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Obbiettivo della ricerca:dimostrare che le colonne annodate del duomo di Lucca,il S.Martino, e del S.Michele in Foro sono opera di artisti Comacini. A Lucca c'è un ulteriore colonna annodata,presente nel fonte battesimale in San Frediano.

Bibliografia:

Giuseppe Merzario " I Maestri Comacini - Soria artistica di milleduecento anni ( 600 - 1800 )" vol:1 pagg. 187-198 edizioni Amiedi di Milano(la forma italiana può apparire alterata al lettore,perchè Merzario scrisse nel 1893)

<<Il miglior illustratore di questa città,Ridolfi Enrico, così si esprime in una lettera che serbo autentica:"I Maestri Casari o Comacini o Lombardi gli trovo in Lucca fin dal sec. VIII e non di passaggio,ma con stabile dimora.Posteriormente poi al sec. XI, oltre quelli nominati nel libro "L'Arte in Lucca", ne sono parecchi altri Maestri picchiapietre e manovali...". Coteste dichiarazioni dell'eruditissimo Ridolfi ci preparano agli argomenti per confermarci nel nostro prenunziato giudizio, che i maestri Toscani furono posteriori nell'esercizio dell'arte nella Toscana ai Maestri di Como, colà chiamati anche Maestri Casari o genericamente Lombardi: passiamo alle prove.

1. Il monumento più prezioso in Lucca è senza dubbio la Cattedrale o Metropolitana sotto l'invocazione di S, Martino. Essa,secondo alcuni documenti, e secondo le tradizioni, venne innalzata fra il 560 e il 588 da S.Frediano Vescovo di quella Città,il quale aveva elevato anche un'altro grandioso tempio,che fu intitolato ai Santi Stefano,Lorenzo e Vincenzo,e prese poi il nome di S.Frediano,dopo che a questo illustre Vescovo fu data in esso onoraria sepoltura.Nel 685 o 686 questa basilica fu restaurata da un Faulone maggiordomo di Cuniberto re dei Longobardi( e quali erano le maestranze edili attive tra quel popolo?I Comacini,ricordati in due Editti di re Longobardi,n.d.r. ; nel XII secolo le fu dato nuovo riassetto).[...]a facciata e il porticale sono opere posteriori al 1220,quindi posteriori di alcuni anni alla facciata del S.Martino [...]ma autori di molti restauri e della facciata del S.Frediano sono a ritenersi i maestri Comacini.Ciò affermasi,sia perchè in taluni punti dell'edifizio,per esempio nelle finestre della nave maggiore e nelle sottoposte mensole ornate dai tradizionali simbolici animali,spiccano manifesti i caratteri dell'architettura comacina, sia perchè i comacini furono sempre numerosi in Lucca e avevano dato allora fine alla facciata del S.Martino.

Nel sec.XI il San Martino pare fosse deperito per vetustà e nascesse desiderio nei lucchesi di ampliarlo ed abbellirlo. Il Vescovo di Lucca, promotore dell'impresa ,Anselmo da Baggio, essendo Lombardo, dovette giovarsi dei Maestri Comacini, frequentissimi in Lucca e notissimi per la loro perizia. Il Vescovo Anselmo,divenuto Papa Alessandro II , continuo ad aiutare l'incremento con ricche elargizioni e sapienti consigli alla riuscita di quella fabbrica e, ritornando dal concilio di Mantova a Roma, volle passare per Lucca appositamente per consacrarvi il S. Martino, ciò che fece con pompa solenne nel 1070. Avvenne poi, fatto il cammino di un secolo, che nel 1196 si costituisse in Lucca la cosiddetta Opera del Frontespizio con consoli e rendite proprie a fine di provvedere alla creazione di una facciata degna della Cattedrale e, innanzi ad essa, di un sontuoso porticale.

2. Finalmente mette fuori il capo e si fa conoscere la persona dell'Architettore e disegnatore,di molta parte almeno, dell'opera esterna, la quale deve essere annoverata fra le migliori di que' tempi. Chi fù desso? Ce lo insegna una iscrizione apposta nell'ultima colonnetta del secondo ordine presso il campanile, la quale dice: mille CCIIII condidit electi tam pulchras dextra Giudecti ( 1204: compi sì belle cose la mano del bravo Guidetto ). Quale fu la patria del Guidetto, così chiamato forse in forma diminutiva per distinguerlo dal padre Giudo, o in forma vezzeggiativa per indicarne l'età giovane, quale apparisce dal suo ritratto rimasto sulla facciata del S. Martino?

Nel 1188 abitava a Lucca un Maestro Guido, il quale vi fabbricò la chiesa di S. Maria Corteorlandini fuori della città "nell'anno appresso a quello in che, come dice un epigrafe," i Saraceni sotto il perfido Saladino s'impadronirono del tempio e della Croce di Cristo, che fu il 1187". Quella iscrizione termina con le parole: Guidus maiser edificavit. O.. ( il Maestro Giudo edificò).

3. L'argomento più valevole per stabilire che la Patria di Guidetto , scultore e architetto in Lucca, è Como lo si ha dal fatto che egli, nel 1250, lavora con maestria al pulpito di S. Bartoloneo in Pantano di Pistoia, nel quale lascia inciso il suo nome e la patria: sculptor laudatos- Guido de Como; nell'eta circa di 60 anni, quando certamente non gli potevano essere venute meno le forze dell'intelletto e della mano. Quale in fine dovrà dirsi il merito di questi artefici, giusta la ragione dei tempi, essendo che Guido terminasse e Guidetto incominciasse a lavorare prime che Nicola da Pisa fosse nato?

Il ricchissimo porticale ,è quello che vedesi ancora oggi: nelle sue forme e nella fantastica decorazione molto tiene all'architettura Lombarda e risente anche del gusto Arabo che allora invadeva. L'opera esterna, non compita per intero da Guido e da Guidetto ma per la maggior parte, è tale da far palese il raro ingegno e la somma abilità architettonica e scultoria di uno o di que' due antichi Comacini. La scuola e la patria alla quale essi appartennero si può facilmente riconoscere da quella mistura di sfogliami, di emblemi, di dragoni alati, di mostri di strana specie e dei leoni, custodi del tempio simili a quelli usati anche nei precedenti secoli dai Maestri Comacini. Pregevolissima è la varietà della ornamentazione, che spicca e risalta specialmente nella moltitudine delle colonnine che sostengono i tre ordini di logge all'atri soprastanti nessuna delle quali, fatta una sola eccezione ( colonne annodate, ndr ), assomiglia all'altra nel disegno.

L'erudito tedesco Schmarsow ha posto in luce l'operosità di Guidetto,individuandolo quale ideatore e forse anche esecutore del bacino Battesimale nel Battistero Pisano, là ove nel 1260 si elevò il pergamo di Nicola detto da Pisa. Nel luogo ove anticamente erano dei serbatoi o piscine per attingervi l'acqua lustrale, sorgeva un edicola, della quale rimane qualche traccia, che accoglieva un altare e aveva un' iscrizione, in cui stava non solo il nome ma anche il prenome e la patria del maestro scultore e architetto. L'iscrizione fortunatamente fu conservata ed è così scritta in caratteri del'età: A.D. MCCXLVI - sub Jacobo Rectore loci - Guido Bigarelli de Cumo fecit opus hoc - ( anno 1246 - sotto Jacopo Rettore del luogo - Guido Bigarelli da Como fece questa opera). Il modo dell'ornatura richiama lo stile siculo bizantino ma l'epigrafe parla da sola e fa riflettere se Nicolò Pisano sia stato artista perfezionatore piuttosto che originale creatore e se per avventura non fosse anch'egli" colligante" coi maestri Settentrionali ossia Lombardi.

4. Salito in fama altissima Guidetto fu ben presto pregato di abbellire con ricca fronte anche il S. Michele in Lucca, detto ad Forum per l'antico uso cui era destinato nell'età romana e servì per il culto e secondo l'usanza d'allora anche di residenza dei Consoli della Città e di luogo di riunione dei Comizi popolari. L'opera del S.Michele gli costò molti anni di fatica, conoscendosi ormai che le opere di decorazione si protrassero ivi fin verso il 1246.

Dopo il 1246 non più si incontra il nome di quei valenti artisti, ma non vi è meno in Lucca e in Pisa la progenie operosa e intelligente dei Maestri di Como.Dal 1246 al 1274 non ci sono indicati lavori di costruzione o di abbellimenti nel S.Martino e i mastri Comacini sono avvolti nel silenzio. Mostrossi dopo quasi 30 anni e chi videsi dirigere i lavori e lavorare egli medesimo seguendo le consuetudini di Guidetto?

5 . Un autentico documento ( Archivio di Stato di Lucca, Opera di Santa Croce; Reg. II , carte 24 tergo) ci avverte che nel 1274 un maestro " Gianni quondam Boni da Como" venne eletto operaio maggiore e che nell'atto di presa di possesso dell'ufficio" promette di erogare le rendite della Chiesa del S. Martino in costruzioni e restauri della Chiesa e del campanile, e di lavorare e far lavorare di continuo a utilita dell'Opera medesima". Il maestro Gianni Lombardo è citato anche in un documento del 31 agosto 1274.

Il seme lombardo si era mantenuto e fruttificava in Lucca. Il mastro Giovanni di Buono doveva trovarsi da molti anni in quella città ed essersi costruito una certa fama per guadagnarsi tanta fiducia e favore ( abbiamo visto in questa sezione che egli viveva all'interno del chiostro in case vicine al campanile, ndr). Nel 1292 lo si trova come operaio nel S. Martino nel quale non avrebbe potuto rimanere tanto tempo se non avesse spiegato una magistrale valentia.

6 .A maestro Giovanni succedette un altro comacino nella carica di Operaio, certo Cattano Martini detto il Biscione, forse dal luogo della sua origine,sul lago di Lugano, la patria di Giovanni Bono che, quasi contemporaneamente nel 1281 scolpiva nella Cattedrale di Parma. Da un istromento del 9 aprile 1348, rogato da ser Jacopo Filippi , si rileva che questo Cattano Martini era figlio di un Jacopo, chiamato anch'egli il Biscione, di Borrino,terra del vescovado di Como, frazione probabilmente di Biscione, oggi scomparsa; distinguevasi come archimandrita dell'Opera di Santa Croce in Lucca e dispose per testamento di essere seppellito nel S. Martino, in una parte nuova, e lasciò molti legati a quella Chiesa, e condonò i suoi crediti per affezione e riverenza. Diminuiscono in seguito i capocci Comacini in Lucca, ma ne rimangono ancora pareccchi per molto tempo. Un atto del 24 Settembre 1336 con il quale concedonsi privilegi a parecchi maestri lapicidi addetti alla fabbrica del S. Martino contiene i nomi di Ischinardo di Guglielmo, Martignone di Guglielmo e Gaetano di Jacopo, tutti e tre da Como, de Cumis come è nell'originale.

7 .Due nomi sono ancora da ricordare. Uno è il Biduino l'altro è ser Ricciardo da Como. Biduino deve aver tratto il nome dal luogo natale, che è Bidogno in Val di Tesserete al di sopra di Lugano,presso Lamone e Sonvico, donde vennero non pochi ad esercitare l'arte scultoria nella Toscana.

Ricciardo da Como nel 1332 era Ufficiale Maggiore e Generale delle strade e acquedotti di Pisa. La carica da costui occupata, in tanta lontananza dalla patria, in Città rinomata per begli e svariati ingegni,ci fa pensare al sopravvento preso , per parecchie ragioni, in talune plaghe della Toscana,dai Maestri Comacini, alla loro mente versatile,pieghevole e potente nelle scienze del calcolo, come nelle ispirazioni del bello e alla fatalità degli eventi per cui molti loro nomi furono travolti nella obblivione e non poche loro opere vennero trascurate nelle storie o ad altri attribuite>>.

Come si vedrà anche nelle pagine correlate alla visita di Lucca,specialmente nella Galleria fotografica, in molte altre chiese lucchesi sono attestati e ormai riconosciuti dalla critica i Maestri da Como,specialmente le Maestranze denominate 'dei Guidi'.

Conclusione:in questo caso siamo piuttosto certi che la realizzazione delle colonne annodate nella facciata del duomo di Lucca e del S.Michele al foro sia da ascrivere a Guidetto da Como,Maestro Comacino.Resta da risolvere il mistero dell'artefice della colonnina annodata sul fonte battesimale della chiesa di San Frediano,sempre a Lucca.

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