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VERONA: IL MAGNIFICO ROSONE PAVIMENTALE nella Basilica di S.Anastasia

Rosone-pavimentalepart..jpg (20357 byte) [per vedere l'immagine ingrandita,cliccare sopra]

La Chiesa di S.Anastasia sorge su un precedente edificio,di probabile epoca longobarda, al termine del tratto dell'antico decumano massimo,che era la principale strada romana che portava dal Ponte Postumio (che non esiste più)a Porta Borsari.Questo le conferisce una posizione speciale:la sua facciata è una magnifica scenografia, al chiudersi del corso omonimo. S Anastasia, cui era dedicata la chiesa anche in origine, fu una vergine martirizzata durante le persecuzioni di Diocleziano, attorno al 304 d.C. Quando, nel XIII°sec.,venne ricostruita, fu in realtà dedicata a S.Pietro, il primo martire domenicano.Curiosa la storia di questo Santo, nato da una famiglia di 'eretici' patarini (che invocavano il ritorno del clero alla povertà evangelica), fu contemporaneo di S.Francsco d'Assisi e di S.Domenico, del quale (udita una predica) volle divenire seguace, entrando nell'Ordine da questi fondato.

Nato nel 1206, Pietro da Verona divenne Inquisitore nel 1252 e fu  attivo soprattutto in Lombardia e nel Veneto. Il 29 aprile 1252, venne però ucciso da un 'sicario', in modo curioso, come effigiato anche nel trasnetto destro della Chiesa (in un dipinto di Giovanni Badile): gli venne inferto un colpo in mezzo al capo, con una falce, e poi al petto, con un pugnale.Fu dichiarato Santo l' anno dopo e dichiarato compatrono -insieme a S.Zeno- della città di Verona.

I Domenicani furono sempre 'cutodi'di questa Basilica.Con la morte di S.Domenico (1221)essi si insediarono fuori porta S.Giorgio,nella Chiesa Santa Maria Mater Domini e,per volere del vescovo Manfredo Roberti,nel 1281 si trasferirono in città.Probabilmente sotto Pietro della Scala (circa 1290-95),vescovo, si iniziò il progetto,che fu terminato solo dopo il 1440. Un grande contributo per la realizzazione dell'opera fu dato dai Signori di Verona,gli Scaligeri, che ressero il governo cittadino dalla fine del XIII secolo fino alla fine del XIV°. Accanto alla Chiesa, si può notare l'Arca pensile di uno dei mecenati più importanti di S.Anastasia, Guglielmo da Castelbarco(un piccolo gioiello tombale).

Non si conosce, invece, l'architetto della Chiesa: si avanzano alcune ipotesi, sui raffronti planimetrici e sulle similitudini che legano questa Basilica Veronese con altre chiese domenicane del Veneto (ad esempio San Nicolò a Treviso; S.S.Giovanni e Paolo a Venezia; Sant'Agostino a Padova) e attribuite alla direzione di due  principali personaggi:  frà Nicola di Imola oppure frà Benvenuto da Bologna.Anche Guglielmo da Castelbarco viene indicato come il progettista stesso della Basilica di S.Anastasia.

Fino al 1449 fu gestita dai Domenicani Conventuali, poi, nel 1471, essa venne solennemente consacrata dai Domenicani Riformati, che vi restarono fino alle soppressioni Napoleoniche.Divenne parrocchia nel 1806, mentre l'annesso convento venne chiuso l'anno seguente e oggi ospita un liceo classico e un Conservatorio.Nel decennio 1871-'81, l'edifico subì un restauro radicale e nel 1992 venne rifatta la copertura ( la ristrutturazione e il cambio d'uso di parte del convento, attuati negli anni '50, sono discutibili poichè ne hanno offuscato chiaramente la bellezza).

La Chiesa si presenta a croce latina,a tre navate, divise da DODICI imponenti colonne in marmo rosso di Verona, terminanti a capitelli gotici con motivi 'floreali' che sorreggono archi e volte a crociera. 

La "presenza"dei Domenicani è richiamata un po' ovunque nella Basilica: a partire dalle 'travi'in legno che corrono dalle colonne e gli slanciati archi delle volte, il grande sviluppo del transetto e le absidi minori poligonali affiancate a quella maggiore; nella seconda campata della navata centrale, vi è una data 1437 e due frati domenicani si presentano ai nostri occhi,l'uno reggendo in mano il modello della chiesa di S.Anastasia,l'altro l'intera città sulle spalle.

Ma uno dei simbolismi più strabilianti che si possono ammirare all'interno della Chiesa (ricca di simboli anche all'esterno,basta saperli cercare!),è per me stato il pavimento a pelta,cioè a scudo, dai triplici colori del nero,del bianco e del rosso. Iniziato da Pietro da Porlezza, nel 1462, ufficialmente rievoca il colore della veste dei frati, nel bianco e nel nero, mentre il rosso rievoca il sangue del martirio di S.Pietro. 

La parte più interessante è meravigliosa è indubbiamente il grande rosone pavimentale, al termine del percorso della lunga navata centrale, dinanzi all'Altare Maggiore.

Qui lo si ammira nella sua interezza:

Rosone-Pavimentale.jpg (28095 byte) (cliccare sull'immagine per vederla ingrandita)

Abbiamo un grande quadrato, che recinge un quadrato più piccolo,formando una "cornice" dove corre un fregio 'intrecciato' dai colori bianco e rosso. Il quadrato  "inscrive"un cerchio, anzi più d'uno. Ai bordi, tra le due figure geometriche,  a mò di 'losanghe', vi sono quattro fiori più grandi, uguali a due a due, posti  in altrettanti cerchi.. Quelli che osserviamo nella foto e consideriamo(per praticità e per capirci)  'in alto', hanno cinque petali bianchi e quattro neri, che fanno da sfondo. In realtà, sembrano ricordare la forma di  un pentagono. Al centro, hanno un grosso pistillo nero. Di lato, due cerchi più piccolini contengono altrettanti fiorellini, con quattro petali bianchi ciascuno e 'percorsi'da due bracci  trasversali, di colore nero-come il loro pistillo-come a formare una croce, che ricalca un po' il motivo che si vede nei due cerchi inferiori, che contengono due fiori cisacuno a quattro petali bianchi,con un pistillo rosso centrale e, appunto, anch'essi  una sorta di 'croce' di colore nero con la parte terminale lanceolata. Accanto a questi due cerchi più grandi, ci sono anche in questo registro due cerchiolini più piccoli, contenenti ognuno due fiori con tre petali bianchi e il pistillo nero.

Come a voler fare da "raccordo" alla serie, strani oggetti a forma vagamente di 'coppa' o vaso, si ripetono al termine di ogni cerchiolino minore e riprendono dall'altra parte (in totale abbiamo otto di questi oggetti).

Proseguendo l'osservazione del disegno pavimentale, si incontra il primo grande cerchio, con una circonferenza di colore  nero e una di colore rosso, più esterne, e una di colore rosso e poi nero più interna. Esse delimitano una 'corona'circolare che contiene una serie di sfere (69 per l'esattezza) bicolori, bianche e rosse. Questi elementi, ci suggerisce il cortese sig. Mauro Messina,  rappresentano la luna nelle sue diverse fasi o lunazioni. Infatti, ci dice, si hanno sfere completamente chiare, quarti di sfere e alcune sfere completamente scure (luna nera o luna nuova).

La qual osservazione rende il manufatto ancora più affascinante e interessante, che apre l'ipotesi che forse potrebbe essere studiato da un punto di vista archeo-astronomico.

Tra la 'corona' e la successiva, si sbizzarrisce una serie di ellissi bicolori, variamente intersecantisi tra loro, su un suggestivo sfondo di colore nero. Al centro di questa 'spirale', che appare dall'alto probabilmente come un vortice, si trova un altro cerchio, disegnato in bianco, che è separato da un altro cerchio concentrico (più interno e sempre bianco) da una serie di coni imbutiformi (esattamente 30) sempre bicolori, bianchi e rossi, su fondo nero. Come su fondo nero è il suggestivo sole a dodici raggi fiammati, che ha per centro un cerchio rosso su cui è disposto uno spicchio bianco. Questo viene ufficialmente riconosciuto come lo stemma dei Domenicani.

In alcune parti, il rosone appare piuttosto consunto,segno di progressivi calpestii. Da ricordare che nella navata centrale, davanti al presbiterio, sorgeva un tempo un pontile, una sorta di 'recinto' che doveva separare il coro riservato ai frati dai fedeli (cioè, come si usava, la parte 'sacra'da quella 'profana' e dove quest'ultima non poteva accedere). Tra la seconda e la terza coppia di colonne, partendo dall'altare maggiore, si possono ancora oggi vederne le tracce sul pavimento (altre parti sono state riutilizzate in altri edifici cittadini)

S.Anastasia ha anche due curiose acquasantiere!

La bellissima Chiesa di S.Anastasia a Verona, di cui ho appena parlato sopra, è interessante per le  decorazioni plastiche e pittoriche che richiedono-come si è potuto capire dalle brevi note che ho inserito- una visita attenta. All'ingresso,riserva  un'altra curiosità (dopo il magnifico 'rosone pavimentale'): dei 'gobbi'sorreggono l'acquasantiera. 

(gobbo di sinistra)

Questa appare appena entrati in Chiesa,addossata ad un pilastro, a sinistra.E'databile al 1495 ed attribuita a Gabriele Caliari (padre di Paolo,detto "il Veronese").Il 'gobbo' ha i piedi nudi poggianti per terra, è vestito assai semplicemente, i capelli ricci e il volto fiero, lo sguardo dritto e penetrante. Le mani poggiano sulle ginocchia, come nel tentativo di rendere meno gravoso il suo 'compito'. Sorregge un bacile di bronzo scurito,con svariate decorazioni.

(gobbo di destra)

Addossata al pilastro di destra,appena entrati,c'è quindi una seconda acquasantiera, detta "Pasquino" perchè fu collocata qui il giorno di Pasqua del 1591 e reca incisa,nella fascia superiore del bacile (in marmo rosso di Verona) la medesima data in cifre romane.

Incerta la paternità dell'opera, che appare più accurata dell'altra. I piedi poggiano su una basamento squadrato, in marmo rosso, i vestiti sono laceri in più punti ma i baffi del 'gobbo'risultano ben curati! La mano sinistra poggia sul ginocchio destro, mentre quella destra stringe una sorta di fardello, che penzola dietro la sua schiena. L'espressione è più 'pensosa'che 'gravosa'. L'acquasantiera è scalpellata in alcuni punti, rendendo impossibili eventuali altri scritte incise.

Tradizionalmente, i "Gobbi" rappresentano gli sforzi compiuti dal popolo veronese per la costruzione della chiesa e si pensa che toccare la loro 'gobba' porti fortuna!

A questo proposito ricordo che molte chiese presentano la particolarità di avere acquasantiere sorrette da curiosi personaggi: un esempio su tutti la rinomata chiesa francese a Rennes Le Chateau, dove un demone, Asmodeo, accoglie i visitatori in una sorta di posizione che è tra l'apparire schiacciato e il volersi rialzare. Asmodeo, secondo la mitologia,era il guardiano dei tesori e portatore d'acqua al servizio del Tempio di re Salomone a Gerusalemme.

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Per approfondire il significato esoterico dell'acquasantiera di RlC.

 

Anche in Italia non mancano acquasantiere la cui base è un demone:

barb_aq.jpg (31174 byte) questo in foto si trova nel Santuario dell'Isola di Barbana ( GRADO),modello dell' opera di Riccardo Granzotto, che si trova nella chiesa di S.Lucia in Piave (TV)

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Un altro esemplare con demone che regge l'acquasantiera (non a forma di conchiglia) è collocato nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura a Roma.

 
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                             Pagina realizzata nel gennaio 2004; aggiornata nel giugno 2008