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      VII Meeting Due passi nel mistero

                       e presentazione del libro

                                             "I luoghi delle triplici cinte in Italia"

                                                                (report a cura di AA.VV.)

Iseo(BS), Agriturismo Cascina Clarabella,

6 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                                                                La foto di gruppo!

L'annuale incontro tra studiosi, amici e simpatizzanti del sito www.duepassinelmistero.com, giunto alla sua settima edizione, si è tenuto quest'anno nella pittoresca cornice delle colline moreniche del lago d'Iseo. Sfatando la credenza che dopo sette anni un' unione accusi degli scricchiolii, si è riunito un gruppo di persone più folto del solito, con gente nuova e di diversa provenienza geografica. La sintonia è stata il filo conduttore della giornata, in quanto quando si è accomunati dagli stessi interessi, è più facile comunicare e capirsi. Ringraziamo dunque tutti quanti hanno partecipato al consueto pranzo conviviale presso l'agriturismo che ci ha ospitato e anche coloro che si sono aggiunti il pomeriggio, per la presentazione del saggio 'I luoghi delle triplici cinte in Italia' (Eremon edizioni), alla presenza degli Autori, Marisa Uberti e Giulio Coluzzi.

Dopo la foto di gruppo di rito, perchè è bello poter conservare un ricordo di tante belle persone, ci si è accomodati nell'accogliente sala conferenze del 'Clarabella', che ha visto la presenza di un buon numero di presenze. Persone attente che nel finale hanno espresso idee, considerazioni costruttive, opinioni e ipotesi utili a costruire un mosaico di possibilità di approccio sempre migliore. I relatori si sono avvicendati nella presentazione del loro saggio, uscito nel novembre del 2008, che in questa sede è stato per la prima volta proposto congiuntamente. Si è partiti dalle domande cardine di questa insolita ricerca, che i due studiosi  hanno intrapreso da diversi anni a questa parte: cos'è la Triplice Cinta? Dove la si trova? Cosa significa?

Ha aperto la discussione Marisa Uberti, incentrando il discorso sui quattro punti fondamentali attorno a cui è ruotata la ricerca:

-l'aspetto storico/ludico

-l'aspetto filosofico

-l'aspetto sociologico/antropologico

-l'aspetto simbolico/esoterico

           

                            Gli autori Marisa U. e Giulio C. mentre espongono le loro relazioni

L'autrice ha focalizzato l'oggetto della ricerca come uno spartiacque:a cavallo tra un passatempo ludico e un simbolo camaleontico, capace di assumere valenze diverse a seconda dei contesti culturali, la triplice cinta si presenta nella sua usuale forma di triplice quadrato concentrico raccordato da quattro segmenti perpendicolari, con eccezioni e aggiunte inessenziali ai fini del gioco, in posizioni inclinate o verticali, talvolta in dimensioni talmente ridotte che rendono impraticabile lo svolgimento di una sfida a due. Ma gioco lo è stato, e uno dei più prediletti, almeno fin dal tempo dei Romani, che lo hanno inciso in tutto l'impero d'Oriente e d'Occidente. Figura ricorrente nell'arte rupestre non figurativa, e per questo meno indagata dagli archeologi, è passata nelle corti di re e imperatori, uscita tra il popolo, tra i pastori e gli avventori, tra cavalieri, monaci e soldati, ed è finita anche sui campi di grano, a far parte di quel grande enigma che va sotto il nome di Crop Circles!

 Sono tutti quei casi enigmatici che hanno spinto i due Autori a scandagliare la penisola italiana per raccogliere un nutrito censimento di esemplari, per ricondurli al loro significato, all'intenzione di chi li ha incisi sulla pietra. Sono infatti i contesti architettonici medievali che sembrano fornire il maggior numero di esemplari: chiese, abbazie, chiostri, come se detto soggetto abbia conosciuto una rivitalizzazione in quell'epoca. Ma trovare risposte certe è impresa tutt'altro che facile, mentre abbondano le domande. Che c'entrino le Crociate e i grandi pellegrinaggi  in Terrasanta? Che sia stata un segno di riconoscimento? Che l'abbiano usata e veicolata come simbolo cristico i Templari, che la incisero in verticale, con ogni probabilità, nella cella del castello di Chinon? Questo ha fatto scattare la molla nei due ricercatori di unire le forze per capire qualcosa di più. Nel libro hanno messo 37 schede approfondite dei luoghi, per un totale di oltre cento esemplari censiti, ciascuno con la descrizione del contesto in cui è inserito, perchè il merito di questo studio è la ricerca 'sul campo'. A ciascuno è riservata la sua storia e le sue curiosità, per cercare di capire se vi sia un'integrazione tra il luogo e la presenza della triplice cinta stessa in esso.

              

                                      Un momento della conferenza con un pubblico molto attento

Associata e forse confusa in epoca medievale al Labirinto, correlata alla pianta della biblica Gerusalemme Celeste,  interpretata talvolta come meridiana solare, come marchio di costruttori e molto altro ancora, la provenienza geografica e temporale della triplice cinta è ancora oggi molto incerta. Dall'aleatoria e anecstrale capitale di Atlantide, Posidonia, costituita da cinque cerchi concentrici di terra e di acqua, la relatrice è passata a mostrare casi documentati dal vivo, come quello straordinario di Osimo, dove nella Grotta ipogea di Palazzo Simonetti, cinque quadrati concentrici sono stati scolpiti misteriosamente in verticale sulla parete tufacea, in un ambiente carico di oscurità, di misticismo, di profonda suggestione. Poi è stata la volta di quelli di Vilminore (BG), della Valcamonica (BS), di Pulsano (FG), di Vieste (FG), di Biacis(UD), di Bulzi (SS), solo per darne un'idea. Tutti in verticale. Una presenza ubiquitaria, ma che passa  pressochè inosservata. Eppure ha divertito generazioni di persone, quando ancora giochi elettronici e computer non esistevano. Ha rivestito una pregnanza sociale importante, laddove rappresentava il gioco più economico e facile da realizzare per il volgo, che nemmeno lontanamente supponeva della sua duplice valenza. Incidere sulla pietra assumeva valore di linguaggio: affidando ad un materiale eterno il proprio messaggio, la propria 'opera', anche se umile, si sono tramandate ai posteri usanze e tradizioni via via dimenticate. Le sigle, le date e le iniziali che talvolta si trovano accanto (perfino dentro) alle triplici cinte ribadiscono, da parte di chi le ha lasciate, la volontà di non scomparire, di essere ricordati, di dirci 'Io sono stato!'.

                          

                                        Il pubblico in sala in un momento della conferenza

Giulio Coluzzi ha affrontato gli aspetti filosofici e simbolici della triplice cinta, menzionando le teorie avanzate da tre esoteristi francesi degli anni Venti del XX secolo: P. Le Cour, R. Guenon e Charbonneau-Lassay, che riconoscevano il carattere simbolico e inizatico dello schema della triplice cinta. Il primo lo riteneva proveniente dalla mitica Atlantide, passato attraverso i Druidi e tutte le società iniziatiche; il secondo focalizzò l'idea di un 'centro', concetto fondamentale paragonabile all' 'omphalos' o centro sacro degli antichi, sottolineando come esso sia la 'sorgente del Sapere' che si dirama alla periferia. Inoltre Guenon indicò nella numerologia un'ulteriore chiave di lettura, il  prodotto del ternario (i tre quadrati) con  il quaternario (il quadrato appunto), che dà origine al duodenario, espressione dello Zodiaco. Charbonneau -Lassay, non dissentendo dai precedenti, aggiunse una propria interpretazione in chiave cristiana, in cui lo schema assurge a sintesi del macrocosmo (dalla periferia al centro si avrebbe il mondo Terrestre, quello Firmamentale e quello Divino, sulla cui soglia si ferma la croce data dalla confluenza dei quattro segmenti perpendicolari(simbolo della redenzione del Cristo), poichè il mondo divino non ha bisogno di redenzione. Allo stesso modo, la triplice cinta in cui i segmenti si uniscono al centro (croce piena) assurge anche a metafora iconografica del microcosmo Uomo, formato dai tre elementi Carnale, Intellettuale e Morale, sui quali si estende sovrana la croce redentrice del Cristo. Il Coluzzi ha poi presentato diversi casi incontrati nel corso della ricerca, che suscitano ancora interrogativi, come la presenza di triplici cinte all'interno delle chiese o corredate di croci nello spazio quadrato più interno.

Concludendo i loro interventi, i due relatori hanno auspicato che sempre più persone si guardino attorno e segnalino esemplari inediti. Può esservi sempre qualcosa oltre l'apparenza, che vale quanto meno la pena di essere osservata.

Stando alla superficie delle Cose, nulla sembra nascondersi dietro di esse. Ma è proprio quando qualcuno decide di grattarla che le certezze vacillano, che le domande si moltiplicano e le risposte si ingoiano, mentre si aprono tante finestre entro le quali non solo è stimolante e curioso guardare, ma anche doveroso. E le domande del pubblico, a fine presentazione, sono servite a migliorare in ciascuno il proprio grado di percezione verso una tematica che ha ancora molto da rivelare.

                                                     

Nota: gli autori ringraziano la Eremon Edizioni per la collaborazione, tutti i partecipanti al Meeting, i redattori di questo articolo e, per la gentile concessione di alcune immagini, Irene Angelini e Michele Trapani

Sezioni correlate in questo sito:

I Meeting di due passi nel mistero

La Triplice Cinta

 

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                                                                    Settembre '09