www.duepassinelmistero.com

 

TEMATICHE:

Aggiornamenti

Alchimia

Antiche Civiltà

Archeoastronomia

Architetture

Colonne e Nodi

Due passi nell'Italia nascosta

Due passi nei misteri esteri

Fenomeni Insoliti

Interviste

L'Uomo e Dio

Maestri Comacini

Medioevo e...

Mistero o Mito?

Personaggi

Simbolismo

Simbologia e Cultura Orientale

Storia e dintorni...

Templari "magazine

Ultimi Reports

UTILITY:

Archivio reports

Bacheca

Collaboratori

Extra sito

Libri del mese

Links amici

Ricerca veloce titoli per argomento

SERVIZI:

FORUM

Newsletter

Avvertenze/ disclaimer

 

 

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

         La testa di Templecombe e la

                             mostra "Cavalieri. Dai Templari a Napoleone"

(di duepassinelmistero)

Presso le Sale delle Arti ai Piani Alti della Reggia di Venaria Reale (TO) è aperta fino all' 11 aprile 2010 una mostra intitolata "Cavalieri. Dai Templari a Napoleone-Storie di Crociati, Soldati, Cortigiani", che siamo andati a visitare, riportandone un'impressione sicuramente positiva. L'allestimento si snoda su un percorso cronologico e storico in Europa, atto a ripercorrere la figura del Cavaliere in tre principali epoche:

  • nel medioevo (XI-XIV secolo), quando si combatteva per un preciso ideale, quello di  restituire i territori santi alla cristianità

  • nelle corti reali (XIV-XVI secolo), con la nascita degli ordini monarchici, ispirati ad ideali e sanciti da un senso di appartenenza elitario

  • nel seguente periodo, illuminista e napoleonico, quando gli ordini divennero decorazioni legate alla meritocrazia.

La prima parte della mostra, che occupa le Sale 1-6, si incentra sui Cavalieri di Cristo, coloro che- dopo la conquista di Gerusalemme nel 1099- si impegnarono a combattere contro gli 'infedeli' in nome della cristianità. Troviamo dunque in questa sezione i mitici Templari, gli Ospitalieri e i Teutonici. In questo sito ci siamo occupati assai spesso di loro, soprattutto dei primi, e abbiamo trovato interessanti alcuni reperti originali esposti in questa mostra, a partire dalla misteriosa testa di uomo barbuto, dipinta su una tavola lignea e conservata a Templecombe (villaggio inglese nel Somerset). L'edificio in cui venne ritrovato appartenne nel medioevo ai Cavalieri Templari (pare fosse la residenza dell'abate in persona) e si discute chi (Gesù? Giovanni Battista?) o cosa rappresenti (il mitico 'baphometto' ), ma la sua 'fisionomia' ricorda quella dell'Uomo della Sindone. E' privo di aureola, come invece  canonicamente prevede l'iconografia di Gesù Cristo (o dei santi) nell'arte cristiana. Anche sulla funzione della tavola lignea c'è ancora un mistero: a cosa serviva?  Forse era parte di una porta, dal momento che è presente una toppa per una chiave. Al momento del suo fortuito ritrovamento (in seguito alla scoppio di una bomba durante la II Guerra Mondiale), era ricoperta di stucco che, cadendo parzialmente, lasciava trasparire ciò che si celava al di sotto. Fu così che iniziarono dei lavori di restauro e delle ricerche, che hanno portato ad una datazione orientativa ai primissimi anni del XIV secolo (o fine del XIII). Perchè fu nascosto dietro strati di stucco e dimenticato? C'è chi dice che questa testa venisse venerata da alcuni dignitari dell'Ordine (la solita 'elite') in occasione di rituali non proprio ortodossi, anzi 'eretici'.  Quando i Templari scomparvero dalle scene (perchè soppressi con Bolla Papale nel 1312), qualcuno si preoccupò di occultare il dipinto ma non di distruggerlo. Era stato infatti legato sotto l'intelaiatura del tetto.

                                                       

Altri interessanti reperti di questa sezione dedicata ai Cavalieri di Cristo sono delle lastre tombali, oggetti di uso cerimoniale e quotidiano, dipinti e manoscritti, tra i quali vi è lo Statuto dell'Ordine dei Templari,  una rara pergamena stilata ad Acri (sicuramente prima del 1291)e redatta da un anonimo copista italiano o della Francia meridionale, forse un notaio che era in servizio presso i Templari di Acri (normalmente il documento è conservato a Roma, presso l'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana):

Interessanti anche scritti autografi, come quello dell'ultimo Gran Maestro del Tempio Jacques de Molay.

Consultazione per la pianificazione della nuova crociata scritto da J. de Molay (1306), conservato presso l'Archivio Nazionale di Parigi. Risale ad un anno prima del suo arresto

Presente anche un importante manoscritto redatto il 14 settembre 1307, un mese prima dell'arresto in massa dei Templari. Si tratta del progetto per l'interrogazione dei Cavalieri del Tempio di Francia corredato dall'Ordine di arresto del re Filippo IV detto il Bello. Questo fa riflettere in merito al fatto se proprio nessuno - in quel mese- avesse potuto far 'filtrare' la notizia (permettendo ad alcuni Templari di fuggire all'estero, ad esempio, come sembra sia accaduto; inoltre si dice che gli alti dignitari del Tempio non abbiano reagito di fronte all'arresto, come 'se l'aspettassero'). Comunque questo documento sottolinea il fatto che si era calcolato un mese di tempo affinchè tutti i funzionari del re, anche i più periferici, potessero riceverlo ed organizzarsi per l'operazione 'in contemporanea' da eseguirsi il mese seguente. In quel lasso di tempo, nessuno avrebbe tradito il segreto (visto che il progetto, ufficialmente, riuscì).

Tra i dipinti in mostra, curioso quello intitolato 'Filippo il Bello manda al rogo i Templari", attribuito alla cerchia del  Maestro del duca di Bedford e tratto da G. Boccaccio 'De Casibus virorum illustrium', Parigi, 1416-20, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. In esso si nota quello che pare un errore clamoroso: dei tre templari sul rogo, due hanno un manto nero e una croce bianca mentre l'altro ha un manto bianco e la croce rossa. I Templari portavano una croce rossa su manto bianco. La critica propone che a quel tempo, cioè quando fu dipinta la scena, il ricordo dei Cavalieri del Tempio fosse già così sbiadito da confondere perfino particolari fondamentali come quelli. In un altro dipinto, realizzato quasi un secolo prima (1335- '40) da Taddeo Gaddi, si nota come il templare che veglia il sonno del papa Innocenzo III indossi il manto chiaro con la classica croce patente rossa.

Taddeo Gaddi, tempera su tavola, "Papa Innocenzo III vede in sogno san Francesco sostenere la basilica lateranese mentre il suo sonno è sorvegliato da un templare"

Terminata la sezione dedicata ai Cavalieri di Cristo, si entra nelle sale 7-10, per seguire come il 'fenomeno' si sia sviluppato nei secoli seguenti. Il XIV secolo vede il tramonto dei Templari, mentre i Giovanniti e i Teutonici continuano la loro opera, i primi nell'assistenza ai pellegrini, principalmente, i secondi nei regni dell'Europa nord-orientale. Le gesta dei cavalieri fecero fiorire un'intensa letteratura, con i romanzi epici e il mito di re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda. Gli ideali incarnati in questi leggendari personaggi (si discute ancora se sia realmente esistito un Artù...) vennero interiorizzati dai sovrani europei, che diedero vita agli Ordini monarchici o Ordini di merito, contraddistinti da emblemi peculiari, come i collari. Chi ne portava uno, era parte di un 'clan' esclusivo. Ne nacquero tantissimi. Ad esempio quello del Toson D'Oro in Francia, dell'Elefante in Danimarca, del Cigno Nero, fondato da Amedeo VI di Savoia, che nel 1362 creò pure l'Ordine del Collare o dell'Annunziata, il cui simbolo era appunto un collare, segno di dominio e di fedeltà, di sottomissione e appartenenza totale. La Riforma Protestante segnò la fine per alcuni Ordini ma nel XVI secolo, tutte le dinastie d'Europa avevano un loro Ordine. In mostra si possono apprezzare gioielli, collari, manti, armature, dipinti di artisti importanti come Frà Galgario, Rubens, Tiziano, Carracci, M. Preti, Goya...Il tutto per rendere adeguatamente l'idea di come fosse vissuto il concetto dell'essere 'Cavaliere' in quel periodo storico in Europa e come lo si volesse ostentare. Erano solo i nobili, infatti, che potevano aspirare ad entrare a far parte di simili Ordini che erano, in primis, un modo escogitato dai sovrani per 'disciplinare' i nobili stessi. In particolare ci ha incuriosito  l'Ordine del Dragone, il cui simbolo era un drago che si morde la coda, fondato nel 1408 dall'imperatore Sigismondo del Lussemburgo (e che accolse nelle sue fila anche il conte Dracula, alias Vlad Tepes).

Nelle Sale 11-14 si passa al successivo sviluppo del fenomeno cavalleresco, che si estende anche ai non nobili dalla fine del XVII secolo. Ogni tanto si ha la possibilità di estendere lo sguardo oltre le grandi finestre delle stanze nobiliari, che sono state appunto inaugurate in occasione dell'apertura di questa mostra: si tratta di ben 800 metri quadrati ai cosiddetti Piani Alti della Reggia, nei pressi del Belvedere realizzato da Amedeo di Castellamonte. La vista sui Giardini reali è da spettacolo, adesso poi che stanno prendendo la loro forma originaria, dopo gli intensi lavori di ripristino, che continuano tutt'ora.

All'inizio del XVIII secolo infatti, gli Ordini cavallereschi cominciano a decadere, la nobiltà comincia ad essere vista in altra maniera. Sono i secoli che porteranno alle Rivoluzioni europee, come quella francese. Gli Ordini però non scompaiono: si adeguano alle circostanze e divengono decorazioni al merito, titoli onorifici. Nel 1693 il re Luigi XIV fondò l'Ordine di san Luigi per i militari, ovvero come ricompensa al servizio nell'esercito; tra gli artisti e i letterati meritevoli, istituì poi l'Ordine di san Michele. Lo seguono altri sovrani europei, dall'Italia alla Prussia. L'avvento di Napoleone avrà ripercussioni non trascurabili per gli Ordini cavallereschi: in Francia vengono aboliti nel 1792 mentre nel 1802 egli istituisce la Legion d'Onore, che è rimasta la più importante decorazione francese. Conquistata Malta, Napoleone fece allontanare il glorioso Ordine dei Giovanniti (che nel frattempo si erano insediati sull'isola, assumendo il nome di Cavalieri di Malta), da allora esule e stanziato a Roma, con garanzia di extraterritorialità. Ordini e onoreficenze sussistono ancora oggi in molti Paesi del mondo, tra cui l'Italia.

Più che descriverla, a questo punto, è bene visitarla. E' infatti una mostra da vedere e da sentire (ogni epoca è accompagnata da un motivo musicale appositamente studiato), nella cornice da favola della Reggia di Venaria Reale.

 

Per informazioni su orari e biglietti d'ingresso consultare il sito ufficiale della mostra: http://www.lavenaria.it/mostre/ita/mostre/2009/cavalieri.shtml

 

Sezioni correlate in questo sito:

 

www.duepassinelmistero.com                                                                                    Avvertenze/Disclaimer

                                                                                   Gennaio 2010