granello di sapere alla nostra conoscenza.

         

Note:

1)- http://www.gradara.com/museo/

2)- http://www.gradara-medievale.com/ci/3197.aspx

3)- http://www.gradara-medievale.com


Sezioni correlate in questo sito:
Italia da conoscere

    

  www.duepassinelmistero.com                                                             Avvertenze/Disclaimer

                                                                       giugno 2007