Premessa
    I più antichi monumenti di 
    Fiume non si trovano al centro della città, ma a Trsat, cioè 
    Tersatto, località accovacciata su un colle ad est del centro cittadino, 
    che si può considerare il grembo dal quale originerà la futura Rijeka. 
    Contrariamente a quanto molti pensano, Fiume (Rijeka) non è in Istria ma 
    ancora nella regione del Quarnero, nella contea Primorsko-Goranska. 
    Di origini sicuramente preromane, l'illirica Trsat  fu nel 
    Medioevo un' importantissima zona strategica fortificata. Da qui si poteva 
    avere il controllo sia della costa istriana orientale, sia di quella croata 
    occidentale, isole antistanti comprese. Una sorta di cerniera, che poteva 
    anche collegare la costa con le zone interne croate. Possedimento della più 
    potente famiglia di feudatari locali, i già citati
    Frankopan, vi avevano eretto 
    un castello, preceduto da una chiesa dedicata a San Giorgio (tutt'oggi 
    esistenti). Essi, per meglio controllare il territorio, avevano scelto di 
    risiedere sull'isola di Veglia, mentre tutta l'area attorno a Fiume 
    era costellata di fortezze: Crikvenica/Cirquenizza; Drivenik (dove già 
    sorgeva un castello precedente), nel retroterra; Grobnik (anteriore al 
    1200), e altre che- pur essendo vicinissime a Fiume- appartengono di fatto 
    all'Istria e a quella Contea. 
    Pare  quasi scontato 
    che i Frankopan avessero stretto inevitabili contatti con l'ordine 
    militare e religioso più potente dell'epoca:i Templari. Il perchè lo 
    si può intuire:commerci, economia, questioni religiose, passaggio di 
    pellegrini nelle terre della famiglia. A questo punto dobbiamo riflettere 
    sul fatto che nel XIII secolo questa poteva considerarsi una zona 
    super-controllata e allora cerchiamo di capire come mai proprio qui giunse 
    la Santa Casa della Madonna dalla lontana Nazareth. 
    Tra storia e leggenda: 
    una Casa contesa da due rive opposte
                                                
    
    
    Chiaramente viene tramandata 
    la leggenda del volo angelico che avrebbe depositato la casa intera a 
    Tersatto la notte del 10 maggio 1291. Alla luce di fatti documentati, 
    furono in realtà le truppe militari di stanza a Nazareth (Cavalieri 
    Templari, forse aiutati anche dai
    Giovanniti) 
    che si incaricarono della traslazione(nota 1). Sappiamo che a quel tempo il 
    traffico di reliquie era affare di stato, nel senso che sia papi che re e 
    imperatori facevano a gara per accaparrarsi una reliquia proveniente dalla 
    Terrasanta (ciò comportava acquisizione di prestigio, potere e dava il via 
    ad un fenomeno devozionale che portava denaro alle casse di un paese). I 
    Crociati, avendo subito una cocente sconfitta ad Acri poco prima e avendo 
    perduto i territori santi, che erano caduti in mano musulmana, temevano che 
    la Santa Casa di Maria, cui erano particolarmente devoti, finisse distrutta 
    in mano di coloro che consideravano "gli infedeli".  
    Da qui l'idea di trasferirla 
    in occidente. Ma dove? Perchè a Tersatto e non subito a
    
    Loreto, dove è ancora oggi? Questo non è 
    chiaro ma forse le cose non dovevano andare come sono andate. Il fatto è che 
    le pietre della casa, smontate, giunsero via nave da Nazareth a Tersatto e 
    qui vennero nascoste in uno dei fittissimi boschi del territorio (ancora 
    oggi la Dalmazia ne è piena). Però lì le trovarono dei taglialegna, il 10 
    maggio 1291, mentre appunto si apprestavano s volgere il loro lavoro 
    alle prime luci dell'alba. Pare che, insieme alla casetta, vi fosse anche 
    un'icona mariana. La narrazione, colorita di particolari pittoreschi, dice 
    che trovarono già la casetta montata (ma avendo soltanto tre lati, appare 
    impossibile, a meno che fosse accostata ad un muro di sostegno). Le pietre, 
    dopotutto,  potevano essere state messe lì momentaneamente, in attesa 
    di farne qualcos'altro, forse di rimontarle (come avvenne). Ma dove e 
    quando? Esisteva già un progetto di portarla a Loreto, quella Casa? Molto 
    probabilmente sì, infatti le pietre non avrebbero dovuto essere trovate. E' 
    un'ipotesi.. 
    Fatto sta che emerge un 
    dettaglio non trascurabile: quando i taglialegna informarono il parroco, 
    don Jurjevic, di cosa avevano trovato, quest'ultimo disse di sapere già 
    di cosa si trattasse: della Santa Casa della Beata Vergine Maria di 
    Nazareth! Appare chiaro che chi aveva deposto le pietre nel bosco di Trsat 
    aveva giustamente e doverosamente dovuto avvisare (seppure con manovre che 
    presumiamo assai caute e segrete)  le autorità, i Frankopan 
    sicuramente, il papa allora regnante (Niccolò 
    IV), il locale vescovo pure, e infine il parroco. Gli unici che erano 
    all'oscuro di tutto erano, fino ad allora, gli abitanti. Anche se la storia 
    ci racconta che Nikola Frankopan si dichiarò estraneo all'evento e, 
    per rassicurarsi che si trattasse effettivamente di una reliquia tanto 
    preziosa, andò personalmente a vedere le pietre, mandando poi una spedizione 
    in Palestina per conoscere la verità: effettivamente da Nazareth la casa di 
    Maria era scomparsa (nota 2).
    Dal momento che ne vennero a 
    conoscenza, è comprensibile che gli abitanti vollero tenerla nella città; 
    così fu rimontata pietra su pietra, venne eretta una cappella iniziata nel 
    1307 per proteggerla, che divenne oggetto di una profonda venerazione. Ma il
    10 dicembre 1294 i fedeli dovettero subire un vero shock poichè la 
    reliquia scomparve, per riapparire dall'altra parte dell'Adriatico,
    
    a Loreto(a 
    quel tempo sul soglio pontificio sedeva l'enigmatico papa 
    Celestino V, ma 
    solo pochi giorni dopo costui abdicò- forzatamente- e venne eletto Benedetto 
    Caetani, con il nome di
    Bonifacio VIII). 
    A tal proposito andrebbero fatte delle considerazioni di tipo politico che 
    esulano dal nostro contesto ma, tanto per cominciare, il nuovo papa si 
    sottrasse all'influenza angioina e ritrasferì subito la sede papale da 
    Napoli (dov'era stata portata) a Roma. 
    Leggenda vuole che 
    l'ennesima traslazione della Santa Casa nei boschi marchigiani avvenisse ad 
    opera degli angeli, ma chiaramente la scienza è di tutt'altro avviso. Via 
    mare quasi certamente, e probabilmente ancora con l'ausilio dei militi 
    crociati. Il perchè è ancora poco chiaro. Sicuramente i prelati avranno 
    avuto un bel da fare a spiegare e rispiegare ai devoti fedeli che la 
    Provvidenza voleva così! Ma a quanto pare il popolo croato reclamava... 
    giustizia! Questo a livello della fede popolare. E' ipotizzabile che a 
    livello politico, invece, vi fossero altre ragioni che esigevano il 
    trasporto di tale reliquia nell'area di Ancona.
    Ma come potevano consolarsi 
    i fedeli tersattiani senza la loro Santa Casa? Le proteste furono unanimi, 
    tanto che non si placarono per decenni. Si sapeva che la Santa Casa era al 
    sicuro a 
    Loreto, e lì degnamente venerata;  i 
    pellegrini dalmati si recavano incessantemente a farle visita, ma che 
    disegno divino era quello, che prima aveva scelto Tersatto come luogo ideale 
    per accogliere la Santa Casa della Vergine, Madre di Dio, e poi gliel'aveva 
    tolta? 
    Arriva l''icona 
    miracolosa che riporta la pace
    Pare certo che una nutrita 
    colonia croata fosse stanziata, all'epoca, ad Ancona (vicina a Loreto), che 
    era considerato il porto papale più importante. In una delle visite dei 
    fedeli croati a Loreto, per arginare le proteste, venne donata alla città di 
    Tersatto un'icona mariana miracolosa, dal papa Urbano V in 
    persona (era il 1367). Non sappiamo se si tratta di quell'icona che si 
    trovava insieme alle pietre nel momento del ritrovamento oppure un'altra. Le 
    più antiche 'cronache'del Santuario di Loreto (1468) narrano che insieme 
    alla Santa Casa di Nazareth era giunta a Loreto un' icona dipinta su tavola, 
    così descritta "una pittura tanto dolce e bella, bello il volto e un poco 
    nero con colore rosso". Ad un certo punto a Loreto se ne perdono le 
    tracce, e si dice che l'icona venne sostituita entro il 1530 da una statua 
    lignea di abete rosso, 'variamente e delicatamente dipinta' (che si 
    venererà come la Madonna Nera di Loreto). 
    Ci chiediamo se la tavola 
    scomparsa da Loreto sia quella che il papa Urbano V concesse ai fedeli 
    tersattiani...
    Il Santuario e i fedeli
    Comunque sia, l'immagine che 
    Urbano V donò loro è quella che attualmente si ammira visitando il santuario 
    di Tersatto. Perchè un santuario grandioso c'è tutt'ora nella cittadina, ma 
    fu costruito molto tempo dopo i fatti del 1291. Il dipinto della Madonna con 
    Bambino, detta 'Madre di Dio', rappresenta una reliquia di grande valore in 
    quanto è da sempre stata ritenuta miracolosa: si riteneva infatti fosse 
    stata addirittura dipinta da San Luca (non sarebbe la prima, poichè diversi 
    manufatti sono stati per tradizione a lui attribuiti); tuttavia studi 
    moderni l'attribuiscono ad un'opera di influenza veneziana del XIV secolo.
    Per rimettere un po' di 
    pace, ai tempi della traslazione della Santa Casa a Loreto, vennero concessi 
    dei privilegi speciali.  
    Il primo viene concesso nel 
    1419 da Papa Martino V, cui seguirono 16 lettere nelle quali il papa 
    concedeva ai Frankopan di erigere un santuario, che avrebbe dovuto essere 
    gestito dai Frati Francescani Minori con il compito di custodi della 
    sacra icona. Nei secoli la potente famiglia eseguì periodici ampliamenti e 
    abbellimenti, in particolare ci fu una ricostruzione nel 1614 in forme 
    barocche, ancora visibili, mentre l'attuale santuario è ottocentesco. 
    Accanto vi sorge il convento francescano, poichè questi frati sono ancora i 
    custodi del santuario che conserva la preziosa icona della Madonna con 
    Bambino, ritenuta miracolosa e oggetto di venerazione ininterrotta. Da 
    più di cinque secoli vivono qui i guardiani del Santuario tersattiano. Tra i 
    tesori del convento figurano opere eccezionali e di grande valore, quadri, 
    reliquiari, lampade, calici, e parametri liturgici. 
    
    Forse ancor più che a 
    Loreto, ci ha colpito la forma di profonda devozione che permea il luogo 
    sacro di Tersatto. Non vi sono fiumane di fedeli come là, almeno nel giorno 
    dove siamo capitati noi, un normale giorno feriale, estivo, ma sappiamo che 
    questo santuario è noto il tutto il mondo per le sue proprietà miracolose. 
    Nel giorno dell'Assunta, il 15 agosto, si svolge un pellegrinaggio da Fiume 
    a Tersatto con una solenne celebrazione alla quale partecipano pellegrini 
    provenienti da ogni dove. La popolare festa è chiamata
    Vela Gospa (Grande 
    Madre) e molti fedeli percorrono a piedi i 118 scalini che dal basso (dal 
    ponte del fiume Eneo) conducono al santuario (situato a 140 metri 
    s.l.m.), taluni anche in ginocchio, fermandosi alle varie cappelle lungo il 
    percorso.
    L'icona mariana è protetta 
    da una cancellata, ma è ben visibile. Sommessamente i fedeli si avvicinano, 
    si inginocchiano e la pregano. Questo Santuario è ritenuto il più importante 
    della Croazia e gode di privilegi pellegrini, tra cui quello di basilica 
    minor insignito nel 1930 da papa Pio XI.
    Noi abbiamo visitato 
    l'edificio accorgendoci che la tomba di uno dei Frankopan, Nikola, il 
    promotore del santuario, è qui sepolto. Sotto il santuario c'è una cripta 
    (non visitabile) che ha avuto funzione di sepoltura per gli appartenenti 
    alla sua famiglia. Appena fuori, nel chiostro, c'è un'atmosfera che cambia, 
    è meno mistica perchè lontana da quella dei chiostri medievali. E' stata 
    infatti concepita come luogo di ristoro e di riposo per i pellegrini. Ma 
    dopo pochi passi si giunge al cospetto di qualcosa di impressionante: sotto 
    due cappelle ardono incessantemente ceri su ceri, candele, lumini, che nel 
    loro sciogliersi sembrano bianche stalattiti. La cera infatti, 
    solidificandosi, raggiunge la base e si riversa a terra, e cera su cera, 
    candela su candela preghiera dopo preghiera, invocazione dopo invocazione, 
    si è formato qualcosa di incredibile (vedi foto). 
    All'interno della Cappella 
    dei doni votivi si trovano raccolti moltissimi ex- voto: dai quadri con gli 
    episodi per i quali è stata richiesta la grazia alla Madonna, a offerte di 
    vario tipo per 'grazia ricevuta'. Numerose stampelle appese testimoniano di 
    chi, nutrendo fiducia nell'intercessione mariana, ha avuto la guarigione.
    Un fenomeno sociologico 
    comune ad altri luoghi di culto, sempre interessante da osservare, 
    misterioso da comprendere e sicuramente da rispettare.  Non vogliamo 
    entrare nel merito di questi discorsi, che sono appannaggio della Fede, ma 
    certamente il santuario di Tersatto offre un momento di raccoglimento e 
    riflessione.
    Quella stessa che deve aver 
    provato papa Giovanni Paolo II quando lo ha visitato in forma privata 
    nel 2003. A lui è stato dedicato un monumento, che è collocato nel giardino 
    antistante l'ingresso principale.