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I rituali funerari nell'Ebraismo

             (di Marisa Uberti)

Durante un viaggio a Praga, abbiamo avuto occasione di visitare la 'Casa delle Cerimonie della Confraternita Funebre' Praghese, che ospita oggi un Museo sulle attività di questa Società, nel quale abbiamo appreso notizie interessanti sulla cura dei malati e sui rituali funerari nella religione ebraica. 

Ricordo del Giorno del Giudizio , I volume, contenente parti del Maavar Yabok- Preghiere ebraiche con traduzione tedesca di Moses Wolf  Jeiteles, testo tedesco stampato in carattere ebraici , Seder levayya- liturgia funeraria, Praga,  M. I. Landau, 1828

MEDICINA NEL GHETTO

La malattia rappresenta per gli ebrei sia un appello per aiutare il proprio simile sia visitazione divina.
I sofferenti sono anche ricordati nei servizi della sinagoga, specialmente durante la lettura della Torah, chiamando anche un parente o amico della persona malata. Dopo la lettura, il cantore recita una benedizione speciale per il completo recupero della malattia- mi she-berakh le- hole. Preghiere individuali per la malattia sono contenute nella preghiera Shmone esre. Una forma di intercessione per la malattia può anche essere la lettura di versi selezionati dei Salmi. Vi furono molti illustri medici tra le autorità religiose ebraiche del Medioevo. Uno di essi fu Moses ben Maiomn (Maimonide). La professione medica fu sempre altamente rispettata nella terra ceca, sebbene l'ammissione era estremamente difficile, perchè le università locali non erano aperte agli ebrei fino alle riforme di Giuseppe II (1780-1790), mentre chi cercava di studiare medicina doveva andare all'estero. Molti andarono all'Università di Padova, dal XVIII secolo,o in quella di Frankfurt- on-Oder o ad Halle. Il primo ebreo a laurearsi in medicina alla Charles University di Praga fu Beer Joss nel 1788. Dei più preminenti medici giudei ricordiamo: nel XVI sec. Abba Mari 
Halfan
, nel XVII sec. Aharon Maor Katan Lucerna, Josef Solomon Delmedigo, Menahem ben Asher Mazaretto, Issachar 
Beer
and Judah Leib Teller, nel XVIII sec. Zalman e Moses Gumpertz, Meshullam Bondi, Abraham Kish e Jonah Jeiteles
Le famiglie di questi ultimi furono anche farmaciste. Barbieri-chirurghi (Balbierer) ed ostetriche giocarono un ruolo importante  nella cura della salute degli abitanti del ghetto. 

Mentre è compito di ciascun ebreo soddisfare gli aspetti di visitazione del sofferente, la maggiore responsabilità di visitare i malati terminali e gestire il funerale era compito di un gruppo di volontari, la Confraternita Funebre, usualmente nota come Hevrah kaddisha de-gomle hassadim. I membri di questa Società provvedevano al conforto sia fisico che spirituale del malato. Tutte le attività connesse al morituro e al post- mortem sono definite nel libro Maavar Yabok, come scritto dal cabalista italiano Rabbi Aharon Berekhya ben Moses di Modena (1639). Il libro Maavar Yabok -sia nella versione completa che abbreviata - è stato ristampato molte volte. Nel XVIII sec. la Confraternita Funebre avrebbe spesso commissionato costosi manoscritti illuminati di questo particolare lavoro. 

MALATTIA E MORTE NEL GIUDAISMO

Le persone non devono essere lasciate sole durante la malattia e la morte.Visitare il malato (bikkur holim) e attendere al funerale (halvayat ha-met) sono requisiti religiosi fondamentali.


Pettine e pulisci unghie, Argento, Jihlava, 1803, KS Batelov. Un altro oggetto simile è mostrato nella foto sotto il testo.


RITUALE FUNERARIO di pulizia e asciugatura del defunto

I membri della Confraternita Funebre rimangono con il morituro. E' importante dare la confessione dei peccati (vidduy). Come sue ultime parole, il morente recita la preghiera Shema Yisrael. Dopo la morte, è avvolto in un lenzuolo e deposto sul pavimento, e una candela illumina la sua testa. Il compito principale di chi resta è poi di allestire il funerale. In accordo con la legge ebraica, la sepoltura deve avvenire il più presto 
possibile, preferibilmente il giorno stesso della morte.Una volta che sono informati della morte, i membri della Confraternita Funebre scavano una fossa, fanno una semplice bara dal bordo non piallato, e preparano il sudario. 


L'atto più significativo è il lavaggio rituale del corpo (taharah). Innanzitutto, il defunto maschio è lavato da 
uomini e la femmina da donne. Taharah viene effettuato su un tavolo di pietra o di legno. Il corpo è pulito con acqua calda nella quale viene messo un uovo come simbolo di vita. Durante la purificazione, è necessario rimuovere tutto lo sporco annidato sotto le unghie delle dita (per questo proposito vengono usati speciali pulitori in argento). I pettini usati per acconciare i capelli del deceduto sono anch'essi d'argento. Dopo che il corpo è stato lavato, viene spruzzato con del vino. La pulizia è accompagnata da una preghiera composta da versetti biblici. In alcune 
comunità si usano anche recitare versetti della Mishnah. Dopo che il corpo è stato pulito e asciugato, viene vestito con una maglietta, calze e un sudario (kittel), il quale è tenuto insieme con una cintura. 

Tutti i capi che insieme si chiamano takrikhin, sono fatti di lino bianco. Il maschio è, in aggiunta, avvolto in uno scialle di preghiera dal quale una frangia è stata rimossa. Il corpo è collocato in una bara ed è spruzzato con suolo della Terra Santa. Il giudaismo proibisce di mettere dei gioielli e decorazioni nella bara. Non ci devono essere differenze tra poveri e ricchi. Le preghiere e gli atti connessi alla preparazione del corpo del defunto sono espressioni di fede di resurrezione.


           


IL FUNERALE

Inizia generalmente dopo la taharah (lavaggio rituale del corpo). Prima che inizi, i parenti stretti stracciano le vesti in segno di lutto. Nella prima parte del servizio, conosciuta come Tzidduk ha-din (Giustificazione della sentenza ), il cantore recita una preghiera con la quale esprime il riconoscimento della giustizia dell'Onnipotente e la pace nel suo giudizio. Dopo la preghiera, il rabbi offre un discorso (hesped) sopra il defunto. Preghiera e sermone si svolgevano all'aria aperta ma sono ora svolti nella sala della cerimonia del cimitero. Dopo il discorso, la processione si allinea davanti alla bara e il primo, in successione, è un dignitario della Società Funebre che trasporta una scatola di elemosine. Egli è seguito dai parenti del defunto. Dietro alla bara, procedono gli altri membri della Confraternita e il Rabbi, seguiti dal resto dei parenti in lutto, gli uomini davanti e le donne dietro. Sul percorso alla sepoltura, il cantore recita ad alta voce il Salmo 91, il quale sottolinea l'idea di  fiducia nella protezione di Dio al momento del bisogno. Dopo che il corpo è deposto, viene recitata una preghiera con il nome del defunto e poi ciascuno dei presenti getta tre palate di terra sulla bara. La parte finale del funerale avviene nuovamente nella sala delle cerimonie (meno frequentemente all'aperto). E' qui che i parenti prima di recitare il Salmo 49 (o, in alcuni giorni, il Salmo 16), ascoltano il Kaddish, il quale è recitato dal figlio o da un altro parente del deceduto. Alla fine, tutti i presenti porgono le condoglianze ai familiari. All'uscita, tutti i presenti al funerale, lavano le mani. E' consuetudine degli amici e del vicinato invitare i parenti al banchetto 
del Pasto del Recupero. Questo include cibo rotondeggiante (spesso uova e lenticchie) che simboleggiano il ricorrente ciclo di vita e morte
.

M. Puschner, Funerale ebraico. Incisione in rame (riproduzione) dal libro di P. Ch. Kirch,  (Norimberga, 1724)

 


LUTTO E RICORDO DEL MORTO

Durante il periodo seguente al funerale, i parenti stretti devono osservare strettamente le regole di condotta previste: 

-nella prima settimana essi non possono nè lavorare nè lasciare le loro case ed è buona abitudine per loro sedersi 
sul pavimento o su degli sgabelli bassi. Questo, il più intenso periodo di lutto, è noto come shivah (sette). 

-Il successivo periodo è noto come shloshim (trenta), durante il quale le condizioni (regole) del lutto sono diminuite. Shloshim finisce il trentesimo giorno dopo il funerale. 

-Il più lungo periodo di lutto (un anno intero) è osservato 
dopo la morte di uno dei parenti. 

Il Kaddish degli orfani (kaddish yetomin) è recitato tutti i giorni nel servizio della sinagoga per un periodo di 11 mesi dopo la morte. L'anniversario (Yahrzeit) è commemorato un anno dopo il 
funerale e, nel seguente anno, nella data della morte. La data di anniversario è basata sul calendario ebraico(1); su 
quello civile la data può essere trovata con vari aiuti, es. tavolette anniversario e calendari.
Il Yahrzeit è una delle cerimonie religiose più frequentemente osservate. Una tradizione è l'accensione di una 
candela commemorativa (ner zikkaron), la quale arde per 24 ore. Una delle parti fondamentali del Yahrzeit è la 
recita del Kaddish degli orfani dal figlio o altro parente maschio.Se il figlio è sufficientemente bene addestrato, gli si può affidare il servizio del giorno dell'anniversario. Il figlio è anche chiamato alla lettura della Torah (generalmente il Sabato precedente l'anniversario). Prima che i Rotoli della stessa ritornino nell'Arca santa, il cantore (hazzan) canta la preghiera per il defunto El male rahamin (Dio, pieno di grazia).
Gli Ebrei hanno un Giorno dell'Espiazione, in cui si visitano i defunti. La visita alla tomba non va fatta solo nel giorno dell'anniversario ma anche in altri giorni di pubblico digiuno, 
specialmente nel 9° giorno del mese di Av. E' anche norma visitare le tombe dei santi il 7 di Adar (anniversario della 
morte di Mosè) e altri speciali giorni di digiuno dalla società di sepoltura (a Praga alla vigilia della luna nuova 
Shevat- usualmente in gennaio).


praga-36.jpg (337391 byte) Calendario ebraico 

praga-26.jpg (371648 byte) Importante manoscritto del 1759 recante gli Statuti della Società Funebre Praghese. Il documento contiene le trascrizioni di vecchi statuti (takanot) degli anni 1564, 1689, 1692, 1694, 1713, 1717 (Conservato nel Museo della Casa della Confraternita Funebre di Praga, via Červená 2, Josefov)

ORGANIZZAZIONE DELLA CONFRATERNITA FUNEBRE

Si tratta di una delle istituzioni più antiche di questo tipo, fondata dal rabbino capo Eliezer Ashkenazy nel 1564. In ceco la Confraternita funebre si dice chevra kaddisha e opera secondo una delle regole religiose più importanti del giudaismo, che è quella di occuparsi della sepoltura di ciascun membro della comunità senza distinzione alcuna. Diventare membri dell'istituzione non era facile, però: potevano aspirarvi solo personaggi di alto prestigio sociale. La Confraternita aveva diversi compiti: dalla cura dei malati alla purificazione del defunto (tahara), ai funerali e al conforto dei superstiti; inoltre destinava le offerte ricevute ai meno abbienti della comunità, sovvenzionava scuole e altri istituti come orfanotrofi nonchè si occupava della manutenzione cimiteriale.

La struttura organizzativa e le funzioni della società sono definite negli Statuti (takkanot).I più antichi sono quelli del 1564. Varie associazioni sono affiliate alla Confraternita Funebre; una delle più importanti di esse era la Società delle Pie Donne (Nashim Tzidkoniyot). Questo ramo femminile della Confraternita funebre eseguiva il taharah (lavaggio rituale) sulle donne ed era dedito ad opere di beneficenza. 

L'acquisizione di membri nella Confraternita funebre prevedeva un elevato processo selettivo (i membri erano selezionati sulla base delle loro qualità morali e conoscenze). Essi iniziavano come candidati ed erano accettati come membri permanenti (hatumin, baalei ha-hevra) dopo un periodo di diversi anni di attesa (normalmente 5 anni a Praga), e dovevano poi superare un test 
pubblicamente sulla loro conoscenza. Nella Confraternita Funebre Praghese, un gruppo elitario di anziani (zekenim, Altmaner) era selezionato dai membri permanenti che avevano servito per almeno 15 anni. Gli affari della Società 
erano gestiti da una Commissione (a Praga fatta di dieci membri, normalmente di 3). Questa commissione era guidata da un capo (Primate) o primo rappresentante (gabbai rishon).A Praga egli (noto anche come gaon), principalmente rappresentava la società prima dell'autorità. La gestione degli affari interni, inclusa l'amministrazione dei beni e la distribuzione di elemosine era responsabilità del parnas ha-hodesh (rappresentante mensile). Tutti i membri 
del Consiglio ruotavano in questa posizione (turnavano). Nel XIX secolo, questa figura divenne rappresentante settimanale (parnas ha-shavua). Sebbene la Confraternita funebre ebbe un funzionario retribuito (o segretario), la 
maggior parte dei compiti connessi ai funerali, alla gestione e alla manutenzione dei cimiteri furono svolte dai membri stessi della società. Per principio, essi non ricevevano retribuzione per il loro servizio. Il sistema elettorale per divenire membro della Confraternita era molto complicato.

      La Casa delle Cerimonie della Confraternita Funebre di Praga

IL BANCHETTO ANNUALE DELLA CONFRATERNITA FUNEBRE

Nel corso del loro servizio, i membri della Confraternita hanno avuto a che fare con il lato triste della vita. E' 
per questo che gli Statuti prevedono almeno un giorno gioioso nell'anno, il banchetto annuale (seudah shel hevrah 
kaddisha
). A Praga questo si teneva alla vigilia del nuovo mese di Tammuz (per lo più nel mese di giugno). Nelle 
Confraternite provinciali, esso era tenuto nel Shushan purim, 7° Adar (febbraio o Marzo) o durante la metà del 
periodo di Pesah. In comunità più piccole, il banchetto era partecipato da tutti i membri regolari; in confraternite più grandi, come a Praga, solo dai membri del Consiglio, gruppi di elettori e membri eletti recentemente. Il seudah ha mantenuto alcune usanze comuni alla celebrazione dell'anniversario, come bere dalla stessa brocca o bicchiere comune. Bicchieri in ceramica o vetro e brocche sono usualmente decorate con scene della vita della Confraternita Funebre. 

 

Nota:

1)- Anzitutto, il 2011 per noi corrisponde al 5772 per gli israeliti, che contano gli anni a partire dal 3760 a.C. (creazione biblica). Il calendario ufficiale dello Stato d'Israele è' un complesso sistema calendariale sia solare che lunare, basato sul cosiddetto 'ciclo metonico' di 19 anni.. In questo lasso di tempo si succedono mesi normali chiamati peshutim ed embolismici (meubbarim) nei quali viene aggiunto un tredicesimo mese. Gli anni embolismici sono il 3º, il 6º, l' 8º. l'11º, il 14º, il 17º ed il 19º anno del ciclo. Se ne ricava che il ciclo è composto di 12 anni di 12 mesi (144 mesi) e da sette anni di 13 mesi (91 mesi) per complessivi 235 mesi lunari. Il tredicesimo mese si chiama Adar Sheni. I mesi possono avere 30 giorni (normali) o 29 (mancanti). Gli anni normali possono durare 353, 354 o 355 giorni; gli anni embolismici 383, 384 o 385. I mesi del calendario non sono quindi uguali da un anno con l'altro. Essi sono: Tishrì (30 giorni), Cheshvan (29 o 30 giorni), Kislev (29 o 30 giorni), Tevet (29 giorni), Shevat (30 giorni), Adar (29 o 30 giorni), (Adar Shenì) (29 giorni), Nisan (30 giorni), Iyar (29 giorni), Sivan (30 giorni), Tammuz (29 giorni), Av (30 giorni), Elul (29 giorni). http://it.wikipedia.org/wiki/Calendario_ebraico

 

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                                                                                                                       Dicembre 2011