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Praga e i suoi luoghi magici (5^ parte)

                                                                                 (di Marisa Uberti)
 
La città ebraica e il Vecchio cimitero di Praga

A doppio filo con l’origine mitica di Praga è la presenza ebraica, con il bagaglio di cultura esoterica che essa ha portato con sé. Racconta infatti un’antica tradizione che dove oggi sorge Praga, vi fosse già insediata una comunità giudea dall’epoca del Secondo Tempio (riferito al  secondo Tempio di Gerusalemme, che venne distrutto nel 70 d.C.); questo insediamento sarebbe stato raso al suolo e gli ebrei cacciati. Nel 730 d.C. Libuše (mitica fondatrice di cui abbiamo parlato nella prima parte) avrebbe però previsto il loro ritorno e, sul letto di morte, avrebbe raccomandato al proprio figlio Nezamysl che in futuro, quando la città sarebbe stata governata da suo nipote (il leggendario principe dei Cechi Hostivìt, morto intorno all’ 870 circa), il ‘piccolo popolo straniero, cacciato e oppresso, adorante un solo Dio  avrebbe dovuto essere accolto con ospitalità, dandogli protezione perché avrebbe apportato benedizione su quella terra. La profezia si avverò e quando Hostivìt divenne regnante e si presentarono gli Ebrei a chiedergli asilo, ebbe in sogno la visita della nonna profetessa che gli rammentò il da farsi ed egli, consultato il popolo, li accolse benevolmente, affidandogli un’area sulla riva sinistra della Moldava (dove si trovava il vecchio insediamento di Újezd, attualmente corrispondente al Vicolo Karmelitská). A quel tempo, l’antica Boemia non era ancora cristiana, e gli Ebrei convivevano con le tradizioni ‘pagane’. Quando l’area che avevano ricevuto in dono divenne troppo piccola, chiesero un altro posto dove poter vivere e il duca Bořivoj concesse loro uno spazio sulla riva destra della Moldava, che oggi è noto come la città ebraica o Josefov (in omaggio all’imperatore Giuseppe II che nel 1784 visitò il ghetto e attenuò le discriminazioni razziali, che nei secoli –periodicamente- gli ebrei hanno subito).

Per la sua collocazione al centro del Paese, la comunità ebraica fu dall'inizio il centro amministrativo di altre comunità ebraiche della Boemia e le sue sorti storiche stanno alla base della storia degli Ebrei del Regno intero. Di conseguenza, Praga è stata anche il centro della cultura ebraica, che spicca già dal Medioevo. La sua epoca d'oro la conobbe sotto l'imperatore Rodolfo II, quando prestavano la loro opera molti eccellenti rabbini, studiosi e filosofi dei quali alcuni si dedicavano anche all'astronomia, alla matematica, alla storia, alla letteratura, oltre che al cabalismo e all'alchimia.

Troviamo infatti una serie di rabbini e di studiosi della mistica ebraica- la quabbalah o cabala -soprattutto tra i membri della famiglia Horowitz (ricordiamo Jeshaja ben Abramo ha- Levi Horowitz e Shablaj ben Akiva Horowitz, autore del trattato cabalistico Shnej luchot ha-brit). 

 

La sinagoga Maisel (Via Maiselova, 10, Josefov, Praga 1), oggi Museo, costruita nel 1592 dal rabbino Mordecai Maisel dopo che, nel 1591, ottenne dall'imperatore Rodolfo II la concessione edile su un terreno al confine meridionale del ghetto che il primate stesso aveva acquistato per farvi una sua sinagoga. Dalle descrizioni del tempo, pare che la struttura fosse eccezionalmente ostentativa, retta su venti pilastri, molto vistosa; all'interno vi si conservava un gonfalone simbolo del Privilegio concesso dal sovrano. Distrutta nel grande incendio del 1689, venne ricostruita ma ridimensionata nelle dimensioni. Attualmente ospita una mostra permanente sulla storia degli Ebrei nelle terre boeme dall'antichità all'Illuminismo.

 

Visitare questo quartiere è un’esperienza assolutamente impedibile, sia per la sua storia antica che per quella più recente (nel percorso museale si può accedere al Memoriale degli ebrei praghesi morti nell’Olocausto (allestito nella sinagoga Pinkas, unitamente al Museo dei Bambini di Terežin). Praga ha diverse sinagoghe (splendida la Spanelská Synagoga o sinagoga spagnola) e diversi cimiteri ebraici ma certamente il maggior fascino è esercitato dagli edifici più vecchi, che sono pochissimi ma di fondamentale importanza per conoscere la cultura israelita.

 

La sinagoga Spagnola (in zeňská 1, Josefov, Praga 1) sorge sul luogo della Vecchia Scuola, che era la sinagoga più antica della città ebraica. Demolita nel 1837, la nuova sinagoga aprì i battenti nel 1868; qui ha avuto inizio lo studio di musiche sinagogali. Per le ricche decorazioni in stile moresco dell'interno, iene chiamata 'spagnola'. Attualmente ospita una mostra dedicata alla storia degli Ebrei delle terre ceche dall'Illuminismo fino ad oggi. Vi si organizzano anche concerti di musica sacra e vi si celebrano le festività giudaiche.

praga-30.jpg (100561 byte) Interno della sinagoga spagnola

 

praga-10.jpg (82689 byte) L'edificio più antico di tutto il quartiere ebraico, anche se rimaneggiato nel XVI sec., è la sinagoga Vecchia-Nuova, in ceco Staronová synagóga, un tempo chiamata Nuova o Grande (ingresso da via Červená 2, Josefov, Praga 1) e risalente al XIII sec (per accedere vi è un biglietto d'ingresso, valido soltanto per questo edificio). La sua sala principale è l’unico esempio originale di sala medievale esistente al nord delle Alpi. La leggenda narra che nella sua soffitta, lassù dove nessuno da quattro secoli può accedere, giaccia –ben nascosto – il Golem ormai inerte, in attesa di qualcuno che lo faccia ‘rivivere’. All'argomento abbiamo dedicato un'apposita sezione.

                            

Interno della sinagoga Vecchia- Nuova,  il monumento più antico di Praga e una delle più antiche sinagoghe conservatesi in Europa. E' stata per più di 700 anni la sinagoga principale della comunità ebraica praghese. Fu costruita dalle maestranze imperiali che lavoravano nel non distante monastero di Sant'Agnese (segno, questo, dell'importanza goduta dagli ebrei praghesi all'epoca). Le scritte ebraiche e le abbreviazioni di versi biblici sulle pareti definiscono il significato spirituale dello spazio interno.

 

Una delle tante leggende nate attorno ad essa narra che le pietre che costituiscono le fondamenta della sinagoga sarebbero state portate dagli angeli dal distrutto Tempio di Gerusalemme a condizione (in ebraico -al-tenaj) che tornassero indietro nel momento della sua ricostruzione...Sempre gli angeli, stando alle leggende, l'avrebbero salvata numerose volte dagli incendi con le loro ali, per questo si sarebbe conservata intatta fino a oggi. Si ritiene che la sua origine debba risalire attorno al 1270. Il centro della navata principale (ne ha due) è occupato dal pulpito per la recitazione della Torah (bima, almenor), separato dallo spazio circostante da un'inferriata trardo -gotica. I Rotoli della Torah sono conservati nell'Arca Santa (aron ha-kodesh), nella parete orientale, in direzione di Gerusalemme. La tenda che copre l'Arca santa è detta parochet, munita di drappeggio (kaporet), recante simboli che ricordano il Tempio gerosolimitano. Davanti all'arca pende la lampada perpetua (ner tamid) e alla sua destra è situato il pulpito di pietra (amud) per il cantore, che da qui esplica il servizio divino. Rimasta originale è la disposizione delle panche, lungo il perimetro della sala, che un tempo era comune ad altre sinagoghe. Attorno al 1300 venne aggiunto l'atrio meridionale e il vano occidentale riservato alle donne. Nel 1400-1500 venne realizzato l'atrio d'ingresso per le donne; nel 1731-32 la sezione femminile settentrionale.

praga-12.jpg (182838 byte)Da poco sono state rimesse in luce le nicchie, che erano un tempo usate per riporre accessori per la preghiera e libri; l'illuminazione proviene dalle piccole finestre ma anche da grandi lampadari di bronzo del 1500 e del 1700. Il vessillo, con al centro la Stella di Davide, bene in vista, è indice del rilievo della comunità ebraica praghese e fu usato almeno dal 1400 (è periodicamente restaurato). All'interno della stella c'è il copricapo ebraico, simbolo della comunità sin dal XV sec. Lungo il bordo della bandiera è scritto il testo ebraico di confessione di fede Shema Yisràel.

In questa sinagoga hanno officiato i più grandi rabbini della storia degli ebrei di Praga.

Accanto alla sinagoga Vecchia-Nuova è situato il Municipio ebraico (Židovská radnice), citato già nel 1541, simbolo dell'amministrazione autonoma della comunità ebraica di Praga, nonchè della Federazione delle Comunità Ebraiche della Repubblica Ceca. E' sede del Rabbino Capo della città e della Regione, nonchè di tutta una serie di istituzioni religiose, sociali, culturali e sociali della comunità ebraica. La particolarità è che presenta due orologi, di cui uno  con quadrante ebraico, le cui lancette si muovono da destra a sinistra, così come vengono letti i testi ebraici (è conosciuto come "L'orologio che va al contrario"). Ambedue gli orologi sono mossi da ingegnosi meccanismi, da un'unica macchina, costruita nel 1764 da Sebastian Laudensperger, orologiaio della Corte Reale di Praga. Un tempo, nel Municipio vi aveva sede il Tribunale Rabbinico (Consiglio Eletto degli Anziani).

Il cimitero di Praga

Sembra il titolo di un noto romanzo di Umberto Eco, che ha ambientato una scena proprio in questo cimitero; nel libro è qui che si riuniscono in conciliabolo i rabbini capi delle varie comunità ebraiche d'Europa per esporre  i loro piani per la conquista del mondo e la distruzione del cristianesimo. Certo l'atmosfera che regna in questo luogo è assai, assai particolare, degna di un romanzo o di un film, e lo abbiamo visto solo di giorno. Chissà di notte quali atmosfere vi aleggiano, condite poi di tutte le leggende del ghetto...! Ma a parte tutto, il Vecchio Cimitero Ebraico è assolutamente da visitare perchè, insieme alla sinagoga Vecchio-Nuova,  è il monumento più significativo della Praga ebraica, uno dei più antichi e meglio conservati di tutta Europa. Luogo spettrale, luogo di memorie, luogo di culto ancora altamente rispettato, accoglie una stima approssimativa di 12.000 tombe, dalla più vecchia (del 1439) all'ultima (1787), quando ne venne proibito l'utilizzo e aperto un nuovo cimitero. Anche se veniva spesso ampliato, il terreno non riusciva a contenere tutte le sepolture ma siccome la legge ebraica vieta di eliminare i vecchi sepolcri, si continuò ad importare strati di terra, riportando in superficie tutte le vecchie lapidi; in tal modo si è formato un accumulo di stele di differenti secoli, strette una accanto all'altra. 12.000 è comunque un numero inferiore a quello dei morti di 350 anni, dunque si ritiene che molte lapidi siano sprofondate nel terreno, oppure siano andate distrutte. L'ingresso al solo cimitero non è possibile perchè il biglietto è cumulativo e comprende sei edifici (tutti di grande interesse). L'accesso avviene dalla sinagoga Pinkas,  in via Široká 3, Josefov, Praga 1.

Sinagoga Pinkas (Pinkasova Synagoga), particolare del tabernacolo (aron ha- kodesh). La costruzione risale al 1535 e fu edificata su un edificio precedente; è la seconda per antichità del ghetto di Praga. Fu un centro culturale pregnante, sede di una scuola religiosa; qui vi si conservarono per secoli due reliquie preziose, per la comunità giudaica, la bandierina e la veste del martire messianico Shelomo Molch, che venne arso sulla pira a Mantova nel 1532. E' in questa sinagoga che si formarono i cabalisti Horowitz. Durante scavi effettuati nel 1968, sono state scoperte ampie volte, resti di antichi pozzi e un bagno rituale (mikve), che si ipotizzano del XV sec. Attualmente ospita il Memoriale delle quasi 80.000 vittime del genocidio nazista; le vittime anonime hanno riavuto così il proprio nome e la stirpe di appartenenza.

 

L'importanza storica del Vecchio cimitero di Praga si può rinvenire in due elementi: 

- le scritte e i simboli sulle lapidi

- i personaggi di spicco che vi sono sepolti

Oltre a ciò, è un'eccezionale testimonianza che documenta l'evoluzione dell'arte funeraria ebraica.

 

praga-17.jpg (169555 byte) Lastra tombale semiadagiata a terra

praga-13.jpg (71765 byte) Frammenti delle lapidi medievali murati nella stele commemorativa accanto alla facciata orientale. Le lapidi trecentesche furono portate qui dal dismesso cimitero medievale.

Le lapidi del XV-XVI sec. si riconoscono per la caratteristica forma a tavola rettangolare nera in arenaria con scritte in ebraico profondamente incise. Una di queste è la più antica, appartenente al Rabbino Avigdor Kara (+ 1439).

praga-23.jpg (119188 byte) La tomba di Avigdor Kara è cosparsa di numerosi sassolini, che i fedeli usano apporre sulle sepolture (a volte anche delle monetine)

praga-20.jpg (119198 byte)Al XVII -XVIII secolo appartengono le lapidi in marmi bianchi e rossi con epigrafi in rilievo e vari elementi decorativi, nonchè i simboli.

 

Ci sono anche alcune sepolture a forma di tempietto, chiamate ohel o hoisl. Appartengono a personaggi più importanti e datano dal 1600. Su di esse sono stati riportati epitaffi più estesi. 

Uno tra i primi ad usufruire di una sepoltura così importante fu il rabbino Mordecai Maisel (1528-1601) e il suo contemporaneo (già citato molte volte in questo reportage), il rabbino Jehuda Lőw ben Bezalel, noto come Rabbi Lőw (1512-1609), sepolto con la moglie Perl (+1610), accanto a 33 suoi allievi. Altri grandi nomi di rabbini si possono trovare facilmente perchè sono segnalati da targhe in bronzo.

praga-24.jpg (84784 byte) Sepolcro di Rabbi Lőw: il leone indica il suo nome, Jehuda

 

Cosa riportano le scritte in ebraico sulle tombe?

Anzitutto i nomi del defunto e la data della morte. Dal XVI sec. si iniziò anche a riportare il mestiere fatto in vita, lodando le sue qualità; a volte è indicata la cultura, l'istruzione, la posizione raggiunta, una dedica di chi resta nel dolore.

praga-27.jpg (199898 byte)I simboli si riferiscono ad alcuni aspetti come la professione: es. le mani benedicenti =tombe di stirpe biblica dei sacerdoti del Tempio- dei cohen; una caraffa o una brocca segnano le tombe dei loro assistenti-dei leviti); delle forbici indicano che il morto era un sarto oppure, se troviamo un bisturi, faceva il medico, un libro indica invece uno studioso, un violino un musicista. Vi sono anche simboli di 'status' come la corona =intelligenza e istruzione, o il grappolo d'uva=vita feconda e ricca.

praga-16.jpg (81419 byte) Le mani benedicienti indicano la sepoltura di un discendente dei sacerdoti del Tempio

Si possono incontrare anche figure umane (con seno nudo e che si coprono il pube) che indicano tombe di giovani donne nubili.

Il nome del defunto è spesso contraddistinto da un animale: esempio, un leone (Jehuda, Arje), un cerbiatto (Cvi, Hirsch), il pesce, la volpe, la puzzola, o il topo (Maisel), e uccelli (es. una colomba sta per Jona), galli, oche. Però troviamo anche animali fantastici come il grifone che, stando all'ufficialità, sono decorativi oppure simboleggiano la tutela.

praga-14.jpg (55103 byte) Un cerbiatto indica il nome del defunto

praga-22.jpg (81566 byte) Una Stella di Davide con coronamento di anelli intrecciati, a formare una catena. Un simbolo generico (o massonico?)

 

L'autrice in via Červená 2, Josefov, Praga 1. A sinistra, la sinagoga Klausen, mentre sullo sfondo il bell'edificio neoromanico della 'Casa delle Cerimonie', in pietra marna che ricorda quelli medievali. Dal balcone si pronunciavano i sermoni per l'estinto; l'interno rivela mosaici pavimentali e le pareti, affrescate, sono rivestite di marmi.  Nello spazio tra i due edifici, c'è l'uscita dal Vecchio Cimitero ebraico.

Al limitare del Vecchio Cimitero troviamo la Casa delle cerimonie della Confraternita Funebre Praghese, realizzata tra il 1906 e il 1908 su un edificio precedente. Si tratta di una delle istituzioni più antiche di questo tipo, fondata dal rabbino capo Eliezer Ashkenazy nel 1564. In ceco la Confraternita funebre si dice chevra kaddisha e opera secondo una delle regole religiose più importanti del giudaismo, che è quella di occuparsi della sepoltura di ciascun membro della comunità senza distinzione alcuna. Diventare membri dell'istituzione non era facile, però: potevano aspirarvi solo personaggi di alto prestigio sociale. La Confraternita aveva diversi compiti: dalla cura dei malati alla purificazione del defunto (tahara), ai funerali e al conforto dei superstiti; inoltre destinava le offerte ricevute ai meno abbienti della comunità, sovvenzionava scuole e altri istituti come orfanotrofi nonchè si occupava della manutenzione cimiteriale. Questa Casa delle Cerimonie non servì a lungo: i cortei funebri partivano da qui per dirigersi al Nuovo Cimitero ebraico solo fino alla prima guerra mondiale. Nel 1926 la Confraternita affittò l'edificio al Museo Ebraico e attualmente vi è allestita una mostra sul Vecchio Cimitero ebraico e sull'attività della Confraternita funebre praghese (in particolare, risultano interessanti le notizie sui metodi di cura dei malati, sulla cura del defunto, sulle attività connesse al post-mortem; un ciclo di 15 quadri (del 1772) illustra le attività dell'istituzione, a capo della quale stava a quel tempo l'illuminato medico praghese Jonas Jeiteles (1735-1806). Ulteriori approfondimenti sui rituali funerari ebraici li abbiamo inseriti in una pagina a parte.

praga-28.jpg (74650 byte)Appena usciti dal Vecchio Cimitero, si può visitare l'adiacente sinagoga Klausen (Klausové Synagoga), realizzata nel periodo d'oro del ghetto, il rinascimento praghese (nella foto, l'interno). Il nome deriva dal termine 'clausen' con cui venivano chiamati gli edifici che qui sorgevano, fatti costruire dal rabbino Mordecai Maisel nel 1564 sul confine del vecchio cimitero ebraico. All'interno di questi vennero collocate due sinagoghe e una scuola Talmudica (bet ha-mid-rash). Il 21 giugno 1689 essi subirono un grave incendio, al pari di altri edifici ebraici, e dovette essere ricostruita. Oggi ospita un'interessante mostra permanente Feste e Tradizioni ebraiche

 

Termina qui il nostro viaggio tra i misteri, le leggende, la cultura e la storia in pillole di questa città ebraica che va visitata e poco raccontata. Riprendiamo i nostri bagagli per altre mete, serbando nel cuore il ricordo di una valigia che, ferma nel Museo dei Bambini di Terežin, immobile ed eloquente, mai più ripartirà.

 

Furono 15.000 i bambini portati a Terežin, una fortezza settecentesca a 60 chilometri da Praga, trasformata  in campo di concentramento dal gerarca nazista Eichmann. Da qui gli internati partivano per i forni crematori. Terežin  è stata soprannominata il "ghetto dei bambini". Nel museo di Praga  a loro dedicato (allestito nella sinagoga Pinkas), sono conservati 4.000 disegni e moltissime poesie scritte durante la prigionia. Ogni opera porta la data di nascita del fanciullo/a, quella della deportazione e quella della morte. Solo su poche centinaia è scritto 'sopravvissuto'.

 

 

Per tutte le informazioni sull'ubicazione, orari, costi, ecc. dei monumenti della città ebraica di Praga visitare il sito ufficiale: http://www.jewishmuseum.cz/en/info_it.php 

                                                                                 

 

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Praga e i suoi luoghi magici
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                                                                                                                       Dicembre 2011