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ABBAZIA DI SAN GALGANO (SI)

(di Marisa Uberti)

 

                

E' facile restare intrappolati nel fascino dei paesaggi Toscani,di quelli del senese,nella fattispecie.Ad ogni passo,è un continuo ammutolire e restare estasiati dinanzi a ciò che ricevono i sensi.Uno di quei luoghi più suggestivi è sicuramente Chiusdino,piccolo borgo situato in Val di Merse,tra le Colline Metallifere e la Montagnola Senese. Si ha notizia del borgo a partire dal secolo VIII-IX,quando venne creata una guarnigione militare longobarda proprio qui.Tuttavia nei pressi è stata rinvenuta una necropoli etrusca,il che retrodata di parecchio l'insediamento urbano nella zona.Il paese conserva bene il tessuto urbano medievale;in una via del Centro è possibile vedere un affresco che ricorda il Santo che tanta parte ebbe nella nascita e nello sviluppo della vita religiosa,artistica e forse mitica di questa terra:Galgano.La zona limitrofa è ricca di importanza storica,se si pensa che il castello di Frosini (oggi adibito a ristorante) ospitava una magione templare tra il 1100 - 1300,dove sostavano i pellegrini e i viandanti in transito sulla Via Francigena; e a Montalcinello vi aveva sede la zecca del vescovo di Volterra.E' nell'Abbazia dedicata al Santo Galgano,a Chiusdino, che ci apprestiamo adesso a fare i nostri 'due passi'.

            

La facciata che si offre alla vista di chi arriva dalla strada carrozzabile proveniente da Siena è unica,nel suo genere.Come giungere dinanzi ad una Notre Dame e avere la sensazione di essere arrivati troppo tardi, per poterla gustare nel pieno della sua bellezza, perchè qualcosa è successo:non c'è più il tetto e il sito versa in rovina!

E' così ormai da secoli e noi siamo solo un numero tra i milioni di persone che si sono ritrovate qui a manifestare il loro stupore,la loro meraviglia. Cosa successe all'Abbazia? 

La domanda ci rimbalza nella mente ,mentre aggiriamo la facciata, ansiosi di entrare nelle 'navate a cielo aperto',e notiamo che il complesso monastico che sorge sul lato destro è ben conservato.Il prato accoglie stuoli di ragazzi in gita scolastica che giocano a pallone,mentre noi siamo sempre più incuriositi.Un pozzo coperto sta in mezzo al verde.

                               

Prima di entrare,si nota un frammento di ciò che doveva essere un superbo chiostro,ben lavorato e istoriato di simbologie che i monaci cistercensi concedevano alle loro costruzioni.La colonnina centrale non è mancante,si badi bene! Anzi,sotto il capitello-creato ad arte- è situato un magnifico 'fiore a sette petali'.

           

Prima di varcare la soglia dell'attuale ingresso,su una parete a destra c'è un simbolo dipinto in rosso che ricorda una triplice cinta.

                     San-Galgano-e-Montesiepi-se.jpg (60189 byte)

I Monaci dell'Ordine Cistercense dipendenti dall'Abbazia di Casamari,intendevano erigere qui,nei pressi del luogo dove era morto l'eremita Galgano,un monastero che ricalcasse lo stile di vita solitario e di preghiera sul modello del Santo.Ci riuscirono. Infatti ben presto giunsero richieste di affiliazione al Monastero,che dovette ingrandirsi.La sua importanza divenne enorme e si pensò di erigere una chiesa davvero straordinaria, lunga 72 metri e larga 21, in stile gotico cistercense,che nel 1268 venne consacrata e nella quale ci troviamo oggi.L’abbazia è stata costruita ed orientata sull’asse Est-Ovest con precisione pressoché perfetta.Si impiantò su un edificio preesistente e,se sì,di quale epoca e tipologia?Si è infatti favoleggiato o meno su una presunta presenza Celtica in loco,di influenze 'pagane'nei dintorni...

 

                                             

Navata centrale:non c'è pavimentazione e l'erba cresce, come in un campo.

Il prestigio di cui godeva la Comunità di San Galgano era all'apice,nel XIII secolo:i monaci avevano stretti rapporti con il Comune di Siena,che affidava loro incarichi di grosso rilievo,dalla custodia dell'erario della Repubblica alla direzione dei lavori della cattedrale della città di Siena.Non da meno era la loro importanza nelle attività agricole (dunque economiche e sociali) del territorio,nella sistemazione della campagna circostante il podere. Riceveva donazioni cospicue; godeva di esenzioni,immunità  e privilegi imperiali. Poi,tutto cambia:cosa accadde esattamente? Già nel Trecento si dovette verificare un periodo di difficoltà per l'intero monastero,che si avviò verso un'inspiegabile quanto inarrestabile rovina.Alla fine del '500 pare rimanessero solo 5 monaci. A quanto viene tramandato, fu proprio la ricchezza raggiunta dall'Abbazia dei monaci Cistercensi di San Galgano a scatenare contese tra la Repubblica di Siena ed il Papato.Il Pontefice Giulio II scagliò l'interdetto nel 1506  contro la città, perché aveva contrapposto il cardinale di Recanati al candidato papale, Francesco da Narni, per l'assegnazione dei benefici abbaziali. A quanto sembra,la Repubblica-per tutta risposta- ordinò ai monaci di continuare a celebrare regolarmente le liturgie.Ma la potenza del Papato in quei tempi dovette alla fine prevalere e un secolo dopo,nel Seicento, è documentato un solo monaco.Un solo monaco in tutto il monastero! 


A poco a poco la copertura in piombo del tetto venne rimossa e portata via,forse venduta,senza che nessuno si appellasse in favore e nel 1786 crollò il campanile e anche le volte della navata centrale della chiesa. Il materiale veniva sottratto per costruire altri edifici!
 

Transetto destro.Una porta a livello più alto dell'attuale a cosa fa pensare?

La chiesa è a croce latina 

*la 'croce'immortalata dall'obbiettivo nel tetto squarciato

Le navate sono tre,ancora oggi ottimamente distinguibili.Ciò che stupisce è che i muri perimetrali,sicuramente restaurati,sono apparentemente intatti. La navata centrale si erge sopra le laterali in una successione di splendide finestre,di cui una sola conserva la colonnina divisoria;nelle altre vi sono bifore o monofore e negli oculi che si aprono lungo le pareti,rimangono soltanto frammenti della decorazione originaria.La chiesa aveva tre ingressi  sulla facciata e altri due nei transetti laterali.


                                  

Un mezzo pilastro con motivo terminale spiraliforme:un particolare stilistico degno di  una chiesa che doveva gareggiare con le più spettacolari dell'epoca...

 

Prima della nostra visita aveva piovuto e l'acqua ha invaso l'interno,perchè il tetto è completamente mancante.

                                                               San-Galgano-ventisette.jpg (86723 byte)

Lo spazio è suddiviso da sedici pilastri compositi che sostengono le arcate a tutto sesto:solo nel transetto si conservano parte delle volte a crociera originarie.

    

Particolare di un capitello con motivo di figura umana barbuta.Chi sarà?

Motivo zoomorfo,forse una testa leonina o mostruosa,tipica del bestiario medievale...

 

                                       

Sopra:particolare del capitello di una colonna;sotto:particolare del piedistallo o parte terminale di una colonna.

 

 

   Navata laterale sinistra.Si noti il perfetto(apparentemente) allineamento della monofora in fondo.

 

La luce era stata sapientemente dosata e calibrata attraverso un efficace sistema di aperture,che prevedeva,come abbiamo detto,monofore,bifore,oculi e grandi rosoni ai quattro punti cardinali.Si dice che l'architettura dell'Abbazia rispecchi una geometria definita 'sacra',in cui i rapporti di ogni elemento sono perfettamente in 'armonia' tra loro,e dunque con il fedele che vi entrava.Il tutto rapportato al luogo e all'orientamento dell'edificio,dunque potremmo dire che questo era un 'tempio armonico' in cui micro e macrocosmo venivano a convergere per ricreare l'unione del cielo (piano verticale)con la terra(piano orizzontale),come sembra occhieggiando sussurrarci il sigillo di Salomone celato in uno dei rosoni,che notiamo aggirando l'esterno.

                                                                                             

         

I nostri 'due passi' non sono completi se,dopo aver stazionato a lungo nell'interno(per modo di dire!)  non si percorre tutto il perimetro esterno,per apprezzare nella sua globalità l'imponente edificio.Il cielo cupo,che a tratti si squarciava donandoci ondate di luce e di calore,pareva fatto apposta per costringerci a restare(magari un' acquazzone ci avrebbe indotto ad accelerare la visita o anche a fuggire...).Invece abbiamo iniziato il nostro percorso bellissimo e mozzafiato. Un'atmosfera da Medioevo regna ancora a San Galgano.

 

San-Galgano-38.jpg (104449 byte) 

Motivo sulla lunetta di un 'vano'cieco,posto su uno dei fianchi laterali;si noti il blocco curiosamente intagliato incastrato nella stessa. Perchè?

             San-Galgano-36.jpg (97209 byte)San-Galgano-e-Montesiepi-46.jpg (104641 byte)

 Può sembrare paradossale,ma proprio la mancanza del tetto e quei rosoni vuoti fanno balenare le ipotesi più assurde,come che questo tempio possa essere nato come 'incompiuto' o che abbia subito una 'damnatio memoriae' per motivi che la storia ha omesso di trasmetterci...Ricorda paesaggi scozzesi e non a torto è stato anche luogo scelto per riprese cinematografiche.

 

 

      

                       

Il mistero(per ora) della costruzione vicina all'Abbazia

Abbiamo raggiunto il punto da cui si vede,sulla collina di Montesiepi,l'eremo di San Galgano. Si vede la sua mole circolare ma...questa costruzione in primo piano che cos'è?

                            

Ha tutta l'aria di essere una chiesa in miniatura,ma non ha una croce in cima,sembra un luogo dismesso.Non c'è alcuna scritta che indichi l'origine e l'uso dell'edificio in mattoni rossi.Ci incuriosisce e ci avviciniamo

Sorge su un modesto dislivello sul terreno,vi sono alcuni gradini per accedere al portalino d'ingresso,che troviamo chiuso. Sopra, c'è l'abbozzo di una lunetta e,più sopra,un oculo circolare senza vetri.Ai lati,due piccole aperture cieche.Facciamo un giro della costruzione,per capire cosa possa essere.La sua vicinanza con l'Abbazia è sorprendente e ci stupisce non averne mai sentito parlare,da chi c'è stato prima di noi.

 

Notiamo gli avanzi di un fuoco recente...la zona è probabilmente meta di visite al calar del sole?

Dalla parte opposta,la struttura presenta un piccolo oculo (rosone) in mezzo alla facciata;una monofora al di sotto,con vetro,e tre esigue aperture nella parte inferiore.

 

                       

Da quanto abbiamo potuto arguire,dai troppo modesti riscontri oggettivi,queste tre aperture appartengono ad un locale situato più in basso rispetto a quello che si vede guardando attraverso una fessura del portoncino ligneo  sul davanti,in cui vi sono oggetti posti alla rinfusa(ma si intuisce che la struttura potrebbe essere antica).

 

     (locale situato al piano d'ingresso)

San-Galgano-43.jpg (47365 byte)

Questo locale probabilmente inferiore,ipogeo(una cripta?) rispetto al precedente e lo si vede guardando attraverso le fessure della parte posteriore della costruzione.Si noti un'ulteriore apertura sulla parete di fondo:che roba è?Inoltre,c'è una scala a sinistra,che sembra posticcia,e che forse conduce al livello sovrastante. Che ambienti sono mai questi e,soprattutto,a chi sono appartenuti? Si tratta della primitiva chiesa dei Monaci? E' collegata,in qualche modo, all'Abbazia o all'Eremo di Montesiepi? Come mai funge,apparentemente,da magazzino o -peggio- da ripostiglio per attrezzeria varia?

Noi di 'due passi nel mistero' lanciamo un appello: se qualcuno sapesse qualcosa,sono gradite le segnalazioni.

 

Prima di allontanarci,ma non troppo,per dirigerci a Montesiepi,visitiamo i locali annessi all'Abbazia,di cui si conservano la Sala Capitolare e la cosiddetta Sala dei Monaci.

 

                                                                    

Nel locale del 'servizio informazioni'(rivendita di oggettini-ricordo,etc.),che si è installato in una piccola area monastica,non abbiamo potuto accedere (nonostante fosse orario di apertura,ci è stato detto dall'interno 'è chiuso'!).Ci è dispiaciuto,poichè un amico ci aveva segnalato che qui si trova uno splendido esemplare di Nodo di Salomone.

La conservazione dell'Abbazia di San Galgano è affidata alla Soprintendenza ai Monumenti di Siena e Grosseto. La valorizzazione dell'Abbazia,cominciata nel XX secolo, è affidata alla medesima Soprintendenza e al Comune di Chiusdino.

                                                                  

*:la foto con l'asterisco è tratta dalla 'Guida del pellegrino in terra di Siena' -Edizioni Alsaba

 

 

                                         (Marisa Uberti-Avvertenze/ Disclaimer)