www.duepassinelmistero.com

 

 

TEMATICHE:

Aggiornamenti

Alchimia

Antiche Civiltà

Archeoastronomia

Architetture

Colonne e Nodi

Due passi nell'Italia nascosta

Due passi nei misteri esteri

Fenomeni Insoliti

Interviste

L'Uomo e Dio

Maestri Comacini

Medioevo e...

Mistero o Mito?

Personaggi

Simbolismo

Simbologia e Cultura Orientale

Storia e dintorni...

Templari "magazine

Ultimi Reports

UTILITY:

Archivio reports

Bacheca

Collaboratori

Extra sito

Libri del mese

Links amici

Ricerca veloce titoli per argomento

SERVIZI:

FORUM

CHAT

Newsletter

Avvertenze/ disclaimer

 

Contatore Sito
Bpath Contatore

 

 

 

 

 

LACCATURA: TECNICHE E DIFFICOLTA’

                                                     (di Lorenzo de Curtis)

                                                

Dopo aver letto il report “Nigra sum”, convegno sulle Madonne nere svoltosi ad Oropa a maggio 2010, e aver visionato diversi manufatti, mi preme integrare quanto è stato esposto e dibattuto, con delle considerazioni di stampo puramente tecnico. Va posto l’accento, infatti e a mio avviso, sulle tecnologie utilizzate per la laccatura delle statue che hanno subìto questo trattamento, a prescindere dalle ragioni storiche, ideologiche, religiose e di culto.

La prima valutazione che mi sorge osservando alcuni manufatti, è l’altissimo livello qualitativo di finitura delle opere stesse.

Per chi un po’ se ne intende, è facile capire la complessità delle procedure e la indispensabile e profondissima conoscenza in materia di chi ha eseguito quegli autentici capolavori.

Va ben tenuto presente che qui si sta parlando di epoche che precedono di diversi secoli la nostra. Gli artisti e gli artigiani di allora, non avevano, tra l’altro, a disposizione le resine a base polimerica dei nostri tempi sviluppate per velocizzare al massimo la produzione industriale di oggetti e di mobili contemporanei, garantendo anche una ottima qualità oltre alla quantità.

La sostanziale differenza tra queste ultime vernici e lacche e quelle su basi naturali usate in passato, è che le moderne non contengono solventi e il processo di indurimento avviene o per polimerizzazione o per rifusione di un termoplastico applicato a polvere.

Mentre le vernici a base di solventi hanno una riduzione del volume che va anche oltre al 70%, quelle moderne lo mantengono pressoché invariato anche dopo il loro indurimento.

Questa caratteristica fa si che lo strato applicato, dopo il suo distribuirsi e lucidarsi, in fase liquida, grazie alle sue forze di viscosità interne opportunamente impostate, rimane tale e quale anche dopo l’indurimento. Le vernici indurenti a causa dell’evaporazione del solvente, invece, ritirandosi mettono in evidenza, anche se in forma ridotta, la struttura del supporto su cui sono state applicate.

Per poter quindi arrivare ad un livello estetico e duraturo nel tempo, come in diversi casi rilevato, occorreva allora, ancor più di oggi, un vero e proprio progetto che doveva considerare globalmente tutti i fattori che entravano in gioco. Proviamo pertanto a seguire passo passo, le fasi salienti che doveva e deve affrontare chi si accinge a quest’opera, pensando di usare le vernici e lacche tradizionali.

Definiamo, ad esempio, l’obbiettivo di arrivare ad una verniciatura di nero assoluto e semilucido, considerando che il lucido è un traguardo molto più difficile ancora da raggiungere. La prima valutazione che l’artista deve fare è in base al tipo di legno scelto per l’oggetto.

Qui entrano in gioco variabili come la compattezza, resine residue presenti nel legno, porosità della superficie e potere di assorbimento delle fibre.

Una volta inquadrate queste caratteristiche, si potrà scegliere la qualità dei materiali da usare per la preparazione, la finitura e le procedure da seguire.

Onde poter arrivare al risultato perfetto visto in diversi casi, occorre una accuratissima preparazione del fondo  da laccare. Se non si è particolarmente scrupolosi in questa fase, è possibile, ad esempio, che con il tempo, possano diventare visibili i segni del legno.

Per togliere i piccoli, inevitabili difetti della superficie, la presenza di nodi, crepe e salti di fibra, sono solitamente necessarie più mani di stuccatura.

Gli stucchi per il legno sono solitamente masse riempienti normalmente di colore bianco. Questa acromaticità è necessaria in quanto non si rischia di influenzare la tonalità delle eventuali vernici colorate che si applicano poi eventualmente sopra.

Dopo di che si passano diverse mani di cementite con carteggiatura e lisciatura intermedie. Questi strati, di questa vernice solitamente bianca in quanto fatta con pigmenti tipo il titanato di bario, chiude i pori del legno e cementa gli inevitabili pelucchi della terminazione delle fibre del legno.

Sopra a questo strato, che blocca bene anche eventuali trasudamenti di resine del legno che potrebbero macchiare lo strato di vernice finale, spesso si applica un altro strato che è più compatto della cementite e permette una migliore lisciatura della superficie e un miglior aggrappaggio della lacca. Questo strato può avere colori diverso dal bianco onde poter essere carteggiato seguendo a vista la lavorazione, controllando col suo schiarirsi, lo spessore che va a mano a mano diminuendo.

Nel caso di una verniciatura finale di color nero, questo strato può avere qualsiasi colore. Negli altri casi viene usato un colore simile a quello che si vuol raggiungere alla fine.

Finito questo passaggio, si può finalmente procedere con l’applicazione del colore o della lacca finale.

La procedura può qui variare molto in funzione del materiale scelto.

Si applicano di solito più mani con essiccazione, pomiciatura e lisciatura intermedia.

In funzione della qualità finale progettata per l’oggetto, ci si può fermare già alla seconda mano oppure arrivare anche fino a dieci passaggi..

La tecnica o l’arte della laccatura è molto antica e, in estremo oriente, se ne parla già da circa 9.000 anni. In Cina e in Corea si usano ancora lacche a base di Urushiol, ricavata da una resina di una pianta. Con questa lacca di altissima qualità si è in grado di realizzare finiture molto rigide e durevoli nel tempo.

Concludendo ora questa sintetica esposizione, mi permetto di suggerire che per tentar di capire bene quando e come certi manufatti siano stati laccati in una determinata maniera, occorre fare -caso per caso- una approfondita analisi integrata di tutti i fattori suesposti e, questa analisi, deve essere supportata dalle considerazioni di un esperto in materia che conosca quest’arte, specialmente dal punto di vista pratico.

Non osservando questo semplice, logico ma determinante punto finale, si può arrivare molto facilmente e conclusioni profondamente errate.

(Autore:Lorenzo de Curtis, giugno 2010)

www.duepassinelmistero.com                                                                  Avvertenze/Disclaimer

Torna al Report sulle Madonne Nere