Il Duomo Vecchio a Brescia
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EDIFICI che raccontano una storia...

La Rotonda di Brescia riassume, insieme al Duomo Nuovo che le è attiguo(e un tempo vi era un passaggio diretto che li metteva in comunicazione, tramite una scala), la storia religiosa di Brescia.Qui,in questo luogo,sorgeva l'antico centro della città e approssimativamente è anche oggi il centro della vita attuale. Il primo vescovo di Brescia, se prendiamo a riferimento lo scritto del Galeardo,commentatore dell'Ughelli(che fornisce una ricostruzione del tutto diversa) sembra potersi rintracciare in Ursicino, che assistette al Concilio tenuto nel 350 a Sordi,in Lidia.Con lui, la cronologia prende un andamento più sicuro e,dal V sec.in poi,comincia ad essere esattamente accertata.

Non fu la Rotonda la prima sede della cattedra bresciana perchè nei primi secoli il Cristianesimo doveva ritirarsi in luoghi disabitati e solo dopo l'Editto di Milano cominciarono a sorgere in città i primi templi dedicati al culto cristiano.Fu allora che, nel luogo dove sorge oggi la Rotonda, sorse una prima Basilica. In seguito alle invasioni e alle distruzioni, molti monumenti come il Foro, il Teatro Romano, il Tempio Capitolino, venivano spogliati del loro rivestimento e il materiale riutilizzato per edificare i templi cristiani in epoca post-barbarica.

Il Duomo Vecchio è una costruzione circolare che consta di due edifici distinti e sovrapposti:uno è detto appunto Rotonda(superiore) e l'altro è la vecchia chiesa di San Filastro che è in pratica la cripta sotterranea, che certamente appartiene al precedente edificio che-dai testi-potrebbe essere identificato con la basilica di Santa Maria.

Si presenta costituito da massi in pietra da taglio,corrosi per il tempo e le intemperie, con finestre oblunghe,strette,anguste,una massiccia torre traforata solo da alcuni spiragli e tutto questo lo fa assomigliare ad un recinto fortificato.L'ingresso è più in basso del piano stradale,bisogna scendere qualche gradino e si accede all'ambulacro,e si entra in un'atmosfera particolare, di 'antico' e di mistico.(veduta della Rotonda a destra; sullo sfondo si erge la superba cupola del Duomo Nuovo o Cattedrale di Brescia).

Otto massicci pilastri a base trapezoidale mista, costituiti da pietre varie,sostengono altrettanti archi a pieno centro; la cupola emisferica è molto ampia ed è a tutto sesto; il diametro è di circa 20 metri.

La parte inferiore del Duomo Vecchio è costituita dalle vestigia della ex- Chiesa di S.Filastro,costruita per contenere le spoglie di questo  Martire che vi erano state portate nell' 858, togliendole dalla vecchia chiesa di Sant'Andrea,ove erano conservate.E'una cripta divisa in cinque navate da tre file di colonnette di marmo, di varie proporzioni, forse per adattarle al luogo e probabilmente impiegando materiale proveniente dai monumenti di Età Romana. Le tre navate centrali terminano nell'abside con residui di dipinti, risalenti al XII-XIV secolo; nelle due laterali,sull'asse di ogni comparto, si trovano piccole nicchie. 

Mi sono recata più volte a visitare questo bellissimo e misterioso edificio, ed ogni volta ho trovato la cripta chiusa: una scaletta particolarmente ripida in pietra scende dal piano superiore fino alla parte inferiore, qui però una grata impedisce l'accesso. Se ne possono scorgere le colonne e le navate e a volte ho potuto vedere che il pavimento era sommerso di acqua, che sale probabilmente per filtrazione.

Il Duomo Vecchio conserva alcuni reperti pregevoli e alcuni sepolcri, quali il sarcofago del vescovo Berardo Maggi(+1308)e quello del vescovo Lambertini da Bologna (+1340)che presentano interessanti simbologie.

Parte anteriore del sarcofago, in splendido marmo rosso, del vescovo Berardo.Alcuni personaggi hanno il corpo umano ma la testa di animale:a sinistra in primissimo piano,non perfettamente visibile,se ne può scorgere uno.Nella foto seguente, la parte laterale del sarcofago,con l'effigie di un Cavaliere(San Giorgio e il Drago): Notare lo scudo con la croce.

Alle pareti possiamo rintracciare, se prestiamo attenzione, alcuni simbolismi incisi nelle pietra, ad esempio questi 'nastri' o serpenti che si rintracciano in molti altri edifici cittadini Al centro, un antico strumento 'rituale',il flauto di Pan.

Le due cappelle laterali della Rotonda sono un'aggiunta posteriore piuttosto disarmonica,del secolo XIV. Alzando lo sguardo alla volta,al centro del presbiterio,si può notare il triangolo con l'occhio divino al centro,circondato da raggi fiammati (simbolo ripetuto anche sulla piccola volta di uno degli altari/cappella minori).

 In questa zona si trovano dei dipinti interessanti,attorno agli altari,del Romanino e del Moretto e,in una delle cappelle, è conservato il Tesoro del Duomo o Tesoro delle Santissime Croci del Duomo Vecchio, che non vengono mai esposte in pubblico,tranne che in rarissime occasioni e una fu durante la recente mostra (2001) che espose pezzi notevoli, tra cui la reliquia della croce,ovvero un pezzettino del legno che la leggenda dice provenire dal Sacro Legno su cui fu crocefisso Gesù. La leggenda narra che sia appartenuta all'imperatore Costantino, dal quale sarebbe poi passata ai successivi imperatori bizantini e anche a Carlo Magno che, sul letto di morte, l'avrebbe donata al duca Namo.. 

La mostra era interamente dedicata al simbolo della CROCE,con esposizione di codici,oggetti,dipinti dedicati ad essa e provenienti da più parti. 

La Croce divenne simbolo non solo religioso, ma anche politico dal momento in cui, narra il mito, alla vigilia della battaglia contro Massenzio, a Ponte Milvio di Roma, il 23 ottobre del 312, Costantino avrebbe avuto una visione: sopra il sole gli apparve l'immagine di una Croce con accanto la scritta 'In hoc signo vinces',ovvero 'con questo segno vincerai'. Da allora (è palese che fu una strategia politica) pare si convertì al Cristianesimo e ne decretò la libertà di culto in tutto l'Impero Romano(ma,in realtà,restò sempre pagano). Sua madre,la regina Elena,si recò nei luoghi della Terra Santa per recuperare molte delle reliquie della Passione.

Due sono i pezzi più interessanti custoditi nel Tesoro del Duomo di Brescia: la STAUROTECA e la CROCE del CAMPO.

La Stauroteca è la cassetta di forma rettangolare in legno ricoperta da sottile lamina in argento,un tempo dorata,entro la quale si conservò la reliquia della S.Croce fino al 1532. Il coperchio,che si sfila facendolo scorrere,è delimitato su tre lati da un  bordo, che sottili cordoncini dividono in riquadri, occupati alternativamente da quadrati,rombi e dischi ovoidali lievemente sbalzati, imitando una serie di pietre incastonate.Nel campo centrale del coperchio è raffigurata,sempre con la tecnica a sbalzo,la Crocefissione:l'alta croce poggia su una collinetta piramidale e vi è appeso, sottile e contorto, il Cristo mentre ai lati stanno la Vergine e S.Giovanni. Ai piedi della croce è il Teschio:sopra i bracci orizzontali due angeli a mezzo busto e visti di tre quarti adoranti,con le mani ricoperte dal velum e vestiti di tunica...Più sopra,ai lati della targa con le sigle I C XC, i simboli del sole e della luna.

Nell'interno,la teca presenta l'incastonatura per la reliquia a forma di duplice croce;ai lati,in basso,sono Costantino- a sinistra -e Elena(sua madre)a destra,con i relativi nomi a caratteri greci:

A     A                                                   H           A

K     N                                                   A            E

O     T                                                    G           N

C     I                                                     I            H

T     N                                                    A

       O                                                    E

       S

Le due figure rigidamente frontali e collocate su monticelli piramidiali appena abbozzati,sono ricoperte dalle ricche vesti gemmate,con corona in capo e croce nella sinistra,e con stola l'imperatore; con ricco paludamento e la croce nella destra,mentre  la sinistra è al petto, S.Elena.

Nel lato corto inferiore,è una fascia adorna di palmette su due ordini alternate, che fanno da incorniciatura al coperchio e,a  piano leggermente inclinato, un altro bordo con foglie larghe e appiattite ma contrapposte a quelle della fascia precedente. La costolatura della cassetta è adorna di dischi con rosette.

Il prezioso reperto è stato datato alla metà dell'XI sec.ma sono contrastanti i pareri sulla sua provenienza e sullo stile,che si avvicina alle stauroteche bizantine, ma non si esclude possa trattarsi di un'opera lombarda con richiami ottoniani.

La Croce dell'ORIFIAMMA o del CAMPO, che veniva issata sul Carroccio(ricordiamo che Brescia fece parte della Lega Lombarda e il Carroccio si portava sempre in battaglia poichè portava lo stendardo che simboleggiava la città), viene menzionata in statuti della città nel 1260 circa e ad essa sono legate,come alla reliquia della croce,le più disparate leggende ricordate da vari autori: così vengono ad essa collegati Namo,fantomatico duca di Baviera,Carlo Magno,Guadenzio e Filastro,S.Elena ed Eugenio IV.

L'impianto del manufatto è probabilmente romanico, le braccia sono eguali-salvo l'inferiore che è più lungo leggermente-e appena espanse alla terminazione.Raccordi obliqui collegano dal recto i vari bracci,formando quasi una specchiatura a rombo, mentre nel verso  è applicato un disco circolare. L'anima in legno, con incavo per le reliquie, è rivestita da una lamina in argento lavorato a sbalzo.

Sul recto è il Redentore ormai morto, appeso ad un'altra croce a rilievo applicata a sua volta sulla croce vera, con aureola crociata e i capelli inanellati che scendono sugli omeri, con le braccia lievemente piegate, con il perizoma ai fianchi annodato sul davanti, gambe parallele e i piedi poggianti sul suppedaneo circolare.

Al termine dei bracci,a forte sbalzo sono i dischi raggiati con le teste della luna e del sole in alto, il busto della Vergine, a sinistra di S. Giovanni a destra e, in basso, una figura fasciata da bende con barba: Lazzaro o un defunto?

Nel verso è l'Agnus crucifero, pure fortemente sbalzato.

L'interesse della Croce è accentuato dalla presenza, sulle due facce di 4 castoni nel recto e 22 nel verso, disposti con spaziata simmetria di forma, contenenti vetri colorati, onici  incisi, lapislazzuli ageminati, agate e corniole incise, alcune romane di notevole interesse.

Questo schema iconografico ha alcuni richiami ( ad es: con la Croce e l'evangelario di Ariberto, 1018/1044, quelle di Vercelli e di Pavia, etc. ; il crocefisso mostra richiami con quello dell'evangelario di Matilde da Canossa - conservato a New York, Morgan Library - della fine del secolo XI).

Gli aspetti visti fanno ritenere agli studiosi che questo pezzo assai notevole sia opera di oreficeria Lombarda della fine del sec. XI o degli inizi del XII.

(una delle numerose Croci conservate presso il Tesoro)

 

 

Bibliografia consultata:

  •  "Il tesoro delle Santissime Croci nel Duomo Vecchio di Brescia"  ( in " Comm. Ateneo Brescia" 1957, pag.107 ) di G. Panazza.

  • Inoltre vedasi A. Frolow " Une staurothèque Byzantine dècrite dans le Cod. Vat. Gr. 644" ( in "Cahiers archèologiques", VIII, 1956, p.231 ).

 

 

 

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