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                                                 I misteri di Marte


          Conferenza organizzata da Acacia Edizioni e Associazione Sviluppo e Cultura. Milano, 17/05/2008

                                                                         (report di duepassinelmistero)


Proprio mentre si sta stilando* un resoconto dell'evento in oggetto, è atterrata su Marte la sonda americana Phoenix Mars Lander in una nuovissima missione che dovrà decretare se su di esso ci sia stata (o vi sia tuttora) una forma di vita;  parlare del pianeta 'rosso' è dunque quanto mai di attualità. E' innegabile il fascino misterioso che da sempre esercita il nostro 'vicino' celeste, sul quale sono nel tempo 'fiorite' numerose ipotesi, circa la possibilità che in epoca remota abbia potuto ospitare forme di vita "intelligente". Ma quanto 'intelligente'? Gli scienziati - tornando sui propri passi e rivedendo concezioni date per scontate (di assoluta mancanza di forme vitali) - recentemente hanno dovuto ammettere che in passato il pianeta era ricco di acqua, aveva oceani e vulcani attivi, dunque un'atmosfera, che avrebbe creato l' habitat ideale per alcune specie di microrganismi. Già un passo avanti, rispetto a quando si decretava che Marte fosse solamente un arido globo inospitale, in cui i raggi solari -non filtrati dallo strato atmosferico come invece accade sulla Terra - provocano radiazioni tali da essere incompatibili con la vita stessa, che era ritenuta quindi impossibile. Ma ultimamente si è capito -grazie ai dati mandati dalle sonde - che Marte ha ancora molto da dire e che alcune specie di batteri (così come si verifica sul nostro pianeta) potrebbero aver sviluppato capacità di svilupparsi e proliferare in condizioni 'estreme'. Batteri, però, elementi microscopici, nulla di più. Da qui ad avanzare ulteriori ipotesi di forme di vita "intelligente", ce ne corre. Secondo alcuni ricercatori, però, emerge qualcosa di sorprendente: Marte avrebbe potuto ospitare una civiltà progredita, scomparsa per effetto di una catastrofe ma che sarebbe stata in grado di trasferire il germe della propria discendenza su un pianeta 'simile' e 'vicino': la Terra. Questa visione che per molti è fantascientifica, è stata considerata in realtà da parecchi studiosi, da Zecharia Sitchin a Richard Hoagland, un ex consulente della NASA, che ha fondato l’associazione Mars Mission (divenuta poi Enterprise Mission), mentre in casa nostra -cioè in Italia - ha fatto molto scalpore un libro uscito un paio di anni fa intitolato "Ossimoro Marte", scritto dall'ingegnere Ennio Piccaluga (pubblicato da Hera Books), in cui l'autore sostiene di aver trovato le fatidiche 'prove'. Proprio al convegno milanese era presente il dr.Piccaluga e ha tenuto una relazione di circa un paio d'ore, seguito nel pomeriggio dall'esposizione di due componenti del gruppo G.A.U.S. di Scandicci (FI). Una buona presenza di pubblico si è data quindi appuntamento nella sala di viale Argonne a Milano per seguire le relazioni tematiche inerenti il pianeta rosso.

Il primo a relazionare è stato il dr. Ennio Piccaluga, che è ingegnere elettronico, esperto di astronautica e conduce da tanti anni degli studi in maniera indipendente su Marte ma, in special modo, va alla ricerca di tracce che possano far ipotizzare la presenza di formazioni artificiali sul pianeta, che indurrebbero a ritenere come migliaia di anni fa ci potesse essere una civiltà progredita su di esso. A noi, lo sapete, interessa conoscere i diversi punti di vista ed è per questo che seguiamo con attenzione sia le conferenze a carattere scientifico tenute dagli astronomi, che rappresentano la parte ufficiale o accademica della Ricerca, che quelle potremmo dire 'alternative', su quella linea di confine che permette alle ipotesi personali di essere formulate. Fermo restando che ogni ipotesi può essere vera o infondata fino a che viene provato il contrario mediante le cosiddette 'prove tangibili'. E quando si parla di un argomento delicato come quello di Marte, capite che essere categorici è quanto meno pericoloso, appunto perchè c'è ancora moltissimo da scoprire.
Così ci è sembrato il prof. Piccaluga: uno studioso che crede in ciò che fa, che si impegna nella ricerca di 'prove' per dimostrare la propria tesi, ma che appunto si mantiene nel campo delle ipotesi, senza volere a ogni costo dire che sono 'certezze' (che fino a prova contraria mancano veramente). Abbiamo apprezzato anche il suo entusiasmo quando illustra le diverse sue 'conquiste', cioè quei parametri che possono essere dimostrativi di un fenomeno secondo lui diffuso sul pianeta rosso: costruzioni artificiali! Sempre tenendoci spettatori imparziali, lasciamoci affascinare dalla sua bella esposizione, che è partita dal fatto che sembra chiaro come i mass media in genere, cioè i mezzi di informazione di massa, siano controllati nella divulgazione delle notizie, di certe notizie, nella fattispecie quelle di cui Piccaluga si interessa. Perchè questo 'cover-up'? Forse c'è qualcosa che non deve essere diffuso e allora ecco che diventa un serio impegno andare a ricercare tutti quei particolari che gli organismi ufficiali come la NASA tendono a coprire. Ma è indispensabile, se si vuole fare chiarezza. Il metodo di Piccaluga è basato sull'analisi dettagliata di materiale fotografico inviato dalle sonde a terra, ma anche attraverso la tecnologia di Google Mars, che permette di 'spostarsi' con un occhio virtuale su Marte. Secondo il ricercatore, ci vogliono decine di particolari per ottenere una figura umana, molti di più che non per un solo volto chiaramente. Eppure, da quanto ha potuto vedere e calcolare, vi sarebbero delle figure antropomorfe inequivocabili sulla superficie marziana (statue con relativi basamenti); così come formazioni piramidali, gradoni squadrati non frutto dell'azione naturale, sempre secondo il relatore, che arriva perfino alla conclusione di vedere vegetazione marziana, sviluppatasi in condizioni estreme.
Emerge dunque un punto fondamentale nella lunga relazione dell'ingegner Piccaluga, e che trapela in fondo dal titolo stesso del suo libro Ossimoro Marte. Un 'ossimoro' è per definizione una contraddizione concettuale, esempio 'affrettati lentamente'. Nel caso specifico, è intendere il pianeta Marte come simbolo del nostro futuro mentre esso rappresenta la testimonianza del nostro passato, dice in sostanza Piccaluga. Un passato che potrebbe risalire a 10 mila anni fa, ma forse anche 100.000 o un milione di anni fa! A detta del relatore, che nutre profonda stima per gli Enti Spaziali e non parla mai di 'cospirazionismo' dell' ultim'ora, i ricercatori coinvolti direttamente nello studio a livello accademico, sanno benissimo queste cose, o almeno vedono anche loro delle 'anomalie' intercettate e catturate dalle diverse missioni, ma preferiscono tacerle per il momento, forse per non destare troppa destabilizzazione nell' opinione pubblica, ancora impreparata a recepirle? Per approfondire la tematica e seguire i suoi studi particolareggiati, con centinaia di immagini documentate, gli interessati possono consultare direttamente il suo libro (vedi foto a piè pagina).
La sessione pomeridiana ha avuto come relatori due componenti del Gruppo Ufologico di Scandicci (Firenze), denominato G.A.U.S. Molto apprezzabile perchè tesa a dissuadere il pubblico troppo 'credulone' da facili abbagli. Infatti anche i ricercatori più noti in campo 'alternativo' possono commettere errori di valutazione, o tirar fuori cose che non ci sono, dunque è imperativo stare attenti e usare sempre un metodo di analisi scientifico. Stessa cosa accade ai ricercatori più rigorosi quando scartano a priori anomalie per non vederle o doverle ammettere.
E' stata presentata la teoria di Mark Carlotto, un ricercatore americano che ha scritto un articolo intitolato " Applied Optics", apparso negli Stati Uniti nel maggio 1988 su una rivista scientifica. La sua teoria è basata su due aspetti fondamentali: 1)- la simmetria; 2)-la frattalità. La prima consente di capire se un oggetto è naturale o meno, poichè gli oggetti naturali non sono simmetrici (di massima); la seconda dice se un oggetto ha un similare. Tenendo come riferimenti questi 'requisiti', si potrebbe ottenere un'indagine adeguata, che consentirebbe di rispondere agli eterni dilemmi se le strutture marziane trasmesse dalle sonde siano o meno naturali. Dunque si è passati ad analizzare la cosiddetta 'Faccia di Cydonia', ovvero una struttura montagnosa a forma di volto che sembra guardare verso lo Spazio, rilevata per la prima volta nel 1976 dalla sonda Viking Orbiter 1 nella regione marziana Cydonia Mensae, 41° lat. Nord, e in seguito da altre due missioni, nel 1998 e nel 2001. Nelle fotografie del '76 il 'volto' si vedeva piuttosto bene, o almeno quel che sembrava un volto. Quando qualcuno cominciò a reclamare del materiale documentativo più mirato, per poterlo studiare, nel '98 la sonda "Mars Global Surveyor" inviò alcune immagini che parvero subito quanto meno deludenti: il volto era praticamente svanito, deformato, tant'è che venne soprannominato "Carbox picture" per la somiglianza ad una lettiera per gatto! C'era una netta differenza tra la formazione orografica del paesaggio marziano con quella ripresa dalle sonde Viking nel 1976. Si seppe ben presto che le foto erano state manipolate e di questo si accorse R. Hoagland, che non si lasciò incantare da quanto voleva far credere la NASA, custode del progetto. Nuove immagini pervennero nel 2001 dalla sonda "Mars Global Surveyor" (MGS) e dalla "Mars Odyssey" del 2002, e mostrarono inequivocabilmente la "Faccia" su Marte con maggiori dettagli (la parte destra risulta coperta dalle sabbie, che si sono depositate successivamente alla prima serie di fotografie; nelle immagini del '76, del '98 e del 2001 è riscontrabile una simmetria, con uno scarto del 15 % tra parte destra e parte sinistra). Non solo: si individuò un 'complesso' (The Complex), cioè un gruppo di costruzioni che sembrerebbero a sè, non legate da qualcosa, formato da: - la faccia; la piramide D & M (dai due ricercatori italo-statunitensi Vincent Di Pietro e Gregory Molenar che la studiarono a lungo), altre strutture piramidali, insomma una sorta di città marziana,
la city (piana di Cydonia). Per poter studiare una struttura, infatti, è indispensabile avere le misure anche di quello che sta intorno. La 'piramide' dista circa 16 chilometri dal 'volto' e sono state proposte molte valutazioni matematiche andando a calcolare al millimetro gli angoli, le distanze, etc., spesso in maniera esacerbata, facendo emergere numeri 'costanti' ovunque, ma a detta de relatori qual'è il criterio con cui è stato fissato il punto per determinarli? Forse certi punti vengono presi a riferimento per far tornare determinati numeri! Sembra non esservi una regola precisa per queste misurazioni, che risulterebbero pertanto arbitrarie e facilmente smontabili ad un'attenta valutazione critica. Guarda caso, emergono quei numeri che riconducono alla geometria 'tetraedrica' (esempio l'angolo di 19,5 gradi). I "luoghi comuni" che sottraggono credibilità a certe metodologie di analisi sono riassumibili in alcuni punti:
- affermare che certe formazioni litiche su Marte siano artificiali perchè si presentano numerose in una zona ristretta. Questo è un dato indiziario ma non è una prova;
- riconoscere in una formazione gli elementi che si vuole far emergere;
- compiere errori di posizionamento;
- giocare con i numeri.
Inoltre, una volta che si riesca a stabilire, magari tramite la teoria di Carlotto che loro ritengono la più meritevole di attenzione, l'origine artificiale di una data formazione marziana, resta ancora da rispondere alla domanda: chi l'avrebbe scolpita e perché? Per non dire 'quando'. Perciò, va benissimo interrogarsi e mantenere una mente aperta al vaglio di possibili risposte ma attenzione ai dati forniti dai cosiddetti 'esperti'. Verificare sempre quelle teorie che appaiono 'facili' e matematicamente 'spiegate'. Ci permettiamo di aggiungere che il buon senso non è mai troppo, nel campo della Ricerca.

La missione di Phoenix Mars Lander 2008: la verifica della vita marziana

Complimentandoci con gli organizzatori e con i conferenzieri, che hanno fornito spunti di riflessione importanti, attendiamo che la sonda Phoenix Mars Lander - che in queste ore e per i giorni a venire continuerà a trasmettere nuove informazioni del sottosuolo marziano - possa svelare alcuni dei misteri ancora insoluti. Per la prima volta, infatti, si perforerà il permafrost per raccogliere campioni e analizzarli in loco (meraviglie della scienza e della tecnica, tra l'altro anche italiane, poichè sono dell'azienda fiorentina Galileo Avionica i due sensori di "assetto di stelle", utili all'orientamento automatico della sonda in caso di bisogno). La sonda è dotata di sistemi in grado di riscaldare i campioni fino a una temperatura di 982°C e i gas sprigionati verranno analizzati da speciali sensori che ne determineranno la composizione chimica, che farà comprendere se il terreno possa ospitare forme di vita elementari. La sonda è atterrata in una zona dell'emisfero nord, sotto la quale è stata rilevata la presenza di ghiaccio poco sotto la superficie, e ha il compito di studiare la storia dell'acqua su Marte, di rivelarci la chiave per capire i pregressi cambiamenti climatici del pianeta e ricercare le prove di un ambiente "abitato", qualora fosse esistito nel terreno ghiacciato del pianeta. La sonda opererà in un ambiente con temperature oscillanti tra -73°C e - 33°C . Il costo complessivo della missione è di circa 420 milioni di dollari. Si possono fare considerazioni etiche del tipo: perchè spendere simili cifre quando una parte dell'umanità terrestre muore ancora tra stenti, fame e guerre? La risposta la possiamo forse trovare in un discorso che sentimmo qualche mese fa in una conferenza tenuta al Planetario di Milano, dall'impronta ufficiale ed estremamente interessante, il cui relatore fu il dr. Guaita. In essa, dopo aver vagliato l'ipotesi che microrganismi possano effettivamente esistere su Marte nelle già citate 'condizioni estreme', si è discusso dei famosi 'buchi neri' visti su Marte nell'estate del 2007. Ebbene, si è scoperto che quelli sono effettivamente buchi, cioè ingressi di cavità che si suppone siano profonde centinaia di metri e lunghissime. La loro formazione sarebbe dovuta ai processi lavici dei vulcani marziani di milioni di anni fa che raffreddandosi - esattamente come accaduto in alcuni punti della Terra - hanno scavato dei 'cunicoli 'per chilometri e chilometri, dando l'aspetto-esteriormente- di veri e propri 'canali' simili a tubature di pietra. Dentro, sono cave e si suppone possano accogliere forme di vita perchè si sarebbe creato l'habitat ideale al loro sviluppo. Ma le cavità stesse vengono 'benedette' dagli scienziati della NASA e da tutta l'astronomia come la classica 'manna dal cielo' e qui torniamo al discorso del perchè si stanno spendendo milioni di dollari in queste missioni marziane: se la sonda rileverà i dati sperati, in queste stesse cavità potranno vivere gli astronauti delle missioni programmate sul pianeta rosso, risolvendo così l'annoso problema del 'come fare' per impiantare eventuali basi. In queste gallerie ipogee (che diventeranno i primi prefabbricati regalati da Marte!) saranno al riparo dai venti marziani, raccoglieranno materiale, faranno studi, protetti dalle radiazioni fortissime che vi sono invece sulla superficie marziana. Phoenix Mars Lander trasmettendo a terra i dati necessari agli scienziati, tra cui profondità, microclima, presenza di microrganismi, composizione delle rocce, etc. aiuterà l'uomo nel nuovo progetto di colonizzazione del pianeta rosso. Un'operazione da fare infatti, dicono gli esperti spaziali, sarà colonizzare il pianeta perchè le nostre risorse sulla terra non dureranno in eterno e di questo passo... Marte è dunque una alternativa (secondo noi amara) al disastroso mutamento in atto sul nostro globo terracqueo?! In previsione di una catastrofe -di qualunque tipo- allora sarà ipotizzabile un trasferimento su Marte? Non sembra fantascienza, questa... Ciascuno tragga le proprie considerazioni.

Alcune immagini della conferenza:

  Il libro "Ossimoro Marte. Vita intelligente sul pianeta rosso. Le prove" (prefazione di Gianni Viola, postfazione di Roberto Boncristiano - Ediz.Hera Books), scritto dal relatore, ing. Ennio Piccaluga, è uscito nel 2006.

Il dr. Piccaluga illustra The King Face, curiosa formazione su Marte

La 'faccia di Cydonia' in diversi fotogrammi mandati dalle sonde in anni diversi: nel '76, nel '98, nel 2001 e 2002, analizzati dal dr. Piccaluga
 

Formazioni piramidali su Marte?

Sconcertante elemento che il dr. Piccaluga paragona ad una scrittura marziana (situata a 4 gradi sopra la Vallis Marineris). Facendola analizzare ad un esperto linguista, ha stabilito che trova analogia con un tipo di scrittura usata nel 3000 a.C. nella vale dell' Indo (sulla Terra) traducibile con Ti Ka Sà Na (leggi Tiksna), in lingua sanscrita 'Nitrato'. Indicherebbe la presenza di miniere di solfati e nitrati marziani...

E questo cos'é? Una figura antropomorfa scura su uno sfondo di roccia e sabbia: Piccaluga esclude si tratti di un'ombra (foto ricavata da quelle inviate dalla sonda Spirit  nei pressi della Columbia Hills nel Cratere Gusev il 6 novembre 2007).

I relatori del G.A.U.S. in un momento della conferenza mentre illustrano la piana di Cydonia

Qui rispondono alle domande del pubblico. Il loro sito web è: http://www.gaus.it/

 


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                                                                    *26 maggio 2008