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                     di Marisa Uberti                            

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In pieno centro storico, fra case di civile abitazione, è situato un tempio del Bronzo Medio (1500.1200 a.C.) che la civiltà dei nuraghi ha costruito e lasciato in eredità.

 

    

L'area archeologica comprende il tempio a pozzo e alcuni resti di insediamenti abitativi di epoca nuragica e romana.

I Nuragici costruivano questi pozzi sacri: se ne contano circa quaranta nell'isola. Si può dedurre che venerassero l'acqua, solitamente associata alla Luna e al femminile. Si guardi solo la FORMA che ha: non ricorda una toppa di chiave? Si! E' stato emozionante scoprirlo dal vivo. Sotto, una ricostruzione grafica. Si noti la 'vicinanza'di un fiume -il Coghinas- che per certi versi è pure 'magico' poichè in uno dei suoi tratti, nei pressi di Casteldoria, è interessato da sorgenti naturali (70-80°C), bromo-iodiche e da fanghi, le cui proprietà terapeutiche erano note fin dall'antichità.

Simbolicamente, l'ingresso alla camera del pozzo, situata nelle profondità della terra, poteva significare l'unione sacra tra l'uomo e la 'madre' ancestrale, la Natura. Un ritornare nel 'grembo materno' per rinascere -attraverso l'immersione rituale-purificati e 'nuovi' (la scala in sè è simbolo di passaggio graduale attraverso una via 'ascensionale' o iniziatica). L'acqua era sede della divinità per loro e per questo ritenuta taumaturgica, con poteri di guarigione.Dal fondo della camera ipogea,si poteva osservare il cielo con i suoi astri e probabilmente questo tipo di templi rivestiva anche un'importanza astronomica, essendo costruiti in base ad una architettura che ne consentisse uno studio, legato probabilmente a giorni precisi in cui si svolgevano i riti (feste religiose).

 L'area archeologica è chiusa al pubblico.Per le visite è consigliabile rivolgersi al Museo locale.

 

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Il Pozzo sacro è costituito di pietra calcarea ben squadrata ed è diviso in tre parti:un vestibolo, una scala di otto gradini e il pozzo, la cui camera è circolare, con la parte interna lisciata. La pavimentazione fu realizzata con tale cura da rendere difficile la distinzione dei punti di unione delle lastre.

 

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Il vestibolo, cioè l'ingresso al tempio sacro, è rettangolare e ha due sedili ai lati; al centro un blocco di calcare scanalato superiormente e forato centralmente(canaletta di scolo). La scala che immetteva al pozzo presenta tre architravi che la sormontano, che denotano la maestria di esecuzione..

 

 

 

 

 

 

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Durante i lavori di scavo furono ritrovate ceramiche nuragiche, puniche e romane, segno di una frequentazione che si è susseguita nelle diverse epoche. Interessanti due bronzetti raffiguranti un toro (attualmente al museo di Sassari) e una mucca (Cagliari).

Si ritiene che qui si svolgessero dei rituali sacri di purificazione e/o rigenerazione. L'acqua del pozzo era oggetto di venerazione come attesterebbero degli idoletti rinvenuti in situ.

 

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                                                                  settembre 2007