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Il Mistero della morìa di uccelli e pesci nel mondo

                                                            (di Demètrios e M. Uberti)

                                        

Accingendoci ad esaminare i dati disponibili per fornire una sintesi del ‘mistero’ della recente moria di uccelli e pesci in diverse parti del mondo (senza una causa apparente pienamente soddisfacente),  ci siamo resi conto che, dopo i primi momenti di diffusione sui mass-media, non sembra siano state divulgate altre informazioni. Tutto sembra finito nel dimenticatoio. E’ invece importante tenere sempre una ‘finestra aperta’ e sensibilizzarci a ciò che ci circonda, perché vale molto di più di ciò che pensiamo.

A rimbalzare all’attenzione dei media sono in genere i fenomeni più eclatanti, in quanto quelli localizzati a piccole cittadine di provincia non vengono nemmeno considerati. Ma l’argomento che vogliamo introdurre ha interessato anche  diverse ‘piccole’ realtà italiane. E’ sufficiente leggere quanto scrivono utenti ‘attenti’ al proprio territorio per averne una discreta stima.

Ma qual è il mistero? Forse nessuno, nel momento in cui verrà data una spiegazione chiara ed univoca a ciò che è accaduto. Ma siccome questa spiegazione latita, tentiamo di capire.

Piovono uccelli già morti al suolo, in massa, stecchiti. Giacciono pesci morti in canali o sulle spiagge, stecchiti, in massa. Almeno così riferiscono le cronache giornalistiche internazionali.

Rimanendo nel solo anno corrente, il 2011, ricordiamo che il fenomeno della moria di uccelli, si è verificato dapprima nello Stato dell’Arkansas (USA), dove circa 5.000 merli dall’ala rossa sono crollati al suolo attorno allo scorso capodanno.

A seguire vi è stata una analoga moria di questi merli anche in Louisiana, sempre negli USA, dove sono deceduti circa mezzo migliaio di esemplari. Il Kentucky ha visto un fenomeno simile e successivamente ciò è accaduto anche a diversi corvi in Svezia.

Si deve rimarcare però la strana coincidenza con la morte di oltre 2.000 pesci tamburo in un solo mese, avvenuta sempre in Arkansas, nell’omonimo fiume(1). Ma negli ultimi due anni sono oltre 100.000 i pesci tamburo trovati riversi in superficie lungo le coste di questo fiume. Anche qui gli animali morti appartenevano tutti ad un’unica specie, come nel caso dei merli, dei corvi e delle tortore.

Il fenomeno può dirsi globale poiché i casi di fauna ittica ed ornitologica morta in massa, in circostanze poco chiare e nel medesimo periodo sono stati segnalati in Brasile (3/1/2011), in Canada (dove, tra l’altro, il 30 dicembre del 2010 le acque del lago Victoria hanno assunto una misteriosa colorazione verde fluorescente, senza moria di pesci e senza che fossero rilevate sostanze tossiche…), in Giappone (3 gen.2011, messi in relazione con l’aviaria), Nuova Zelanda (5 gen.2011, mentre il mese precedente sono state segnalate morie di pinguini, e altre specie, forse per cause naturali/ambientali), in Sudafrica qualche mese prima (sett. 2009). In Europa, oltre che in Svezia, interessanti i casi nel Regno Unito, prima di morìa di uccelli e poi di 40.000 granchi (gen.2011), Negli U.S.A. come già accennato poc’anzi, notizie del fenomeno provengono da diversi stati: Alabama, Illinois, Kentucky, Lousiana (gen.2011), Maryland (5 gennaio 2011), Texas (5 gennaio 2011), Tennessee (inizi di gennaio 2011), Sud Dakota, Wisconsin, e facendo ulteriori ricerche ne emergerebbero forse altri.

Anche l’Italia ha avuto la sua parte, con la morte improvvisa e collettiva di circa 800 tortore solo nel mese di gennaio 2011 nella zona di Faenza, ma fatti simili si sono avuti anche a Modena(2) e Caserta, mentre in provincia di Treviso qualcosa di simile accadde già nel dicembre del 2009. Chiaramente ogni caso è a sé e può avere la propria spiegazione scientifica. Nel luglio del 2010 a Stagno Vecchia (LI), presso il torrente Toretta, vi è stata una misteriosa morìa di pesci (muggini, pesci gatto, e forse altre specie) mai vista in precedenza, un’impressionante ‘fiume’ di fauna ittica boccheggiante, immobile, con la testa emergente dall’acqua. Il torrente attraversa una piana agricola che non sembra interessata da inquinamento(4).

A questo punto la domanda più semplice è la seguente: si tratta di un evento naturale o provocato da ‘qualcosa’? E, in tal caso, di cosa si potrebbe trattare?

E’ stata avanzata da diversi mezzi di comunicazione (stampa o web) che la moria di uccelli fosse dovuta ai fuochi d’artificio o al magnetismo terrestre (alcuni parlavano addirittura dello spostamento del polo nord) o all’indigestione di semi di girasole (scusante usata per la moria di tortore a Faenza), dove vittime sono volatili e pesci che passavano nel luogo sbagliato al momento sbagliato…

In breve, oltre alle cause naturali o da inquinamento, che sono sempre da ricercarsi ‘in primis’ perché trovare la spiegazione scientifica di un fenomeno aiuta a comprenderlo e ad affrontarlo con gli strumenti giusti, si sono collezionate almeno una dozzina di ipotesi ‘alternative’: dal gas naturale agli sciami meteorici, dalla ‘faglia di Madrid’ a mutazioni OGM, dagli esperimenti dei Governi alla geoingegneria, dalle ‘armi scalari’ al progetto ‘Blue Beam’ ad altre tesi (5).

Nel marasma, si rischia di unificare fenomeni diversi tra loro e che non hanno collegamenti, mentre bisognerebbe disporre di dati certi da vagliare, conoscere caso per caso, confrontare i referti analitici, eseguire studi retrospettivi, anche per capire se vi sia una ciclicità in questi fenomeni o se siano assolutamente nuovi . Ma siccome questo è il compito degli esperti, noi ci limitiamo a formulare congetture, magari sulla scia di inquietanti scenari, cui la società odierna sembra non essere sottratta.

Un’ipotesi che il co-autore di questo articolo mette in evidenza è che, nel mistero della morìa di uccelli e pesci a livello globale, possano entrare in gioco le armi chimiche, sperimentate in modo tale da vedere se queste siano in grado di colpire solo la categoria che si voleva annientare, cioè un esperimento. Che potrebbe ‘estendersi’ anche alla sfera degli animali più evoluti, gli umani. Ciò non potrebbe far pensare ad un progetto di distruzione di massa atto a colpire solo particolari etnie umane, ad esempio? La domanda, che può apparire provocatoria (ma si sta cercando di capire), è legittimata anche dal fatto che i volatili analizzati sono stati rinvenuti con taluni organi disintegrati. Si pensa che la maggior parte di loro sia deceduta già in aria e non per lo schianto al suolo. Coloro che invece sono sopravvissuti, seppure per poco, una volta arrivati a terra cercavano riparo nelle abitazioni anzichè nel loro ambiente naturale, cosa che stupisce anche gli ornitologi più preparati. Ciò è dovuto probabilmente alla consapevolezza, da parte degli animali, che qualcosa li avesse effettivamente investiti in aria. In assenza di tempeste o di eventi atmosferici distruttivi non si era mai visto, a memoria d’uomo, nulla di simile.

Le cronache, infatti, riferiscono di curiosissimi e misteriosi avvenimenti (come quelli dovuti a fenomeni meteorologici che hanno causato ‘piogge’ di rane, di banchi di pesci, etc.) successivamente spiegati scientificamente; mentre lasciano perplessi i casi di morti ‘volontarie’(suicidi di massa) di uccelli e pesci.

“Nel 1961, a Capitola, in California, la gente dovette chiudersi in casa per evitare di essere colpita da pellicani che si lanciavano in picchiata, mentre centinaia di carcasse si accumulavano sulle strade della cittadina californiana. A provocare la moria di uccelli in quel caso fu l'acido domoico, una biotossina prodotta da alcune alghe, che può trovarsi in alta concentrazione nei molluschi e nei pesci di cui si nutrono i pellicani”(3). Tuttavia si è scoperto che questa sostanza produce morte per apoplessia più che per disorientamento e schianto al suolo….

Nel 2009 si è verificata più o meno lo stessa cosa, sulla costa californiana di San Francisco, a San Diego, ma stavolta l’acido domoico non c’entra, non essendone state trovate tracce nell’acqua analizzata.  L'International Bird Rescue Research Center di San Pedro, centro di ricerca sulla fauna avicola, ha parlato di "qualcosa di davvero preoccupante e strano" nel comportamento degli adulti di quella specie di pellicano, che è scura ed è l’unica capace di tuffarsi in volo per catturare la preda (Pelecanus occidentalis). Che muoiano i piccoli, specie in inverno, è considerata cosa del tutto normale, ma non per gli esemplari adulti. Una morte simile, poi, è ingiustificabile e viene messa in relazione con disturbi che investono la sfera neurologica:i pellicani sembrerebbero disorientarsi. Atterrano in picchiata sulle autostrade (o nei giardini di civili abitazioni), non sempre morendo sul colpo, ma procurandosi lesioni e provocando grave pericolo anche per gli automobilisti. E’ stata tirata in ballo una possibile causa: agenti chimici velenosi, i ritardanti per le fiamme, che in estate vengono largamente impiegati per spegnere gli incendi nella regione californiana. Le stesse sostanze, a base di PBDE, polibrominato difenile, assai dannose per alcune specie animali, nelle acque dell'Artico hanno causato gravi anomalie in orsi polari (tra i quali si è evidenziato come una femmina ogni cinquanta nasca bisessuata) e nei mammiferi marini.

Nel dicembre 2010 un centinaio di pellicani sono stati trovati morti sulla spiaggia di Topsail Island (North-Carolina); essi presentavano mutilazioni che hanno fatto supporre siano stati uccisi intenzionalmente. Ma da chi? E perché? Sicuramente anche la pochezza umana in questo caso c’entra.

Ma torniamo al nostro ‘mistero’.

Si fa strada l’ipotesi secondo cui la responsabilità di tutto possa derivare dell’utilizzo della tecnologia scalare, ideata dal fisico d’origine serba Nikola Tesla e sviluppata dapprima negli USA. Questa tecnologia, a base di onde elettromagnetiche (utilizzate proprio dagli uccelli per orientarsi), sfrutta diverse frequenze e persino la radiazione termica e quella delle microonde, fino allo sfruttamento dei raggi gamma e del processo chimico della radiazione nucleare.

Questa tecnologia è diffusamente utilizzata, apertamente e con il dichiarato obiettivo della modificazione artificiale del clima (questione accettata con troppa indifferenza da parte del mondo intero, Chiesa compresa), soprattutto da USA, Russia e Cina, con la supposizione che anche Gran Bretagna, Francia, Israele e India la stiano affinando.

Molti sostengono anche che le onde elettromagnetiche possano essere utilizzate per abbattere l’ultima frontiera di inizio millennio: il terrorismo climatico, ovvero la creazione di terremoti (di estrema attualità peraltro), tempeste, tornado, eruzioni vulcaniche e quanto di più catastrofico da scagliare contro il nemico di turno.

Sta di fatto che molti animali hanno già perso la vita probabilmente a causa di queste strategie aberranti, e chissà magari quanti esseri umani colpiti da morte sospetta non siano stati invece vittime di ciò. La realtà, talvolta, supera di gran lunga la fantasia e i cover-up non consentono di avere quella chiarezza che spazzerebbe via ogni teoria ‘complottista’. In un simile scenario, per certi fenomeni che hanno coinvolto in massa uccelli e/o pesci potrebbe insinuarsi il progetto HAARP (High Frequency Active Auroral Research), atto alla modificazione del clima, ma in realtà, a detta di molti, tale progetto è uno stratagemma con il fine unico di arrivare ad avere il controllo totale dell’intera popolazione mondiale, teleguidandone le abitudini con l’imposizione persino del clima in cui devono vivere.

Di fronte a ciò le masse popolari dovrebbero sollevarsi per arrivare alla verità, non accontentandosi delle storielle e delle minimizzazioni forniteci fino ad oggi, con la complicità dei media internazionali.

Ricordiamoci, come è nello stile di questo sito, che la risposta esiste sempre, per tutto, solo che non la conosciamo. Nel caso in cui avessimo prossimamente degli aggiornamenti sul presente argomento, dal mondo della Scienza,  sarà nostra cura inserirli.

 

NOTE:

1)- Alcune notizie e immagini in un articolo del Daily Mail (in inglese) http://www.dailymail.co.uk/news/article-1344345/Animal-death-mystery-Jackdaws-Sweden-fish-Brazil-New-Zealand-crabs-England.html

2)- Il nostro corrispondente locale, sig. Lorenzo de Curtis, ci segnala che nel caso delle tortore morte a San Cesario sul Panaro(MO), trovate tutte entro il recinto di una villa, si è giunti alla conclusione -solo dopo alcuni giorni di indagini ed analisi- che gli animali furono impallinati e si accennò ad un maniaco. Aggiunge pure alcune interessanti considerazioni ed interrogativi: "A San Cesario se ne sono accorti solo dopo giorni dall'accaduto? Come mai si son limitati, per un caso così grave, a fare un articoletto microstitico in posizione marginale? Come mai si tratta sempre di animali della stessa razza? Come mai son concentrati a  terra a gruppi con i relativi componenti a distanza di pochi decimetri  l'un dall'altro?A terra sono tutti molto vicini e quindi, per una legge studiata in statistica, in aria dovrebbero essere ancora più vicini e morire a distanza di un centesimo di secondo e comportarsi tutti alla stessa maniera, e le razze colpite dalla "moria"ed elencate, non volano assolutamente in formazioni serrate di centinaia di individui. Gli unici da noi sono gli storni. Gli altri uccelli che volano in formazione di pochi individui, al massimo dieci o venti, sono i germani reali, gli aironi e le oche selvatiche. Teniamo anche presenti i casi Fortiani". Ringraziamo Lorenzo per i riferimenti web in merito al caso delle tortore a San Cesario, che sono i seguenti: http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2011/01/12/441363-moria_tortore.shtml (del 12/01/2011), in cui viene esclusa la causa 'virus'; http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2011/01/15/443005-tortore_impallinate.shtml (del 15/01/2011), in cui si denuncia la morte per impallinamento dei volatili.

3)- Fonte “Il Tirreno” del 31/7/2010 http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2010/07/31/news/misteriosa-moria-di-pesci-a-stagno-2216217

4)- Una sintesi di esse è presente nel sito http://www.ecplanet.com/node/2229

5)-Cristina Nadotti in http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/ambiente/pellicano-california/pellicano-california/pellicano-california.html

 

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                                                                       Aprile 2011