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                                                                        (di Marisa Uberti)

Arrivare all'Isola de La Maddalena è altamente inebriante. L'arcipelago omonimo si compone di oltre quaranta isole, quasi tutte disabitate, di cui sette sono considerate isole 'maggiori: La Maddalena, appunto, che è anche la più grande con i suoi 49,3 Kmq; Caprera, famosa perchè vi morì Giuseppe Garibaldi; Santo Stefano, Spargi, Budelli, Razzoli e Santa Maria. Questo arcipelago di terre emerse costituisce l'ultimo 'avanzo' di un territorio assai più vasto che un tempo(fine dell'ultima glaciazione) univa la Sardegna alla Corsica, creando un'unica distesa di terra. A separare le due regioni c'è oggi un braccio di mare noto come Bocche di Bonifacio. I romani chiamavano queste isole cuniculariae, cioè isole dei conigli.Ritrovamenti  archeologici hanno permesso di attestare i primi insediamenti umani al Neolitico.In queste 'oasi di pace' chi poteva stabilirsi in epoca medievale? Eremiti (oltre che pastori,allevatori e ...fuggiaschi) che per volontà di Papa Innocenzo IV , con Bolla del 12 ottobre 1243, vennero inquadrati nella regola di San Benedetto. Questi 'colonizzarono l'arcipelago fondando diversi monasteri di cui si conosce ancora poco, essendo quasi tutti o scomparsi o decaduti. L'arcipelago rimase semi-spopolato fino al XVII secolo.Non che oggi pulluli di abitanti, visto che solo la Maddalena si può dire che raccolga la gran parte della popolazione (e un fiume di turisti!).

Alla fine del 1600 arrivò sull'isola de La Maddalena la Marina Sarda, marina militare del Regno di Savoia, fondata dal barone Des Geneys. Vi fu impiantata una base navale. I militari non se ne andarono più. Divenne, alla fine del Regno, importante base militare italiana fino alla fine della seconda guerra mondiale. Una tradizione che si perpetua, dal momento che oggi vi ha sede la Scuola per Allievi Sottufficiali.

Prendendo il traghetto dalla bella cittadina di Palau, zona nord-orientale della Sardegna, in nemmeno venti minuti si è trasportati dall'altra parte, attraverso un tratto di mare blu cobalto, rimirando l'isola di S.Stefano a destra (dominata dal Forte di San Giorgio, 1773, uno dei tanti posti a difesa dell'arcipelago).E' consigliabile portarsi dietro l'automobile poichè l'isola ha un perimetro di oltre venti chilometri. Se si vuole arrivare fino a Caprera, inoltre, l'unica via possibile è farlo da qui, da La Maddalena, attraversando il quartiere Moneta e il Passo della Moneta, un ponte-diga panoramico che le unisce.

Sbarcati nel porto, ci si trova propriamente nella cittadina di La Maddalena, nei pressi del lungomare Amendola, costellato da palazzine ottocentesche.Ma dire quale sia il percorso migliore non tocca a noi, che l'abbiamo 'esplorata' troppo poco per poter dare suggerimenti. Come di consueto, a noi interessava fare i nostri 'due passi' sulle orme di Maddalena, visto che sapevamo esserci una chiesa a lei dedicata. Dopo averne seguito le tracce nella Francia del sud, non potevamo esimerci dal curiosare un po' in terra sarda, dato che c'eravamo... 

Anche perchè ci domandavamo perchè l'isola prenda il nome della Evangelica Maddalena: c'è qualche riferimento antico? Nelle leggende che accompagnano la sua vita terrena, e che abbiamo passato in rassegna quando appunto ci siamo dedicati alla sua presenza nella Francia meridionale, non avevamo trovato un riferimento alla Sardegna, quale ipotetico luogo di sosta prima di sbarcare in Provenza. Inoltre, si sa che è dal 1570 che l'arcipelago ha questo nome, perchè in documenti precedenti (medievali) non lo possedeva ancora. Fu Gianfrancesco Fara a tramandare per primo questo toponimo, nella sua "Chorographia Sardiniae", citandone il termine in latino, ovviamente, Magdalena insula. Ma nel Vocabolario Sardo Geografico patronimico ed etimologico redatto dal Canonico Giovanni Spano nel 1872, alla voce 'Sa Maddalena (la Maddalena) egli scrisse:" Villaggio ed isola La Maddalena. Madeleninu dicesi anche insulanu come gli abitanti di Carloforte.Nel paese si ha per tradizione che S.Maria Maddalena, dopo la morte di Cristo, sia passata e dimorata in quest'isola e per ciò sia stata così appellata(l'isola)'.

Dunque per 'tradizione' la gente del posto si tramandava una 'leggenda' che derivava probabilmente dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze o da Varagine, che aveva conosciuto nel Medioevo una enorme diffusione. Si può ipotizzare che sull'isola de La Maddalena ci potesse essere un luogo di culto molto antico a lei dedicato. Infatti si è sempre creduto che la prima chiesetta intitolata a S.Maria Maddalena, prima parrocchia ufficiale dedicata in seguito alla SS.Trinità, risalente al 1767 fosse la più antica, ma a quanto pare c'è spazio per ritenere che una cappella maddaleniana vi sorgesse già in epoche precedenti.Cappella di cui si erano perse le tracce (chissà perchè?) già ai tempi di quando il Fara scriveva(XVI secolo). Nei meandri della tradizione leggendaria, in cui tutto si mescola, si è anche azzardato che l'isola sulla quale si sarebbero svolti i fatti del 'miracolo del principe di Marsiglia' fosse appunto La Maddalena.Per leggere il brano de La Legenda Aurea relativo a questo episodio, cliccare qui. Curioso è che anche qui, come in Provenza, furono i benedettini i primi a prendere la primitiva gestione di questo culto ( a Saint Maximin furono poi 'scalzati' dai Domenicani per ordine di Carlo II d'Angiò), poichè a loro risalgono i primi monasteri dell'arcipelago.

Maddalena è la patrona dell'isola e viene solennemente festeggiata il 22 luglio, con una processione di barche in cui si trasporta la statua sul mare, alla presenza del vescovo e con un finale di giochi pirotecnici.La gente arriva anche da molto lontano per assistere.Le chiese sul territorio sardo dedicate alla Santa sono ventiquattro (stima http://www.santamariamaddalena.net/cultoinsardegna/sardegna.html).

Con l'occasione di visitare la chiesa parrocchiale (del 1780) abbiamo ovviamente ammirato il paesaggio, le varie 'calette' e cale che si susseguono lungo la costa. Il mare cambia spesso le sue tonalità, gli occhi si perdono tra l'azzurro del mare e quello del cielo; le case sono variopinte e i balconi sono adornati di fioriere che ricordano delle tele d'artista. Abbiamo inserito immagini relative al paesaggio nella sezione 'panorami 3'.

Il centro dll'abitato è Piazza Garibaldi, dominata dal monumento al Generale e con bella pavimentazione in granito.Qui prospetta anche il Municipio. 

                                                                madd-07.jpg (46475 byte) 

 

Una lapide su un edificio ricorda un fatto storico e anche noi lo vogliamo ricordare, perchè l'eroismo dei singoli individui -anonimi per molti- venga sempre mantenuto vivo nella memoria.

                                      

La chiesa della Maddalena è settecentesca e presenta internamente uno stile barocco.

 

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Sopra il portale, nella lunetta, una lastra epigrafica dedicata alla titolare della Parrocchiale, Santa Maria Maddalena (appellata 'divae' cioè ' dea'.Avevamo trovato questa singolare dedicazione su una vetusta targa apposta sulla chiesa di S.Maria Maddalena ad Ossuccio (CO).

                     

 

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                   madd-05.jpg (51718 byte) Un bel dipinto di Noè Bordignon(1842-1920)

Sulla volta, campeggiano svariati fleur de lys o gigli di Francia.

La chiesa ha un attiguo museo, che sfortunatamente non abbiamo potuto visitare essendo lunedì (giorno di chiusura!), che raccoglie importanti documenti. Anzi, la parrocchiale è sede del Centro Studi e Documentazione su Santa Maria Maddalena, che ha un sito internet ben strutturato e periodicamente aggiornato, dove si può anche trovare un censimento sulle chiese italiane dedicate a Maddalena, divise per regioni geografiche e con il quale si può collaborare inviando informazioni o materiale inerente alle stesse. A questo sito ufficiale, pertanto, rimandiamo, per l'acquisizione di dati tecnici e artistici inerenti l'edificio.

E' curioso conoscere un retroscena relativo a questa chiesa, che doveva piacere molto al celebre Ammiraglio inglese Horatio Nelson (1758-1805).Tra il 1803 e il 1805 egli sostò più volte con la sua flotta nelle acque antistanti, che permettevano di controllare la flotta francese all' àncora nel porto di Tolone.La sua 'mitica' nave era la Victory.

Si dice che egli non fosse mai sceso a terra, ma aveva intrattenuto buoni rapporti con il Comandante del Porto, Agostino Millelire (forse un parente di quel Domenico Millelire elogiato nella targa sopra per le sue gesta eroiche del 1793?). Ci pare molto singolare il fatto che l'ammiraglio non pose mai piede a terra (anche se egli stesso ebbe modo di dirlo, sbarcando a Gibilterra il 20 luglio 1805) e ancor più che -senza averla mai vista- donasse alla chiesa di S.Maria Maddalena due candelieri e una croce d'argento (tutt'oggi conservati nel Museo Diocesano) in segno di 'stima e riconoscenza per l'ospitalità che le sue truppe avevano ricevuto'. Alla luce di documenti che solo dopo un secolo è stato possibile studiare, si è stabilito che in realtà i rapporti tra gli inglesi e gli isolani erano tutt'altro che facili (vedasi).

Il dono fu accompagnato da un breve messaggio datato 18 ottobre 1804 e fu fatto consegnare dal  cappellano anglicano della flotta, Rev. Alexander Scott. Pare anche strano che un incontro così importante, tra il reverendo inglese e il parroco di questa chiesa isolana, non potè mai avvenire perchè don Antonio Biancareddu in quel preciso frangente si trovava a Tempio Pausania! Non potevano mettersi preventivamente d'accordo? Sta di fatto che al suo ritorno, don Antonio si premurò di inviare una lettera di ringraziamento, a sua volta, datata 22 ottobre 1804 (quattro giorni dopo quella di Nelson), che oggi pare sia conservata al British Museum di Londra!  Naturalmente si celebrò una Messa solenne. (Il 21 ottobre 1805 l'ammiraglio Nelson andò incontro al suo destino, inseguendo la flotta francese, nell'evento vittorioso e tragico della battaglia di Trafalgar, dove l'Inghilterra vinse ma egli perse la vita).

Siamo partiti da questo arcipelago e siamo finiti in Inghilterra! Magia della ricerca che ci porta a spaziare in lungo e in largo. E' interessante conoscere tanti pezzettini del nostro passato, tanti retroscena della storia, e ancora non basta perchè come abbiamo visto c'è spazio per tante domande, curiosità, misteri che forse nessuno potrà svelare (chi potrà mai sapere davvero se Nelson non visitò mai, proprio mai, la chiesa di Maria Maddalena? E che cosa si dissero lui e il sig. Millelire?Come vedeva la gente isolana quella prolungata presenza inglese all'ancora, che ammontava a metà dello loro stesso numero di abitanti (a quel tempo circa 1650 anime). Piccoli frammenti che si disperdono come onde cullate dalla corrente, in quell'immenso oceano che chiamiamo vita.

 

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                                                                                      ottobre 2007