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(di Mario Marietti)

Per caso, sistemando alcuni vecchi libri, ho trovato notizie di un lontanissimo quanto misterioso viaggio compiuto più di 1500 anni fa. 


Narra un antico manoscritto, la Navigatio Sancti Brendani Abbatis, più comunemente noto come “Navigatio”, che un monaco irlandese vissuto nel VI secolo, fece,con alcuni confratelli,  un lungo, lunghissimo viaggio a bordo di una imbarcazione di cuoio ( pelli di bue ).Di questo 'resconto'esistono diverse versioni,tutte più tarde dei fatti narrati:una latina,una toscana,una veneta.Si consiglia,per chi volesse approfondire,di cliccare qui.
Egli partì dall’Irlanda, dall’insenatura di Brandon ( cosi chiamata attualmente ) e viaggiando nell’atlantico settentrionale giunse in una terra lontana posta ad occidente.
Alcuni studiosi pensano che questa terra sia l’America, scoperta cosi quasi 1000 anni prima di Colombo e circa 400 anni prima dei Vichinghi.
Di questo viaggio vi si trova affermazione anche in testi latini autentici risalenti all’800 d.C..
Ma chi era questo monaco così intrepido ed avventuroso, tanto amante della sfida all’ignoto, e come fece a sapere di questa nuova terra? Questo monaco era Brendano,poi santificato, di lui si dice che la sua vera forza fosse una straordinaria saggezza che alcuni possono paragonare a quella di Bhudda .
Egli trascorse gran parte della sua vita in mare, tanto che era conosciuto dai suoi contemporanei come Brendano il navigatore.
Diamo ora, per farlo conoscere meglio, alcuni cenni sulla sua vita.
Probabilmente nacque nella zona dei laghi Killarney, nella contea di Kerry  nel 490 d.C. circa.Egli studiò sotto il famoso maestro Sant’Enda, e divenne poi abate.
San Brendano è stato uno dei più importanti uomini di chiesa dell’antica Irlanda ed ebbe profonda influenza sulla chiesa Celtica.
A quei tempi la chiesa irlandese era organizzata quasi esclusivamente in monasteri sparsi un po' ovunque, e Brendano stesso ne aveva fondati parecchi, tra cui quello di Cloufert nella contea di Galway dove fu sepolto in un periodo compreso tra il 570 e il 583.
Come abbiamo accennato, egli aveva fama di essere un gran navigatore, era andato fino alle isole Ebridi, poste a ponente della Scozia, per partecipare ad una importante conferenza con S. Colombano ( monaco irlandese fondatore di un grande monastero a Iona ), si dice fosse andato persino nel Galles e  alle isole Faroer.
Se si considera l’epoca di questi viaggi, se ne può apprezzare l’ardimento e comprenderne la difficoltà.
Lo stimolo a compiere la mitica attraversata, fu dato a Brendano ( narra un testo latino ) da una visita ricevuta da un prete irlandese che gli descrisse una favolosa terra lontana e bellissima, situata ad occidente al di la dell’oceano.
Il prete consigliò a Brendano di recarvisi per vederla di persona.
Incuriosito ed intrigato dal descrizione del posto, Brendano - dopo che ebbe costruito uno scafo con una intelaiatura in legno e ricopertolo con pelli di bue cucite a mano tra loro e impermeabilizzate con grasso animale- prese il mare con abbondanti provviste e alcuni compagni, monaci anche loro.
Per più di un lustro i monaci vagarono nell’oceano da un’isola all’altra e dopo molteplici peripezie, riuscirono ad esplorare il limite estremo della "terra promessa “, dopo di che fecero ritorno in Irlanda.

Di seguito vi sono alcuni cenni riguardanti l’impresa: il nome tipico della barca irlandese era “Curragh” e probabilmente era dotato di due alberi per le vele.
Indicazioni sul probabile percorso: partenza dall’Irlanda;prima tappa le isole Ebridi situate lungo la costa occidentale della Scozia. Da lì fino alle isole Faroer, da queste ultime all’Islanda, proseguendo verso le coste della Groenlandia per poi navigare ancora verso le coste di Terranova- Labrador e poi forse spingersi nell’America Settentrionale.

 

(mappa di James Alexander, relativa al percorso del moderno 'Brendano', ricalcante le orme dell'omonimo santo monaco)

Ritornando a tempi decisamente più vicini a noi devo dire che nel 1976 un esperto navigatore e storico delle esplorazioni ( Tim Severin,vedi nota 1 ),per consolidare le reali possibilità di riuscita e le reali esperienze di quei monaci, affronta con alcuni compagni quello che secondo me è un epico viaggio, cioè ripercorre ( non senza pericoli estremi ), a bordo di una leggera imbarcazione(battezzata Brendano) costruita ed assemblata rigorosamente secondo metodi prettamente altomedievali,

(nota 2)

ripercorre, dicevamo, la rotta che innumerevoli anni prima, uno sparuto gruppo di monaci aveva intrapreso nel nome dell’avventura e della fede .

Il moderno 'Brendano'in rotta sull'oceano.L'imbarcazione partì dall'insenatura di Brandon,contea di Kerry,luogo secondo cui la leggenda narrava essere salpata quella del gruppo di monaci.La popolazione locale nutriva forti dubbi sulla riuscita dell'impresa di Tim Severin e del suo equipaggio:la barca sembrava più una bagnarola che un natante atto a superare le insidie del viaggio.Ma il 26 giugno 1977,alle ore 20,dopo cinquanta giorni di navigazione e parecchie peripezie,giunse nel Nuovo Mondo,dimostrando che quel viaggio 'povero'era possibile.

Queste due avventure parallele, anche se avvenute a distanza di tempo tra loro, gettano però un interrogativo, a cui non so dare risposta . Perché l’uomo tende in certi frangenti a rischiare tutto ciò ché possiede nel nome dell’avventura, della fama, della fede del desiderio di scoprire o riscoprire se stesso, e di contro perché in certi frangenti l’uomo messo di fronte a fatti catastrofici o a drammi umani, non fa niente, non muove un dito, rimane impassibile nel suo guscio, nel suo niente aspettando che la risposta ( che non arriverà mai ), gli scenda sul capo direttamente dal cielo? 

Il viaggio di San Brendano avvenne realmente o è da intendersi come una metafora? Ha un riscontro alchemico, riguardante il percorso da fare per ottenere la pietra filosofale?
Cosa ne pensate a tal proposito? E’ mai possibile trovare la via senza trovare prima se stessi?

O è meglio dire “Ai posteri l’ardua sentenza”.


Note:

 1)-Tim Severin in "The Brendan Voyage",1978,pubblicato in Italia da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.Milano,1978 con il titolo "Il Viaggio del Brendano".Ha un sito ufficiale, http://www.timseverin.net/

2)-I materiali usati per costruire la barca furono quelli descritti dal monaco  Brendano nel VI sec.L'intelaiatura era costituita da frassino irlandese,legata con ben tre chilometri di stringhe di cuoio annodate con 1600 nodi eseguiti manualmente.Quarantanove furono le pelli di bue che andarono a costituire il fasciame del Brendano, il cui scafo era stato impermeabilizzato con lanolina bollente.

(Mario Marietti)

Sezioni correlate in questo sito:

                                                              febbraio 2007

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