Santuario di epoca repubblicana
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La cella del Santuario di epoca repubblicana (I sec.a.C.)

Brescia, 2 aprile 2006. Ultimo giorno di apertura per la brevissima parentesi ( 28 marzo2006- 2 aprile 2006) in cui il pubblico ha potuto accedere a questo gioiello millenario sepolto sotto una casa di civile abitazione. Noi c'eravamo!

Si potrebbe esordire orgogliosamente così, per un evento tanto ridotto (come tempistica), per poter accedere al prezioso locale che in via del tutto eccezionale è stato aperto in anteprima il 25 e 26 marzo '06;la sera del 31 marzo e per i cinque giorni sopra elencati. L'organizzazione è stata curata dal Comune di Brescia,dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia,dalla Fondazione Cab, da Brescia Musei S.p.A., dall' Associazione Amici dei Musei. Appena in tempo per goderci un frammento della Brixia nascosta, che non era da perdere,di questo siamo sicuri.Quando riaprirà, non sappiamo quando, non sarà tutto come ora: altri ambienti saranno stati resi accessibili. Infatti, dopo il 2 aprile 2006, riprenderanno a porte chiuse i restauri completi degli affreschi e dei mosaici e si renderà lo spazio fruibile alle visite,secondo un progetto da tempo in incubazione,che dovrebbe prevedere un itinerario aperto al pubblico,comprendente tutte le strutture fino ad allora recuperate della Brescia romana.Per il momento, affrontiamo il presente.

  • Dove ci troviamo? Appena dentro l'area del Capitolium. A sinistra,è stato allestito un percorso di ingresso che conduce direttamente nella cella offerta in visione,in cui esplode -come si entra- uno spettacolo di colori,pareti affrescate e mosaici,che sembrano state realizzate l'altro ieri. Il segreto è che gli antichi realizzatori ebbero cura di ricoprile con della cera d'api e olio d'oliva (benedetta natura!), un impasto 'miracoloso'sapientemente dosato per permetterne la durata nei millenni.

Prima che venisse costruito il Capitolium (nel 73 d.C.),quando Roma non era ancora un Impero ma una Repubblica, nel corso del I secolo a.C., in quest'area sorgeva un Santuario di culto,sacro agli dei, che pare fosse stato eretto su vestigia di un tempio ancora più antico, secondo la prassi ormai a noi nota che un luogo sacro non perde mai la sua caratteristica di esserlo per sempre(almeno nella stragrande maggioranza dei casi giunti alla nostra umile osservazione).

 Il Santuario venne restaurato al tempo di Augusto e demolito in età Flavia, quando si ordinò la costruzione di un nuovo santuario e le celle di questo vennero probabilmente riempite di materiale da costruzione e sigillate sotto strati di macerie,così come furono poi ritrovate ai nostri tempi.

Nel corso dei secoli -essendo sprofondati i resti romani (Capitolium compreso) sotto strati di materiale franato dal Colle Cidneo - a poco a poco presero il posto delle antiche e meravigliose vestigia altre costruzioni. Nessuno più seppe su cosa si trovava ad abitare o almeno -se lo sapeva - taceva. Come capitò a Casa Pallaveri (impianto del '600 circa), sotto la quale giace un'area archeologica di valore inestimabile. Già nel 1823, quando si eseguirono i primi scavi per il recupero del Capitolium, si erano individuate strutture ancora più antiche, che vennero ulteriormente indagate tra il 1956 e il 1961 e in anni più recenti,a partire dal 1990 fino al 1992, in occasione della ristrutturazione di Casa Pallaveri, per concludersi nel 2005.

  • Il Santuario doveva essere assai splendido ed è considerato unico nel panorama archeologico dell'Italia settentrionale.Forse venne costruito per celebrare la concessione del diritto latino (89 a.C.) alla città di Brescia.Era costituito da quattro aule di forma rettangolare affiancate su un podio comune, con entrate indipendenti e precedute da un portico colonnato (pronao),all'interno di una terrazza prospiciente il decumano.Si tenga presente che ci si trova lungo il lato nord di via Musei, l'antico decumano in età romana.

La visita ha permesso di ammirare l'aula occidentale del Santuario,che è l'unica ad essere stata recuperata ed è in ottimo stato di conservazione.Come abbiamo detto, sopra ovviamente c'è la Casa Pallaveri e si è dovuto a lungo capire come rendere fruibile l'accesso al pubblico,senza far crollare anzitutto le strutture sovrastanti,oltre che reperire i fondi necessari. In un futuro si cercherà di trasformare gli ambienti in uno spazio museale, in cui raccogliere ed esibire anche i reperti venuti alla luce nell'area circostante, integrando il tutto con materiale illustrativo e ricostruzioni dell'area com'era originariamente.

  • Una volta entrati nell'aula occidentale,quindi,ecco cosa si è potuto contemplare:      cella-6.jpg (47647 byte)

Sui lati lunghi e su quello di fondo,in asse con l'ingresso,si trovano banchine lievemente rialzate, a mosaico policromo.

                                                cella-4.jpg (78486 byte)

Si notano chiaramente i punti in cui dovevano trovarsi delle colonne,che erano un 'continuum'di quelle presenti( ancora oggi) ai lati. Lateralmente, infatti, si notano colonne scanalate che sono riprese nel modello negli affreschi delle pareti.

                                               Cella-1.jpg (54918 byte)   

                                               cella2.jpg (94179 byte)

Nel registro inferiore c'è una serie di velari sospesi ad un'asticciola,e si vedono perfino gli anellini dipinti su cui è infilato il tendaggio.Al di sopra, vi sono dei riquadri che hanno un tema piuttosto curioso:incrostazioni marmoree di vario colore e tipologia,

                                                 cella3.jpg (51187 byte)

Probabilmente, almeno da quanto hanno capito gli archeologi, le aule erano coperte da una volta a sesto ribassato impostata su trabeazioni o architravi poggianti su file laterali di colonne, secondo schemi romani dei ninfei di età Sillana o degli oeci corinzi pompeiani. Si voleva, in poche parole, dimostrare l'aderenza della città al modello culturale di Roma.

Gli studiosi hanno dedotto che chi eseguì la decorazione pittorica doveva avere un elevato grado di maestria, e possiamo conoscere due personaggi che vi hanno lavorato,grazie ad un'iscrizione  rinvenuta nel santuario.

                                                                                                                            

                             

Due Artisti che hanno creato con tanta perizia,e un pizzico di vezzosità,un ambientazione particolare per un luogo di culto come doveva essere questo.

A ovest di quest'aula, rispetto all'ingresso, si trova una cella più piccola, priva di decorazione      cella5.jpg (51078 byte)

A est -rispetto all'ingresso- si trova invece la parete più vivacemente dipinta

                                          cella-6.jpg (47647 byte)

e il frammento di capitello di una colonna

                                       

 

Con questa visita, i nostri due passi sono stati molto lunghi,in un passato che ci ha portato indietro di oltre duemila anni. Ne abbiamo percepito tutto il fascino,l'ardore,la bellezza,anche se dobbiamo accontentarci di brandelli che riaffiorano e tornano, di quando in quando, a deliziarci con quel profumo antico che non smette mai di stupirci e di emozionarci.

 

( Marisa Uberti, materiale soggetto alle Avvertenze/Disclaimer)

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