Reggia Nuragica Santu Antine
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        Nuraghe di Santu Antine Torralba (SS), Meilogu                                             di Marisa uberti

            


Il complesso è situato al centro della piana di Cabu Abbas, nel Meilogu, regione della Sardegna nord-occidentale. Si trova alla periferia del comune di Torralba e, insieme al biglietto di ingresso, si può prendere quello gemellato alla visita del Museo della Valle dei Nuraghi, cosa che noi consigliamo, se si desidera avere un quadro più chiaro della situazione territoriale. Denominandosi Valle dei Nuraghi, si capisce che un motivo c'è: ne racchiude infatti moltissimi, qui c'è la massima concentrazione di tutti i nuraghi di Sardegna che -lo ricordiamo-sono ottomila, censiti, poi magari se ne scopriranno altri, perchè la terra nasconde sempre dei segreti. Nell'arco di nemmeno tre chilometri da Santu Antine si contano altri undici nuraghi, che sono: 

Nuraghe Longu 1,21 Km;
Nuraghe Banzalza 1,21 Km;
Nuraghe Culzu 1,21 Km;
Nuraghe Oes 883,95 m;
Nuraghe Fraigas 1,08 Km;
Nur. loc. Su Barattu 1,08 Km;
Nur. loc. San Giorgio 1,29 Km;
Nuraghe Don Furadu 1,65 Km;
Nuraghe Figu 2,08 Km;
Nuraghe Cagules 2,36 Km;
Nuraghe Roccamanna 2,46 Km;

Quello di Oes, come si evince, è a soli 800 metri ed è infatti visibile da una delle 'finestre' della seconda torre del nostro nuraghe Santu Antine, che in lingua sarda significa San Costantino ma è popolarmente noto con il nome di Sa Domo de su Re: la ‘Casa del Re’, la Reggia nuragica, un po' forse per la sua imponenza e complessità, un po' perchè si ritiene che vi risiedesse il capo tribù, mentre i 'sudditi' stessero nelle capanne circolari circostanti.Ma è solo una teoria. 

Abbiamo un po' tergiversato' nell'aprire questa pagina descrivendo le nostre impressioni personali perchè sono inesprimibili. Avevamo 'preso confidenza' per certi versi con questa tipologia edilizia, tramite le visite al 'nostro' nuraghe Paddaggiu, ma venendo qui siamo veramente rimasti con la classica 'bocca aperta'. Più che altro perchè continuano a dirci, a scrivere, a divulgare che questa cultura dei nuraghi era illetterata, non sapeva scrivere, nemmeno disegnava i suoi edifici! E questo non riusciamo proprio a conciliarlo con quanto la nostra sensazione ci dice.In particolare ci colpisce quanto abbiamo letto sul lavoro, tra l'altro ottimo e particolareggiato, di Ercole Contu, che ha pure seguito una delle campagne di scavo del complesso nuragico, l'ha studiato e analizzato nei minimi particolari:

"[...]La sua forma esterna di triangolo pressoché equilatero (il bastione,n.d.r.) con gli angoli
notevolmente arrotondati, includenti nella sua sinuosa linea continua
le torri angolari, lo fa appartenere ad un tipo piuttosto raro di nuraghi:
cioè ai trilobati con addizione concentrica, di cui sembra la massima
evoluzione; ciò in quanto il precedente stadio evolutivo pare fosse
costituito dai trilobati con perimetro rettocurvilineo, cioè con cortine
rettilinee che collegano tre torri nettamente sporgenti a lobo e curvilinee. In nessun altro nuraghe le varie caratteristiche giungono a un tale livello di evoluzione e raffinatezza (sia pure e volutamente
sempre fuori di ogni schema puramente geometrico), di imponenza
e complessità costruttiva
(accentuata ancor più dalla continua
ricerca di ‘svuotamento’ delle masse murarie a scopo di alleggerimento
delle medesime).Anzi la complessità quasi labirintica, sia in piano che in elevato e nell’intrecciarsi dei due elementi, è tale che non solo appare chiaro che il monumento, frutto maturo di una civiltà illetterata non abituata a scrivere o disegnare, non nacque da una planimetria
creata disegnativamente; ma forse non ebbe nemmeno un preciso
modello di legno o di creta, essendo stato concepito piuttosto quasi
come un’opera di scultura che ha il suo modello solo nella mente dello
‘scultore’, cioè, ‘dell’architetto’ e direttore dei lavori: e in questo caso
vorrei proprio usare la parola Architetto!".

(ricostruzione del complesso nuragico di Santu Antine,Museo di Torralba)

Cosa si può dire a questo punto? Sembra incredibile.Eppure percepiamo nelle parole del professore un senso di profonda ammirazione; dicendo questo egli non sminuisce i nuragici ma anzi ne esalta l'ingegno, proprio di chi sa 'creare' un'opera, che la vede nella pietra prima ancora che essa sia realizzata, un po' come si narra facesse il grande Michelangelo con i suoi pezzi di marmo,da cui ricavare mirabili sculture. I Nuragici allora conoscevano l'anima delle pietre! Ma lungi dal chiarirci, questo, come potesse la sola 'creatività' permettere una staticità e una funzionalità che esige calcoli matematici, il Contu aggiunge anche che:

"Tale complessità sia in piano che in alzato rende oggi estremamente
difficile ogni rilevamento grafico (appunto perché la costruzione
non nacque da uno schema grafico); difficoltà accentuata ancor più dal
fatto che il magnetismo delle rocce basaltiche di cui è composto il
monumento genera un errore persino di 20° sull’ago della bussola, per
cui tutto il rilevamento va fatto solo con strumenti ottici".

Ci pare molto interessante tutto questo,e degno di riflessione.

La civiltà nuragica non durò un breve periodo nella storia ma almeno un paio di millenni! Questo alone di 'mistero', cioè di elementi che ancora sfuggono e non si incastrano nel compartimento stagno in cui si vuole collocarli, aumenta la curiosità e la voglia di saperne di più.Ma è giunto il momento di andare a vedere questo monumento che attira tanto l'attenzione sia degli addetti ai lavori che dei semplici 'appassionati'. Si pensi che è l'unico edificio sardo oggetto di studi nel XVIII secolo, dunque di quell'epoca si hanno delle immagini per fortuna,dei disegni fatti da chi lo aveva visto e descritto.Quasi ricoperto da detriti e vegetazione ma la sua torre centrale emergeva e incuriosiva. Bisognerà attendere il  1935 per una seria campagna di scavo,condotta da Antonio Taramelli, limitatamente
al monumento principale e ai resti delle abitazioni rettangolari adiacenti di età romana. Furono così liberati tutti gli ambienti del nuraghe e fu quindi possibile l’accesso regolare ad ogni piano, che fino a quel momento avveniva tramite una finestra situata a ben nove metri dal piano pavimentale del cortile.!Altri scavi si sono praticati successivamente, ma ad un certo punto sono stati interrotti e questo ha impedito di accertare quale fosse l’intera
espansione del villaggio nuragico né di quello romano" ma molti indizi -scrive Ercole Contu-
portano a credere che quello messo in luce possa essere meno di un
decimo di quanto sta ancora sottoterra
".

Come pensavamo! Non ha ancora rivelato tutto questo complesso, così come tanto (ma tanto) c'è sicuramente su quest'isola che attende ancora di essere scoperto,divulgato e soprattutto valorizzato.

La foto che abbiamo messo in apertura mostra la torre centrale coperta per una certa altezza da un bastione, mentre quella costruzione che si vede in primo piano è una ricostruzione moderna di modello di 'capanna circolare' che si ipotizza potesse essere così.

ant-09.jpg (50679 byte) La capanna 'dimostrativa' vista da una 'feritoia'della scala del mastio

Di fondamenta di capanne di epoca nuragica ne sono state trovate diverse nell'area,tuttavia fuoi dal bastione,alcune portate alla luce altre non ancora scavate ma visibili;inoltre si sovrapposero in epoca romana strutture ad andamento rettilineo,pertanto il lavoro degli archeologici non è semplice. Comunque,se viene visto dall'alto il complesso denota una forma polilobata e risalirebbe a diverse fasi costruttive, di cui la più antica è la torre centrale(più antica ma meglio conservata,ironia della sorte!) del X sec.a.C.Dopo circa 300 anni dalla sua erezione,si pensa attorno all'800 a.C,venne fasciata dal massiccio corpo trilobato, formato da un alto bastione collegato a tre torrioni angolari.Il bastione viene a ricoprire tre quarti della circonferenza del mastio centrale ad un'altezza attuale di 7,40 metri(una decina di filari),occultando anche delle precedenti aperture che la struttura aveva; è addossato senza incastri al parametro murario esterno della torre centrale.

             

 

                                             ant-02.jpg (91092 byte)  ant-04.jpg (89496 byte)

Dunque: c'era una volta una torre costituita da massi ciclopici di basalto di provenienza locale,con tre piani, alta circa 21 metri.Con il suo sistema di scale elicoidali che portavano ai diversi piani, su cui si aprivano camere centrali con nicchie e coperture a tholos, ed una terrazza all'aperto su cui si poteva vedere un paesaggio su tutta l'area circostante.Dunque se doveva servire da avvistamento era opportuna.Si sentì la necessità di dotarla di un' ulteriore difesa, significa che era oggetto di attacchi o era ambita. Furono ritrovate numerose palle di pietra in una delle nicchie della torre, attribuite ad apposite macchine da guerra.Le abbiamo viste al Museo di Torralba ( e immortalate, vedi foto sotto).

 

Quando facciamo il nostro ingresso nel complesso, restiamo colpiti dal vasto cortile che è delimitato dalle mura del bastione e dalle strutture turrite, vediamo subito un bel pozzo, diversi ingressi e vorremmo contemporaneamente entrare in tutti ma c'è sempre un criterio 'logico', almeno si spera, e a parte di dover scegliere 'per forza' magari perchè c'è molta gente che ostruisce l'ingresso alla camera della torre principale, cominceremo da quella (aspettiamo il nostro 'turno'!). Del resto l'ingresso è angusto, ci passa una sola persona alla volta; molto ribassato(bisogna quasi strisciare), con una poderosa architrave.Ancora ci colpiscono le parole di Ercole Contu, scritte sulla 'guida'che teniamo saldamente vicino:"Egitto a parte, è ancora oggi il più alto fra tutte le costruzioni
preistoriche che si conoscono nel bacino del Mediterraneo,
oltre
ad essere, come si è detto, il più alto fra tutti i nuraghi.
Sebbene le soluzioni tecniche siano tutte piuttosto semplici ed elementari,
bisogna dire che fu usato ogni accorgimento per vuotare e
quindi alleggerire tutta la massa muraria affinchè la torre avesse, nonostante
il suo ardito slancio in altezza, il massimo di leggerezza ed eleganza
possibile.
Tale ricerca di leggerezza si concretizzò inoltre anche
nel poter ricavare i più vari spazi utili e la massima funzionalità delle
varie parti.Sono caratteristiche, queste, che, sebbene in modo diverso, si possono
riconoscere anche nel bastione".

Se doveva essere una fortezza,che bisogno c'era -però- di renderla elegante e leggera? Ce lo chiediamo da profani ovviamente.

Nella foto seguente siamo già all'interno, che è incredibilmente 'ampio' e alto (7,93 metri) .Da qui si vede molto bene l'accesso e il 'finestrello' con probabile funzione di scarico (che apporta anche luce). Tre filari più su si aprono tre spiragli di luce paralleli, verticali.

                                                                           ant-08.jpg (30497 byte)

Come in altri nuraghi, l'ingresso non è subito nella camera centrale ma su un corridoio circolare, che conduce a sinistra alla scala, mentre diritto nella cella principale; sulla destra invece sfocia un corridoio anulare che, partendo da sotto la stessa scala, gira intorno alla camera stessa. I nuraghi non hanno mai corridoi o deambulatori che girino attorno alla cella completamente (eccetto un caso).Quello di Santu Antine per i due terzi, però.


                                                                          ant-05.jpg (78431 byte) La scala elicoidale segue un andamento orario salendo al primo piano e poi al secondo e quando c'era,anche alla terrazza.I gradini appaiono irregolari,di diversa misura e in certi tratti c'è semplicemente un pavimento inclinato.

I nuragici avevano realizzato numerosi modellini dei loro nuraghi ed è proprio anche grazie a questi (se sono integri) che gli studiosi ricostruiscono le fattezze degli edifici reali, come hanno potuto fare per le terrazze superiori, che non ci sono pervenute in nessun caso integre.E' molto bello e interessante salire fin dove possibile e scrutare sia l'orizzonte per capire quale fosse l'ipotetico paesaggio visibile dai nuragici, sia in basso per scoprire dall'alto alcune curiosità, come le foto permettono di intuire. 

                                                                                     ant-22.jpg (24890 byte)

Terminata la visita alla torre centrale, si procede alla visita del resto del complesso, scoprendo davvero che il termine 'labirinto' gli si addice. 

Il pozzo che si incontra nel cortile è profondo venti metri:

                                                                                    ant-13.jpg (53430 byte)

Dal cortile si dipartono sette corridoi, tra cui quelli per il 'cammino di ronda', ricavato nello spessore della muraglia, dalle straordinarie pareti ogivali. Il cortile ha pianta vagamente trapezoidale con lati curvilinei e occupa un’area di circa mq. 95,59.Si tratta del più grande cortile di nuraghi complessi che si conosca.Lasciamo per qualche istante 'parlare'le immagini, che rendono minimamente l'idea di quanta arte, storia e mistero sprigionano queste pietre.

ant-14.jpg (30195 byte) ant-15.jpg (37026 byte)  ant-17.jpg (38471 byte) ant-18.jpg (26939 byte) ant-07.jpg (43497 byte) 

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ant-23.jpg (37803 byte) ant-16.jpg (54312 byte) Questo è un altro pozzo(nella prima foto visto dall'alto,nella seconda da distanza ravvicinata).

E' importante notare le numerose tracce sparse tutt'intorno al bastione,che dovevano comporre un villaggio.Se ne contano

ant-10.jpg (79286 byte) ant-11.jpg (50621 byte) ant-03.jpg (95005 byte) ant-25.jpg (58578 byte)

E poi,come sempre ci fa fare la nostra impertinente curiosità,siamo stati attratti da un 'casino' posto ai margini del perimetro archeologico, forse un magazzino per gli attrezzi

Lasciando il complesso nuragico di Santu Antine, che per noi è un ricordo indelebile, ci ha consolato il fatto di aver potuto vedere, nei dintorni, oltre al Museo ad esso collegato a Torralba (che dista qualche chilometro), il magnifico Dolmen di Mores (a qualche chilometro verso nord-est) e Borutta, dove piombando in tutt'altra epoca (Medioevo) si trova la stupenda abbazia di San Pietro di Sorres. Due gioielli che consigliamo di non perdere.Comunque questo territorio è talmente ricco di storia, archeologia e cultura che quasi fa dimenticare di trovarsi in vacanza 'al mare'!

                                            

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                                                                    settembre 2007