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    La cattedrale 
    del S. Sepolcro si trova sulla Strada Francigena, che attraversa la 
    località di Acquapendente. L'edificio, secondo la tradizione, fu 
    fondato da Matilde di Westfalia nel X secolo, per i pellegrini che per 
    motivi economici o altro non si potevano permettere di ragigungere la Terra 
    Santa. La Basilica con il suo sacello era simbolo del Santo Sepolcro del 
    Redentore a Gerusalemme. L'esistenza di una chiesa e dell'abbazia è 
    attestata dal 1025; la cripta- di epoca romanica- presenta navate di 
    uguale altezza, coperte a crociera. In origine vi si svolgevano funzioni 
    religiose e al suo interno vi è il sacello del S. Sepolcro, forse l'elemento 
    più antico dell'intera costruzione. 
    Abbiamo dunque 
    due edifici, uno sopra l'altro. 
    Nella facciata 
    -al di sopra del portale- spicca una grande nicchia dove è collocata una 
    copia del busto di papa Innocenzo X . La facciata della basilica e la navata 
    centrale vennero rifatte nel XVIII secolo.
    La chiesa 
    superiore è sobria, molto armonica. Vi abbiamo potuto vedere alcuni 
    'pugnaloni', caratteristici mosaici di foglie, ispirati al tema universale 
    della libertà, eseguiti interamente dagli abitanti di Acquapendente; tali 
    opere vengono realizzate in occasione della festa della Madonna del Fiore, 
    che si celebra ogni anno la terza domenica di maggio, venendo esposti per le 
    vie e le piazze del paese, colorandolo di vita. 
    Anticamente, la 
    costruzione era caratterizzata da due file di pilastri differenti per forma 
    e numero. Attualmente, dei 4 che si trovavano a sinistra, rimangono le basi 
    di diversa fattura (croce lobata, circolare, esagonale); dei tre che si 
    trovavano sulla destra, rimane solo il primo, di forma ottagonale a mattoni.  
    Divenuta cattedrale nel 1649, dopo la distruzione della diocesi di Castro, 
    la storia della basilica è rappresentata su tre pannelli di cotto bagnato in 
    rame, che raffigurano l'arrivo della regina di Westfalia, soldati a cavallo 
    in partenza per la I Crociata in Terrasanta (Templari?), la consacrazione 
    della chiesa da parte di papa Eugenio III nel 1149, e infine la distruzione 
    di buona parte della facciata e dell'interno a causa di un'esplosione 
    durante la II Guerra Mondiale (8/6/1944). All'interno, si segnalano due 
    opere attribuite ad Agostino di Duccio (1418-1481), l'Arcangelo Michele 
    che uccide il drago e S, Raffaele Arcangelo con Tobia (ma la loro 
    provenienza è ignota). In fondo alla navata centrale è collocato un fonte 
    battesimale in travertino, del 1300.
    Al piano 
    inferiore si trova la cripta romanica del X-XI sec.; per la 
    disposizione delle colonne e degli archi è uno degli esempi più importanti 
    nel suo genere. Situata sotto al transetto e all'abside, con le sue 24 
    colonne suddivide la pianta in nove piccole navate, con volte a crociera 
    costolonate che formano una caratteristica T. 
    I capitelli 
    sono decorati con grande varietà e alternanza di figure antropomorfe, 
    zoomorfe, fitomorfe, uccelli, teste d'ariete e di toro; da 
    notare le sirene bicaudate. 
    Ci sono resti 
    di affreschi del XIII-XV sec., un pregevole altare in terracotta smaltata e 
    dipinta da Jacopo Beneventano (1522) e, al centro della cripta, una  
    grande scalinata permette di raggiungere il Sacro Sacello a forma di 
    piramide rettangolare, costruito ad imitazione del Santo Sepolcro di 
    Gerusalemme. 
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