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Circe, Ulisse ed Enea in Adriatico? *

(di Giuseppe Sgubbi)

 

Al nipotino Viktor,

con la speranza di infondere in lui

l’amore verso la cultura classica.

 Con gli indizi non si fa la storia, ma

sono utili per indirizzare le ricerche.

A. Torre

 

Abbreviazioni

PP = La Parola del Passato; RAL = Rendiconti dell’Accademia dei Lincei; RIL = Rendiconti Istituti Lombardi; Dion. Alic. = Dionigi di Alicarnasso, Storia Romana Arcaica; Licofrone, Alex. = Licofrone, Alessandra (traduzione del Ciaceri); ENc Vir = Enciclopedia Virgiliana, CISA = Contributi dell'Istituto di Storia Antica, Università Cattolica di Milano; RFIC = Rivista di Filologia e Istruzione Classica; SCO = Studi Classici e Orientali; AAA = Antichità Alto Adriatiche; MEFRA = Melanges d'Archeologie de Ecole Francaise de Rome; Pds = Padusa.

 

SUNTO/Abstract

Questo articolo si fonda su alcune considerazioni:

(I)- che al seguito dei noti sconvolgimenti avvenuti nei secoli XIII° e XII° a.C., che interessarono tutte le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo, siano arrivati in Italia popoli di diversa provenienza e che questi arrivi possono essere ricordati da alcuni miti, con questo articolo saranno presi in considerazione quelli ricordati  dai miti di Ulisse ed Enea;

II)- indipendentemente dalla provenienza o dai tragitti (marittimi o terrestri) (I) codesti popoli sono stati costretti a  passare dall'alto golfo Adriatico, arrivati poi alla foce padana potevano proseguire  lungo le coste adriatiche, oppure se intenzionati  ad andare nel Tirreno, scegliere fra due tragitti transappenninici: valle del Senio per valle Arno (2) oppure valle del Savio per valle Tevere;

III)- che, conseguentemente,  le tracce di Ulisse e di Enea in Adriatico  possono testimoniare  presenze  di popoli in questo mare;

IV)-che  le tracce di Enea, alcune tracce  troiane e la totalità delle tracce Dardaniche  possano  testimoniare  la presenza Micenea in Adriatico.

"Omero 3OOO anni dopo" ; questo è il suggestivo titolo del convegno svoltosi a Genova nelle giornate del 6, 7 e 8  Luglio 2OOO, che ha visto la partecipazione  di oltre 2OO studiosi provenienti  da ogni parte del mondo.

Merito di questo convegno è quello di aver  riaperto la "questione Omerica", un tema che. nonostante i suoi 3OOO anni. è sempre di grande attualità. Scopo di questo articolo è  di entrare  nel dibattito in corso per dare un contributo  al riguardo della "questione Adriatica".

Per  la tradizione e conseguente toponomastica  i miti di Circe, Ulisse e di Enea sono ambientati nel Tirreno, ebbene nei limiti delle mie possibilità (3) riporterò alcuni indizi che se ulteriormente  approfonditi  potrebbero  far ritenere valida l'ipotesi  che tali miti  siano ambientati  anche in Adriatico, o meglio, che tale ambientazione abbia preceduto l'ambientazione tirrenica, con conseguente riconsiderazione delle vicende che hanno interessato il nostro mare.

Conseguentemente ai già accennati obbligati tragitti(4), l'alto Adriatico è stato investito da influssi mitici, religiosi e culturali .

-Miti: Fetonte, Elettridi, Iperborei, tre fatiche di Ercole (mandrie di Gerione, cerva Cerinea e pomi delle Esperidi), due Saghe Argonautiche( le Argonautiche di Apolonio Rodio e la così detta leggenda Minia), Dedalo ed Icaro, Cadmo ed Armonia, Gerione, Castore e Polluce;.

-Popoli: Pelasgi, Siculi, Sabini e Latini.

-Divinità: Artemide e Yupiter: 

-Eroi troiani e greci: Antenore, Diomede, Odisseo ed Enea.(5).

Per meglio introdurci nei temi specifici vediamo anzitutto come si sono al proposito  pronunciati gli studiosi moderni che si sono interessati di questi temi.

Circe: occorre tenere presente che  questa maga è protagonista sia col mito di Odisseo che col mito Argonautico, perciò qualsiasi riferimento  può risentire di questa doppiezza.

Considerato che la Circe è ben documentata nel Tirreno, la stragrande maggioranza degli studiosi, considera, in riferimento alle vicende Odissiache, l'ambientazione  in quel mare la sede della Circe.

Non mancano come vedremo quelli che ritengono la Circe ambientata anche nell'Adriatico.

Al riguardo di Odisseo:molti concordano sulla individuazione Odisseo = Nanas cioè con un personaggio  le cui gesta in Adriatico non possono essere messe in discussione, alcuni  riportano ripetutamente alcune testimonianze del passaggio di  Ulisse nell'Adriatico, ma forse perchè considerate di semplici passaggi, non vengono tenute in seria considerazione.

Al riguardo di Enea: un solo autore cita una testimonianza antica che ne ricorda  la presenza in Adriatico, ma riporta tale testimonianza  al solo scopo di segnalarla come non degna di fede.(6)

Vediamo ora le ambientazioni di questi miti nei mari italiani

CIRCE: abbiamo già detto che per la stragrande maggioranza degli scrittori moderni, la Circe  è ambientata solo in Tirreno. Il primo ricordo sicuro di tale ambientazione risale al IV  secolo A.C.(7)  ma per moltissimi studiosi sarebbe già ricordata nel settimo secolo dal noto passo di Esiodo (Teogonia 1011 = 1016); ma, come vedremo, al riguardo della "fedeltà" di questo discusso passo  sussistono non pochi dubbi.

Occorre al proposito tener presente che i tempi a cui si riferiscono  tali vicende (nel 13° e  nel 12° secolo A.C.)  sono molto anteriori alle testimonianze appena citate, conseguentemente dovremmo cercare testimonianze più antiche, ebbene queste testimonianze esistono ma dicono cose ben diverse.

Per Omero(8) la sede della maga Circe era in "Oriente", in "terre basse", e in una "isola", caratteristiche che mal si adattano al promontorio del Circeo, per Euripide (le Troiane 437) la sede della  maga era in Liguria .

La presenza della Circe in Adriatico, con riferimento alle vicende Odissiache, è riportata dal Graves (9), questo studioso, al seguito di una attenta lettura dei testi antichi, afferma  che in antico si trovava nei pressi del Po, o in  Istria, e che successivamente  è stata "trasferita" in Campania.

Un’altra testimonianza della Circe in Adriatico, sempre con riferimento alle vicende Odissiache, potrebbe essere quella testimoniata da Partenio: questi dice che un Re della Daunia, follemente innamorato della Circe, sarebbe stato da questa trasformato in maiale e che solo l'immediato intervento dell'esercito Dauno lo ha salvato (1O); considerato che i Dauni arrivarono "in brevissimo tempo" nella sede della maga, e liberarono il loro Re, fa pensare che Dauni e Circe fossero vicinissimi e perciò vicenda e protagonisti dovrebbero essere  ambientati in Adriatico.

Alla luce del fin qui detto non esistono prove  di una "sicura" ambientazione  della Circe in Tirreno anche nei tempi antichi.

ODISSEO, ULISSE, NANAS, (tre nomi di un identico personaggio)

Prima di passare in rassegna  le vicende italiane di Odisseo, sarà bene, per favorire la comprensione, fare un utile avvertimento: nel corso delle righe che seguiranno avremo più volte l'occasione di imbatterci nella voce "Tirreni" o "Tirreno", termini di significato in apparenza identici ma che in antichità  potevano a volte avere significati ben diversi, per esempio in vari passi antichi  capita spesso di leggere che  personaggi e popoli sono arrivati "fra i Tirreni", come logica dovrebbe significare  un arrivo in Etruria fra gli Etruschi, purtroppo non è così, o almeno non è sempre così, infatti se la dicitura non contiene  nessun altro riferimento, dal passo non si ricava nessun dato certo.

"Fra Tirreni" era un termine molto indeterminato; poteva trattarsi di.un approdo nell'Etruria  Tirrenica al seguito di un tragitto  lungo le coste Tirreniche, come  poteva trattarsi di un approdo in Etruria Padana in seguito ad un tragitto  lungo le coste adriatiche, oppure di  un arrivo in una qualsiasi  località dell'antica Etruria lungo un tragitto terrestre.

Come  avremo modo di vedere queste vaghe indicazioni sono molto frequenti.

Passiamo ora alle peregrinazioni di Ulisse: tralasciando di commentare le sue peregrinazioni fuori del Mediterraneo in quanto per noi fuori tema (11 ), vediamo le sue vicende nei mari italiani.

A parere della stragrande maggioranza degli studiosi la "tirrenicità" di Odisseo sarebbe testimoniata da alcuni antichi passi, riportiamoli quasi integralmente.

Esiodo(Teogonia 1O11-1O16)

         "Circe figlia del sole, stirpe di Iperione,unitasi

            con Odisseo dal cuore che sopporta, generò

            Agrio e Latino, irreprensibile e forte, questi

                       regnarono molto lontano nel mezzo delle isole

            sacre, in un lontano  golfo, sugli illustri Tirreni".

 

Licofrone (Alex 8O6)

                                "sopraggiunto Odisseo a Itaca e scoperte

                                 le colpe di Penelope, ripartì  diretto al paese dei

                                 Tirreni, qui giunto risiedette a Cortona

                                 ove morì onorato da tutti".

 

Licofrone (Alex 124O)

                                "Enea partito da Almopia sara' raccolto errabondo

                                 dalla terra Tirrenica dove il Lingeo riversa in mare le

                                 acque calde,Pisa e la valle di Agilla ricca di gregge ,

                                 un nemico Nanas, dopo aver ascoltato suppliche e

                                 giuramenti unirà amichevolmente  il suo esercito".

 

Ellanico di Mitilene(Dion. Alic. I-72, 2)

                                                          "Enea con Ulisse trasferitesi dalla terra

                                                           dei Molossi  in Italia fondano Roma".

 

Nella "Tabula Iliaca", bassorilievo che riporta a fumetti la caduta di Troia "secondo Stesicoro"si intravedono  Ulisse ed Enea che partono in nave diretti in "Esperia" cioè  Italia.

 Come già detto  questi sono i passi antichi che con più frequenza sono riportati dagli studiosi a conferma della "tirrenicità" di Odisseo(12),ma in particolare viene riportato il già citato passo di Esiodo, prima di passare ad una vera e propria "analisi logica" di questo passo, spendiamo qualche parola al riguardo del già ricordato Nanas, un personaggio particolarmente interessante per il nostro tema.

 

Ellanico di Mitilene (Dion-Alic I-28,3)

                                                         "che i Pelasgi scacciati dal loro paese

                                                          dai greci, arrivati al fiume Spinete lasciarono

                                                          le navi, proseguirono il viaggio via terra e 

                                                          arrivati a Cortona, l'occuparono  come pure

                                                          occuparono il territorio  che noi ora chiamiamo

                                                          Tirrenia, questo accadde  sotto il regno

                                                          del loro quinto Re Nanas".

 

Il nome Nanas compare pure in un vaso  trovato nei pressi di Chiusi, ora nel museo di Baltimora.(13)

Gli studiosi che condividono la individuazione Odisseo = Nanas (14) portano a loro sostegno la fondamentale testimonianza di Tzetze  in Licrofone (Alex  1244)

                                                                       "Io so che Odisseo  era fra  i Tirreni  chiamato

                                                                        Nanas ,ma ora è di nuovo chiamato Odisseo"

 

A riprova  della giusta individuazione vi sono pure alcune comuni vicende: ambedue risultano fondatori di Cortona e in quella città sarebbero ambedue sepolti.(14a)

Stranamente, nonostante tale condivisa individuazione, nessun scrittore moderno afferma esplicitamente  che Odisseo "merita" anche una ambientazione Adriatica, se poi consideriamo che esistono anche altre testimonianze che la confermerebbe, come vedremo più avanti, non si può non chiederci la ragione  di questa  "latitanza", forse anche in questo caso  c'è lo "zampino" del famoso passo di Esiodo (14 b); ebbene a questo punto sarà bene, per fare chiarezza, discuterne un po’.

Rileggiamolo di nuovo e facciamone una vera e propria analisi logica.

 

CIRCE figlia del sole stirpe di Iperione

unitasi in amore con ODISSEO dal cuore

che sopporta,generò AGRIO e LATINO,

irreprensibile e forte, questi regnarono

molto lontano nel mezzo delle ISOLE SACRE

 in un LONTANO GOLFO sugli illustri TIRRENI.

 

Riportiamo prima, a riprova della sua indeterminatezza, le testuali  parole del Braccesi che certamente è il più convinto sostenitore  della sua "genuinità" :

                                                                  "siamo di fronte ad una tradizione antichissima

                                                                   come denunzia  la stessa vaghezza  geografica

                                                                   della  localizzazione dell'Etruria, connotata come

                                                                   regione lontanissima situata  in un golfo ignoto

                                                                  che ospita ancor più ignote isole sacre"(15).

 

 Analizziamo il testo parola per parola.

CIRCE E ODISSEO:  Abbiamo già visto che vi sono  forti dubbi sul fatto che in antico la sede della Circe fosse nel Tirreno, come pure abbiamo visto, che Odisseo viene identificato con Nanas cioè con un personaggio ben ambientato anche in Adriatico.

AGRIO E LATINO:

Questi sarebbero per Esiodo i figli che Odisseo avrebbe avuto con Circe ma passando in rassegna le testimonianze antiche ci renderemo conto che il numero ed i nomi non corrispondono quasi mai.  Per Igino (fab 125) si chiamavano Telegono e Nausitoo; per Plutarco (Rom 2)  era uno solo e si chiamava Romolo; per Apollodoro (Epit 7) Odisseo avrebbe avuto un solo figlio; Per Licofrone (Alex 8O9)  un figlio di nome Telemaco ed una figlia di nome Cassifone; per Xenagora (16) i figli sarebbero tre: Romolo, Ardeas e Anteias (17),

Ma ammettiamo pure che i figli elencati da Esiodo siano quelli giusti, vediamo a chi corrispondono: AGRIO;  c'è chi dice che sarebbe stato male interpretato(18) ,ma c'è anche chi ha letto Adrio, (19) ebbene in tal caso,  avrebbero ragione Teoponto ed Eudosso nel considerare  Adrio discendente di Odisseo, sia come fondatore di Adria che come colui che avrebbe dato il nome all'Adriatico,(2O)

LATINO; Oltre al Latino ricordato in questo passo risultano altri quattro personaggi vissuti in tale epoca con quel nome:  un Latino che Odisseo avrebbe avuto con Calipso,Apollodoro (Epit 7,24), un Latino che accoglie Enea (voce Latino in EN ,Virg), un Latino figlio di Eracle con  una ragazza iperborea Dion Alic (1,43) e un Latino ancora figlio di Eracle, ma avuto con la figlia di un Re Aborigeno(22).

Non è facile capire di quale Latino si intenda, in verità dovrebbe trattarsi di un Re che ha avuto a che fare molto con gli Etruschi, ebbene il Pallottino, sulla cui autorità in materia non occorre soffermarsi, afferma che il Latino ricordato da Esiodo non era il Re dei Tirreni ma semplicemente un Re dei Latini(23).

Ma ammettiamo pure che questo Re latino abbia avuto a che fare con gli Etruschi, rimane sempre il problema, oltre alla individuazione corretta, se all'epoca  i Latini erano già stanziati in loco. Purtroppo in materia le opinioni degli studiosi non sempre sono convergenti, c'è chi dice che questo popolo arrivato dal nord insieme ai Siculi si sarebbero stanziati in Adriatico(24) non a caso i Protolatini  sarebbero arrivati nel Lazio dopo essere stati per molto tempo nella Daunia(25),

ISOLE SACRE IN UN LONTANO GOLFO: Già abbiamo sottolineato la indeterminatezza geografica di questi due termini, c'è chi ha provato a darne  una localizzazione, proponendo la Sicilia, Sardegna e Corsica(26)  ma non ha trovato seguaci, se proprio volessimo ubicarle in qualche luogo  cercando un eventuale ricordo nelle fonti antiche, dovremmo nominare le isole Elettridi che, come abbiamo già visto, si trovavano in Adriatico nella Foce del Po e spesso ricordate come isole sacre ad Artemide e per l'ambra, (27) in tal caso troverebbero una giusta ubicazione in un “lontano” cioè in alto Adriatico; tale area era in antico dai Greci considerato un “golfo” e non un mare (27a).

TIRRENI (28), Abbiamo già messo in evidenza l'indeterminatezza anche di questo termine, per  molti scrittori antichi  fra cui Tucidide), IV 1O9) Mirsilo di Lesbo apud Dion Alic (1,23), Sofocle e lo stesso Esiodo (29) i Tirreni venivano spesso identificati  con i Pelasgi (3O).

Per il De Palma,  in antico, almeno per un certo periodo i Greci chiamavano Tirreni quasi tutti i popoli Italiani (Latini, Umbri, Ausoni ecc) (31). Ma al riguardo è significativo il passo di Stefano Bizantino

                                                                                         "La Tirrenia trae il nome da Tirreno

                                                                                          ed è posta  presso l'Adriatico"(32).

 

Al seguito di questa "analisi logica", ammesso che non vi siano altri elementi che mi sfuggono, la "Tirrenicità" di questo passo non mi sembra poi cosi sicura, mi conforta il constatare che di questo parere lo sia stato anche un antico commentatore di Esiodo(33) questi cosi si espresse al riguardo:

"Odisseo ed i suoi figli  avevano regnato sulle Isole Elettridi"

Considerato che il Mastrocinque riporta spesso il sopra accennato passo, fa pensare che anche per Lui  il passo di Esiodo non trovi una sicura localizzazione in Tirreno.

Vediamo le altre tracce di Odisseo in Adriatico.

Abbiamo già fatto presente la quasi unanime identificazione di Odisseo con Nanas, perciò un "approdo" o un semplice "passaggio" di Odisseo in Adriatico deve esserci stato,  non dimentichiamoci che come vide bene il Wilamowtiz(34), in una Odissea precedente alla nostra era scritto che Odisseo, Tracio di nascita, era arrivato in Italia via terra, perciò attraverso l'arco Alto Adriatico .

La presenza di Odisseo in Adriatico,di permanenza o di semplici tappe, è documentata da varie fonti antiche: lo Ps Scilace (35) descrivendo le coste Adriatiche ricorda l'isola di Calipso ove l'eroe visse alcuni anni, l'ambientazione di tale isola in Adriatico è pure confermata da Plinio (III 96) da Tucidide (I-25) e da Apollodoro (epit 7-17):

Una presenza di Odisseo in Adriatico,seppur solo come semplice passaggio, ce la documenta Strabone, dice infatti il grande geografo che Odisseo dopo un approdo in una località Adriatica passa da Felsina per andare a Cortona(36), come pure è documentato un suo sbarco in una località della Daunia.(36a)

ENEA  IN ADRIATICO.

Tralasciando di commentare le testimonianze antiche al riguardo della fine di Enea (37)  e limitandoci a sottolineare le riserve degli storici antichi e moderni al riguardo della sua presenza nel Lazio (38), soffermiamoci su una "sicura" ed antica testimonianza sulla sua presenza in Adriatico, dalla quale sono scaturite le azzardate ipotesi brevemente accennate nel sunto iniziale del presente articolo.

Nei manoscritti dello Ps Aristotele, ignoto autore di una raccolta di "Cose Mirabili", vissuto probabilmente in Grecia fra il terzo ed il secondo secolo A.C.,era scritto  al cap 79  che  Enea Re di una isola dell'arcipelago delle Tremiti, aveva ucciso Diomede l'eroe greco che al seguito di peregrinazioni  era colà approdato.

Arbitrariamente alcuni studiosi guidati dal filologo tedesco Ulrich von Wilamowitz, hanno  sostituito Enea con Dauno (39). Sarebbe interessante conoscere le motivazioni che hanno indotto gli studiosi a commettere tale arbitrio.

Per quanto ne so questa sarebbe l'unica testimonianza "diretta" della presenza di Enea in Adriatico, vi sarebbe pure quella tramandateci da un certo Riccobaldo da Ferrara, concernente la presenza di Enea in vari luoghi della valle Padana; (4O) ma questo cronista del XV secolo è da tutti considerato "non degno di fede".

Esistono invece tracce indirette di  possibili  presenze dell'eroe Troiano nel nostro mare: tutti i commentatori della Eneide (41) concordano che la struttura dell'opera di Virgilio riposa su una certezza: che Enea ha percorso a ritroso da Troia verso l'Italia il tragitto compiuto dal suo avo Dardano che dall'Italia, precisamente da Cortona, andò nella Troade.

Se veramente Enea ha effettuato a "ritroso" questo viaggio, considerato che Dardano fece il tragitto Cortona –Adriatico - Troade, (42) una sua presenza in Adriatico, seppur solo di passaggio, potrebbe esserci stata. Una profezia riportata da tutti gli scrittori che si sono interessati al tema "Enea", dice che ove l'eroe Troiano farà tappa nel corso della sua fuga , fonderà una città che darà il nome di Troia, (43) ebbene una Troia risulta in Veneto (43a), una nel Lazio ed una nella Daunia (44).

I Dioscuri (45), a parere di molti studiosi sarebbero stati portati in Italia da Enea, ebbene anche questo potrebbe essere una traccia dell'eroe Troiano in quanto tale culto è documentatissimo in Alto Adriatico. Nello stemma di Bagnacavallo c'è un cavallo bianco con la scritta Cillaro, ebbene quel cavallo potrebbe significare che in loco si curavano i cavalli, ma potrebbe invece essere un ricordo dei Dioscuri cioè dei gemelli Castore e Polluce che insieme agli Argonauti sbarcarono in una isola Elettride sacra ad Artemide. Vuole una antica tradizione che Bagnacavallo sarebbe stata fondata sopra ad una di queste isole, il cavallo Cillaro, uno dei tanti cavalli di Polluce, più volte ricordato da Stesicoro, presente nello stemma, potrebbe esserne una "prova". Interessante anche la presenza in loco del culto di Feronia , che come è noto è la corrispondente latina della greca Artemide. In loco è documentato anche il culto di Jupiter  considerato, insieme ai Dioscuri, protettore dei naviganti.

Qualcuno potrebbe obiettare che in considerazione del fatto che in Adriatico è ambientato anche  il troiano Antenore (46), eventuali tracce "Troiane" potrebbero essere addebitate a lui o ad altri Troiani questo non si può escludere , ma ci sono delle buone ragioni  per distinguerle.

Considerato che le uniche famiglie salvatesi dalla distruzione di Troia sarebbero quelle di Antenore  e di Enea(47) si deve perciò supporre che eventuali tracce "Troiane" in Adriatico, quando non possano essere attribuite ad Antenore (48), debbano essere attribuite ad Enea.

Di queste tracce ce ne sono molte, particolarmente nella Daunia, ma anche altrove.

Il già ricordato Ps Aristotele al cap 1O9 ricorda la nota vicenda del fuoco delle navi da parte delle donne troiane(49), ma diversamente dalle altre testimonianze riguardanti tale vicenda, le navi non sarebbero quelle guidate da Enea ma sarebbero guidate da Diomede e le donne che bruciano le navi sarebbero troiane ma schiave,

Al riguardo della genuinità di questo passo sussistono seri dubbi avvalorati dalla testimonianza di Licofrone (Alex 1126) il quale documenta in loco  sia il culto della Cassandra (50), la nota  profetessa troiana, sia il culto di Atena Iliaca cioè la dea troiana raffigurata nel Palladio(51); ebbene questi elementi fanno pensare che anche questo passo possa essere stato  "arbitrariamente " manipolato  per meglio adattarlo  all'altro passo dello Ps Aristotele  (cap 79) ove il protagonista era sicuramente Enea che, come abbiamo detto, fu sostituito con Dauno. Se queste mie supposizioni sono esatte, il passo deve essere letto diversamente:

                    le navi erano guidate da

                    Enea e conseguentemente

                    le donne non erano schiave.

 

Aggiungo anche un'altra traccia " troiana" che se giusta ci riguarda da vicino: il dio delle acque Tiberino, dio favorevole ai troiani, culto portato nel Lazio da Enea, oltre ad aver dato il nome al Tevere  potrebbe avere dato anche il nome al nostro Senio, infatti  in antico il suo nome era Tiberiacum (52).

Anche le tracce Dardaniche in Adriatico potrebbero essere collegate con una probabile presenza di Enea nel nostro mare.

Mi rendo perfettamente conto della "debolezza" di questa ipotesi, ma essendone  personalmente convinto  riporto, seppur con le dovute riserve e cautele, alcune di queste tracce.

Enea era detto "il Dardano"  in quanto faceva parte di detta stirpe, non a caso la profezia di Poseidone(53)  dice che Enea doveva salvarsi dalla distruzione di Troia in quanto in caso contrario la stirpe di Dardano si sarebbe  estinta(54). Spesso in antico “Troiani” significava “Cardani” o viceversa; per esempio i Romani, desiderosi di definirsi Troiani, dicevano di sé stessi “Dardanium” (54a).

Dardano (55) è ben ambientato nel nostro mare; la Daunia era chiamata "provincia Dardensis"(56), e vi era una città chiamata Dardano(57), tracce evidenti non sono solo in basso Adriatico ma anche nel  Veneto, lo scrittore romano Claudiano ricordando la Font Aponi (58) probabilmente Abano Terme, la dice "gloria della terra dei Dardani", un Longarus Re Dardanico, risulta ambientato in Veneto(59), Armonia, sorella di Dardano sarebbe sepolta a Pola(6O).:

Non è possibile ricordare Dardano senza parlare di  Creta.

Il già ricordato culto dei Dioscuri verrebbe da Creta, la separazione dei gruppi di sillabe con un punto nella lingua venetica sarebbe opera dei Cretesi, (62)  Dedalo artigiano cretese è ambientato nelle Isole Elettridi( Ps Aristotele cap 81)questo passo ci fa sapere che siccome Dedalo "fugge" a causa dell'arrivo dei Pelasgi, che questi ultimi ed i Cretesi sono nemici.   

Non è possibile parlare di Creta senza fare qualche riferimento ai Micenei(63)  ebbene vi sono in

Adriatico abbondanti tracce, specialmente archeologiche, della loro frequentazione, tracce non solo esistenti nel basso Adriatico ma anche in alto Adriatico: Frattesina Terme, Vasi di Torcello, ceramica micenea trovata in vari luoghi, come pure l'ambra "tipo Tirinto"  trovata anche nella Valle del Senio(64).

Riassumendo: il mito di Odisseo, associato a quello degli Argonauti, potrebbe contenere "ricordi" di migrazioni o semplice frequentazioni di popolazioni "Pelasgiche"-Egeo Anatoliche ed Indoeuropee , e questo potrebbe spiegare la presenza dell'eroe greco in Scozia, Germania Portogallo e Bretagna. Il mito di Enea, sia in Adriatico che altrove, anche tralasciando l'ipotesi del collegamento Enea-Dardano, potrebbe  contenere "ricordi" di migrazioni o frequentazione dei Micenei, altronde questo è anche il parere di molti studiosi (65).

 

APPENDICE

Arrivato alla fine  mi rendo conto, considerati i miei "mezzi" - ho solo la licenza elementare - di essermi "spinto" ben oltre a quelle che sono le mie reali possibilità, ma tante sarebbero a mio parere le cose da dire al riguardo di questo troppo trascurato mare, che mi sono "lasciato andare", con tutte le conseguenze che  ne sono derivate,

Chissà quante cose avrei potuto dire se avessi potuto attingere nel pozzo di notizie che è la Reale Inciclopedia  Pauly-Wissowa, chissà quanti spunti avrei trovato  nella sterminata bibliografia estera. Roscher, Jacoby, Briquel,  Beaumont,  Beloch,  Bethe,Weinstock, Heugon, Rossbach, Gagè, Stoll, Perret,, Horsfall, Galinsky,West,Gruppe,ecc.

Aggiungo un altro "chissà", chissà  quante notizie "storiche" si potranno apprendere studiando a fondo i numerosissimi miti ambientati in Alto Adriatico: Eridano Iperborei, Ercole, Argonauti, Dedalo, Cadmo, ecc, speriamo che qualche qualificato  studioso  dia un contributo per una maggior conoscenza di questo mare.

NOTE

*Si tratta di un articolo estratto da un libro che sto scrivendo, con taglio divulgativo, che ben presto darò alle stampe, dal titolo "Popoli e miti ambientati in area romagnola ed alto-adriatica dal XIII all’XI secolo a.C.

(1) Nel periodo a cui ci riferiamo ben difficilmente  la tecnica navale permetteva  attraversamenti di mari, dice Pausania che prima della guerra di Troia,  i lunghi viaggi erano effettuati  solo per via terra oppure  con navigazione di piccolo cabotaggio perciò per andare nel Tirreno venivano a volte  costeggiate sia le coste Adriatiche che quelle Ioniche, dice Strabone che in antico non si affrontava l'alto mare, occorre anche tener presente che  l'Adriatico è stato conosciuto dagli antichi prima del Tirreno. cifr Pareti Omero e la realtà storica 1979 pag 78, Strabone 1-3,2 . La presenza micenea in Sardegna già documentata archeologicamente nel 13^ secolo a.C. dimostra che questo popolo, diversamente da quelli Egeo-Anatolici, disponeva di una tecnica navale che gli permetteva di arrivare in Italia senza dover fare il periplo adriatico; potevano infatti effettuare il tragitto Grecia- Illiria – Puglia – Stretto di Messina – Sardegna, se non addirittura arrivare il Italia dalle coste africane.

(2)  Non si può escludere che si tratti  del tragitto terrestre  segnalato  nel periplo dello PS Scilace  che, in tre giorni di viaggio, da Spina era possibile raggiungere Pisa .

Questo tragitto potrebbe essere confermato dagli abitati  preistorici esistenti  ai lati della via Lunga, una antichissima strada che  dalla valle del Senio  arrivava  nelle valli Spinetiche cifr Sgubbi “Il territorio Solarolese dalla più remota antichità all'anno mille”, uscito a dispense nel Confronto  periodico del PPI sezione di Solarolo (1992), e dall'ambra "Tipo Tirinto"  rinvenuta  nel Monte Battaglia  alta valle del Senio. cifr Catarsi Storia di Bellaria 1993 pag 43. Una comoda rotta marittima consisteva in navigazione di cabotaggio lungo le coste  Dalmate in quanto favorevoli correnti marine portavano verso l'Istria  cifr Scuccimarra ;l'Adriatico dei greci in Storia di Ravenna 1990.

(3) Non conoscendo alcuna lingua estera,eccetto qualche riga che mi sono fatto tradurre,non mi è stato possibile usufruire della sterminata bibliografia  straniera, si tratta di un vistoso handicap sulla cui consistenza non sono in grado di darne una reale valutazione.

Non ho ritenuto opportuno entrare nel merito dei problemi riguardanti le motivazioni, i periodi e da chi questi miti sono stati portati in Occidente in quanto, a mio parere, non possono portare alcun contributo alla conoscenza di eventuali migrazioni avvenute nel II millennio a.C. che è poi lo scopo primario delle mie ricerche.

(4) L'alto Adriatico  si distingue  dagli altri mari italiani  per una particolarità, uso le parole del Braccasi "come è avarissima  la documentazione letteraria di una frequentazione greca nell'età della colonizzazione , è ricchissima la memoria di tradizioni leggendarie  che ci rimandano al periodo della precolonizzazione", Braccesi  Indizi per una frequentazione Micenea nell'Adriatico in "Momenti  precoloniali  nel Mediterraneo  Antico1985.          

(5) La  presenza di tutti questi "miti" potrebbe essere una conferma  di questi antichissimi  passaggi di popoli o di isolati navigatori, passaggi terminati allorquando la tecnica navale ha permesso gli attraversamenti marini.Non tutti gli avvenimenti accaduti nei secoli 13° e 12° a.C., che come detto interessarono tutte le nazioni che si affacciavano sul Mediterraneo, sono ricordati dai miti o dalle testimonianze antiche, alcuni di questi si conoscono al seguito di indirette testimonianze, ne ricordiamo alcune : quando i coloni greci arrivarono nella Magna Grecia furono sorpresi  dal constatare che quelle popolazioni che già vi abitavano, conoscevano la loro lingua, divinavano i loro dei, conoscevano alcuni dei loro racconti di eroi. Quando il console romano Mario affrontò i Cimbri nel 1O1 A,C,  nei pressi di Ferrara, rimase sorpreso nel constatare ,lo riferisce Plutarco , che l'urlo dei soldati Liguri e l'urlo dei Cimbri erano identici; questi due avvenimenti, ma se ne potrebbero portare altri, ci dicono, anche se questo non è riportato da nessuno storico antico, che queste popolazioni  provengono da una stessa zona. Sicuramente  nel corso degli sconvolgimenti sopraddetti accadde di tutto, crollo di imperi, invasioni, migrazioni che crearono altre migrazioni, , anche gli avvenimenti biblici accaddero in tale periodo: si tratta di avvenimenti confusi ma interessantissimi. In  quel periodo  occorre cercare le radici delle civiltà italiane, Umbri, Dauni, Etruschi,ecc, questa è una delle ragioni  per cui occorre indagare nei miti, .

(6) Vanotti  De Mirabilibus Auscultationibus  1997   commento al cap 79.

(7)Ampolo   La ricezione  dei miti greci nel Lazio: l'esempio  di Elpenore e di Ulisse  al Circeo  PP 1994.Eratostene dice che Esiodo è il primo autore che ricorda la Circe in Italia, ma non dice se in Tirreno o in Adriatico cif Strabone I,23. Prima di essere definitivamente trasferita nel Circeo, la Circe  si è trovata per un certo periodo nella isola di  Pandataria, cifr Capovilla La Tradizione Greca  e il Problema  degli Ambrontas-Ligyes 1953  pag 26O, ma ancora prima era nella Colchide (Mar Nero) poi, come dice Apollonio Rodio ( Argonautiche III 31O ) fu trasportata in Campania, qualcuno, non convinto della sede Campana , in quanto le testimonianze dicono chiaramente che era in un luogo diverso, si è chiesto la ragione per cui tutti la dicono "Tirrenica" questi è  il Terzaghi  Il miraggio dell’Odissea in Atene e Roma 19O7, ebbene, lui stesso si dà la risposta,"per forza!! Odisseo  viene considerato sempre e solo in Tirreno, conseguentemente viene ambientata in tale mare anche la Circe!!".  Per l'anonimo autore delle Argonautiche Orfeiche (12O5), la sede della Circe era nei pressi di Gibilterra.

(8)Manfredi Braccesi Mare Greco  1992 pag 54.

(9)Graves I miti greci 1995 pag 559

(1O) Giannelli culti e miti della Magna Grecia  1963 pag 98

(11) Delle peregrinazioni di Ulisse fuori del Mediterraneo, già ne discutevano Aristarco e Cratete cif Manfredi Braccesi Mare Greco 1992  pag 199, Portogallo per Pomponio Mela, Plinio e Marziano Capella, Germania per Tacito, Scozia per Solino, Bretagna per Procopio da Cesarea, Plutarco e Claudiano.

(12)  Esperia  significava "terra del tramonto" cifr Mastrocinque Ambra ed Eridano, 1991, pag 29. A volte vengono riportati  anche altri passi antichi, in  particolare  quello di Eugammone di Cirene,  ove  Telegono uccide suo padre  Ulisse  ad Itaca, poi porta il corpo in Etruria cif Manfredi Braccesi Mare Greco 1992 pag 92.

(13)Colonna Gli Etruschi della Romagna Atti Romagna Protostorica  1987  pag 43 . Il nome Nanas è pure segnalato in  Frigia, Pisidia e in Licia , questo per dire che è un nome di persona e non come qualcuno propone  "un nano",

(14)Braccesi Greicità di Frontiera 1994 pag 55 ; Magnani  I percorsi mitici nell'Adriatico  e il problema delle origini di Ravenna in Ravenna Studi e Ricerche 1998 pag 186.

 (14a)Licofrone Alex 8O5-8O6, Braccesi Cortona e la leggenda di Ulisse  in Assisi e gli Umbri nell'antichità 1991, pure Aristotele sapeva di una sepoltura di Odisseo a Cortona cif Ciaceri Alex  commento passo 8O6, Capovilla L'inquadramento  Mediterraneo dei nomi  Pisa-Teuta in RIL 195O pag 3O2.

(14b) Riconoscere l’esistenza di Odisseo in Adriatico significa di fatto “smentire” il passo di Esiodo; forse è per evitare questo che gli studiosi moderni ricorrono a tale esagerata “titubanza”.

(15)Braccesi Letteratura dei Nostoi e colonizzazione greca , in Atti Magna Grecia 1996 pag 83,  se si dà uno sguardo agli  scritti  ove si discute questo passo troveremo spesso questi termini: "vaghezza".  "indeterminatezza" "non degno di fede" anche perchè di fatto la Teogonia finiva al cap 965, perciò è chiaro che  il passo è stato aggiunto, magari da una altra mano, non a caso qualcuno lo chiama passo dello Ps Esiodo. Per il commento di tale passo vedere Portulas ;Una geografia dei limiti nell'immaginario dei Greci, in Kokalos XXXIX 1993,  con interventi di Mele e di Braccesi Dice il Mastrocinque ,Romolo e la fondazione di Roma 1993 pag 175, che quel passo non può essere di Esiodo  in quanto ben difficilmente poteva essere a conoscenza dei progenitori delle stirpi italiche. Il  soprannominato Portulas , rispondendo alla troppa " fiducia " del Braccesi, fa presente che a parere di Tucidide, Esiodo  "raccontava balle",

(16) Zevi Sulla leggenda di Enea in Italia in Gli etruschi  e Roma  1981 pag 155

(17)Vi sono pure  i figli che Odisseo ha avuto con Calipso.

(18) Durante  Note critiche e filologiche  in PP VI 1951 pag 216

(19)Cinti Dizionario Mitilogico 1998 pag 73.

(2O)Briquel: Spina condita a Diomede in PP  1987 e Mastrocinque  Greci ed Illiri  al tempo di Dionisio di Siracusa in Aloni Dall'Indo al Thule  1996.pag 359

(22) Grimal Mitologia voce Latino. Per Igino (fab 127) il Latino capostipite dei Latini sarebbe figlio di Circe e Telemaco.

(23)Pallottino  Storia primitiva di Roma 1993 pag 366.

(24)Enciclopedia universale Larousse pag 622

(25)Capovilla Colchica  Adriatica Parerga  RIL 1957 pag 6.Devoto Gli antichi italici, 1967,  pag 35, 36, 48; Ronconi Da Omero a Dante 1981

(26) De Palma  La Tirrenia Antica 1983  pg 8

(27)Apollonio Rodio  le Argonautiche  4-5O4.,Per il Mastrocinque , Culti Pagani  nell'Italia Settentrionale  1994 pag 116 ,queste isole "sacre"  si trovavano in Adriatico.

(27a) Grilli, L’arco adriatico fra preistoria e leggenda, in AAA 1991.

(28)  Mi rendo conto che  parlando dei "Tirreni"  non si può sottacere il complesso  problema delle origini etrusche, o meglio come si dice ora  "origini e provenienza degli influssi che hanno  contribuito alla formazione della civiltà Etrusca." Mi limito solo a far presente  che il famoso passo di Erodoto  (1-94) non dice ove esattamente sono sbarcati questi Tirreni provenienti dalla Lidia, dice solo "nel paese degli Umbri", ma successivamente Erodoto (IV 49) precisa cosa intende per "Umbri", un popolo  settentrionale, perciò "Padano".

(29)Biancardi  I Pelasgi: nome etnografia, cronologia in SCO 1O 1961cifr Nava Appunto per il controllo con dati archeologici  della tradizione mitografica Alto Adriatica  inPds 1972, Anticlide  apud Strabone  V 2,4, (Plutarco rom 11,3.)

(3O) Niebur  Storia Romana 1831 pag 52

(31) De Palma La Tirrenia Antica 1983 pag 181,

(32)Coppola  Adria e la tradizione siracusana in Pds 1991, idem  che erano detti Tirreni   anche gli abitanti di Adria, Dice Dionisio di Alicarnasso 1-25,5 che per Tirrenia si intendeva la parte occidentale dell’Italia;  per Licofrone era Tirreno anche lo stretto di Messina cifr Capovilla , Per l'inquadramento  Mediterraneo dei nomi Pisa-Teuta Ril 1959 pag 291.

(33)Mastrocinque Appunti sulla storia di Spina, in Spina e il Delta Padano  1994.

(34) Pavan Studi Ungheresi  4 1989

(35)Peretti, Teoponto e Ps Scilace in SCO 1963

(36) D'Aversa L'Etruria  e gli Etruschi  negli autori classici  1995 pag 29

(36b)Cogrossi Atena Iliaca ed il culto degli dei in CISA 1982   pag 97

(37) Per molti Enea sarebbe rimasto  nella Troade o nelle vicinanze, Bertolini  Storia antica d'Italia 186O Pag 5. Vanotti l'altro Enea 1995 pag 143                        

(38)Per Strabone Enea non è mai andato nel Lazio cif Vanotti L'altro Enea  1995 pag 9O. Sarebbe una forzatura di Virgilio , il viaggio di Enea nel Lazio  cif Della Corte la Mappa della Eneide, 1972,  pag 197.

(39) Vanotti  De Mirabilibus Auscultationibus 1997 commento al passo  79,

(4O) Enc Virg  Leggenda di Enea. Probabilmente il Riccobaldo si riferiva alla presenza di Enea in Val Padana, alla ricerca di alleati per la guerra contro Turno, alla quale aderirono Lombardi, Veneti ed Emiliani.

(41) Si veda per tutti: Colonna , Virgilio Cortona e la leggenda Etrusca di Dardano Arc. Class. 32 198O.

(42) Molti lo propongono  in quanto avrebbe fatto a ritroso  il viaggio fatto dai Pelasgi.cifr Braccesi Coppola  I greci descrivono Pisa in Spina Storia di una città trà Greci ed Etruschi 1993 . Braccesi  Greicita di Frontiera 1994 pag 53.A parere del Capovilla , Convergenze Italiche in Archivio  per l'Alto Adige 196O pag 77, quando Enea arrivò in Etruria, passo di Licofrone (alex  124O), prima di arrivare a Pisa, arrivò alle acque termali che si trovavano in una collina, questo  significa che può non avere usato un tragitto marittimo ma  terrestre, cioè valle Senio- valle Arno.

(43)Vanotti L'altro Enea pag 164; Musti Una città simile a Troia in Strabone e la Magna Grecia 1994.

(43a) Per il Musti, Opera cit. nota 7, pag.99, cotesto toponimo in area veneta si dovrebbe riferire allo sbarco di Enea.

(44)Vannucci  Storia della Italia Antica 1873 pag 356

(45)Mastrocinque L'ambra e l'Eridano 1991 pag  36; Carratelli  Achei nell'Etruria e nel Lazio? Scritti  sul mondo antico 1966

(46)Braccesi La leggenda di Antenore 1984

(47)Scuderi , Il tradimento di Antenore in  I canali della propaganda nel mondo antico 1976 pag 43

(48) Come è noto Antenore è ambientato in Veneto, e in Iugoslavia; ma c’è anche chi mette in discussione la sua presenza in Adriatico: Gitti, Op. Cit. nota 27a.

(49) Ps Aristotele  Vanotti De  Mirabilibus Auscultationibus   pag 51, Dice la Coppola,  Aspetti della leggenda troiana in occidente, in Archeologia e Propaganda1995 pag 16, che l'incendio  delle  navi in Daunia potrebbe essere stato attribuito a Diomede  in quanto  in loco non era ambientato  alcun eroe Troiano,. Occorre prendere atto che l'aver levato Enea nel passo dello Ps Aristotele  ,ha creato non pochi "problemi", oltre a quello  riportato dalla Coppola, si può aggiungere quello riportato dalla  Pasqualini; Le tradizioni leggendarie sulla fondazione di Lanuvio in MEFRA 1998, che per giustificare il grande culto tributato ad Atena Iliaca ed a Cassandra  a Lucera (Daunia),  si è dovuto  "pensare" a  un "bottino sottratto al nemico" pag 668 nota 41: Tutte queste ipotesi “discutibili” cadrebbero  da sole se si rimettesse la" voce " Enea nello Ps Aristotele passo 79. Il voler ad  ogni costo  addebitare  a Diomede i vari culti  troiani  ambientati in Daunia, significa non  voler tenere conto che  Diomede  è collegato a Era Argiva e non a Atena Iliaca. Che effettivamente in antico  nei manoscritti dello Ps Aristotele vi fosse Enea lo si sa da una circostanza: quando il Ciaceri traduceva l'Alessandra di Licofrone (19O1) ,  fra  le fonti antiche che ha riportato, al riguardo della presenza di Enea in Daunia , riporta pure  lo Ps Aristotele cap 79. Pure il Gruppe in un suo lavoro del 1906 (Griechische Mythologie und Religionsgeschiche) pag. 364 riporta una leggenda pugliese ove Diomede sarebbe stato ucciso alle spalle da Enea. Il Riconoscere l’effettiva presenza di Enea in quelle zone darebbe credibilità alla testimonianza del Ditti secondo il quale l’Eroe avrebbe fondato la cittadini di Corcira Melaina nell’omonima isola (Scuderi, op. cit. nota 47, pag.46).

(5O) Berard La Magna Grecia 1963 pag 353; Giaceri, l'Alessandra di Licofrone, commento al passo126

(51)Il Palladio era un emblema con l’effige di Atena Iliaca; la città che lo deteneva diventava imprendibile ed immortale. Ove Enea sbarcava  veniva sempre eretto un tempio ad Atena Iliaca cifr Ciaceri com passo 1254.

(52)Il toponimo Tiberiaco ,Tiberino,  è documentato lungo la vallata del Senio: Bagnacavallo si chiamava  Castrum Tiberiacum,  nei suoi pressi vi era il fondo Tiberino, nell'Alta valle del Senio  vi era la Pieve di Santa Maria in Tiberiaco, e nella media valle ,la grotta del re Tiberi. Molto probabilmente  questi nomi derivano  dal re troiano Tiberino e non come molti propongono, da  Tiberio  imperatore romano o dal suo omonimo  imperatore Bizantino. Occorre pure tener presente che il primitivo nome del Tevere era Spino, ebbene Spino  come abbiamo detto era il fiume in cui sbarcarono i Pelasgi. Dice il Veggiani che lo Spinete era formato da un fiume che arrivava dagli Appennini, forse il Vatreno, che poi diede il nome alla foce Vatrenica. Se diamo uno sguardo  alla idrografia padana ci renderemo conto che questo Spino può corrispondere benissimo ad un corso di acqua formato dal Senio, dal Santerno e forse dal Lamone, Perciò  il "problema" Tevere, Senio, Spino, Spinete, Tiberiaco, meriterebbe di essere approfondito. Come pure occorre approfondire il collegamento  Tiberino Yupiter  esistente anche questo a Bagnacavallo.

(53) Graves Miti Greci  1983 pag 612

(54) Braccesi  Letteratura dei nostoi e colonizzazione greca  in Magna Grecia  1996 pag 87.

(55) I Dardani, di cui Dardano sarebbe il progenitore, sono ricordati per la prima volta nelle iscrizioni egiziane di Medinet Habu (Pallottino, Etruscologia, 1990, pag. 95). Per la genealogia di Dardano, vedere Enciclopedia Reale Pauly-Wissowa, voce Dardani, pag.2160.

(56) Berard  La Magna Grecia pag 375     . 

(57) Berard Magna La Magna Grecia pag 353, In antico per Daunia si intendeva una area fra il Gargano e gli Umbri, perciò un buon tratto dell'Italia centrale gravitante sull'Adriatico cif En. Virg pag 1OO3..

(58)  Braccesi  La leggenda di Antenore  1984 pag  27.

(59) Capovilla Colchica  Adriatica  Parerga  in RIL  1957 pag 783,

(6O) Capovilla  La tradizione greca ed il problema  degli  Ambrontas-Ligyes in MAL 1953  pag 246.Dice Arctino che il Palladio lo aveva portato Dardano cifr Vanotti l'Altro Enea pag 234.

61) Castagnoli La leggenda di Enea nel Lazio Studi Romani XXX, Il culto del cavallo era usanza Micenea, cifr Braccesi  Indizi di freguentazione  ecc pag 144 .              

(62) Kerenki Dei ed eroi greci 1972

(63) Che i micenei occupavano  Creta  non occorre riportare fonti.

(64) Nella alta valle del Senio in località Monte Battaglia è stata trovata tale tipo di Ambra cif Catarsi  Dell'Aglio in Storia di Bellaria, 1993, pag  44.

(65) Fra le indagini da fare al riguardo dei Micenei: il matriarcato romagnolo deriva forse da loro? L'affermazione dello Ps Aristotele che Dedalo  aveva "il potere" nelle isole Elettridi, significa forse che i Micenei o addirittura i Minoici "comandavano" in quelle zone? In tal caso occorre  pensare a qualcosa di più di un semplice commercio? Forse gli Illiri sono dei Micenei? In tal caso Illirio figlio di Cadmo fondatore di Adria, può essere anche lui considerato un miceneo? Quanti altri collegamenti si possono fare?, Senza alcun dubbio la  preistoria dell'Alto Adriatico è ancora da scrivere!! magari, dopo una attenta indagine, ci renderemo conto che la sua "storia" era già stata scritta dagli autori greci, ma non se ne è tenuto conto in quanto si è pensato che fossero tutte " favole".

 

Per saperne di più

Effettuando alcune campagne di scavo nell’area preistorica solarolese è possibile aprire una “finestra” nella protostoria romagnola.

 

ALTRA BIBLIOGRAFIA IN ARGOMENTO

AAVV Enea nel Lazio, Archeologia e Mito, 1981

Ampolo  Enea  e Ulisse nel Lazio  da Ellanico a Festo  in PP 1992

Arrighetti Cosmologia mitica di Omero e Esiodo  in SCO  1966

Arrighetti Esiodo 1998

Antonelli  Sulle navi degli Eubei: Immaginario mitico e traffici di età arcaica  in Esperia 5 1995

Bosi I Greci dal Ponto all’Adriatico, Studi Storici, 1973

Braccesi Greicità Adriatica 1977 ,con moltissima bibliografia

Braccesi Coppola  I Greci e l'Adriatico in Prontera la Magna Grecia ed il Mare 1996

Carandini  La nascita di Roma 1997 , con moltissima bibliografia

Castagnoli  Lazio arcaico e mondo greco PP 1977

idem  La leggenda di Enea nel Lazio Studi Romani XXX

Capovilla  Saggio di  Geografia linguistica e mitica protostorica in Atti Istituto Veneto  di scienze1963

idem Praehomerica et Praeitalica  1964

idem  L'Odissea  e problemi sull'estremo occidente  in RIL 1958

idem Studi di Geolinguistica e Protostoria  Italica in Aevum  1957

idem Introduzione Miceneo-Italica  RIL 196O

Cerrato ,Sofocle,Cimone,,Antenore e i Veneti in Athenaeum 1985

Colonna , I Greci di Adria in rivista storica dell'antichità  1974

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D'Anna  Il mito di Enea nella documentazione letteraria in Atti Magna Grecia 1979

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Luppino i Pelasgi e la propaganda politica  del V secolo A.C. in CISA 1972

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Mastrocinque  Romolo e la fondazione di Roma 1993

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Pais Storia della Sicilia e della Magna Grecia 1894

Pallottino  Storia della prima Italia 1994

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Pasquali  l'Idea di Roma in Terze pagine stravaganti 1942

Patroni  Studi di mitologia Mediterranea ed Omerica 195O

Peretti Eforo e Ps  Scilace SCO 1961

idem Il Periplo di Scilace 1979

Ronconi Per l'Onomastica antica dei mari in Studi italiani di filologia classica 1931

Scuderi  Il mito eneico  in età Augusta in Aevun 1978

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Susini  Yupiter Serenus ed altri dei in Epigrafica  33 1971

Susini, Il santuario di Ferocia e delle divinità salutari a Bagnacavallo, in Studi Romagnoli, 1960

Terrosi Zanco Gli Argonauti e la Protostoria in SCO 1957

idem Diomede Greco e Diomede  Italico in RAL 1965

Vagnetti, I Micenei in Italia, PP 1970

Vinci  Omero nel Baltico  1998 .

 

 Sarebbe  mio gradimento conoscere Vostro parere ,  nel bene e nel male.   GRAZIE

 

 (Autore:Giuseppe Sgubbi)

 

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                                                                                Maggio 2011