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                 Korcula

              ( pagina collegata al 'Tour Croazia 2009') 

(di Marisa Uberti)

 

                La vera patria di Marco Polo?

La città appartiene alla contea Dubrovačko-Neretvanska, come tutta l'isola di  Korčula, che è situata nell'arcipelago di Dubrovnik, nella Dalmazia meridionale. La topografia della città di Curzola (come si appella in italiano, e di italiano ha in verità molto, essendo stata governata dalla Repubblica Veneta per alcuni secoli) è un modello assolutamente geniale, a 'lisca di pesce': da un asse mediano, dove prospettano i maggiori edifici cittadini, si dipartono a distanze quasi regolari i vicoli e tutte le strade sono state orientate in maniera tale da essere al riparo dal vento e dal sole! Ma ciò non stupisce se si pensa che architetti e maestri della pietra erano qui -per così dire- di casa: vi si era sviluppato infatti un fiorentissimo artigianato del taglio delle pietre per necessità della Repubblica di Dubrovnik, fatto che ha avuto un grande influsso nella costruzione e decorazione della città. Nel XIII secolo è già fortificata e di quelle mura resta ancora qualcosa, ma soprattutto è ben chiara la riedificazione quattrocentesca, con le torri circolari o quadrate, i bastioni e le due porte: quella di terra e quella di mare. La prima, la Kopnena vrata, è il principale ingresso nel nucleo storico mentre dalla seconda, la Morska vrata, generalmente si esce, essendo situata dalla parte opposta. La porta di terra è preceduta da una scenografica scalinata sulla quale non v'è turista che non si faccia immortalare per una foto-ricordo; oltrepassata la porta, sormontata dalla Veliki Revelin (torre quadrata merlata), ci ritroviamo in trg Antuna i Stjpana, la piazza dove prospettano il municipio, la piccola chiesa di San Michele e la Loggia Civica, strutturata sul modello di quella già vista a Blato. E come là, anche qui abbiamo la piacevole sorpresa di imbatterci in numerose incisioni di triplici cinte e alquerque! Sui muretti della Loggia se ne incontrano immediatamente due, di questi ultimi, in buonissimo stato di conservazione, mentre altri esemplari e una triplice cinta sono per metà scomparsi poichè la lastra su cui erano stati incisi è stata sostituita con una nuova (la fine di tanti tavolieri o simboli che essi incarnino). Vi sono esemplari perfino sul sedile addossato alla parete centrale, dietro un supposto 'altare' che sta nell'interno della Loggia stessa.

E' significativo aggiungere che non sono i soli esemplari che abbiamo trovato:la città ne è praticamente piena.

 Proseguendo infatti lungo l'asse principale- non disdegnando di ammirare e conoscere i numerosi Palazzi ed edifici che vi si affacciano per tutta la sua lunghezza-  ci si ritrova nella piazza della cattedrale, nel punto più alto dell'abitato, dove -su una deliziosa panchina finemente decorata- il nostro occhio attento e allenato ha scorto (in un raro momento in cui il sedile era fortunosamente libero) altre due triplici cinte, se non tre (ma si vedono appena).

 La piazza della cattedrale è un gioiello: vi si affacciano alcuni bei palazzi in pietra bianca ma sicuramente la maggiore attenzione l'hanno catturata le colonne annodate poste ai lati del portale della cattedrale di San Marco! Qui, in questo punto remoto della Croazia, scovarne due è stato più di un terno al lotto, per noi! Assolutamente inedite e sicuramente...italiane, poichè l'autore del portale è documentatamente un Bonino da Milano (che noi riteniamo appartenere alla gloriosa stirpe dei Maestri Comacini).

L'esterno dell'edificio è magnifico: simbologie ammiccano da ogni lunetta, capitello e portale che si osservi, perfino ogni blocco di pietra pare voler raccontare una storia fatta di vicende secolari (chè questa è l'ultima faccia di una zona di culto assai più antica). Senza volerci dilungare, si noti all'interno, un'icona mariana di provenienza cretese, che è stata spostata qui dall'isoletta di Badija.Una Madonna con Bambino dal volto bruno che ci parla di culti orientali e bizantini, di un medioevo che da Korcula è transitato e ha lasciato numerose tracce, mescolando oriente e occidente, Venezia con Bisanzio, Comacini con maestri locali, Crociate e pellegrini, prima che il 'nuovo' prendesse possesso del resto della città, lasciando però come immutato il nucleo medievale.

Il 1 maggio di ogni anno, sulla piazza della cattedrale, si svolge il Festival di danze cavalleresche, tra cui spicca la Moreška, una danza con le spade che precedeva la bataglia e che un tempo, era abituale in tutto il Mediterraneo, mentre oggi viene rappresentata regolarmente soltanto in un unica città al mondo:Korcula appunto! Questa tradizione si mantiene viva da ben quattro secoli ed è ancora oggi il simbolo curzolano più conosciuto al mondo. Abbiamo visto nella sezione collegata, come a Blato si tenga invece la danza della Kumpanija.

Pochi passi più avanti, discosta, c'è una chiesetta di modeste dimensioni, non molto curata:è dedicata a San Pietro (Sv.Petar), del 1300, con un portale eseguito da Bonino da Milano. All'interno, non ci sarebbe granchè da render conto se non fosse per la presenza di due esemplari di triplici cinte su una delle lastre tombali sul pavimento, ormai illeggibili. I due esemplari assumono qui un valore simbolico, misurando -almeno uno dei due- soltanto 1,5 cm di lato!

Ma di triplici cinte,come si ' detto,  la città è piena: basta andare sul lungo mare e sbirciare sulle lastre del parapetto, evitando magari l'ora di pranzo, quando i tavoli dei locali -disposti proprio a ridosso dei muretti- sono occupati dai turisti (che vi guarderanno attoniti e si chiederanno 'ma cosa stanno cercando, questi qui?')! Esemplari anche nei dintorni di altre chiese, nascosti magari sotto vasi da fiori posti da ignare sagre4stane che non sapevano che quel giorno, guarda caso, voi sareste passati di lì e, sempre per caso, avete notato una bella triplice cinta fare capolino sulla lastra occupata dalla sua pianta ornamentale!

Un bell'esemplare, contrassegnato da fori a ciascun incrocio, si trova sulla panca destra della curiosa chiesa di San Nicola, fondata dai domenicani nel XV sec., insieme all'annesso convento. Sorge su un promontorio sul mare, all'estremità meridionale dell'abitato, ed è dotata di due facciate quasi gemelle, sebbene si noti che non sono uguali affatto. Ha due ingressi, due porte, due rosoncini superior e due inferiori (totale 4), probabilmente frutto di rimaneggiamenti barocchi. L'interno infatti non conserva praticamente nulla di medievale.

Il mistero dei Polo

Ed eccoci giunti al cospetto di un'abitazione che del misterioso l'ha veramente: la casa-museo di Marco Polo! E' un edificio caratteristico di aspetto gotico, che ha l'ingresso da una stretta via laterale, poco oltre la cattedrale, girando a destra e ben riconoscibile per stendardi rossi che la segnalano. Il cortile è particolarmente suggestivo e si assiste anche a comiche scenette con gli italiani, che prima di firmare il registro delle presenze, commentano ironicamente che Marco Polo è 'nostro', ovvero veneziano! L'edificio è piacevole a vedersi, in origine doveva essere veramente bello e ricco, mentre oggi alcune parti sono distrutte. Un' irta scaletta immette in una torretta, che è la sede- praticamente- della visita. Si paga un modesto biglietto d'ingresso e si può salire al secondo piano, dove sono collocati, alle pareti, dei 'reperti':si tratta più che altro di stampe della città all'epoca di Marco Polo, riproduzioni del suo 'Milione' il quale, secondo le didascalie relative, avrebbe consultato anche il grande navigatore Cristoforo Colombo (che in quanto ad enigmi non scherza!) per preparare il suo viaggio alla scoperta delle 'Indie'. Interessante potrebbe essere una pergamena, che si dice attesti l'origine della famiglia Polo proprio dalla città di Korcula. Secondo documenti veneziani e dell'Archivio di Korcula (dicono gli isolani)  Marco Polo sarebbe nato qui; la continuità del cognome, poi, lo confermerebbe (varianti: Polo, Depolo, Dupolo). I locali sono talmente affezionati a questo personaggio, considerato loro 'figlio', che ogni anno rievocano il suo ritorno dalla Cina con una festa che si svolge il 29 e il 30 maggio. In quell'occasione vie e piazze si adornano di fiori, mentre l'illuminazione pubblica viene sostituita alla luce tremolante delle fiaccole, come usava nel Medioevo. Gli abitanti attendono l'arrivo di Marco Polo nel tardo pomeriggio, quando la nave entra a vele spiegate nel porto cittadino. Sceso il novello esploratore, impersonato da un figurante, in un'atmosfera solenne viene accolto da un corteo in costume e dalla Guardia Civica, che lo scorta fino alle porte della città. La manifestazione termina con una gran festa per le vie del centro e con una sagra dove sono rappresentati mestieri artigianali antichi come quello dello scalpellino e del conio delle monete.

Per la cronaca, storicamente, Marco Polo sarebbe invece nato a Venezia il 15 settembre 1254 e qui vi sarebbe morto, l'8 gennaio 1324. Alcuni critici sostengono però che la sua famiglia di origine provenisse da Sebenico(vedi ad esempio http://www.italialibri.net/autori/polom.html). Dopo il suo ritorno nella città dalla Cina (dove -come è noto- sarebbe stato al servizio del Gran Khan), lo ritroviamo -tra alterne vicende -al largo della costa di Korcula (secondo alcuni biografi), dove il 7 settembre 1298 venne catturato dai Genovesi - in lotta coi Veneziani per il potere marittimo- e imprigionato nel palazzo di san Giorgio a Genova. In cattività avrebbe conosciuto Rustichello da Pisa che, raccogliendo le sue memorie di viaggio, diede origine al celeberrimo libro che ci è noto come 'Il Milione'.

Ci sorge una domanda. Forse, chissà, anche Marco Polo avrà giocato al 'filetto', alias triplice cinta? E magari anche con l'alquerque (l'arabo el-qrqt), visto che una capatina in Terrasanta (tra Mori e Crociati) i Polo la fecero sicuramente e pare che siano partiti, per giunta, da san Giovanni d'Acri alla volta della Cina. I Crociati inoltre, che si dice abbiano introdotto (o reintrodotto)i tavolieri nell'Europa cristiana, erano di casa un po' ovunque a quei tempi, per ragioni difensive, commerciali, economiche nonchè religiose. Sicuramente un caso ma se Curzola ne è piena, e la Dalmazia ne è piena, Venezia non lo è da meno e perfino l'Oriente visitato da Marco Polo ha esemplari significativi, su quella stessa Via della Seta da lui percorsa. Per non dire della presenza di tavolieri incisi anche nelle prigioni di palazzo San Giorgio a Genova, calcate da numerosi prigionieri. Non possiamo certo affermare che tutte le triplici cinte che abbiamo trovato in Dalmazia risalgano alla sua epoca, ma senza dubbio ricalcano una memoria che proviene da lontano e che non è mai stata dimenticata.


 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                          Per ulteriori informazioni su Curzola  vistare il sito ufficiale: www.korcula.hr oppure www.korkula.net

Sezioni correlate in questo sito:

Tour Croazia 2009
Bibliografia Croazia

(Autrice:Marisa Uberti. Per acquisire articolo e immagini è richiesta la preventiva comunicazione alla stessa con la specificazione della destinazione in internet e/o cartaceo e la citazione per esteso della fonte originaria. Senza il permesso dell'autrice questa pagina non può essere riprodotta indiscriminatamente).

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                                                                          Ottobre '09