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La più antica raffigurazione plastica della Crocifissione; il Cosmo  e una geometria Armonica (ricerca e foto di Marisa Uberti)

Cristo in croce, tra i due ladroni, primo pannello a sinistra del portale ligneo d'ingresso di S.Sabina.Molto interessante poichè è il più antico esempio(V secolo d.C.) noto di raffigurazione plastica della crocifissione per le prime generazioni cristiane (vedi testo).

Il trionfo di Cristo e della Chiesa (primo pannello a destra, seconda fila) è il più importante per il valore simbolico. Sotto, si vede la rappresentazione del Cosmo: a destra il Sole,con sotto S.Pietro; a sinistra la Luna,con sotto S.Paolo; cinque stelle tra i due corpi celesti. Nel mezzo, c'è una donna con una lunga tunica,trattenuta in vita,che dovrebbe simboleggiare la Chiesa e sul capo della quale i due Apostoli reggono due oggetti: San Pietro una corona d'oro e San Paolo una spada. Nel registro superiore, Cristo- in un cerchio- sta in piedi, ha una lunga tunica anch'Egli e regge un rotolo nella mano sinistra, mentre ai lati ha le lettere ALFA e OMEGA (greche) ed è contornato dai simboli dei 4 Evangelisti (Tetramorfo). Da osservare come 'anche' la scena inferiore sia entro un cerchio, forse allusione alla consapevolezza della sfericità della Terra, cosa che la chiesa di quel tempo non poteva ammettere (vedi testo).

La Basilica di S.Sabina, sul colle Aventino,  è tra le più antiche e meglio conservate del periodo paleocristiano a Roma. E' un esempio espressivo di chiesa paleocristiana a pianta longitudinale, erede delle maestose Aule palatine o Aule degli 'dei', mantenendo però forme essenziali, prive di infarcimenti sfarzosi. Come si è visto per S.Lorenzo in Lucina, anche questo edificio di culto sorse su una domus romana, già esistente prima del V secolo; di questa 'preesistenza' abbiamo le testimonianze in alcune suppellettili che sono state inglobate nella chiesa, come una colonna di granito, nel muro della navata destra e un'altra simile presso la Cappella di S.Giacinto; resti pavimentali visibili sotto la grata del pavimento accanto alla porta lignea del portico di ingresso ci mostrano, inoltre, preziosi marmi disposti a figure geometriche, indice di un livello sociale piuttosto elevato dei proprietari di quell'antica 'domus'.

 Sappiamo molto poco della vita cristiana e del culto sul'Aventino, prima del 410 ma conosciamo la data di costruzione, nelle forme attuali, di S.Sabina, eretta sotto il pontificato del papa Celestino I (422-432) e anche il nome del costruttore, identificato in un sacerdote proveniente dalla Dalmazia, ma del clero romano, Pietro d'Illiria (nome che ha preso anche l'omonima piazza).Costui aveva costruito anche un battistero,come sembrerebbe provare il LIBER PONTIFICALIS, edificio che fu usato  almeno fino  al XII secolo ma del quale oggi non rimane traccia. Pietro d'Illiria era nato,secondo storiografie posteriori, a Sakotovaz (Sabioncello),un castello fortificato della penisola di Peliasac e conosciuto sotto i 'cognomina'di Artianus o Illyricus; era molto colto nelle lettere greche e latine e avrebbe pubblicato anche un trattato dal titolo "De bello a Romanis cum Pilaris et Artianis gesto". Il mosaico presente sopra l'ingresso nella navata centrale, costituisce un documento -cardine, poichè citando questo personaggio, ci permette di risalire al suo ruolo nel clero romano(infatti nel mosaico viene appellato come presbyter Urbis, mentre nel Liber Pontificalis è definito episcopus, addirittura un prelato del tempo,quindi). [Nota1].

Sulla base di una colonna (la terza a sinistra), vi è la 'firma' di un certo Rufenos, 'mechanicus', che probabilmente era colui che eseguì materialmente il lavoro seguendo le impartizioni dell'architetto. Questi sconosciuti 'Maestri' ci hanno lasciato qualcosa di veramente eccezionale, una geometria non casuale, ma pensata e progettata e che con tutta probabilità deriva dal modello proposto da Vitruvio (architetto dell'Imperatore Augusto), il quale conosceva assai bene le leggi che stanno alla base dell'Armonia architettonica, dosando sapientemente spazi e volumi, luce e oscurità, senso estetico e ricerca del trascendente. Modello che fu molto seguito dai posteri.

S.Sabina,come le altre basiliche paleocristiane romane, racchiude nella modulazione una disposizione basata su un'unità lineare, il bipedalis (=doppio piede), che corrisponde a 0,5928 m( un piede=0,2964m) e che "costituisce con esattezza la disposizione geometrica non solo dell'abside, del corpo delle tre navate e della loro alzata, ma corrisponde anche con le rovine del quadriportico ritrovate durante gli scavi. L'unità verticale degli elementi di appoggio della navata centrale ,colonne o semipilastri ,inclusi base e capitello, è di m 6,2985 e cioè 21 piedi e un quarto, che corrisponde al raggio del cerchio esterno dell'abside. Tale modulo, con i suoi multipli e frazioni, regola l'intera planimetria ed altimetria della basilica, ed anche l'impostazione degli stessi elementi decorativi. Il modulo si ritrova in larghezza 4 volte: due per la navata e una volta per ciascuna delle navate laterali. In lunghezza si hanno 10 moduli per la navata centrale, compresi l'abside, l'endonartece e l'esonartece. Le navate laterali misurano 9 moduli. Il quadriportico comprende 5 moduli sui lati brevi e 9 moduli per la lunghezza dell'esonartece e del braccio parallelo corrispondente. In altezza, il ritmo modulare è ancora più impressionante, ricorrendo 3 volte: uno corrisponde al vertice delle colonne, l'altro al davanzale delle finestre centinate, il terzo al primitivo appoggio del soffitto".[Nota 2]

34 sono le finestre che illuminano la navata centrale, forandola con intarsi selenitici geometrici.Altre illuminano l'abside.

Oggi, il quadriportico originario non c'è più ma la basilica ha un ampio porticato di accesso (databile tra il 1218 e il 1222), in cui sono stati allestiti reperti venuti alla luce durante varie stagioni di scavo. Nell'Alto  Medioevo era utilizzato come sepoltura. C'è anche un portico laterale (1441),con la porta laterale di accesso e il portoncino cui si accedeva al Convento.

Scorcio dell'interno di S.Sabina:si notano la 'Schola Cantorum' , restaurata con lastre e frammenti di pilastri e plutei originali ritrovati (datati al IX sec.) Le dimensioni di questo recinto non sono state del tutto calcolate come,del resto, lo stile della 'decorazione',che si definisce "celtico,carolingio, lombardo", riecheggia di arte orientale e di un simbolismo cosmogonico. Si vedono girali, motivi vegetali, Nodi di Salomone, croci in varie forme e stili, intrecci e annodamenti, simboli solari, stelle, rami, uccelli. (Per questo apparato è in preparazione una apposita sezione).

La Basilica di S.Sabina (come ognuno dei monumenti che in modo inesaustivo descrivo in questo sito) va vista direttamente, per riceverne le sensazioni e le impressioni individuali che sicuramente  evoca nel visitatore attento ai particolari. Io mi sono recata qui perchè  volevo vedere i magnifici plutei marmorei, una delle parti più antiche della Basilica, che sono  riccamente istoriati da sculture simboliche e dei quali si invita a leggere la sezione apposita sul simbolismo del "nodo".

Mi sono ritrovata in un luogo molto particolare, in cui è stata molto elevata la carica energetica (chiamiamola 'spirituale') che ne ho ricevuto, rimanendo in contemplazione per un tempo imprecisato, appunto perchè la concezione di spazio e di tempo -in certi luoghi- viene travalicata.

S.Sabina conserva mosaici, tombe pavimentali e cappelle; un chiostro romanico in cui sono presenti 104 colonnine di marmo, ripartire in gruppi di quattro per ciascuna 'ARCATA'', che formano un rombo allungato e che recano, nel capitello, foglie di loto stilizzate.Vi trovano posto numerosi resti di lapidi, pagane e cristiane, riutilizzate come materiale di reimpiego.Il chiostro fu rimaneggiato più volte.

S.Sabina ha un Convento annesso, che fu fondato da S.Domenico nell'XIII secolo, su un preesistente palazzo. Ospitò, nel corso del tempo, insigni personaggi, come San Tommaso d'Aquino, S.Domenico, Pio V. Oggi è la sede della Curia Generalizia dei Frati Predicatori e, nell'archivio generale,sono conservati molti documenti che coprono un arco di tempo di circa ottocento anni di vita del Convento.

Simbolismi nella porta d'ingresso

Il portale di S.Sabina, in legno, non è giunta a noi completa, mancando effettivamente dieci pannelli all'appello,da quando fu scolpita, con ogni evidenza nel V secolo, rappresenta pertanto uno dei più antichi  manufatti dell'Arte Cristiana. Il fatto che si sia 'salvata' dal tempo e dalle incurie umane, potrebbe essere dovuto al fatto che il portico fu chiuso nel X secolo. Tuttavia, fu restaurata nel 1836, ma non fu alterata nella disposizione delle incisioni.

Il ciclo narrativo presente è di altissimo valore e gli studiosi indicano quali altri esempi del genere soltanto pochi altri, anche se erano forse comuni negli edifici paleocristiani: quelli presenti nella Basilica di S.Amborogio a Milano, di S.Barbara al Cairo, e alcuni frammenti di porta rinvenuti nel deserto della Siria.

I personaggi attorno a cui 'ruotano' le vicende narrate sono MOSE', ELIA, CRISTO, rifacendosi probabilmente a quanto asseriva S.Agostino, cioè il paragone tra la Legge, i Profeti e il Vangelo.In chiave allegorico/ermetica, tutti e tre sono accomunati da un 'passaggio', da uno stato di coscienza ad un altro (la vicenda biblica del profeta Elia, rapito in cielo su un carro di fuoco, è usata nei libri di alchimia come raffigurazione dell'alchimista che ha realizzato il lavoro, ottenendo la trasmutazione di se stesso).

Come abbiamo visto nelle fotografie all'inizio, è molto curiosa l'iconografia della crocifissione,dove mancano delle vere e proprie croci.Il timpano triangolare simboleggerebbe Gerusalemme. Nessuno ci dice che la struttura (a forma di capanna o di tempio) sia di legno, in realtà, è la nostra percezione che ci induce a pensare che lo sia(dato che la nostra mente associa Croce=legno).Le figure non hanno una posizione 'simmetrica'come l'iconografia tradizionale ci ha abituato: le mani sinistre sembrano fissate su un tassello ligneo,che è a sua volta fissato ad un  muro,protagonista di tutta la scena (nessun Monte o paesaggio dietro i personaggi). Il muro forse  simboleggia i loro sepolcri? Colpisce la figura centrale, di proporzioni molto maggiori dei due personaggi ai lati: il primo è il più basso di tutti, sembra un bambino nei lineamenti, sopra la sua testa c'è una sorta di 'tassello' con forse un graffito inciso e,ancora più sopra, un arco (nelle intenzioni dell'esecutore forse un'apertura?). La figura di destra tocca con la testa la base inferiore del timpano triangolare,ha corporatura più massiccia. L'uomo al centro, identificabile con Gesù per l'iconografia Cristiana, porta barba e capelli folti e tiene le braccia piegate 'a squadra'. Un semplice panno ricopre le loro nudità e nell'espressione non sembrano sofferenti; le gambe sembrano appoggiare su un supporto e, in detta posizione, non viene sicuramente mostrata la realtà del supplizio della croce. Attorno alla prima cornice, liscia, c'è una decorazione di vegetali intarsiati molto accurata. Una testimonianza comunque di rilevante importanza per comprendere come poteva essere interpretata la vicenda neotestamentaria nel nucleo cristiano del V secolo presente sull'Aventino.

Il pannello del Trionfo di Cristo ci mostra un cosmo completo eseguito in tecnica puramente grafica.Notiamo che nessuno dei tre individui nel registro inferiore è aureolato,come l'iconografia classica ci ha abituato. Mi sembra di poter dire che ci troviamo di fronte ad una trasposizione cristiana di una allegoria ermetico/alchemica: la realizzazione della Grande Opera, con il Cristo Redentore vittorioso. Chi è la figura centrale tra i due Santi Apostoli? E perchè Gesù, identificabile nel registro superiore, è all'interno di quello che sembra essere un cerchio 'particolare' (ricorda l'ouroboros)?  Il Principio e la Fine, la ciclicità, Alfa e Omega. Il Tetramorfo, i Quattro Elementi (Aria,Acqua,Terra,Fuoco), i sette pianeti=i sette metalli. La corona d'oro pare essere divisa in quattro quadranti dall'elsa della spada e formare una croce, simbolo del crogiolo alchemico.Sole e Luna, principio maschile e femminile,fisso e volatile,Zolfo e Mercurio. E il sale? Non ci sono colombe a raffigurare lo Spirito Santo che si incarna nella Vergine, ma l'Angelo o uomo alato (a sinistra) sta 'soffiando' verso la scena...che è tutta rivolta verso l'alto,dove la stella centrale sembra dire di andare.

 

Nota 1. Testo tradotto dal latino del mosaico del V secolo:

Quando Celestino aveva il sommo grado della dignità apostolica e rifulgeva nel mondo intero come il primo dei vescovi, questa meraviglia è stata edificata da un prete di Roma oriundo di Illiria, Pietro, uomo ben degno di portare tale nome perchè dalla nascita nutrito nell'aula di Cristo,ricco per i poveri, povero per se' stesso,fuggendo i beni della vita presente Ha ben meritato sperare di ricevere la vita futura

 

Nota 2. Tratto da "La Basilica di Santa Sabina all'Aventino", Roma- Ufficio Libri Liturgici Santa Sabina-P.zza Pietro d'Illiria, 1-00153 Roma- tel.06/57940447