| 'Ricostruzione' con la corda,
        del nodo della colonna J di Wurzburg e di
        Bamberga, 
        notevole esecuzione di un esperto di nodi marinari, Claudio
        G.Colombi L'osservazione (gradita) personale di Claudio è che chi ha deciso di
        mettersi li' con martello e scalpello ad incidere la pietra non puo'
        avere avuto solamente in mente il nodo ed aver cercato di riprodurlo
        sulla pietra. E' molto piu' facile che avesse avuto di fianco il nodo
        preparato 'prima'con la corda.. Certo, perche' DEVE essere stato fatto
        prima con la corda ! E' impensabile,dice Claudio,  pensare che uno
        si metta a scolpire un nodo senza prima averlo fatto manualmente... E
        allora, se e' stato fatto con la corda, probabilmente qualche marinaio o
        chissà chi altri, lo adoperava per fare qualcosa. Ergo, se
        questo nodo esisteva : 
          1) A COSA SERVIVA E CHI LO ADOPERAVA ?
         
          2)Nel dizionario dei nodi marinari Ashley* pare non
          essere presente, tra le migliaia che vi trovano posto.Quello della
          colonna Booz, invece, è un nodo piano,molto noto in marineria (anche
          se qui è doppio). Claudio mi  informa che il testo dell'Ashley,
          afferma che certi nodi (trovati dall'autore stesso) non erano
          utilizzati da marinai o paranaviganti ma venivano rinvenuti in posti
          alquanto inusuali. Tant'e' vero che, un esempio tra tutti, esiste un
          nodo che porta il nome del negozio di antiquariato dove e' stato visto
          per la prima volta... segno questo che la ricerca non era limitata
          alle banchine dei porti o ai ponti delle navi.
           [Commenti e immagini di Claudio G.Colombi]          
        (continuate con le vostre segnalazioni, grazie) |  | Come si può osservare, egli ha
        utilizzato otto cordoncini(per una migliore 'resa', sarebbe auspicabile
        una corda dal diametro maggiore)di colore bianco,attorno a cui ha fatto
        passare un cordoncino rosso.In blu sono stati evidenziati i passaggi o
        intrecci di quest'ultimo attraverso i fasci bianchi. *Clifford W. Ashley, il Maestro dei Maestri in
        fatto di nodi, ha scritto un tomo sull'argomento costituito da oltre 600
        pagine, con circa 6000 nodi disegnati e spiegati con ricchezza di
        particolari anche dal punto di vista storico e pratico. Ashley diceva
        che: 
          "Il marinaio è il miglior esperto di
          nodi perchè più di chiunque altro, nel suo mestiere, è costretto a
          servirsi dei cordami. Conseguentemente, i nodi più usati e più noti
          devono l'origine e il nome alle necessità delle navi impiegate nelle
          diverse attività marinare, e siccome queste necessità sono
          innumerevoli, i nodi ideati dal marinaio sono, probabilmente, dieci
          volte più numerosi di quelli ideati da tutti gli altri lavoratori
          messi assieme. Questa affermazione non sorprende se si pensa che su un
          veliero armato a nave i cordami delle manovre fisse e correnti
          raggiungono una lunghezza complessiva di molte miglia, e che un
          marinaio esperto, costretto ad usarle quotidianamente, le conosce
          tutte palmo a palmo.
         
          Sappiamo che l'arte di fare nodi ha avuto
          sempre importanza per tutti i popoli, sin dalle epoche più remote.
          Sopravvivono ancora popoli primitivi che fanno le intelaiature delle
          capanne e delle canoe, preparano le trappole e gli utensili con
          corregge e vimini annodati, ma l'uomo civile dipende ancora dai nodi
          tanto quanto ne dipendevano e ne dipendono i suoi fratelli meno
          progrediti, anche se oggi la necessità appare meno evidente nel mondo
          complesso e sofisticato che ci circonda."
           
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