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             La Rotonda di S.Tomè:un tempio 'cosmico'?

                                                                  (a cura di duepassinelmistero)

                                    

La conferenza del 28 giugno 2008 ha gettato nuovo fascino e nuovi misteri sulla carta d'identità di questo tempio sacro, per nulla improntato sul semplice 'caso' ma secondo una geometria astronomica ben precisa, che ha tenuto conto della posizione di sole, luna e stelle nel suo orientamento, nella collocazione delle monofore, delle porte, e dello scenario naturale in cui si trova. Un quadro inedito da approfondire, dal quale emergerebbero anche i Templari...

Preambolo/Antefatto

Siamo contenti di una cosa: aver aspettato diversi anni prima di dedicare una scheda alla chiesa circolare di San Tomè ad Almenno San Bartolomeo, comune a 12 km circa da Bergamo  in direzione nord-ovest. Si era nel 2003 e questo gioiello stava riemergendo dall'oblio in cui il tempo e l'abbandono l'avevano lasciata ingiustamente ai margini dell'attenzione degli studiosi e del turismo culturale. Ci si stava preoccupando di riportarla adeguatamente alla fruizione del pubblico ed erano già disponibili alcuni studi che lasciavano capire l'unicità e l'importanza di questo monumento. Allora si poteva visitare l'interno solo una domenica pomeriggio al mese, mentre il resto dei giorni rimaneva chiusa. C'erano lavori in corso che riguardavano l'unico abside posteriore, a oriente, che per mesi e mesi fu coperto da impalcature. Accanto alla chiesa, l'edificio un tempo monastico versava in grave degrado.

Bellissima, la Rotonda lo era sempre. Parlava di un'arte romanica semplice e complessa insieme, che certamente aveva conosciuto l'influenza dei Maestri Comacini, di segreti depositati nelle sue pietre a partire dalla sua forma circolare, che secondo alcuni voleva replicare il Santo Sepolcro di Cristo a Gerusalemme (l'avevamo inclusa nel nostro censimento delle chiese circolari in Italia). Ma perchè era stata costruita una Rotonda così particolare e raffinata in una zona rurale, fuori dai tracciati delle grandi vie di transito dei pellegrinaggi medievali? Allo stesso tempo rappresentava però un collegamento strategico tra i centri abitati e le Valli bergamasche, le Prealpi Orobie e le zone d'oltralpe.

Al tempo in cui, dicevamo, l'avevamo vista per la prima volta, erano in fase poco più che embrionale gli studi riguardanti la sua possibile 'geometria sacra', che passa attraverso la sua lettura astronomica. L'infaticabile custode già allora ai primi 'pionieri visitatori' che chiedevano qualche spiegazione era ben lieto di darne, fino dove arrivava ovviamente. Ma preannunciandoci che presto degli studi più esaurienti sarebbero sicuramente stati resi pubblici. Ci aveva solo detto che era stato osservato un curioso fenomeno per cui al tramonto del sole, all'Equinozio di Primavera, un raggio entrando a occidente, mandava un fascio di luce all'interno proiettandosi direttamente in un punto in cui oggi c'è l'altare, a est. Anche noi eravamo da pochi anni sulle tracce di questi affascinanti studi, che contribuivano sicuramente a riqualificare e valorizzare le conoscenze degli antichi costruttori del passato. Tornammo di frequente a visitare la Rotonda e ne abbiamo seguito, in un certo senso, la sua moderna fioritura. Venimmo a sapere che la Rotonda faceva parte di un progetto finanziato dall'Unione Europea, chiamato Antenna Europea del Romanico, un organismo scientifico internazionale nato nel 2001 per la costituzione di una rete tra i principali centri del romanico in Italia e in Europa con lo scopo di salvaguardare edifici e territorio in cui sono immersi. La sua sede è oggi nell'ex monastero femminile attiguo alla Rotonda di san Tomè.

Il complesso oggi

Capirete che dunque, grazie a questa importante iniziativa, molto è progredito dal 2003: l'ex monastero che versava in grave degrado è oggi un bel complesso che ha conservato in parte l'antica architettura ed è divenuto sede del Centro Studi Romanico Lombardo. Vi si svolgono conferenze, c'è uno spazio espositivo, una biblioteca/mediateca specializzata in storia dell'arte medievale, un piccolo museo, un punto di ristoro e uno di informazioni, in cui si possono ritirare mappe dei percorsi, audioguide, o acquistare pubblicazioni. Da qui partono gli itinerari di visita guidata collegati alla Rotonda ma anche ad altri tre edifici romanici (Madonna del Castello, San Giorgio, San Nicola, tutti interessantissimi); inoltre sono possibili escursioni turistiche nel territorio alla scoperta della gastronomia locale. Il tutto in un contesto che viene appellato Parco del Romanico degli Almenno, che tra le altre attività organizza convegni divulgativi di alto profilo culturale. In uno di questi incontri, nel cortile all'aperto dell'ex monastero, sotto le stelle di una serata estiva, abbiamo potuto ascoltare la conferenza del prof. Adriano Gaspani, intitolata "San Tomè in Lemine: astronomia, geometria sacra e simbolismo cosmico", preludio ad un corposo libro che è appena stato finito di stampare.

                                                   

                                                                                   Il relatore in un momento della sua conferenza

Adesso, quindi, dopo cinque anni dal primo momento che ci innamorammo della Rotonda di San Tomè, abbiamo deciso che di notizie se ne sono accumulate a sufficienza per poterne delineare un contorno più preciso affinchè i nostri attentissimi lettori siano indotti a includerla nelle loro visite turistiche o per quanti vogliano fare - come noi- due passi nel mistero che racchiude.

Quando nasce l'edificio rotondo di San Tomè?

Difficile essere categorici, poichè soltanto ulteriori scavi in profondità potrebbero accertare un' epoca anteriore a quella che fino ad oggi si è scoperta. Si è potuto stabilire che la chiesa attuale è l'ultima di ben cinque fasi costruttive. Attorno alla chiesa furono trovate tombe di epoca romana, durante lavori degli anni passati e si è ipotizzato che qui si trovasse una necropoli, probabilmente legata all'insediamento romano che era ubicato nei pressi della non lontana chiesa di Santa Maria del Castello, che da San Tomè si vede bene al di là del fiume, guardando verso est (dalla parte dell' abside). Un luogo scelto comunque come area sacra e inviolabile.                                                   

Dagli scavi che aveva effettuato l'architetto Elia Fornoni (XIX- XX secolo), emerse che sotto la chiesa attuale c'erano due edifici precedenti, uno probabilmente longobardo (VIII secolo d.C.), di forma circolare del diametro di circa 5 metri, con due muri paralleli in direzione nord-est ed uno successivo a questo, che mantenne forma e diametro ed era dotato di un nicchione a nord-est (con funzione di abside?). Di queste due 'fasi' conosciamo solo le fondamenta e ignoriamo come fosse l'alzato. Una terza fase costruttiva, constava di una struttura circolare di circa 5 m di diametro come le precedenti, senza nessuna appendice o prolungamento murario in nessuna direzione e che forse ha fatto da 'base' per l'edificio che venne sovrapposto nell' XI-XII secolo, in cui si collocano la fase IV e V della chiesa, corrispondenti alla struttura e alla geometria attuale dell'edificio. La sesta fase, ma forse è improprio chiamarla così, sarebbe quella derivante dai restauri ottocenteschi del Fornoni, non scevri di polemiche.

Presso l'archivio della curia vescovile di Bergamo, è conservata la pergamena capitolare numero 2479 che citerebbe per la prima volta il San Tomè: anno 956 d.C. ma su questa fonte non tutti concordano. A partire dal 1180 si hanno maggiori notizie, ma non certo quella del chi e perchè venne costruita questa Rotonda! La troviamo essere un possesso vescovile e sappiamo che vi era annesso un monastero femminile che fu colpito da uno scandalo in piena regola: nacquero almeno due bambini all'interno, e nel XV secolo venne soppresso; al finire dello stesso secolo venne abitato da un eremita, che si occupava probabilmente della custodia e dei terreni circostanti, di proprietà della Rotonda. Nel 1567 la casa di questo 'custode' - che veniva periodicamente e ovviamente sostituito- risultava disabitata; la chiesa affidata al deposito di San Salvatore (Almenno S.Salvatore, comune limitrofo), che pare fosse anche il proprietario. Con il procedere dei secoli, morto l'ultimo eremita e non più sostituito, gli edifici andarono incontro a degrado e i restauri che vennero apportati, secondo la critica, non furono sempre azzeccati.

                                                                               

Una costruzione raffinatissima

Una notizia che è sicuramente interessantissima e che è derivata dai recenti studi del dr. Gaspani è quella delle correlazioni astronomiche, presenti in ognuna delle fasi costruttive! Che cosa significa questo? Che già nella fase I furono codificate le direzioni astronomiche fondamentali che hanno condizionato la posizione topografica e l'orientamento in tutte le successive fasi di riedificazione e di evoluzione del tempio(1). Guardando l'orizzonte visibile a est del San Tomè (dalla parte dell'abside), ci si accorgerà che esso è caratterizzato da una catena di monti: quello collocato di fronte è il Monte Canto Alto(che già abbiamo sentito nominare occupandoci dell'abbazia cluniacense di Sant'Egidio a Fontanella al Monte), mentre a sinistra abbiamo il Monte Ubione. Nell' VIII secolo, il punto di levata del sole il giorno del Solstizio d'estate dietro il monte Canto Alto ha determinato la scelta geografica del luogo dove erigere questo tempio, poichè veniva a trovarsi -senza abbarbicarci in concetti troppo 'tecnici'- in allineamento perfetto con il centro dell'edificio circolare stesso. Concordiamo con la tesi dello studioso in merito al fatto che l'idea di un 'centro sacro', per gli architetti medievali,  non rappresentava soltanto l'identificazione di un particolare punto sul territorio ma assumeva le caratteristiche cosmogoniche del centro del mondo conosciuto. Attorno ad esso si erigevano e si sviluppavano edifici sacri e civili, la città intera. Tale punto, nella concezione del tempo, veniva indicato dalla volontà divina (talvolta manifestatasi con  fenomeni naturali/celesti cui si attribuiva un significato trascendente; apparizioni mariane, eventi prodigiosi o fonti d'acqua miracolose) e veniva contrassegnato -per non perderne mai la memoria- da una pietra (che naturalmente diveniva 'sacra' o un omphalos), un'ara o un altare, sul quale si costruiva il tempio di culto, che doveva rispettare determinate regole, perchè -come replica del cosmo che per natura è 'pertinenza di Dio' - doveva armonizzarsi con esso ed enfatizzare i fenomeni naturali integranti come le albe, i tramonti, i punti cardinali, i Solstizi e gli Equinozi, ma anche il passaggio di talune stelle e perfino le fasi lunari. Un piccolo cosmo in miniatura che scandiva i cicli giornalieri (le ore), mensili, stagionali, annuali e anche oltre. La chiesa va quindi inquadrata -nella sua lettura- secondo precisi orientamenti astronomici che i costruttori vi hanno decodificato(2).

                                                                        

Il primo edificio noto sotto l'attuale Rotonda di Tomè era formato da un cerchio con un prolungamento verso est di due muri paralleli (primitivo presbiterio?), le cui attaccature -se osservate dal centro del cerchio principale- delimitavano due direzioni astronomicamente significative: una allineata verso il punto di levata della Luna al lunistizio estremo superiore (3) e l'altra verso la levata eliaca (del Sole) agli Equinozi. Anche nella fase edificatoria II, le correlazioni astronomiche risultano simili, e secondo le ricerche del prof. Gaspani questo tipo di conoscenza è riconducibile alla maniera di costruire nord -europea dell'alto medioevo, appannaggio dei monaci Irlandesi, che risentivano di influenze celtiche(3). L'orientazione 'solstiziale' divergeva dai dettami della Chiesa di Roma, che prescriveva quella 'equinoziale' per gli edifici di culto cristiani; si evince pertanto che il substrato culturale degli architetti incidesse parecchio sulla realizzazione della costruzione e si ritiene che nell'alto medioevo fosse infarcito di 'modelli' pagani. Il discorso non cambia anche per la fase III, mentre per le fasi successive è possibile compiere indagini più mirate e precise direttamente sul 'campo' poichè l'edificio è sostanzialmente quello romanico di allora. Ma per capirlo dobbiamo prima soffermarci a descriverlo brevemente, aiutandoci anche con le immagini che spiegano più di tante parole...

L'edificio medievale oggi

La Rotonda è immersa nella campagna, su un terrazzo fluviale che si affaccia sul selvaggio corso del fiume Tornago. Per raggiungerla si deve lasciare la carrozzabile di Almenno San Bartolomeo, immettersi in un viottolo e lì parcheggiare la macchina. Poi si procede a piedi, nel bel verde dei prati, l'azzurro del cielo, le fronde dei rami che lo tengono nascosto fino all'ultimo.     

                                                                                                              

                 

                 

Quando, sulla sinistra, si staglia la sua armoniosa figura a triplice cerchio di mura, si resta molto colpiti, perchè è armonica. San Tomè  è costituito all'esterno da tre volumi cilindrici sovrapposti, di diametro decrescente dal basso verso l'alto. Se si analizza qualche fotografia ci si accorge immediatamente come l'abside si trovi ad un livello di appoggio inferiore rispetto  al resto della costruzione è questo è dovuto al fatto che sotto il cerchio principale ve ne sono altri tre. Fate attenzione se andate a visitarlo: l'abside  rimane notevolmente più basso rispetto all'edificio, si deve scendere un poco la scarpata (a sinistra si può) ma ne vale a nostro avviso la pena, perchè -seppure restaurata- mantiene un'estetica gradevolissima. Il cilindrone inferiore presenta una porta a occidente (ingresso), sormontata da una lunetta con un'iscrizione consunta settecentesca ma i capitelli della strombatura sono antichi. Una piccola acquasantiera -forse, ma che ci fa di fuori?- è incassata nella parte a sinistra del portale; un ingresso c'è anche sul lato sud, e doveva esservene un altro, che ora è murato, sempre su questo lato, che era quello che collegava il monastero alla chiesa. Sul lato sud, a destra della rotonda, c'è un parapetto che è il residuo di questo collegamento. Ci si accorgerà che l'abside presenta tre monofore, e che due aperture a forma di croce sono presenti sul secondo cilindro, in posizione ovest ed est. La lanterna superiore è aperta da bifore con colonnina centrale. Vi sono simboli sia sugli archetti sottogronda, che sui peducci e sui capitelli delle colonne. Alcuni degli elementi (palma, vesti dei personaggi, ad esempio) si ripetono nella lunetta del portale meridionale. Uno dei personaggi ha in mano un coltello:perchè?

                                         

Interessante è la scena della lunetta del portale meridionale, su cui a lungo hanno indagato studiosi di diversi livelli. Chi è il personaggio raffigurato? Cosa tiene nella mano? Perchè c'è un voluminoso Nodo di Salomone e una palma? Molti motivi a intreccio sono presenti sull'architrave, specialmente sulla parte che non si vede, che potrebbero rimandare ad una cultura longobarda. Qualcuno dice che si tratti di San Tommaso, il titolare della chiesa, ma a dire il vero, secondo altri questo sarebbe San Bartolomeo, che dà nome anche alla località stessa. Tomè starebbe dunque per Tommaso o Bartolomeo, secondo voi?

               

Una curiosità (tra le tante suscitate da questo tempio):si raffronti come questa lunetta venne interpretata nei rilievi del 1774-1779 da Gian Francesco Luchini (Joan Fran Luchinus) con  l'aspetto reale.

                                                              

Varcando la soglia della Rotonda, e chiudendosela alle spalle per immergersi simbolicamente e fisicamente nella dosata oscurità voluta dal progetto originario, le bocche restano aperte, quasi sgomente dinnanzi al fascino sprigionato dalle pure pietre. Ci si guarda attorno, si alza lo sguardo, lo si abbassa, si cerca negli occhi di chi è con noi la stessa meraviglia, trovandola. Otto colonne monolitiche ci accolgono nell'aula centrale. Ovviamente anche il numero otto gioca un ruolo non trascurabile nella simbolica medievale e noi ne abbiamo parlato più volte nelle diverse pagine di questo sito.Sono diverse tra loro alle basi, ma solo una è ottagonale (le altre sono circolari). Altre otto colonne sono presenti al secondo piano dell'edificio, o matroneo, e presentano capitelli riccamente istoriati e simbolici, in parte rifatti rispettando le iconografie originarie. Due anguste scale sono tagliate nella muratura interna dell'edificio: quella situata a destra del presbiterio è più lineare, mentre quella situata sul lato opposto ha un percorso più sinuoso.Poche persone per volta possono affluire al piano superiore, dove la pavimentazione è grezza e disomogenea, creando affossamenti tanto che, per motivi di sicurezza, alcuni tratti non sono transitabili. Ma è necessario recarsi anche nel matroneo, per apprezzare l'aula inferiore dall'alto, per prima cosa, il terzo cilindro superiore, le colonne con i loro capitelli, il piccolo altare con un abside abbozzato e soprattutto i punti- luce (gli oblò circolari e quelli in forma di croce) per seguire il corso dei fasci luminosi che 'giocano 'all'interno come in una danza la cui coreografia è scritta dalla natura stessa o, volendo sovrapporre il concetto a quello medievale, da Dio. L'architetto aveva solo il compito di cogliere questo messaggio trascendente, coagulando lo spirito igneo nella materia.

 

Nella zona absidale del matroneo si vedono dei residui dipinti murali, di epoca cinquecentesca. Interessante un capitello originario, collocato ai margini della parete. Mentre l'altare del primo piano, ridiscendendo, è ottocentesco. L'abside presenta tre monofore, ciascuna con la propria orientazione astronomica; è leggermente rialzato rispetto all'aula. Interessanti i capitelli dei pilastri ai lati del presbiterio: a destra due 'sirene' (una maschile e una femminile, anche se pare un paradosso perchè non hanno sesso; ma gli attributi dei loro abiti lo fanno pensare. Quello maschile sembra perfino un sacerdote).

Si contano sette nicchioni in quest'aula al piano terra, la cui funzione non è chiara. Ospitavano statue? Ma non ci sono sembrate così profonde da accoglierle. Reliquie? Vi fossero state, i documenti parlerebbero di pellegrinaggi e venerazioni particolari, senza contare che si saprebbe di un loro trafugamento, invece non è dato sapere niente. La loro posizione fa ritenere che una persona potesse starvi seduta (o anche in piedi) ma con quale scopo? Rituale? Qualche intento celebrativo 'iniziatico'si svolgeva nel tempio? Non si sa.

Tutto calcolato?

La posizione delle colonne in circolo non è casuale: secondo gli studi archeoastronomici condotti dal prof.Gaspani, due colonne stabiliscono la direzione nord- sud celeste (cioè la direzione del meridiano astronomico locale), altre due scandiscono la direzione est- ovest astronomica, cioè equinoziale (che è ortogonale alla meridiana), Le direzioni cardinali intermedie sono stabilite dalle rimanenti quattro colonne. Ma abbiamo detto poc'anzi che una sola delle otto colonne ha una base ottagonale e anche questo non è frutto del 'caso' poichè essa -con un'elevata probabilità (88%)- si trova in un punto 'astronomicamente significativo' che in base ai rilievi topografici si materializza nel fatto che per il centro del suo piedistallo passa il meridiano astronomico locale, prolungandosi poi per il centro geometrico della Rotonda e per quello della colonna circolare posta di fronte sullo stesso asse nord-sud. Ma prolungando ulteriormente e virtualmente questa direzione astronomica verso il Nord astronomico, e tenendo presente la direzione solstiziale estiva stabilita dall'asse del presbiterio, si ha che il punto in cui queste due 'direttrici' si intersecano, costituisce il centro della Rotonda. Eseguendo un semplice test all'interno dell'aula sacra, il dr. Gaspani ha teso una corda tra il basamento della colonna ottagonale e quello della opposta colonna nel matroneo al secondo piano; nel prolungamento verso l'alto, virtualmente ottenuto, si interseca la Sfera Celeste in prossimità del Polo Nord Celeste, in direzione parallela all'asse di rotazione terrestre. Dall'analisi della geometria inserita nell'edificio, usata per 'dimensionare il cilindro principale di cui è costituito, lo studioso ha anche trovato un'altra importante chiave: la chiesa codificherebbe l'inclinazione dell'asse terrestre rispetto al piano della sua orbita(5). Tutto calcolato? Parrebbe proprio di sì e l'architetto doveva possedere delle conoscenze piuttosto specifiche in materia Probabilmente un monaco, dato che i monasteri erano la vera fucina del sapere in quel tempo, che doveva avere anche un'equipe di collaboratori al pari preparati. Tuttavia la prerogativa principale che costoro dovettero possedere era certamente l'osservazione del cielo.

Com'è orientata oggi la Rotonda? Il primo piano presenta la monofora centrale dell'abside disassata verso sud di circa 6 gradi rispetto al presbiterio, per cui non è in asse con la navata, che è allineata con la levata del Sole dietro il Monte Canto Alto al solstizio estivo (calcolato il 16 giugno, al tempo in cui fu realizzata) ma risulta 'deviata' per essere allineata con  il sorgere del sole -e qui viene il bello- di un giorno di Pasqua di metà aprile (25) in cui una particolare 'alba' si potè vedere entro la sella di tre Monti all'orizzonte visibile. Gaspani propone alcune possibili date in cui questo fenomeno si è verificato nel periodo che coinvolgerebbe la rotonda: il 919, il 1014,1109, 1204 (6). Dalla porta principale situata sul lato occidentale tramonta invece il sole al solstizio invernale.

Intervengono anche orientazioni in base ai lunistizi, sia nelle monofore laterali dell'abside al I piano che in quelle del matroneo, ma non è questo il luogo per soffermarci ad approfondire ulteriormente. Resta però da rilevare un'altra caratteristica di questa splendida chiesa circolare: la presenza

Nei giorni di equinozio (ma anche qualche giorno prima e dopo), è possibile assistere ad un suggestivo fenomeno (quello che il custode, anni fa, ci aveva segnalato): verso le 17.20 (ora locale) viene proiettato un fascio di luce sull'altare, che assume l'aspetto di un disco solare che illumina il tabernacolo (messo nel XIX secolo). In origine è assai probabile che andasse però a colpire una pietra sacra collocata poco più avanti dentro l'abside. Ma il giorno dell'equinozio, accade anche tutta un'altra serie di straordinari 'giochi luminosi' all'interno della Rotonda, verificati e documentati dal Gaspani, che non sveliamo perchè speriamo- prossimamente- di poterli andare a vedere...

                                                     

Templari, datazioni e ancora molto da capire

Una notizia 'in anteprima' e certamente appetitosa per noi che ci appassioniamo all'epopea dei Cavalieri Templari, l'ha fornita durante la conferenza del 28 giugno '08 il dr. Gaspani stesso, sulla scia di un pregresso quesito che gli era stato posto nel corso di una conferenza. 'Se Tomè è una chiesa rotonda, e i Templari vengono associati spesso alle costruzioni circolari, è possibile che anche qui vi siano stati in qualche modo implicati?'. Questa, più o meno, supponiamo fosse la domanda che gli venne posta. Noi ci siamo occupati di architettura circolare e Templare, in questo sito. In mancanza di documenti, fino ad oggi non si poteva nè smentire nè confermare una eventuale connessione tra San Tomè e i Templari. Ma dalla ricerca d'archivio sono emersi tre diversi documenti (da quanto abbiamo capito dei testamenti), con tanto di estremi identificativi, contraenti e beneficiari, che citerebbero la chiesa del Tempio e il relativo ordine del Tempio. Ricordiamo bene una sola delle date indicate dal Gaspani (nel cortile era frattanto calata la notte e scrivere era arduo...): il 31 gennaio 1203, un documento di Amezzone da Almenno, e un altro stipulato nel 1229, da tale Lanfranco da Bonate. E' sicuramente una strada da approfondire, chiarire e investigare.

Per quanto riguarda invece le possibili datazioni proposte dal Gaspani tramite l'indagine archeoastronomica, per colmare un po' di misteri circa l'epoca di costruzione, è emerso quanto segue:

La fase I:  703 d.C.  (+ o - un anno)
La fase II: 850 d.C.  (+ o - 29 anni)
La fase III: 950 d.C. (+ o - 29 anni)
La fase IV:1063 d.C.(+ o - 14 anni)
La fase V: 1150 d.C. (+ o - 29 anni)

La sesta fase, quella dei restauri dell'architetto Elia Fornoni, è attestata sicuramente al 1896.

In base ai dati sopra esposti, è chiaro che se una presenza Templare vi è stata, essa ha interessato la V e ultima fase medievale della Rotonda. Indagini archeologiche hanno inoltre portato a considerare che l'edificio potesse essere circondato da un recinto murario provvisto di aperture laterali.

                                                                              

La Ricerca, sempre più affascinante, continua...

  Note:

1)- Adriano Gaspani (INAF-Istituto nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Brera-Milano): "San Tomè in Lemine: astronomia, geometria sacra e simbolismo cosmico", estratto della relazione della conferenza, pag. 6.

2)- Per capire meglio si consiglia di leggere, preventivamente, il nostro report sulla conferenza "La lettura astronomica delle chiese romaniche", tenuta da Adriano Gaspani a Milano il 10/6/'08.

3)- Quando l'astro, in culminazione, raggiunge la sua massima altezza sull'orizzonte (avviene ogni 18,61 anni tropici). Da A.Gaspani, op.cit.

4)- La presenza di un passaggio di un monachesimo irlandese nelle valli bergamasche sarebbe rintracciabile anche nella toponomastica di alcuni cenobi come Santa Brigida o San Patrizio a Colzate/Vertova..

5)- Al lettore interessato ad approfondire giustamente tali studi, consigliamo di reperire il libro, appena pubblicato, del prof. Adriano Gaspani intitolato "S.Tomè in Lemine:Astronomia, Geometria e Simbolismo Cosmico in una chiesa medievale" reperibile presso il book-shop del Centro Studi attiguo alla Rotonda, di cui sotto forniamo i recapiti.

6)- L'ultima volta si è verificato il 25 aprile del 1943; la prossima sarà il 25 aprile del 2038, che sarà anche Pasqua.

 

Per visite o informazioni rivolgersi all'Antenna Europea del Romanico, via san Tomè, 2- Almenno San Bartolomeo (BG), tel. 035/ 553205 fax 035/553206 email: antenna.romanico@email.it       sito: www.antennaeuropeadelromanico.it

Per informazioni turistiche: IAT degli Almenno www.iatvalleimagna.com

 

Sezioni correlate in questo sito:

VIDEO sul nostro Canale YouTube: Il raggio equinoziale nella Rotonda di S. Tomè (novità Equinozio 2011)

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