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ALTRE INDAGINI E RAPPORTI SU AVVISTAMENTI U.F.O. AVVENUTI NEI PRIMI MESI DEL 1980 (a cura di Danilo Baldini)

 

Da indagini effettuate negli anni scorsi, ho potuto constatare che nei primi 8 mesi del 1980, nel territorio di Matelica (MC), ed in particolare nella zona del Monte San Vicino, vi furono molti altri avvistamenti, di cui ne elencherò alcuni.

 

6 GENNAIO 1980   Il sig. Ugo Soverchia, proprietario di un ristorante in loc. Pian dell’Elmo di Fabriano (AN), località di montagna sita alle falde del Monte San Vicino, in compagnia del figlio, assiste all’”atterraggio” di una grossa sfera luminosa sul vicino Monte Cipollara.

Del fatto se ne occupò, a suo tempo, il collaboratore C.I.S.U. Fabrizio Cerquetti, che intervistò i testimoni e se ne occuparono a lungo anche gli organi di informazione, come “Il Messaggero” del 11 e 31 Gennaio 1980.

5 FEBBRAIO 1980  -  A Sarnano (MC), due testimoni ( T.Gentilozzi e A.Conti) vedono volare un oggetto a forma di “uovo circondato da un piatto nero che emana una forte luce” (da “Il Messaggero”).

FEBBRAIO – MARZO 1980 -  Ore 20.30 circa. Molti testimoni osservano da Matelica (MC) una luce rossa che da terra si alza verso il cielo in prossimità del Monte San Vicino.

MARZO 1980 – Ore 3.00 del mattino. Alcuni testimoni osservano ad est di Matelica, sopra il Monte Lavacelli (zona sud della catena del Monte San Vicino), una grossa sfera del diametro della Luna piena, molto visibile. La sfera stava ferma nel cielo ed aveva un colore giallo chiaro intenso.

MAGGIO 1980  - Una famiglia di Matelica nota per 4 o 5 giorni di seguito un puntino fermo nel cielo che riflette la luce del Sole. Ad un attento esame con un binocolo, il puntino si rivela essere un oggetto discoidale, piatto sopra e con una “gobba” nella parte inferiore, simile ad uno di quei cappelli che portavano i preti una volta, però rovesciato. L’oggetto era di colore argenteo, metallico e stazionava fermo nel cielo in direzione ovest, in prossimità del Monte Gemmo, ma leggermente più basso rispetto alla vetta del monte (1200 m.s.l.), quindi ad una altitudine di circa 1000 metri.

MAGGIO – GIUGNO 1980 – Purtroppo non ricordo la data esatta, ma anch’io, in quel periodo, sono stato testimone, sia pure per qualche minuto, di uno strano avvistamento. Un pomeriggio, mi trovavo a passeggiare nella Piazza E.Mattei di Matelica, quando mi accorsi che molte persone stavano guardando in direzione sud-ovest rispetto alla Piazza. Incuriosito, mi misi anch’io a guardare in quella direzione e notai distintamente un puntino nero immobile nel cielo, in prossimità del Monte Gemmo, che rifletteva la luce del Sole. Restai per qualche minuto a guardare, poi mi ricordai di avere un amico che possedeva un potente binocolo, corsi quindi a casa sua, ma appena  posizionammo lo strumento per guardare, il puntino era sparito.

AGOSTO 1980  -  Ore 22.00 circa. Un gruppo di 7 – 8 persone che si trovano all’aperto su una terrazza di una villa nelle vicinanze di Matelica, osservano per circa 2 ore, il passaggio di numerose luci nel cielo. Le condizioni meteorologiche sono ottime, il cielo è completamente sereno. Le luci procedono in ordine sparso, lungo la direttrice Sud-Ovest / Nord-Est e sembrano dirigersi tutte verso il Monte San Vicino. Alcune di queste luci sono isolate, altre sono a coppie, altre ancora a formazioni da tre o più; la frequenza di passaggio delle luci, isolate o a gruppi, è di 5 – 10 minuti l’una dall’altra. Il culmine del transito delle luci avviene attorno alle ore 23.00, mentre tutto il fenomeno ha termine attorno alle ore 24.00. Le luci mutano di colore passando dal bianco, all’arancio, al blu, mentre le dimensioni apparenti, ad occhio nudo, sono paragonabili a quelle del pianeta Venere, anche se meno brillanti di esso. Al loro passaggio le luci non emettono alcun suono, ed impiegano qualche minuto a solcare la porzione di cielo visibile dal punto di osservazione; la quota apparente sembrerebbe essere quella degli aerei di linea civile. La cosa più strana, però, è il loro movimento, molto irregolare, spezzato, cioè le luci procedono ad una andatura a zig-zag, mantenendo comunque la direttrice di marcia SO / NE.

A questo stesso periodo vanno ricondotti anche l’avvistamento di un U.F.O. sul Monte San Vicino da parte del Maresciallo dei Carabinieri di Matelica e dei suoi collaboratori, del quale il C.I.S.U. già possiede una mia relazione ed intervista inviata alcuni anni orsono, e quello dell’avvistamento sulla S.S.256 tra Matelica e Cerreto d’Esi che viene ampiamente trattato nel Documento N. 1 allegato.

 

CONCLUSIONI 

Da tutte queste testimonianze raccolte che, probabilmente, rappresentano solo una minima parte di ciò che effettivamente di “anomalo” è stato visto, da parte della popolazione, in quel dato periodo, si possono trarre due costanti :

1)      La frequenza dei casi segnalati nell’arco di pochi mesi e nel raggio massimo di 10 – 15 Km.

2)      La ricorrenza degli avvistamenti intorno o in direzione del Monte San Vicino o comunque nei pressi di montagne o luoghi elevati.

Per il primo punto, l’ipotesi più ovvia è che nel corso della prima metà del 1980 si sia raggiunto il “culmine” di un flap di avvistamenti, iniziato forse alla fine degli anni ’70 e proseguito, in maniera meno evidente nei primi anni ’80, che ha avuto come teatro Matelica e zone limitrofe. 

Per il secondo punto, mi sia consentita una personale ipotesi. Essendo un appassionato di storia          antica, ho scoperto che in epoca pre-romana, nel territorio in questione, le vette dei monti, ed in particolare, quella del Monte San Vicino, erano considerate dei luoghi sacri dalle antiche popolazioni che abitavano alle loro pendici. Sul San Vicino, addirittura, in determinati periodi, venivano effettuate anche delle processioni, con tanto di offerte votive alle divinità che, si credeva, ivi dimorassero. La relazione con gli avvistamenti sta nel fatto che, forse, anche allora la montagna era teatro di apparizione di “luci” o di altri fenomeni luminosi strani, che le popolazioni di allora attribuivano alla attività ed alle bizzarrie delle divinità che ivi abitavano, mentre la cultura odierna le riconduce a periodiche visite di velivoli extraterrestri.

Questa, ripeto, rimane una mia personale ipotesi, resta comunque il dato oggettivo del grande numero di avvistamenti in un lasso di tempo piuttosto breve e in uno spazio ancora più circoscritto, sui quali occorrerà necessariamente approfondire le nostre conoscenze.  

Si pubblica per gentile concessione di Danilo Baldini  -al tempo dell'indagine collaboratore del C.I.S.U. per le Marche.

Avvistamento I

Avvistamento II

Sezioni correlate in questo sito:

Fenomeni insoliti

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