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Venezia insolita

                                                                 (di Marisa Uberti)
Come dice il titolo, visiteremo il capoluogo di regione veneto facendo i nostri consueti 'due passi' negli angoli meno noti, quelli dove la massa non si dirige generalmente mai o perlomeno assai di meno che negli affollatissimi altri luoghi di richiamo internazionale (come la basilica di San Marco, Rialto, ed altro). Perchè ci sono perle, a Venezia, che è interessante conoscere e gustarsi in tutta tranquillità.

Due passi lungo i sestieri e cose insolite

S. Croce (in questa pagina)
S. Polo (in questa pagina)
S. Marco
Dorsoduro
Castello
Cannaregio

I quartieri in cui è suddivisa la città lagunare, adagiata interamente sull'acqua, si chiamano sestieri e sono appunto sei: Cannaregio, Castello, Dorsoduro, Santa Croce, San Marco, San Polo (e la Giudecca). Se si guarda il davanti di una gondola, si noteranno sei 'denti' di ferro (la tipica decorazione anteriore di queste imbarcazioni) più uno posteriormente: si tratta di un riferimento simbolico ai sei sestieri  e all'isola della Giudecca. Ma non solo: il dente posteriore ha forma di S che ricalca quella del Canal Grande e l'ampia voluta superiore indica sia il Bacino San Marco che l'antico copricapo del Doge( il Corno Ducale). Tutto questo su una gondola, lo pensavate? Noi lo abbiamo appreso da poco!

Ciascun sestiere ha il proprio fascino, la propria storia, i propri santi, i propri edifici che lo caratterizza. Generalmente si arriva a Venezia o con l'auto (piazzale Roma, di solito) o con il treno (stazione di Santa Lucia). Dopodichè si è a piedi perchè la città sorge su un insieme di isole collegate da canali e nessun automezzo vi può circolare. Nonostante tutto, il livello d'inquinamento, purtroppo, è molto alto, secondo le statistiche. Macchina, treno oppure nave, scendiamo nell'area più frenetica della città, di grandi movimenti umani e di mezzi. Traghetti, gondole, taxi d'acqua ci attendono sul Canal Grande appena messo il naso fuori dai veicoli di terraferma. Il nuovo ponte (della Costituzione, del 2008) costruito dall'architetto spagnolo Calatrava ci saluta. Optare per addentrarsi a piedi nella 'metropoli' è scontato; ci sarà tempo per imbarcarsi, magari quando le gambe non reggono più i molti chilometri che si devono compiere da un sestiere all'altro!

                                                                  

Cominciamo la visita rimanendo nei dintorni, nel sestiere di Santa Croce, che troviamo attraversando il ponte a destra della stazione ferroviaria. Esso trae il nome da un antico convento femminile, in cui si è venerata per secoli una reliquia importantissima, il Santo Chiodo della croce di Cristo. Stando alla tradizione, un anonimo pellegrino avrebbe bussato una notte del 1262 al portone delle suore, consegnando loro un piccolo scrigno da conservare, ed un misterioso anello, dicendo che avrebbero dovuto consegnarli all'unica persona che possedeva un anello identico e che presto o tardi si sarebbe presentata a loro. Ma trascorsi ben tre secoli, nessuno era ancora venuto a reclamare il cofanetto e la badessa del monastero decise di aprirlo, anche perchè lo stesso aveva rischiato di essere disperso da un'alta marea inaudita (ma miracolosamente restò incolume). All'interno dello scrigno giaceva il chiodo accompagnato da una pergamena che chiariva la sua provenienza: si trattava di uno dei chiodi con cui Gesù era stato crocifisso, e che il re di Francia Luigi IX (san Luigi) era riuscito a recuperare e mettere in salvo durante le Crociate. Non è escluso che fu un Cavaliere Templare a portarlo dalle suore di Venezia nel 1262... Dal 1830 la reliquia è conservata in una cappella nella chiesa di san Pantalon (sestiere Dorsoduro).Questa traslazione si deve al fatto che la chiesa di S. Croce(che era annessa al convento)  non esiste più, poichè fu abbattuta ai primi dell' Ottocento e al suo posto oggi sorgono i giardini di Papadopoli. Del monastero, che era in posizione strategica ed occupava un'area piuttosto vasta (anche dove oggi c'è in ponte di Calatrava!), restano pochi frammenti di mura, inglobati nell'Hotel Santa Chiara.

Vicino al ponte di Santa Croce si può vedere, incassata in un angolo di un muro di cinta, una colonna con un capitello greco scolpito, sul quale (nascosta nella parte più interna) vi è una croce patente. Stando ad alcuni storici, proprio su questa colonna venivano torturati i condannati a morte...

                                         

                                       

Senza spostarci di molto, raggiungiamo Campo dei Tolentini, dietro i Giardini di Papadopoli e vicino a piazzale Roma. Qui si erge un maestoso edificio dalla facciata neoclassica, con colonne corinzie scanalate che la fanno somigliare ad un tempio classico greco-romano: è la ex chiesa di San Nicola da Tolentino (o dei Tolentini) che oggi è sede della Facoltà universitaria di Architettura. Nella facciata è incastonata una palla di cannone che si abbattè sulla cupola (scomparsa), cadendo davanti all'altare maggiore, durante un attacco austriaco del 1849. All'interno si trovano tutt'ora dipinti notevoli e la tomba di un doge, Francesco Morosini. Aggirandosi per deliziose e vuote 'calli', mentre tutti i turisti rincorrono i percorsi per Rialto o San Marco, ci imbattiamo in scorci notevoli, come quello della grande cupola di Simone Piccolo (chiesa attualmente in restauro); a poca distanza c'è la chiesa di San Simone Grande ma il nome è solo un inganno!La prima è infatti di dimensioni maggiori della seconda...Dalle Fondamenta di San Simon Piccolo, che affacciano sul Canal Grande, si ammira il Ponte degli Scalzi, che conduce dall'altra parte, nella chiesa omonima, assai scenografica e valevole di ingresso.

Ma noi restiamo da questo lato e proseguiamo la visita sulla Riva di Biasio, che pure affaccia sul mare, perchè vogliamo curiosare tra le ombre di una macabra leggenda che risale al XVI secolo. Si narra che qui vi fosse una locanda in cui un oste di nome Biasio, per l'appunto, era diventato famoso per una specialità culinaria a base di carne:lo sguazeto, di cui tutti andavano pazzi. Ma un giorno venne ritrovata una falange umana nel piatto di un cliente e Biasio dovette confessare di usare carne... di fanciulli, non si sa bene come procurati. Biasio, dopo che gli vennero mozzate le mani e dopo atroci torture, fu decapitato in p.zza San Marco tra le due colonne, mentre casa e bottega furono rase al suolo. Ma vicino alla sua abitazione pare sia stata incassata una testa mozza per ricordare l'avvenimento. Ed è vero! L'abbiamo vista, anche se la chiesa su cui si trova è quella di San Giovanni Decollato (localmente San Zan Degolà), il Battista, per intenderci, e sappiamo come morì...

                                        

                                             

Il Canal Grande (o Canalasso per i locali) è la via d'acqua più importante della città di Venezia ed è lunga tre km e ottocento metri, larga tra 30 e 70 m e profonda 5, 2 m. Divide la città stessa in due parti formando due grandi anse ed assumendo la forma di una S inversa. Lungo di esso sono sorti circa duecento palazzi dell'antica nobiltà, eretti tra il 1100 e il 1700, tra cui spiccano sicuramente quelli in stile gotico. Secondo una filosofia orientale, questo enorme serpente d'acqua avrebbe in sè zone positive e negative. I seguaci del 'feng-shui', infatti, ritengono che sia di fondamentale importanza dove si costruiscono le abitazioni per viverci. Una 'energia negativa' potrebbe compromettere seriamente la serenità degli occupanti! Vero o no, è risaputo che nel Palazzo Dario, o Cà Dario, siano accaduti ai proprietari dei fatti non proprio lieti, o forse si tratta solo di coincidenze? Cosa curiosa è che a Venezia non c'è una sola Cà Dario! Il Palazzo Dario sorge nel sestiere Dorsoduro, tra il Ponte dell'Accademia e la basilica della Salute, quasi alla 'coda' di questo ipotetico 'serpentone', mentre una Residenza Cà Dario (una dimora del XVI-XVII sec.)è situata nel sestiere Santa Croce.In quanto a suggestione non deficita, a dire il vero, nemmeno questo edificio, per quanto interessante, con numerosi 'faccioni' sporgenti e affacciati su uno dei canali. Sarà per scongiurare qualsiasi cosa che sulla facciata in corte è stato apposto un bel crocefisso?

                              

Il sestiere Santa Croce e San Polo (così appellato per la presenza della chiesa di San Paolo Evangelista) sono stati storicamente una cosa sola, e la zona era denominata 'Luprie'. Conteneva le saline della città e chi aveva il sale, si dice, aveva i soldi. Oggi a nord-ovest c'è S. Croce, a sud Dorsoduro, a est San Marco, cui è collegato dal famoso Ponte di Rialto. Sul suo perimetro è bagnato dal Canal Grande e all'interno vi si snodano calle, campi (piazze) e canali. Addentrandoci nell'intricato labirinto giungiamo alla chiesa di San Giacomo dall'Orio, una delle più antiche della città, risalendo almeno al IX secolo (rifatta nel XIII). Conserva dipinti di importanti artisti come Paolo Veronese, Lorenzo Lotto e Palma il Giovane. Altre chiese sono d'obbligo da visitare: straordinaria S. Maria Gloriosa dei Frari, gotica e solenne. Eretta dai Francescani nel XIII secolo su un edificio precedente, contiene molti sepolcri illustri e opere d'arte. La sua parte posteriore dà su Campo San Rocco, dal quale si vedono le sue imponenti absidi, scandite da una serie di croci patenti. Nel suddetto Campo trovano posto, in una bella scenografia, la chiesa di San Rocco e la Scuola omonima. Le 'Scuole' (vicina è anche quella di San Giovanni Evangelista) sono dei musei dove si raccolgono opere d'arte di vario tipo (sculture, tele, marmi, etc.). In quella di San Rocco trovano posto oltre 50 dipinti del Tintoretto, che qui lavorò per venticinque anni. All'esterno del maestoso edificio, sui sedili di pietra addossati ad esso, si trova una triplice cinta e, accanto, un altro graffito dubbio.

                              

Già che siamo qui, facciamo una visitina alla chiesa di San Pantalon (sebbene sia già nel sestiere Dorsoduro), quella dov'è custodito il Santo Chiodo di cui dicevamo poc'anzi). E' poco rinomata ma vale la pena. Sul soffitto, all'interno, c'è un immenso dipinto ma non è- come si riterrebbe- un affresco bensì una tela, forse il più grande dipinto su tela del mondo. Ritrae un 'Martirio di San Pantalon' di Gian Antonio Fiumani, realizzata tra il1680 e il 1704. Moltissimi anni, al termine dei quali si narra che l'artista cadde dall'impalcatura e morì...mentre dava gli ultimi ritocchi. Cattiva sorte! Nella chiesa si conserva anche l'ultima opera del grande Paolo Veronese, del 1587, 'San Pantalon che risana un fanciullo', situata proprio nella cappella del Santo Chiodo.

Raggiungiamo un altro luogo imperdibile di questo sestiere: Campo San Polo, con la chiesa di San Paolo Evangelista e, poco oltre, S. Aponal (XI sec.), in una zona detta delle Carampane, in cui a partire dal 1360 venne autorizzata la presenza delle prostitute. Gli odierni nomi delle calli e dei canali risentono ancora di quel lontano passato. Ma come spesso accade, accanto al .. diavolo c'è sempre..l 'acquasanta e allora ecco che a breve distanza troviamo il Sottoportego della Madonna dove è necessario soffermarsi un po' di più perchè si trovano interessanti ed inequivocabili simbolismi Templari. Veramente già sulla facciata della maestosa chiesa (chiusa al culto) di S. Aponal (Apollinare) si nota una strana croce:

                                           

Proprio sotto l'insegna del detto Sottoportego, qualcosa di molto curioso e interessante attira la nostra attenzione. Anzitutto una croce templare scolpita in un ovale sullo stipite di sinistra e poi l'ingresso al vicolo, annunciato da una grande architrave in legno(messa nel 1830) su cui è scolpita una frase commemorativa di un episodio risalente al 1177, quando il papa Alessandro III si rifugiò segretamente a Venezia perchè inseguito da Federico Barbarossa, rimanendo nella città lagunare per sei mesi in incognito (fino a che si ristabilì la pace tra imperatore e pontefice). Si narra che la prima notte il papa si ritrovò a dormire.. per strada, e una scultura del papa che dorme è conservata, a ricordo, all'ingresso del vicolo, sulla sinistra, all'interno di una edicola mariana, protetta da inferriata. Ecco l'immagine del papa che dorme:

                                     

Sotto l'edicola una vistosa croce templare rosso vermiglio, ripetuta anche sul lato di sinistra, più nascosto. Ma qui pare che tali simboli siano recenti e che siano manifesti, anche se bisogna essere interessati per scovarli e documentarli. Sul soffitto della volta del portico troviamo il celebre motto "NON NOBIS DOMINE, NON NOBIS..." , una croce templare sempre rosso vermiglio, un beauceant, alcune frasi in latino e altre in un alfabeto che pare cifrato (non si capisce), una stampa antica, e altri simboli che consigliamo di soffermarsi a osservare. Una data recente sul lato sinistro dell'edicola conferma che dei probabili 'Templari moderni' (qualche Ordine esistente che si rifaccia alla loro Regola), continua a portare omaggio a questa icona e alla Madonna. Ma perchè proprio qui? Forse è qui che Alessandro III si trovò a rifugiarsi ma c'è da dubitare che dormisse veramente per strada poichè a Venezia i Templari dovevano sicuramente avere una Casa (di cui si ha notizia a partire dal 1187 in documenti, ma poteva già esistere).

           

          

                                                                

La leggenda narra che fu il doge Sebastiano Ziani ad intercedere in favore del pontefice presso il Barbarossa e il papa, per ricambiare il favore, gli fece dono di un anello concedendo alla città di sposare il mare, con cui simbolicamente si annunciava il dominio sui mari. La cerimonia avveniva durante la festa della Sensa, nel giorno dell'Ascensione, in realtà da molto prima di questo episodio (intorno al Mille), per ricordare la conquista della Dalmazia da parte del doge Pietro II Orseolo.

In zona abbiamo trovato un altro luogo legato ad una leggenda, ma poco allegra. Si tratta delle Fondamenta della  Donna Onesta (chiedendo alle persone del posto, lo sanno indicare senza problemi). C'era una volta una bella veneziana sposata ad uno spadaio, cioè un artigiano che realizzava vari tipi di spade e pugnali. Con la scusa di poterla vedere spesso, un tale Marchetto Rizzo commissionò all'uomo uno di questi pugnali ma, a lavoro finito, la bella signora non ne volle sapere di cedere alle lusinghe dell'audace corteggiatore che, in tutta risposta, la prese con la forza. Non reggendo all'affronto, la moglie dello spadaio prese il pugnale che il Rizzo aveva acquistato dal marito e si uccise, passando ai posteri per la sua onestà. Altre versioni danno descrizioni differenti, ad esempio si dice che la donna si chiamasse Onesta. Comunque sia, pare che in suo ricordo sia stata collocato un volto di donna scolpito sul muro della casa che fa angolo all'ingresso delle Fondamenta: sarà proprio la Donna Onesta? L'abbiamo trovata molto bella. Di fronte, la Locanda omonima e il ponte omonimo... quasi una persecuzione!

                                                        

Nel sestiere San Polo ammiriamo anche la quattrocentesca Casa Goldoni, dove nacque Carlo (1707), famoso commediografo veneziano. Oggi è stata trasformata in Museo del Teatro e delle memorie goldoniane.

Un altro luogo dove è molto probabile vi fosse un'assidua frequentazione di Cavalieri Templari è nell'area della chiesa di San Giacometto o di san Giacomo di Rialto, di fronte alla quale c'è un tronco di colonna dove si leggevano i Decreti della Repubblica; per raggiungere la sua sommità si può salire sulle scale addossate ad una statua, il rinomato Gobbo di Rialto(1541) che era oggetto di baci da parte dei malfattori che sotto le frustate percorrevano il tragitto che da San Marco qui li conduceva. E aveva termine la tortura! In seguito, nel 1545, questa tradizione poco felice venne spostata all'angolo con Ruga degli Orosei, in cui è ancora visibile una croce sormontata dal leone di San Marco.

forse la chiesa più antica della città, che abbiamo trovato chiusa. In questa zona, nel medioevo, si svolgeva la vita commerciale, centro nevralgico dell'economia veneziana; luogo di ritrovo dei mercanti che qui firmavano i loro contratti e qui si trovava il Banco Giro, la banca che permetteva la circolazione dei crediti, istituita fin dal XII secolo. E sappiamo che i Templari erano ottimi banchieri, precursori dell'assegno circolare... Vi ha sede tra l'altro anche il Palazzo dei Camerlenghi, i magistrati deputati a raccogliere i fondi per la Repubblica di Venezia. si svolgevano anche altri mercati, era (un po' come è ancora) il cuore pulsante della città, dove si nota il grosso movimento di persone, incessantemente.

Siamo giunti al cospetto del ponte più grande e famoso di Venezia: Rialto e ci ritroviamo in mezzo alla folla. Appena lo avremo attraversato, ci troveremo nel sestiere di San Marco, dirigeremo verso una una meta che per le nostre ricerche si prospetta appetibile, dove dovrebbero trovarsi diverse triplici cinte. E' il Palazzo delle Poste. Si, avete capito bene! Le poste italiane. Ma un tempo era qualcos'altro, ed esattamente era il Fondaco dei Tedeschi. Se ci seguirete scopriremo insieme cosa abbiamo trovato...

(continua - II parte)

 

Sezioni correlate in questo sito:

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Venezia:i misteri della laguna
Italia da conoscere

 

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                                                                              agosto '09