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Parma. 31/03/2006 - Conferenza: “Il caso Z ...per 6 volte prelevato dagli alieni” Recensione di Stefano Panizza
(Foto a cura di Cristian Vitali presenti nel sito di riferimento )

Eccezionale conferenza organizzata dal locale gruppo di ricerche esobiologiche Galileo, coordinato dal consulente scientifico del CUN dottor Giorgio Pattera, all’Auditorium Toscanini di Parma con una grande rispondenza di pubblico che ha finito col gremire completamente la pur capiente sala.
A nobilitare la serata la straordinaria presenza di Fortunato Zanfretta, l’allora metronotte ligure che fu protagonista, tra il 1978 ed il 1980, di ben undici presunti rapimenti alieni lungo le alture dell’entroterra genovese. 
Creature verdastre ed orripilanti alte tre metri, con occhi gialli e spine che uscivano dal capo avrebbero portato il malcapitato testimone sulla loro astronave, all’interno della quale ebbe il tempo di sconvolgersi osservando animali preistorici e creature antropomorfe sotto vetro, prima di essere sottoposto ad incomprensibili, pur se indolori, esami medici. 
L’anno precedente, però, quasi un segno premonitore: venne colpito da un raggio luminoso fuoriuscito da uno strano oggetto che volteggiava in cielo, pur senza patirne conseguenze fisiche. 
Ma se da anni Essi non manifestano più apertamente la loro presenza le vicissitudini per il povero Zanfretta non sono, per questo, terminate.
Mensilmente, infatti, si sente costretto, per porre termine ad un lancinante mal di testa che periodicamente lo perseguita, a recarsi in un luogo montano nei pressi di Genova e svolgere poche, semplici ma per lui amene e, in ogni caso, pericolose operazioni.

Ha raccontato di dover agire su un contenitore di sessanta centimetri quadrati, facendolo aprire sui tutti i suoi lati con l’imposizione della mano, al cui interno è racchiusa una sfera satura di una sostanza livida.
Ciò permetterebbe ad un oggetto aureo di forma piramidale, in sospensione all’interno della sfera medesima, di ruotare vorticosamente in ogni direzione ed al liquido di assumere una colorazione luminosa.

Naturalmente egli non sa a quale scopo servano queste operazioni; l’unica certezza è che il contenitore reagisce, ai tentativi di asportarlo dalla sua base d’appoggio, con violente, e mortali, scariche d’energia. 

Facendo un passo indietro è bene ricordare che il caso finì, a suo tempo, sui giornali ed in televisione ed ebbe un’ampia risonanza mediatica anche all’estero, perché l’accaduto presentava caratteristiche peculiari ed inquietanti.Ed è stato grazie alla proiezione in sala di un noto documentario edito nel lontano 1984 da RAI 3 Liguria, alla puntuale ricostruzione cronologica di tutte le fasi della vicenda da parte di Emilia Ventura Balbi, coordinatrice CUN Liguria,e, ovviamente e soprattutto, alla viva voce del protagonista, che sono emersi quei particolari che fanno del caso uno dei più interessanti dell’intero panorama del fenomeno delle “abductions”.

Vediamo di elencarne i principali, sottolineando che, alcuni di essi, possono anche contribuire a dare maggiore credibilità agli avvenimenti.Eccoli sinteticamente per comodità espositiva:
il numero di presunti rapimenti (undici) non ha riscontri in nessuna altra parte del mondo. 

- egli si sottopose, a sue spese, a ben sette ipnosi per dimostrare che non era ne un pazzo ne un ciarlatano.

- in una seduta sembrò parlare un idioma sconosciuto ed espose le proprie ragioni con un piglio ed una tonalità aggressive poco consone alla sua tranquilla e schiva personalità.

- da esse ne risultò che era sincero, pur se la verità oggettiva degli avvenimenti era, con tale mezzo, indimostrabile. 

- venne reintegrato nel suo posto di lavoro e con il regolare porto d’armi dopo una sospensione cautelativa, a dimostrazione della serietà del personaggio.

- in occasione del secondo, presunto, rapimento, i suoi colleghi di lavoro testimoniarono, mentre lo riportavano in automobile alla centrale operativa, di essere stati seguiti insistentemente da una luce rossastra. 

- la notte del primo episodio numerosi testimoni affermarono che i cieli sopra la collina che ne fu teatro vennero percorsi da un carosello di oggetti luminosi.

- venne ritrovata una enorme impronta a forma di ferro di cavallo, come se un oggetto pesante si fosse posato sul terreno, orme di dimensioni spropositate, e ingiustificate buche in un campo adiacente.

- al rientro nella propria abitazione, la prima sera, si accorse di urinare una sostanza nerastra; dal punto di vista scientifico, pur se in una casistica limitata, tale apparenza è giustificabile come conseguenza di un forte stress emotivo. 

- in una occasione la sua motocicletta fu rinvenuta con il motore freddo nonostante essa fosse stata guidata per diversi chilometri su tortuosi tornanti.

- in un’altra il suo corpo venne ritrovato caldissimo, nonostante la rigida temperatura notturna ed invernale di quel periodo e gli abiti umidi di pioggia, con il tetto dell’automobile bollente. 

- dichiarò che i suoi “amici” alieni avevano recentemente fatto tappa in Spagna; subito dopo, per una incredibile coincidenza, i quotidiani riportarono la notizia di avvistamenti ufologica in terra iberica. 

- le forze dell’ordine indagarono approfonditamente e ne inviarono copia al Ministero della Difesa, a comprova della serietà dell’accaduto. 

- gli venne assegnata, come automobile di servizio, una Fiat 127 approntata, a sua insaputa, con una serie di accorgimenti atti a verificarne un utilizzo anomalo. 

In particolare era stata dotata di termometro, di cavetti d’acciaio che abbracciavano i bracci oscillanti degli ammortizzatori, di microfono, di registratore e macchina fotografica.

Ebbene, quando la vettura venne recuperata, il primo strumento aveva registrato una temperatura di ben 43 gradi ed i leganti d’acciaio risultavano spezzati, segno evidente che la vettura era stata completamente sollevata perché il peso delle ruote, privo di appoggio, ne aveva provocato la rottura.

L’automobile, manco a dirlo, sparì, poi, dalla circolazione e non se ne seppe più nulla.

Cosa si può affermare, a questo punto, dell’intera vicenda?

Esistono, credo, tanti indizi che fanno intuire che qualcosa di strano è davvero avvenuto in quelle lontane notti di oltre venti anni fa.

In ogni caso ritengo che un giudizio sereno ed obiettivo non possa prescindere dal comprendere le dinamiche psicologiche e umane dello Zanfretta. 

Chi ha potuto assistere all’incontro di Parma ne ha colto l’essenza bonaria, semplice e schiva. 

Una persona istintivamente portata ad esternare senza filtri le proprie emozioni, con una gestualità ed una espressività non plasmate da stereotipi di tipo culturale. 

Un qualcuno, insomma, di cui senti di poterti fidare.

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