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                                            (a cura di Marisa Uberti)

A volte le fotografie possono spiegare più delle parole quello che è la realtà, spesso velata e pervasa di elementi estranei,che non ci permettono di metterla a nudo:allora ci affidiamo a questa immagine, del tutto naturale’, per dire cosa sia e non sia la basilica di Santa Maria di Collemaggio: il più grande edificio d’Abruzzo, e uno dei più enigmatici in cui, nonostante si sia studiato molto, indagato molto, scavato molto, il tempo riesce ancora a mantenere il fascino dei suoi segreti e delle sue innumerevoli vicende, che partono da lontano e che non possono essere disgiunte dal suo fondatore, Pietro Angeleri (alias papa Celestino V).

1275:un povero eremita benedettino di nome Pietro detto del Morrone, sta tornando da Lione dove è andato a far approvare la fondazione di un nuovo Ordine monastico,quello dei Fratelli dello Spirito Santo.Decide di fare sosta nei pressi de L’Aquila (cittadina che secondo tradizione stava vedendo le prime mosse,e che si trovava allora sotto il regno di Napoli, degli svevi Hohenstaufen prima e degli Angioini poi) e sogna che la Vergine gli appaia, dicendogli di costruire una chiesa in suo onore.Nonostante sia appunto strano che una città che sta per nascere decida di realizzare un simile grandioso progetto, esso prende il via: nasce Santa Maria di Collemaggio, consacrata nel 1288.Circa vent’anni dopo, proprio quell’eremita verrà qui incoronato papa, con il nome di Celestino V, mentre il monastero annesso è ancora in fase di costruzione.Dopo pochi mesi di mandato, avvenne qualcosa:il papa restituì le insegne pontificie e rinunciò alla carica, desideroso di tornare a fare l’eremita. Ma si illudeva:non gli sarebbe stato mai più permesso. Passerà alla storia come il 'papa del gran rifiuto', lasciando l'apparato ecclesiastico sgomento e probabilmente furibondo.Sentendosi braccato, visse i seguenti sei mesi nascondendosi, tentando di sottrarsi al suo destino, riparando prima in Puglia, sul Gargano, poi tentò di raggiungere Rodi,in Grecia,ma la nave naufragò.In una località ancora non identificata, a quindici miglia da Rodi e cinque miglia da Vieste, venne catturato nove giorni dopo dagli emissari del suo potente successore, Bonifacio VIII, appartenente al casato dei Caetani(o Gaetani). Si dice che Pietro venisse aiutato a nascondersi dai Templari,con i quali è ipotizzabile fosse molto probabilmente venuto in contatto da tempo, in qualche loro monastero, e l'intenzione di riparare a Rodi potrebbe far capire che esisteva una rete ben collegata disposta ad aiutarlo e proteggerlo(1). Qualcosa andò storto;in seguito fu tenuto in una sorta di diplomatica prigionia, nel castello di Fumone (FR) presso Anagni perchè espiasse qualsiasi forma di vanità (operazione orchestrata dal suo potente successore,che ufficialmente intendeva proteggerlo da chi volesse approfittare della sua condizione e strumentalizzarla), sorvegliato nei suoi movimenti e, forse, eliminato (fu rinvenuta un' enigmatica impronta rettangolare di cinque millimetri per nove nel suo cranio, che ha fatto ipotizzare la penetrazione di un oggetto a forma di chiodo,per circa cinque centimetri, ma le cui  circostanze e conseguenze sono ancora sconosciute).Morì il 19 maggio 1296. Dopo aver tentato di cancellarne quasi la memoria,venne santificato(come eremita Pietro non come Celestino V). Misteriosamente fu rapidissima la sua pratica di canonizzazione e fu dichiarato Santo pochi anni dopo la sua dipartita(1313), cosa alquanto curiosa,riabilitato da Clemente V, il papa del 'processo' ai Templari,che videro la soppressione del loro Ordine proprio in quel periodo(ufficialmente 1312).

E ipotizzabile che la sua morte sia stata seguita da un' intensissima devozione popolare,ingombrante per la Chiesa, che decise di togliersi dall' empasse con una strategica mossa:elevarlo agli onori della santità. Morto a Ferentino e seppellito nella chiesa di Sant’Agostino, i suoi confratelli lo traslarono nel 1327, portandolo nell’Abbazia di Collemaggio, dove tutt’oggi si può ancora visitare.Il tempietto che accoglie le sue spoglie è del 1517 e fu realizzato in forme lombarde rinascimentali, su commissione dell’Ordine della Lana da Girolamo da Vicenza.Che cosa c’entri con Celestino quest’ultimo personaggio e il citato Ordine, probabilmente lo scopriremo proseguendo le ricerche.Ma per il momento accantoniamo questo ‘filone’, dirigendo l’attenzione alla basilica che stiamo per visitare.

2007.Fuori dalla città de L’Aquila, si erge la maestosa basilica di Santa Maria di Collemaggio,su un precedente edificio dedicato a Santa Maria dell’Assunzione,oggetto di venerazione per la presenza di un’immagine della Madonna, ritenuta miracolosa(e per la quale probabilmente il tempio era stato costruito).Questo fa capire che quando venne fondata l’abbazia in questo luogo, ci si comportò come di ‘prassi’, cioè scegliendo un sito ritenuto ‘sacro’ e riconsacrandolo, spesso ampliando o modificando ciò che già c’era.Il sito dove sorge la città de L’Aquila non venne ‘creato' nel Medioevo ma sono state ritrovate testimonianze di insediamenti pre-romani e romani,che l'avevano chiamata Amiternum.Si può dire che ufficialmente venne riconosciuta come città nel 1254 da Corrado IV (figlio di Federico II di Svevia).

 Sembrerebbe da sfatare il fatto che frate Pietro del Morrone, l’eremita divenuto Papa con il nome di Celestino V nel 1294, l’abbia voluta erigere dopo l’apparizione in sogno della Madonna che gli chiese di costruire la chiesa.In realtà, anche la base della  torretta a destra dell’attuale edificio mostra lavorazioni databili ad un' epoca antecedente.Gli scavi archeologici hanno attestato la presenza di cinque absidi semiottagonali, in luogo delle tre attuali e che la basilica fosse più larga ma meno lunga; gli studiosi stanno verificando il motivo per cui si verificò tale cambiamento,ipotizzando due scenari possibili:o il primitivo schema non venne mai portato a compimento,oppure è situato ancora sotto a ciò che vediamo oggi,sviluppatosi in larghezza e a cagione di questo una delle absidi originarie dovrebbe trovarsi esternamente alla sacrestia odierna,il che giustificherebbe l'asimmetria della facciata.Questo può importare o meno, vista la bellezza di cui godiamo oggi nel vederla e ammirarne l’aspetto veramente straordinario,che nello stile –in parte- la accomuna agli edifici religiosi che abbiamo potuto visitare in terra abruzzese:la facciata con il coronamento orizzontale(ci viene in mente la chiesa ‘matrice’di Santa Lucia a Magliano dè Marsi, il cui unico rosone è uguale a quello laterale sinistro dell'abbazia di Collemaggio), la geometria intarsiata a marmi bianchi e rosa (si ricordi il Santuario del Volto Santo a Manoppello, ad esempio; o anche la Fontana delle 99 Cannelle)...

 

La disposizione geometrica delle pietre in facciata è tale da creare un duplice effetto ottico,a seconda di come la si guarda: se si colgono le pietre rosse, ci si accorge che esse formano innumerevoli croci,al cui interno si situano dei rombi bianchi; così se si osservano le pietre chiare, si osservano innumerevoli quadrati bianchi collegati tra loro, contenenti un quadrato più piccolo rosso.

Da molti anni si stanno eseguendo lavori per il consolidamento e la conservazione delle opere (sia murarie che affreschi); essa ha subito molti insulti tra cui quello del devastante terremoto del 1703,in seguito al quale venne completamente trasformata e ‘addobbata ‘secondo l’uso in voga,il barocco, poi ripristinata nel 1972, secondo i canoni romanico-gotici con cui era stata realizzata.Il portale centrale è un capolavoro plastico,con 24 nicchie gotiche disposte in due ordini;un tempo dovevano contenere altrettante statue di santi,di cui oggi ne restano quattro,acefale.La strombatura è ricchissima,con colonnine di diversa foggia,che si ripetono anche nei laterali, ma in misura molto meno eclatante.Le dimensioni tra i tre portali sono notevolmente differenti.Molto curiosa è la 'torretta d'angolo' ottagonale e terrazzata, a destra,che fungeva anche da ambone esterno(si poteva predicare?),e da cui dipartiva un campanile, distrutto nel 1880.Questo elemento addossato alla chiesa,le conferisce un aspetto del tutto particolare.

C’è da rimanere stupefatti scorgendola appena imboccato il viale che le fa da immenso sagrato...

Come è unica,o quanto meno rara, la composizione delle sue forme geometriche, la presenza dei tre portali a tutto sesto in facciata, come usa nella grandi cattedrali, e di altrettanti rosoni,che quasi contrasta con l'austerità della facciata laterale meridionale(foto sotto).

 

Si noti come vi sia la presenza di un campanile 'a vela' a doppia apertura, di matrice più arcaica rispetto al resto dell'edificio(spesso è presente in edifici in cui è attestata la presenza dei Templari), secondo chi scrive.Nella facciata sud,come abbiamo detto, si apre un prezioso portale, detto Porta Santa (o della Perdonanza), del 1300, che reca lo stemma cittadino (un'aquila) e nella lunetta un dipinto della Vergine con San Giovanni Battista e Pietro Celestino.La città de L'Aquila può vantare di avere avuto la prima Porta Santa della storia... Il portale viene ancora oggi usato per la celebrazione solenne della ricorrenza di questa Istituzione Celestiniana (dai vespri del 28 agosto fino al tramonto del giorno seguente).Il Santo papa, infatti, nel giorno della sua elevazione al soglio pontificio, istituì la Perdonanza, un Giubileo antelitteram, pratica con la quale si poteva chiedere la remissione dei peccati commessi, mediante l'uso della preghiera,del pentimento e precorrendo i tempi della gerarchia ecclesiastica del tempo. Non si è potuto spingersi oltre la cancellata,per poter vedere la zona absidale della basilica,cosa cui avremmo molto tenuto,poichè un pannello indica l'interdizione al pubblico (per lavori, probabilmente).

Tornati dunque sui nostri passi,ci riportiamo nuovamente sulla facciata per ammirare alcuni particolari,come questo,che ci indica il nome di un restauratore, A.Minori, che vi lavorò nel 1883.Forse quel volto,sotto la statua, è proprio il suo.Un grande onore!

 

Procedendo, si potranno passare al setaccio più o meno accuratamente tutti i dettagli di colonne,capitelli,statue,rilievi ma ci siamo resi conto che,nel breve tempo a disposizione,non potevamo fare un lavoro simile,pena il goderci una visita in cui cercare di apprezzare il possibile. Allora,ecco che sotto qualche ''scatto' sono caduti simbolismi belli e interessanti,come il seguente:

 

O come quest'altro,forse più noto,presente sull'architrave del portalino che conduce dal chiostro dei monaci all'ingresso della chiesa.Un 'agnello crucifero' murato al contrario! Desta parecchia perplessità,non c'è che dire:possibile che chi lo realizzò non si rese conto di averlo inserito al contrario;si nota che l'architrave è avulsa dal resto, è stata incassata in tempi diversi, forse proviene da materiale di reimpiego dopo il terremoto del 1703?Ma a quale epoca risalga non lo sappiamo.Però anche i committenti,constatata una cosa simile e trattandosi di uno dei massimi simboli cristologici, non poteva esigere l'immediato, corretto riposizionamento? Forse non si potè fare o forse -come una letteratura 'alternativa' vuole sottolineare -a Collemaggio tutto è inusuale e rimanda ad una Conoscenza esoterica...(2)

Che 'diavoleria' sia mai questa? Qualcuno vi vuole vedere il senso del forte contrasto tra le idee di Celestino e l'apparato Chiesa, l'allusione ad una verità rovesciata.Da questo presupposto, nascerebbe il legame che egli avrebbe instaurato con i Templari, glorioso Ordine di matrice Cistercense e le cui gesta non stiamo qui a ripercorrere. Secondo alcuni studiosi, l'Abbazia di Collemaggio celerebbe la chiave per decifrare alcuni punti fondamentali di matrice universale,a cui si rifaceva il Sapere detenuto da certe elite e pervenuto in Europa con le Crociate.In una parola,la Tradizione.Lasciamo a chi li sta portando avanti seriamente, il dimostrare questa tesi.

Veduta del chiostro,con una fontana in primo piano, e in lontananza il pozzo usato dai monaci.Fino a qualche anno fa, i locali monastici erano adibiti ad Istituto assistenziale, e sono in fase di ripristino e modernizzazione.

Entrando sommessamente nella basilica, capita di sentirsi catapultare in un mondo che non sembra più nostro, cioè della frenesia quotidiana e questa è una sensazione che si prova sempre, quando le pietre sanno 'parlare' e trasmettere tenacemente perle condensate di un passato glorioso.Si resta ammaliati anzitutto dalla spazialità, notevolissima, dalle forme essenziali che, come abbiamo già detto, le sono state riconferite da sapienti restauri, dopo che era stata tutta addobbata secondo il gusto barocco nel corso del 1700.La pianta è a croce latina, con tre navate che corrispondono ai tre portali e alle tre absidi.I pilastri massicci pilastri (ottagonali)sostengono le arcate ad ogiva,mentre il soffitto è a capriate lignee a vista.Molto buono il gioco di luce,che filtra nell'abbazia dai tre rosoni situati a occidente;da finestre situate a est(presbiterio), da una fila di finestre gotiche collocate sulle navate laterali,e l'illuminazione proveniente dall'alto,cioè dalla cupola.

 

Si noterà che la pavimentazione riproduce il bicromismo dell'esterno,con mattonelle bianche e rosse alternate(non ovunque per rimaneggiamenti). 

Come è sempre consigliabile fare, oltre che a guardarsi attorno per ammirare i dipinti (vi sono affreschi che illustrano la vita di Celestino V ma sono stati scoperti in anni recenti affreschi che vanno dal 1300 al 1500, di scuola veneta,tosco-marchigiana e abruzzese), gli arredi sacri, i simboli parietali, e anche ciò che sta sopra le nostre teste, sarà bene abbassare lo sguardo per dare un'occhiata al pavimento, che è disseminato di lastre tombali.Ma non solo.

Una Crocifissione che conserva ancora dei bei colori originari (navata destra):risale al 1400 e si trova in una delle tre nicchie gotiche di questo lato.Si noti la parte inferiore, curiosamente dipinta a drappi idealmente trattenuti da tre mensoline marmoree lavorate (una è mancante).

Dicevamo poc'anzi che sul pavimento sono collocate le tombe di vari personaggi, in massima parte abati dell'Ordine dei Celestini

Questo sembra più un Cavaliere che un abate (sotto).

 

Oltre a ciò, si potranno incontrare altri particolari degni di essere osservati, come questo (foto sotto).Su una lapide trovano posto varie incisioni,apparentemente slegate tra di loro e senza significato esplicabile: un martello, dei numeri (forse), un oggetto non ben identificato e una M in carattere gotico. Secondo una tradizione, non accertata, forse qui venne incoronato papa Pietro del Morrone; secondo altre fonti, la cerimonia si sarebbe svolta all'esterno.E' verosimile che i graffiti presenti possano risalire ad epoche diverse e che siano i segni dei Costruttori che a più riprese lavorarono nell'abbazia.

 

Uno dei segni certamente usati da' 'Compagnons' (maestranze edili di matrice francese) è il cosiddetto 'Quatre de chiffre' (intraducibile in italiano), che sottende al numero 4, ma la cui valenza è oscura e da ricercarsi in quella gamma di simboli di riconoscimento che i Costruttori usavano per identificare il proprio lavoro e che rappresentavano la consorteria di appartenenza o una specifica 'parola di passo' (massoneria ante litteram).Nella sua biografia sui Maestri Comacini,pubblicata nel 1893, G.Merzario afferma che questa Corporazione prestò la propria opera anche in questa Basilica.Non ne dubitavamo...

Un altro  interessante ed enigmatico simbolismo si trova su un'altra mattonella.La scena,forse,era completata da qualcos'altro,dal momento che le due lastre sembrano spaiate (colore diverso,consunzione diversa...) e divise in due parti.Su una non si ravvisa nulla,mentre l'altra raffigura una sorta di 'piattaforma a due piani', con la base allargata, al di sopra della quale, come sospesa in quel che è idealmente un firmamento, c'è una mezzaluna.Anche se apparentemente possono sembrare diversi, il simbolo qui rappresentato ha una forte analogia con quello presente nella lastra vista prima.

 

Il pavimento del Santuario presenta anche alcuni notevoli punti,in cui le mattonelle sono disposte in un curioso sistema di cerchi concentrici (tre).Secondo alcuni studiosi,quei tre cerchi concentrici potrebbero rappresentare una figura labirintica(sul significato generale del labirinto abbiamo parlato in altra sezione), avvalorando l'ipotesi che tutto il percorso della chiesa è simbolico,iniziatico.In base alla nostra personale, modesta e veloce impressione, non ci è sembrato un labirinto, ma sicuramente la presenza di tre cerchi concentrici (ripetuti sei volte) non crediamo sia lì per il solito 'caso', ma sia frutto di calcolate geometrie (ai costruttori medievali non c'era proprio nulla da insegnare!):perchè proprio in quei punti,si potrebbe chiedersi? Una risposta esiste: su di essi si adagiano i fasci di luce che -al tramonto del Solstizio d'Estate- penetrano all'interno tramite i tre rosoni sulla facciata ovest. Una particolarità da segnalare è che nel libro di  Giannandrea Capecchi e Maria Grazia Lopardi. 2004, NOTRE DAME DI COLLEMAGGIO, Conoscenze e Misteri degli Antichi Costruttori, Edizioni Il Ternario, Roma,si afferma che il 'labirinto' racchiuderebbe un misterioso motivo musicale (riprodotto sul CD allegato al libro).

Interessante anche l'andamento 'ondulatorio'che è stato conferito a quest'altro pezzo di superficie pavimentale, formato da sette cerchi che richiama le forme sinuose di un serpente (secondo alcuni molto simile al Kundalini ma l'accostamento appare un po' forzato,a nostro modesto avviso), ed è evidente come la geometria sia in effetti particolare, nella quale sono state rintracciate linee che non rivestirebbero una motivazione 'funzionale' ma avrebbero insiti i riferimenti a proporzioni 'armoniche' musicali (sempre in base agli studi degli Autori sopra citati).

A noi ricordano le volute e gli azzardi dei Cosmati, la rinomatissima famiglia di mosaicisti, che usavano eseguire simili acrobazie geometriche sui pavimenti da loro realizzati (vedasi Santa Maria Maggiore a Roma o San Crisogono sempre a Roma,di cui pubblichiamo alcune foto,sotto)anche se quelli di Collemaggio paiono di foggia arcaicizzante

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In fondo alla navata laterale destra è collocata la cappella/sepolcro di Celestino V, il cui elemento principale è il tempietto in stile classicheggiante(1527), contente il suo corpo, che dovette soccombere alle incursioni degli invasori: nel 1528 le truppe del Principe d’Orange asportarono dalla chiesa la cassa in argento che conteneva le reliquie del papa santo che-disperse -dovettero essere ricomposte e riallestite; nel 1799 subirono ancora un trafugamento da parte delle truppe Napoleoniche, e ancora dovettero essere ricomposte.Poco si sa del trafugamento del 1988,ad opera di una non meglio specificata 'banda di balordi' , e il ritrovamento delle spoglie del Santo in un vicino cimitero.Cosa resti oggi dei resti mortali di Celestino V, quindi, è difficile dirlo, a nostro avviso. Nell'occasione dell'ultimo trafugamento e ritrovamento successivo, i resti pare siano stati sottoposti a TAC e ad esami tossicologici (notizia che sarebbe emersa a distanza di dieci anni), anche per verificare la provenienza del foro presentato dal suo cranio. I responsi pare non siano più arrivati, perchè la registrazione delle indagini cliniche in ospedale non esisterebbe più, essendosi smagnetizzata la banda elettronica(3). 

 

 

 

 

Il tempietto è di marmo bianco, colonnato e decorato con svariati motivi simbolici, a grottesche, elementi vegetali e antropomorfi;ai lati si trovano (uno per parte)i re biblici Davide e Salomone.Alle pareti vi sono dipinti giganteschi, di cui quello sotto(in foto) ritrae Celestino V nell'atto di restituire gli attributi regali di pontefice,di fronte a San Michele Arcangelo(opera di Severino Gatti).

 

E' dal 12 febbraio 2007, poco dopo essere tornati a casa dalla nostra visita in loco, che è apparsa (4)  una notizia intitolata:"Basilica di Collemaggio, nessun mistero. La Soprintendenza:dopo 10 anni di scavi niente ritrovamenti "strani". Nel breve articolo si ripercorrono i lunghi anni e i soldi spesi per le opere di consolidamento dell'edificio e si riporta il commento dell'architetto Pezzuti, direttore dei lavori, il quale assicura che non è stato ritrovato 'nulla di misterioso' in esso e che al più presto si finiranno i lavori. In precedenza,nel gennaio 2007,era apparso un articolo dai contenuti ben diversi, che esprimeva preoccupazione per la poca, se non nulla, trasparenza degli scavi stessi nell'abbazia di Collemaggio, cui la popolazione non verrebbe fatta partecipe (A chi giovano i misteri a Collemaggio?).Gli autori dell'articolo fanno capo ad un portale dedicato interamente alla città dell'Aquila e ai suoi enigmi; da tempo si sono impegnati per cercare di sondare, capire, investigare e possibilmente risolvere i tanti interrogativi che durante le loro Ricerche sono sorti e che hanno raccolto in un libro(5). E' ovvio che tra questa parte di ricercatori indipendenti e la Scienza Ufficiale vi sia un po' di burrasca.Speriamo che le evidenze scientifiche e maggiore collaborazione tra più persone coinvolte a diversi livelli, possa contribuire a dare davvero le risposte che mancano.Forse lo si dovrebbe al Santo eremita che vorrebbe giacere in pace, lui che aveva emanato la sua unica Bolla, incentrata sull'amore e sul Perdono. E per portare fuori dall'Abbazia  i nostri due passi nel mistero di Collemaggio e di Celestino V, mentre lasciamo questo luogo così fortemente suggestivo, ci viene in mente un altro mistero, legato all'abate Sauniere, il celeberrimo prete dei miliardi di Rennes le Chateau, che aveva acquistato a Parigi  una riproduzione di un dipinto raffigurante Celestino V...un papa 'scomodo', per così dire. Chissà cosa piacque a Sauniere di quel dipinto, se veramente lo comprò (perchè nelle vicende di RlC i 'se' sono d'obbligo, tanto s'è detto e s'è scritto!). Ma lasciamo a chi lo sa fare, il trovare intrecci per imbastire una trama plausibile.Noi ci siamo limitati, come sempre, a compiere i nostri piccoli passi e a conoscere un po' più da vicino l'infuocata atmosfera del Collemagico di Celestino.       

NOTE:

1)-Per approfondimenti vedasi l'articolo L'Avventura di un povero cristiano

2)-Per approfondimenti vedasi lo studio di M.G.Lopardi "I segreti di Santa Maria di Collemaggio" e il suo sito http://www.collemagico.it/

3)- Notizia riportata nell'articolo La morte di Celestino V

4)-L'articolo è consultabile al seguente link 

5)-Da visionare per maggiori informazioni http://www.ilcapoluogo.com/Misteri%20Collemaggio/mistero.htm

Altri links: 

Chiostro Abbazia Collemaggio 
Tel. 0862 26392
Fax. 0862 419188

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                                                                     marzo 2007