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                       Externsteine

                       Astronomia, simbolismo astronomico e misura del tempo  

                 presso le antiche popolazioni germaniche

                                                                                                                           (di Adriano Gaspani)

La regione del Teutoburger Wald vicino a Detmold nella Bassa Sassonia è ritenuto storicamente il territorio sacro delle antiche tribù germaniche. Alcuni studiosi hanno localizzato in questi luoghi la probabile provenienza di molti dei miti che sono descritti negli episodi delle Edda scandinave e di gran parte del corpus mitologico delle antiche popolazioni germaniche, tra le quali, seguendo quanto ci tramanda Tacito nel suo “De origine et situ Germanorum liber”, si annoverano le tribù  dei Cherusci, degli Amsivari, dei Camavi, degli Usipeti, dei Bructeri, dei Marsi, dei Sicambri, dei Tencteri, dei Catti e altre.

                                                         

                                                                        Distribuzione geografica delle tribù germaniche occidentali durante l’età del Ferro.

In quella regione, il 9 Settembre del 9 d.C. avvenne la celebre battaglia tra le legioni di Publio Quintilio Varo, governatore romano della Germania e le tribù germaniche insorte contro Roma (a causa dell’eccessiva avidità del governatore), comandate da Arminio, capo dei Cheruschi, ex ufficiale germanico dell’armata romana. Lo scontro si risolse con la disfatta dei Romani i quali tentarono di riparare nella fortezza di Aliso, ma il successivo 11 Settembre, durante una violenta tempesta, i Germani assalirono nuovamente le legioni nella Gola di Doren, entro la Selva di Teutoburgo, e le sterminarono completamente.  Publio Quintilio Varo, ferito in battaglia si suicidò. Questo episodio segnò la definitiva fine della supremazia dei Romani in Germania, i quali non riuscirono più a superare il corso del  Reno.

                                                                         La regione del Teutoburger Wald nella Germania nord-occidentale.

La Foresta di Teutoburgo fu ritenuta un luogo sacro dal Neolitico, all'età del Ferro, all'alto Medioevo, dalle popolazioni germaniche, che vissero in quei luoghi durante il I millennio a.C. Anche in tempi recenti, nel XIX secolo, questi luoghi furono celebrati da

Il sito di Externsteine nella Teutoburger Wald ripreso da satellite

Situato in prossimità di Detmold, nella bassa Sassonia, Externsteine viene talvolta chiamato la "Stonehenge tedesca" sia perché è il più importante sito megalitico della Germania , sia per la sua imponenza, sia per il suo significato archeoastronomico. La sua morfologia mostra un allineamento di quattro poderose torri di roccia che si ergono isolate fino ad un'altezza di  quasi 40 metri. La loro formazione risale più o meno al periodo del Cretaceo, cioè da 130 a 70 milioni di anni fa, ed è dovuta a stratificazioni di detriti avvenute durante quel periodo. Le tracce di mano umana sono evidentissime anche al primo sguardo: scale di pietra intagliate nella roccia percorrono gli enormi megaliti fino alla loro cima e si intravedono grotte scavate in profondità al loro interno.

 

                                                     

                                                                                                                               Il  sito di Externsteine.

La particolarità di questo luogo sta nel fatto di essere stato un centro sacro delle antiche popolazioni germaniche. Il sito continuò ad essere utilizzato quale luogo di culto dalla preistoria fino all'alto Medioevo quando il re cristiano Carlo Magno , nell’anno 772 d.C. fece distruggere i simboli pagani ivi presenti, in  particolare il cosiddetto "Irminsul" , la sacra quercia, il mitico Albero della Vita, considerato dai Sassoni la colonna portante dell'Universo. Carlo Magno, fervido cattolico, quando conquistò queste terre durante la guerra contro i Sassoni, si rese immediatamente conto di quanto fosse grande il potere simbolico delle rocce di Externsteine, arrivando non solo a cercare di distruggere tutte le tracce degli antichi culti ivi praticati, ma vietandone qualsiasi uso a carattere sacro temendo che la sua enorme influenza mistica tradizionalmente esercitata sulla popolazione potesse far risorgere l'antica religione pagana. Questo è testimoniato dalla presenza alla base della Roccia 1 di un grande bassorilievo di esecuzione medioevale, intagliato nella roccia che raffigura  Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea mentre tolgono dalla croce Gesù Cristo, calpestando e piegando simbolicamente l’"Irminsul", l'albero sacro delle tradizioni nordiche.

                                                                  

                                                                    La base della Roccia 1 mostra il grande bassorilievo posto presso le scale d’accesso al sito

l bassorilievo è stato considerato dagli storici un’evidente testimonianza del tentativo di estirpazione, da parte del Cristianesimo, dell'antico culto pagano.Gli antichi luoghi sacri pagani, erano ritenute paganiichi dei siti su cui venerzata dei siti su cui venenro erettevere e proprie porte sul mistero e furono, da sempre, giudicate pericolose dal Cristianesimo, con la conseguente cristianizzazione forzata dei siti su cui vennero erette croci  ed altari sui quali venivano officiate le Messe.Osservando la scena rappresentata nel bassorilievo si notano immediatamente le due figure femminili, che reggono un telo annodato, in atteggiamento piangente poste ai due lati estremi della rappresentazione. Le aureole poste intorno al capo delle due figure tradiscono il loro simbolismo astronomico: la figura sul lato nord-ovest è un’allegoria del Sole, mentre quella posta sul lato sud-est è un’allegoria della Luna: i due astri piangono la morte di Cristo. Anche la loro ubicazione rispetto alla croce di Cristo non è casuale, infatti il Sole è rappresentato a destra, in corrispondenza della pars familiaris, mentre la Luna è a sinistra, cioè nella pars hostilis.

Il grande bassorilievo inciso alla base di una della Roccia 1.

L'influenza rituale e mistica di Externsteine rimase inalterata nel tempo e   durante il periodo nazista e la seconda guerra mondiale questo luogo fu utilizzato dal gerarca  Himmler per officiare i riti di iniziazione degli ufficiali delle SS. L’esercito nazista, sempre molto interessato all'esoterismo, effettuò qui un’estesa campagna di scavi archeologici il cui scopo è rimasto, però un mistero poiché ad un certo punto i lavori furono bruscamente interrotti e tutte la documentazione riguardante il progetto fu completamente distrutta.

La scena incisa su un pilastro di roccia del sito di Externsteine che mostra il tradizionale Albero della Vita sacro alle antiche tribù germaniche, posto sotto i piedi di Nicodemo mentre stacca Cristo dalla Croce. Ai due lati della scena rappresentata si notano  le due figure femminili, che reggono un telo annodato, in atteggiamento piangente poste ai due lati estremi della rappresentazione. Le aureole poste intorno al capo delle due figure tradiscono il loro simbolismo astronomico: la figura sul lato nord-ovest è un’allegoria del Sole, mentre quella posta sul lato sud-est è un’allegoria della Luna: i due astri piangono la morte di Cristo.

In uno dei grandi pilastri rocciosi di Externsteine, quasi alla sua sommità, è presente una grande caverna parte della quale, durante il Medioevo, fu destinata a cappella cristiana, pare, ma non è del tutto certo, dai monaci benedettini della vicina Abbazia di San Pietro e Paolo ad Abdinghof, presso Paderborn, quando nel 1093, circa 78 anni dopo la fondazione dell’abbazia, ebbero la giurisdizione sull’area in cui è posto il sito. Su una roccia della cappella è leggibile la data 1115 che potrebbe riferirsi alla consacrazione (o riconsacrazione) del luogo sacro. Nell’abside della cappella è presente un piccolo altare sormontato da una feritoia circolare, di 45 centimetri di diametro, destinata ad illuminare l'interno dell'aula, ma se l’erezione del piccolo altare sembra essere dovuta ai monaci di Abdinghof, la feritoia circolare sembra essere di origine molto più antica tanto da suggerire che in quel luogo potessero avvenire riti pagani in epoca precristiana.

Il Sole che tramonta in prossimità dell’equinozio di primavera 2006 fa capolino tra le rocce 2 e 3 di Externteine. In uno dei grandi pilastri rocciosi, la roccia No. 2, quasi alla sua sommità, è presente una grande caverna parte della quale fu, in epoca medioevale,  destinata a cappella cristiana e a cui si accede con il ponticello sospeso nel vuoto.

La cappella scavata nella roccia della guglia centrale di Externsteine. La feritoia circolare è astronomicamente orientata.

Nel 1823 lo studioso Von Benningsen osservò che ponendosi in una nicchia scavata nella roccia dalla parte della cosiddetta “cappella”, opposta all'abside, era possibile osservare la levata del Sole al solstizio d'estate, mentre lungo l’asse della “cappella” era visibile il sorgere della Luna, ogni 18.61 anni, quando essa si trovava al lunistizio estremo superiore, e la sua declinazione era pari a (+e+i). La scoperta di Von Benningsen rimase però dimenticata per circa un secolo fino al 1920 quando un altro studioso tedesco, Wilhelm Teudt iniziò uno studio sistematico dell'area dell'Externsteine dal punto di vista archeoastronomico. Teudt era un anziano ecclesiastico grande ammiratore della proto-storia delle antiche popolazioni germaniche e scandinave. Egli era uno studioso di ottimo livello, dotato di una buona conoscenza dell’astronomia, purtroppo però era convinto che qualsiasi risultato ottenuto dal progresso umano, nei secoli e nei millenni, fosse stato ottenuto in precedenza dalle antiche genti germaniche. Teudt ebbe un folto stuolo di seguaci a cui insegnò ad eseguire accurati rilievi archeoastronomici e i relativi calcoli. Egli, nei suoi studi, era convinto di aver trovato la prova oggettiva,  delle conoscenze astronomiche delle antiche popolazioni germaniche, ed entro certi limiti, con il senno di poi, dobbiamo riconoscere che non aveva tutti i torti in quanto, come vedremo in seguito, Externsteine è un sito astronomicamente molto significativo; quello  che non andava bene erano la sue idee sulla prevalenza storica, archeologica ed astronomica, delle antiche popolazioni germaniche, sul resto del mondo. Teudt era figlio del suo tempo e l’idea della superiorità delle antiche conoscenze astronomiche germaniche era ciò che era richiesto dal regime nazista in ascesa in Germania in quegli anni. Lo studioso dimostrò che ponendo uno gnomone in un foro presente nell’altare, di fronte alla feritoia circolare dell’abside della “cappella”, all’alba del giorno del solstizio d’estate, l’ombra dello gnomone si proiettava  in un punto particolare del pilastro posto nell’angolo sud-occidentale della navata in cui era inciso un particolare segno di riconoscimento.

Una paragrafo della pagina originale del Germaniche Heiligtumer di Wilhelm Teudt in cui sono descritte le linee astronomicamente significative che passano per la feritoia circolare dell’abside della cappella di Externsteine. La linea no.1 si riferisce al punto di levata del Sole del solstizio d’estate dietro un’altura distante 6.1 Km, mentre la linea no.2 si riferisce al punto di levata della Luna al lunistizio estremo superiore, ogni 18.61 anni solari tropici dietro un’altura distante 6.4 Km. Il 14 settembre 2006 il fenomeno lunare si è nuovamente  ripetuto.

Ricordiamo che per le antiche popolazioni germaniche e scandinave la ricorrenza del solstizio d’estate era una tappa importante lungo l’anno sociale e rituale e la sua determinazione era di fondamentale importanza ai fini della gestione del calendario. In aggiunta la Luna in levata al lunistizio estremo superiore, quando la sua declinazione era la massima possibile e quindi raggiungeva la sua massima altezza nel cielo,  avrebbe proiettato l’ombra dello gnomone lungo l’asse della navata, sul fondo della “cappella”. Sulla base di queste indicazioni Teudt concluse che la cappella di Externsteine, non era nata come chiesa cristiana, bensì la caverna riadattata dai monaci era in realtà un antico osservatorio solare germanico, la cui collocazione cronologica era di molto precedente all’introduzione del Cristianesimo. Al di là della discutibile ideologia che stava dietro le idee di Wilhelm Teudt, il luogo avrebbe potuto benissimo essere stato un antico sito sacro dove venivano compiute osservazioni solari e lunari. Il lavoro di Teudt fu pubblicato nella sua opera più importante “Germaniche Heiligtumer”, cioè “Santuari Germanici”, che vide la luce nel 1929, quando egli aveva 61 anni. Il libro, che prendeva in esame non solo Externsteine, ma anche altri siti, ebbe un riscontro positivo dal punto di vista archeoastronomico, attirò però le feroci critiche di molti archeologi dell’ambiente accademico tedesco per via dell’ideologia discutibile che proponeva, ma fu molto apprezzato dalla gente comune che in quel periodo di grande crisi economica era in cerca di miti, intorno al grande passato delle popolazioni germaniche, in cui credere ed intorno a cui aggregarsi. Un altro ambiente in cui le idee di Teudt furono accolte molto favorevolmente fu ovviamente quello militare nazista tanto che Himmler lo mise a capo di una commissione di studio del sito, incarico che però era di fatto più onorifico che effettivo essendo la reale ed esclusiva direzione di tale  commissione nelle dirette mani delle SS. Al fine di gettare luce sul problema, nel 2006 decisi esaminare accuratamente la questione, eseguendo in maniera indipendente un nuovo studio archeoastronomico di Externsteine con il duplice scopo di analizzare il sito il quale potrebbe rappresentare un elemento importante ai fini della ricostruzione delle concezioni astronomiche diffuse tra le antiche popolazioni protostoriche germaniche, di cui si conosce molto poco, ed in secondo luogo eseguire un confronto tra i risultati ottenuti e quanto pubblicato a su tempo prima da Von Benningsen e poi da Teudt. Il punto di partenza è stato un esame della situazione topografica e morfologica del sito e dell’area dove esso sorge. Le coordinate geografiche (GPS, riferite all’ellissoide geocentrico WGS84) delle quattro torri di roccia dell’Externsteine sono le seguenti:

 

               Roccia 1:  j = 51° 52’ 09”.48 N  e  l = 8° 55’ 00”.84 E 

               Roccia 2:  j = 51° 52’ 08”.76 N  e  l = 8° 55’ 01”.85 E 

               Roccia 3:  j = 51° 52’ 08”.40 N  e  l = 8° 55’ 02”.62 E 

               Roccia 3:  j = 51° 52’ 08”.04 N  e  l = 8° 55’ 03”.29 E 

 

da cui si deduce facilmente che i quattro torrioni di roccia sono allineati lungo la direzione che va da sud-est a nord-ovest. Si nota subito un fatto interessante e cioè  la configurazione delle quattro rupi si allinea lungo una direzione orientata con un azimut astronomico pari a 135 gradi verso sudest e 315 gradi dalla parte opposta.

  La disposizione naturale delle quattro torri di roccia di Externsteine è tale per cui il complesso sia di per se astronomicamente significativo. Questo può aver contribuito a favorire la scelta di tale luogo quale santuario per le popolazioni protostoriche germaniche.

Questo fatto suggerisce che  la struttura è allineata con buona precisione lungo la direzione che va dal punto di levata del Sole al solstizio d’inverno verso sudest e, dalla parte opposta, verso il punto di tramonto dell’astro diurno al solstizio d’estate, all’orizzonte naturale locale, durante tutto il periodo protostorico. Le spaccature che dividono la roccia 4 dalla roccia 3 e la roccia 2 dalla 1 sono allineate in modo tale che verso nordest vi sorga il Sole al solstizio d’estate e nella direzione opposta vi tramonti il Sole al solstizio d’inverno. La peculiare orientazione del complesso è del tutto naturale, ma questo potrebbe aver favorito la scelta di tale luogo per stabilire un sito sacro e di osservazione astronomica da parte delle popolazioni protostoriche germaniche locali, durante il I millennio a.C., o forse anche prima. L’elemento più importante del sito è però il vano scavato nella roccia: la cosiddetta “cappella”, già citata in precedenza. Il vano, attualmente è coperto solamente nella sua parte occidentale, cioè quella opposta all’abside dove è praticata l’apertura circolare. Anticamente, forse prima dei possibili crolli, la struttura poteva essere completamente chiusa. Il vano è caratterizzato da un’asse che passando attraverso l’apertura circolare va ad intersecare l’orizzonte naturale locale  elevato di circa 1 grado rispetto a quello astronomico locale in corrispondenza di un punto il cui azimut astronomico è pari a 40.8 gradi. Tale posizione è consistente con la levata della Luna al lunistizio estremo superiore dietro una collina posta a 6.4 Km di distanza, evento che si verifica ogni 18.61 anni solari tropici, o meglio ogni 6798 giorni solari medi. Ricordiamo che la dimensione angolare della feritoia circolare osservata dal fondo della “cappella” e proiettata sul cielo è circa 44’ d’arco, un po’ più grande, quindi, del diametro apparente sia del disco solare che di quello  lunare. La luce della Luna nascente penetrando attraverso la feritoia circolare proiettava l’immagine della stessa sul fondo del vano scavato nella roccia esattamente nel centro di una grossa nicchia rettangolare sopra la quale è posto un foro di sezione quadrata di una ventina di centimetri di lato. Conoscendo completamente la geometria interna del sito è possibile calcolare quale fosse la probabilità che tale allineamento fosse dovuto esclusivamente al caso. Il calcolo mostra che tale probabilità è solo 1 su 500 quindi (P1=0.2%) quindi è facile ammettere che l’asse del vano scavato nella roccia possa essere probabilmente determinato dalla necessità di realizzare, con precisione l’allineamento lunistiziale lunare. Un fatto curioso è legato alla posizione della Luna nel cielo in cui si verificano i lunistizi, la quale si ripete ogni 6798 giorni solari medi (18.61 anni) sempre nella stessa costellazione nel cielo, con una lentissima deriva, verso valori decrescenti di ascensione retta. Di conseguenza, durante tutto il I millennio a.C., il lunistizio estremo superiore avveniva con la Luna posta nella costellazione del Cancro (“Crabba” per gli antichi Germani), mentre il lunistizio estremo inferiore si verificava sempre con la Luna posta nel Capricorno (“Buccan horn” in antico germanico).

Levata della Luna al lunistizio estremo superiore (+e+i), lungo l’asse della “cappella” di Externsteine, il 5 Novembre 248 a.C. intorno alle 19:00 ora locale. Il disco lunare, sorgendo attraversò la feritoia circolare. Il fenomeno di ripete ogni 18.61 anni solari tropici, ma con la Luna in differenti fasi.

Entro l’apertura circolare praticata nell’abside della “cappella” di Externsteine  entrano anche i raggi del Sole quando sorge all’alba del solstizio d’estate, all’orizzonte naturale locale, proiettando l’immagine della feritoia nell’angolo settentrionale del fondo del vano presso una piccola nicchia. Durante l’età del Ferro il fenomeno era visibile il 27 Giugno (Calendario Giuliano). Sopra quel punto esiste un’altra nicchia rettangolare, anch’essa di circa 20 cm di lato che marca con grande accuratezza  il punto di proiezione solare solstiziale estiva durante tutta l’età del Ferro. Anche in questo caso  è stata eseguita l’analisi probabilistica con il fine di esaminare la possibile casualità dell’allineamento. Il calcolo ha mostrato che la probabilità che l’allineamento solare solstiziale estivo sia dovuto solamente al caso è pari a 1 su 417, (P2=0,24%), quindi anche in questo caso è molto difficile pensare ad un allineamento casuale, soprattutto tenendo conto che il punto di proiezione solare è marcato sulla parete del fondo della “cappella” e che la strombatura dell’apertura circolare è tale da consentire anche la proiezione del raggio solare solstiziale. La probabilità che la feritoia circolare sia stata casualmente dimensionata è quindi 1 su oltre 208 mila.

A questo punto vale la pena di ricordare che le dimensioni angolari apparenti della nicchia circolare osservata dal fondo del vano scavato nella roccia, le quali sono dell’ordine di grandezza dei dischi del Sole e della Luna, non sono state definite a caso, ma con grande probabilità proprio in funzione dell’osservabilità dei fenomeni solari e lunari che sono stati rilevati. La situazione è tale da suggerire che la feritoia potesse svolgere una funzione di collimatore. Ricordiamo che se anticamente la caverna era completamente coperta e quindi chiusa a meno dell’apertura d’accesso e della finestrella absidale, le proiezioni solari e lunari che si verificavano all’interno ai solstizi e ai lunistizi dovevano essere particolarmente suggestivi.

Esaminiamo ora il terzo allineamento, cioè quello relativo alla direzione dell’asse dell’ingresso alla “cappella” che risulta orientato verso il punto di levata del Sole al solstizio d’inverno.

 

  Linee astronomicamente significative nella “cappella” di Externsteine

Poiché la guglia dove è scavata la “cappella” è la più alta tra le quattro che compongono il sito di Externsteine, la levata del Sole solstiziale invernale era perfettamente visibile  e nella parete della navata, nel punto dove era posto l’osservatore è presente una monofora. Durante l’età del Ferro il fenomeno avveniva il 25 Dicembre, secondo il calendario giuliano. Anche in questo caso è possibile valutare la probabilità di casualità dell’allineamento: il calcolo ha mostrato che solamente con 1 probabilità su 48 l’allineamento solstiziale invernale può essere ritenuto casuale.

 

                                                               

                                                                     Punti di proiezione solare e lunare entro la “Cappella”  di Externsteine

Il valore della probabilità di casualità risulta più elevato rispetto a quello tipico degli allineamenti che interessano l’apertura circolare in quanto l’accesso alla “cappella” è più ampio. Ad un esame più approfondito appare evidente che attraverso l’ingresso al vano scavato nella roccia poteva essere osservata anche la levata della Luna al lunistizio estremo inferiore, quando ogni 18.61 anni solari tropici, raggiungendo la minima declinazione sulla sfera celeste pari a (-e-i), l’astro raggiungeva anche la minima altezza apparente nel cielo. Un altro elemento importante è rappresentato dal misterioso sarcofago scavato nella pietra e posto in riva al lago presso la Roccia 1 all’estremo nord-ovest della configurazione rocciosa. Esso risulta vuoto e non si ha alcuna notizia archeologica di resti mortali ritrovati all’interno di esso e neanche è nota la sua collocazione cronologica.

                                                              

                                                                          Il sarcofago posto in una nicchia presso la Roccia 1 ad Externsteine

Il sarcofago è posto all’interno di una nicchia verticale semicircolare ed è allineato in modo che il suo asse sia orientato secondo un azimut pari a 59 gradi nella direzione cranio-pelvi. Quella direzione è l’unica che può essere correlata con qualche evento celeste in quanto nel verso opposto esiste la parete della Roccia 1 che scherma completamente l’orizzonte e anche gran parte del cielo visibile. L’analisi archeoastronomica ha dimostrato che il target più probabile per l’orientazione del sarcofago è anche in questo caso la levata del Sole al solstizio d’estate, durante l’età del Ferro, quando l’astro, all’alba del 27 Giugno, appariva da dietro la collina di fronte elevata di circa 6 gradi rispetto all’orizzonte astronomico locale. Il fatto che il sarcofago sia posto in basso, ai piedi della Roccia 1, fa elevare il profilo dell’orizzonte naturale locale apparente osservato dal luogo dove esso è ubicato.

Il sarcofago presso la Roccia 1 di Externsteine è allineato verso il punto di levata del Sole al solstizio d’estate durante l’età del Ferro.

Nuovamente si rileva un elemento connesso con la levata solare solstiziale estiva. La probabilità che tale orientazione possa essere solamente dovuta al caso è una su 120, quindi con un livello di probabilità pari al 99.2%, la scelta della posizione in cui scavare il sarcofago e la nicchia che lo contiene, fu deliberata. È arrivato ora il momento di trarre alcune conclusioni da quanto è risultato dall’analisi archeoastronomica del sito di Externsteine. Prima di tutto va rilevato che il sito è astronomicamente significativo e che i “targets” astronomici, cioè principalmente la levata del Sole ai solstizi e quella della Luna ai lunistizi,  sono tendenzialmente quelli tipici delle popolazioni germaniche dell’età del Ferro. Un riesame delle misurazioni eseguite dallo studioso tedesco, compiuto da chi scrive, ha mostrato che Teudt era un operatore accurato e le linee astronomicamente significative da lui messe in evidenza nel caso della cosiddetta “cappella” sono perfettamente esistenti e consistenti con le direzioni solari e lunari tenute in gran conto dalle popolazioni germaniche occidentali dell’età del Ferro. Tutti i fenomeni astronomici visibili ad Externsteine si sono ripetuti nel 2006, poiché il 21 Giugno si è verificato il solstizio d’estate, ma il 14 Settembre si è verificato anche il lunistizio estremo superiore lunare.

Rimane ora da porci un’altra fondamentale domanda, anzi quella che veramente è fondamentale durante lo studio un sito archeologico che risulta essere astronomicamente significativo. Il mettere in evidenza l’esistenza di allineamenti lungo direzioni astronomicamente significative non esaurisce lo studio archeoastronomico di un sito, ma deve essere di stimolo a cercare la spiegazione del “perchè” furono codificate tali direzioni. Al fine di raggiungere questo scopo, nel caso di Externsteine, è necessario ricostruire nei suoi aspetti fondamentali le principali caratteristiche dell’antico calendario germanico. A questo proposito, il punto di partenza è stato il già citato testo di Tacito: De origine et situ Germanorum liber, in cui viene affermato che gli antichi Germani, qualora dovessero prendere decisioni importanti per la tribù, si riunivano in occasione del plenilunio o del novilunio. Sempre da Tacito apprendiamo l’esistenza, presso le tribù, germaniche di una sorta di calendario utile soprattutto ai fini della pianificazione agricola. Notizie più approfondite le otteniamo da Beda il Venerabile, monaco benedettino anglo nato a Monkton nel 672 d.C.  e morto nel monastero di Jarrow nel 735 d.C., in Britannia, nel  capitolo V del suo “De temporum ratione liber”, intitolato “De mensibus anglorum”, descrive a grandi linee la struttura dell’antico calendario in uso presso le tribù germaniche tra cui quella degli Angli alla cui stipe egli stesso apparteneva e di cui parlava la lingua. Gli Angli in origine erano stanziati nella Germania settentrionale, neanche tanto distanti da Externsteine, poi durante l’alto medioevo invasero la Britannia e vi si stabilirono. Dalla loro antica parlata deriva l’attuale lingua inglese. L’anno era diviso in 12 mesi lunari che iniziavano ciascuno al plenilunio; l’inizio dell’anno era fissato al plenilunio più prossimo al solstizio d’inverno. Beda non riporta esplicitamente la lunghezza dei mesi, ma leggendo tra le righe del testo latino si evince una combinazione di mesi da 29 e da 30 giorni. Beda afferma che ogni 3 anni veniva intercalato un mese per recuperare il progressivo sfasamento tra il computo calendariale ed il vero corso del tempo solare tropico. Sulla base di queste informazioni è facile costruire un modello matematico capace di ottimizzare la combinazione del numero dei mesi da 30 giorni e di quello dei  mesi da 29 capace di realizzare il miglior accordo tra i due computi inserendo un mese intercalare ogni 3 anni, come espressamente indicato da Beda. Il risultato è una combinazione di 7 mesi da 30 giorni più 5 mesi da 29 giorni per un totale di 355 giorni complessivi per ogni anno di calendario. In capo a 3 anni i 30 giorni accumulati per difetto potevano essere recuperati introducendo un mese lunare sinodico di 30 giorni. I nomi dei mesi riportati dal Venerabile Beda sono, partendo dal plenilunio solstiziale invernale: Giuli (30d), Solmonath (29d), Rhedmonath (30d), Eosturmonath (29d), Thrimylchi, (29d), Lida (30d), Lida (30d), Vuoedmonath (29d), Halegmonath (30d), Vinterfylleth (30d), Blodmonath (30d) e di nuovo Giuli (30) che concludeva l’anno del calendario. Sia  i mesi invernali di Giuli che quelli estivi di Lida sono espressamente contati due volte nella sequenza dei mesi del calendario germanico, in particolare il mese di Giuli che precede il plenilunio solstiziale era detto Aerra Geola, mentre quello che lo seguiva era detto Aeftera Geola. Allo stesso modo nel caso dei mesi di Lida si aveva Aerra Lida che precedeva il plenilunio solstiziale estivo e Aeftera Lida che lo seguiva. Quando, ogni 3 anni, era necessario introdurre il mese intercalare esso veniva inserito tra i due Lida e prendeva il nome di Thrilidi.

Questo sistema di intercalazione non era però accurato in quanto, seppur sufficiente per la gestione annuale dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame, mostrava un errore progressivo residuo che richiedeva l’inserzione di un altro Thrilidi supplementare ogni un certo numero di anni . Poiché il plenilunio solstiziale invernale si poteva spostare a seconda degli anni di 2 settimane prima o dopo l’effettiva data del solstizio, l’inserzione di Thrilidi, sei lunazioni dopo, richiedeva la determinazione sperimentale della data del solstizio d’estate per stabilire quale fosse il plenilunio di inizio del mese intercalare: questo poteva essere agevolmente ottenuto con la necessaria accuratezza nella “cappella” di Externsteine quando il Sole nascente proiettava l’immagine della feritoia circolare nel punto giusto sul fondo del vano scavato nella roccia della seconda guglia.

Externsteine permetteva quindi l’efficace controllo della gestione del calendario presso gli antichi Germani. Ad Externsteine erano osservabili entrambe le levate del Sole solstiziale, invernale ed estivo, consentendo nel primo caso di stabilire il plenilunio di inizio anno e nel secondo caso l’opportunità, o meno, di introdurre il mese intercalare per pareggiare il calendario con il computo stagionale solare.

Ora rimane da capire il motivo per cui la “cappella” di Externsteine è  molto ben allineata verso la levata lunare lunistiziale estrema superiore. L’importanza degli allineamenti lunistiziali lunari, va solitamente ricercata nella sfera del sacro e della religioni delle antiche popolazioni..

Il sito di Externsteine rappresenta quindi un luogo di culto, ma anche di osservazione astronomica finalizzato alla gestione efficiente del calendario da parte delle antiche tribù germaniche durante l’età del Ferro, ma probabilmente anche durante l’alto Medioevo.

 (Autore: Adriano Gaspani)

 

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                                                                                                    Settembre  2012