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                                     Lunigiana: il lato oscuro

                                                                                   (di duepassinelmistero)

Leggende, misteri, licantropi, fantasmi, tesori nascosti: la Lunigiana è anche una terra dal lato oscuro, affascinante e segreto, in cui il mito si perde nella fantasia e la fantasia sfiora la realtà...! Non ne avremmo parlato se non fosse che l'intero territorio è costellato di queste storie 'noir', alla cui base è probabile vi sia talvolta un'allegoria sottesa o un insegnamento morale. Facciamo due passi nel brivido....

Dopo aver decantato le bellezze paesaggistiche e culturali di questo territorio italiano, non scevro- di suo- di fascinosi enigmi, addentriamoci nelle sue zone d'ombra, in cui imperversano tradizioni popolari e leggende che mettono del sale in più per chi abbia predilezione per questo genere di argomenti, che incuriosiscono comunque a tutti, a ben vedere. Del resto, non c'è castello senza fantasma, o pozzo senza una storia macabra che lo circondi, per dirne solo una.

Chi soggiorna a Pontremoli  non può restare indifferente a certe voci che vorrebbero il paese abitato da un lupo mannaro (licantropo), che avrebbe predilezione per il castello del Piagnaro in particolare dove, nelle notti di luna piena, alzerebbe al cielo il suo lacerante ululato. Pare che diverse mamme mettano in guardia i propri figli, di non uscire la sera se c'è la luna piena e soprattutto, se lo si incontrasse nelle viuzze del centro storico, bisogna non guardarlo negli occhi e salire tre scalini. Perchè? Sarebbe questa la ricetta per considerarsi... fuori pericolo! Ma se qualcuno, affetto da...licantropia,  volesse guarire, sarebbe sufficiente forare una mano con una lesina da calzolaio.

Sulla strada extraurbana di Pontremoli, dei cartelli stradali indicano alcune località limitrofe, ad esempio colpisce Zeri, a sedici chilometri. Su questo percorso c'è un un misterioso ponte che attraversa un canale molto profondo, nel quale leggenda narra venne gettato il corpo di un indemoniato incatenato che, anche da morto, continuava a contorcersi e a gridare, specialmente di notte. Dal canale si racconta salgano ogni tanto i suoni dello sbattimento delle catene contro la parete rocciosa, cosa che avrebbe fatto appellare questo come il "ponte dei rumori"... Forse il malcapitato aveva osato avvicinarsi al tesoro che -sempre secondo la leggenda chiaramente- il diavolo in persona custodiva presso una fortezza nell'alto pontremolese, verso la Cisa, su un monte fatto a cono chiamato localmente Zucchetto. Oggi la fortezza -ammesso che esista -sarebbe completamente invasa e coperta dalla vegetazione e dalle frane.

Ma le stranezze e i fatti curiosi non finiscono qui. Pare che attorno a Zeri vi sia un borgo chiamato Monte Lama dove gli abitanti avevano fama di essere abilissimi 'stregoni' e maghi, capaci di compiere azioni al di là del limite ...umano. Come nelle fiabe, trasformavano le persone in animali, le facevano sparire o volare. Ovviamente nessun commento ci è possibile, anche perchè queste leggende sono una più incredibile e fantastica dell'altra! Sempre nei dintorni di Zeri, presso Noce, si narra dell'esistenza di un paesino scomparso chiamato Agnudano, posto sulle rive di un laghetto che un bel giorno improvvisamente si svuotò. Il fatto misterioso fu seguito qualche mese dopo da un altro fenomeno, stavolta molto funesto: la terra cominciò a sussultare come in preda ad una scossa tellurica e dall'area dove prima c'era il lago uscirono getti di vapore e fango che, con uno straziante boato, inghiottirono l'intero abitato, che scomparve per sempre.

Ma se questa può essere una tragica leggenda, forse tramandata in seguito ad un fatto realmente accaduto anche se con spiegazioni certamente più scientifiche, va ricordato che a Sassalbo una gigantesca frana scese dal monte Cunella  seppellendo quasi tutto il paese, mentre nel 1930 si aprì una voragine dentro la quale scomparve il torrente Rosaro, che ricomparve diversi chilometri più a valle. Proprio qui dove oggi scorre lo stesso torrente Rosaro, c'è l'odierna Sassalbo, le cui case dicono siano senza camini, opera di pirati che, per evitare di essere intercettati per il fumo proveniente dai camini stessi, speravano non tradire la loro presenza in casa. A questa improbabile spiegazione ne fa eco un'altra che dice che la mancanza dei camini consentirebbe ai fuochi e al fumo di seccare le castagne stese sulle grate. Ma ben più fosca è la storia di un leggendario tesoro che sarebbe nascosto tra le rovine del castello di Sassalbo; sulle sue tracce si sarebbe messo un gruppo di paesani che fece una brutta fine: per aver deriso un caprone zoppo che transitava insieme ad un gruppo di capre nella stessa zona, sarebbero stati investiti da una raffica di vento talmente forte da disperderli tutti sui monti o nei torrenti, dove vennero ritrovati, morti stecchiti. Pare che la condizione necessaria per trovare il tesoro fosse quella di rompere il silenzio ma...forse scelsero il modo peggiore!

Andò decisamente meglio ad un signore che, presso Masero, demolendo un muro trovò una vera fortuna: una chioccia d'oro massiccio con i suoi dodici pulcini pure d'oro!

Continuando i nostri due passi nei brividi della Lunigiana oscura, esisterebbe anche una quercia misteriosa di cui nessuno sa indicare l'ubicazione, dove si ritrovano le...streghe. Chi sa il segreto dove sia questo posto, se ne mantiene debitamente al largo. Si conosce soltanto un punto orientativo, vicino a Monti e Molisana, sulla strada per Merizzo e Villafranca.

Poco distante da questa zona, nella valle del Taverone, sarebbe stata collocata la perduta città di Venelia, distrutta dai saraceni; scavi recenti hanno messo in luce urne cinerarie ma a quanto si dice, la tradizione popolare le considera tesori sepolti che il diavolo ha trasformato in cenere.
A Comano vi è invece una strana leggenda che ha per protagonista un oste che nella propria cantina assisteva impotente allo svuotamento inspiegabile delle botti, adducendolo ad uno scherzo di ignoti locali. Cambiò la serratura ma un un giorno sentì una risata arcigna e un paio di gambe senza corpo avvicinarsi a lui, che inorridito, chiese aiuto ma nulla sembrava insolito, all'arrivo della gente. Una sera però, cenando i compagnia, tutti videro delle lingue di fuoco alzarsi e arti umani correre per la cantina e da allora quest'ultima restò per sempre chiusa!

Ancora gente comune è protagonista di un'altra storia incredibile, che potrebbe in questo caso essere anche vera. Presso Terrarossa, in località Camposogna  un contadino era intento allo scavo di un pozzo per l'approvvigionamento dell'acqua e trovò uno scheletro alto più di due metri, di cui si sono perse le tracce. Gigantesche mura sarebbero invece state trovate tra Fornoli e Virgoletta, in un terreno chiamato anticamente Campo Armato attorno al quale si svolgevano processioni notturne di fantasmi. Che poi cosa succedesse non si sa perchè una donna anziana si accostò ad una delle figure che si vedevano volteggiare nel buio, per cercare di accendere il suo lume spento, ma ciò che trovò tra le mani fu il braccio di un...cadavere!

Un fantasma femminile vestito di bianco, molto vaporoso, accompagnato da suoni di violino sarebbe stato invece visto scendere la scalinata del borgo di Caprigliola. Ma solo nelle notti di luna!

Storie macabre e di fantasmi corollano anche la vita di signorotti e di nobili che hanno abitato la Lunigiana. Il caso più famoso è quello del castello di Fosdinovo che ha per protagonista la marchesina Maria Bianca Malaspina, la casata proprietaria del maniero e che governava la regione. Il suo fantasma sarebbe ancor oggi vagante per le sale del castello, con una veste bianca e i lunghi capelli, ed è stato visto nelle notti di luna piena. La poverina sarebbe morta di stenti, imprigionata dal padre in una cella senza aperture, in compagnia di un cane e un cinghiale; il suo torto era quello di amare uno stalliere...Nel medesimo castello avrebbe dormito Dante Alighieri, qui venuto per la pace fra i Malaspina e il vescovo di Luni, ma ciò pare improbabile dal momento che il castello- almeno come lo conosciamo oggi- non esisteva ancora. Ma gli amanti del mistero non temano perchè  nella stanza in cui per certo egli venne ospitato, presso i signori del luogo, i Bianchi di Erberia, pare accadano dei fenomeni stranissimi: statue che si spostano da sole e ombre evanescenti viste di notte attraverso le finestre.

Ancora i Malaspina sono all'origine di un altro fatto strano che ha per protagonista una giovane donna di Mulazzo, il cui fantasma aleggia ancora oggi nelle sale del palazzo, attualmente adibito a Centro studi Alessandro Malaspina, La donna sarebbe morta per sfuggire agli abusi perpetrati ai suoi danni da Francesco Malaspina, con cui era anche parente. Altra storia di depravazioni e orrori -risalente al medioevo- accompagna la memoria del marchese Malaspina di  Iera, frazione di Bagnone, dalla cui cappella di San Biagio si racconta si sentano nelle fredde notti invernali, i lamenti e le grida di orrore delle vittime,  da lui uccise e gettate in una fossa piena di scheletri. Erano i genitori delle fanciulle che lui teneva segregate, facendole ballare fino all'alba nude, e che cercavano di liberarle dalla sua follia. Un altro Malaspina, Giovan Gasparo, può dirsi degno compare del precedente, poichè nel castello di Treschietto, usava tenere festini indiavolati e perversi in cui si consumavano orge con giovani fanciulle, che purtroppo spesso perdevano la vita in strani riti sacrificali umani. Tra le rovine del castello si sentono ogni tanto provenire dei lamenti. 

Non restano indietro, in quanto ad azioni riprovevoli, nemmeno le donne della famiglia Malaspina. La marchesa Cristina Pallavicino rimase vedova di Ippolito Malaspina, assassinato dal fratello che voleva impadronirsi del ricco feudo, è rimasta nel ricordo per una insana passione: avere amanti di ogni razza da uccidere nello stesso modo, issandoli al soffitto con un sistema di corde e facendone scomparire il corpo attraverso una botola (che esiste ancora in una delle stanze, così come esisterebbe il gancio sul soffitto!) e un condotto irto di lame.

Fermiamoci qui, ne abbiamo sentito abbastanza, vero?


Sezioni correlate in questo sito:

Tappe in Lunigiana
Italia da conoscere (misteri italiani)

(Queste leggende sono state liberamente assemblate traendo lo spunto dal sito http://www.terredilunigiana.com/leggende.php  )

 

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                                                                                          gennaio 2009