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                                                                 I LIBRI SEGRETI

                                                    - 2^ Parte ( a cura di Marisa Uberti) -

“NE BIBLOS”

Nel II secolo d.C. non era ancora stato 'fissato' un canone delle Scritture e vi era una coesistenza tra gli apocrifi e i testi 'canonici'. E' in questo periodo che i Padri della Chiesa inziano a raccogliere i testi che, nel III secolo, verranno denominati "Nuovo Testamento", segnando così una fase che definerei "cruciale" perchè portò alla concretizzazione di un duplice obiettivo:

-la produzione di un N.T.come complesso letterario istituito

-la chiusura della Bibbia in quanto composta di due parti distinte ma

"intertestualizzate", chiamate rispettivamente "Antico" e "Nuovo"Testamento.

Designando quest'ultimo, in maniera praticamente 'automatica', si designò un 'Antico Testamento' all'interno di un unico Libro, la Bibbia. Questo processo di 'unificazione' perenne venne comunque attuato piuttosto tardivamente da parte della Chiesa,a cui furono necessari svariati secoli per definirne la struttura completa.

Fu ad Alessandria d'Egitto che, nel II sec., stando a documenti pervenuti fino a noi, si conferì un nome alla raccolta degli scritti sacri cristiani, che si denominarono "ne Biblos", cioè il Libro (curioso come anche la comunità del deserto di Giuda o Qumran, chiamava la raccolta delle loro scritture "ha-Sepher"=il Libro).

  La comunità giudaica locale di Alessandria viveva in condizioni di diaspora. L'Antico Testamento, figlio della Tradizione Giudaica, nacque da una traduzione, che portò ad una profonda conversione culturale.

La prima Bibbia tradotta in lingua greca nacque, abbiamo detto, da una diaspora all'interno della comunità giudaica di Alessandria d'Egitto, che produsse un notevole cambiamento culturale; molti furono gli autori giudei che scrissero su temi biblici riconducendosi a una determinata forma della letteratura greca classica. Fin dalle sue origini, quindi, la traduzione della bibbia annette in sè una vera e propria 'naturalizzazione' delle Scritture, favorendo un movimento letterario, cui si legò per sempre, progressivamente allontanandosi dal giudaismo, dalla cui matrice proveniva.

  La prima traduzione greca fu chiamata DEI SETTANTA dalla tradizione posteriore, che fin dalle origini fu la Bibbia dei cristiani.

  Il CANONE delle SCRITTURE

  La parola "canone" (vedi nota n.10 prima parte), deriva dal greco "kanon" che significa "misura" o "regola" e, conseguentemente, si applica a tutto ciò che si "misura". A sua volta, "kanon" deriverebbe da una radice semitica, ebrea o assira, che ha come significato "canna" (la 'canna', in effetti,era un'antica unità di misura).

Ad Alessandria, la parola "kanon" era usata anche per definire un "modello", che poteva essere letterario, se ci si riferiva alla raccolta di opere classiche, ad esempio. Ancora oggi, se vi facciamo caso, utilizziamo il gergo "Fatto nella forma canonica" per definire qualcosa eseguito 'nella forma ‘classica’, secondo un modello di riferimento', non è forse vero?

I Padri della Chiesa fecero uso di questo termine come equivalente di "regola"nelle formule seguenti:

il "kanon della tradizione" (Clemente di Roma, + nel 96 d.C.)

il kanon della Chiesa ecclesiastica" (Clemente di Alessandria, 149-215)

il "kanon della verità" (Ireneo, + 220 circa)

il "kanon della fede" (Eusebio di Cesarea, 260-340)

I Padri della Chiesa diedero il nome "CANONE" alla raccolta istituzionalizzata dei libri bilbici, dichiarati 'ispirati da Dio' e considerati come contenenti una regola di fede e di vita eguale, per autorità, al magistero ecclesiastico. Fu un passo importante assegnare un riferimento letterario al termine 'canone', in quanto fino ad allora, nella Chiesa, questo si applicava a realtà teologiche o dottrinali.

Soltanto nel 360, con il Concilio di Trento, compare in un documento del magistero il termine 'canonico', con il significato di biblico, che avrebbe poi sempre conservato.

Sulle Scritture la Chiesa ha, fin dalle origini, esercitato il suo diritto di riconoscimento attraverso decreti, particolari o generali,disciplinari o dogmatici, a proposito di uno o più libri e talora nell'intera raccolta biblica. Ben presto, i vertici ecclesiastici del tempo si pronunciarono circa i contenuti, sui limiti e lo status dell'insieme dei testi sacri e non ha mai cessato di fare questo, periodicamente. Fu comunque con un altro Concilio di Trento, nella sua IV sezione, 1546, che la questione della "Canonicità" fu affrontata direttamente e dogmaticamente trattata, con il "Decreto sul recepimento dei libri sacri delle Tradizioni". Da esso,sarebbe dipesa essenzialmente la dottrina cattolica posteriore della "Sacra Scrittura".

  Alla fine del II secolo era stata già effettuata una 'selezione' dei testi da inserire nella raccolta 'canonica', ma rimanevano alcune perplessità se inserire alcuni di essi, come la Lettera agli Ebrei, l'Apocalisse, la Prima Lettera di Clemente, il Pastore di Erma, l'Epistola di Barnaba.

  La lista più completa dei testi canonici è giunta a noi dal FRAMMENTO MURATORIO, ritrovato nel 1740, databile al 200 d.C. circa.

Origene, uno dei Padri della Chiesa, afferma, al suo tempo, che i libri canonici del N.T. sono 22 (“XXVII Omelia sui Numeri"). Bisognerà attendere il IV secolo d.C., quando Atanasio di Alessandria(1) darà una lista completa dei libri dell'Antico e del Nuovo Testamento, ritenuti come 'autentici'.

Ricordiamo che un tempo, i Padri della Chiesa disponevano soltanto di piccoli rotoli (volumi) contenenti i vari libri della Scrittura e spesso si rendeva necessario svolgerli per metri prima di trovare il passo cercato. Non avevano gli strumenti archeologici, filologici, informatici che abbiamo oggi. Il loro, fu un lavoro manuale di enorme portata e importanza per la nascente Chiesa e anche per il suo sviluppo nei secoli successivi.

I Padri della Chiesa si riferivano al Libro dei SETTANTA, ritenuto divinamente ispirato, ma il loro imponente lavoro esegetico si estese anche ad altre versioni dell'Antico Testamento, e uno dei fautori di questa esegesi fu Origene, considerato il fondatore della scienza biblica.

Il vocabolo "esegesi" deriva dal greco e significa "spiegare, andare verso". Così come Gesù venne accolto come 'esegeta del Padre' ed esegeta di tutta la Scrittura (nel Vangelo di Giovanni, si viene condotti verso il Verbo e il Verbo ci conduce verso il Padre).

Origene affermava che "Le divine Scritture sono chiuse a chiave e sigillate, chiuse dalla chiave di Davide" e possono essere aperte, compiute, solo dal Cristo, che iconograficamente veniva anticamente raffigurato con il Libro chiuso sorretto in mano.

Nelle sue "Exaple", frutto di 25 anni di lavoro comparativo, Origene confrontò le sei versioni dell'Antico Testamento allora circolanti: ebraica; ebraica traslitterata in greco; la versione greca di Aquila(2); quella di Simmaco(3), l'edizione dei Settanta del II sec.,e la revisione di Teodozione (metà circa del II sec.).

I Padri della Chiesa, a partire dal II secolo d.C. aggiunsero al termine DIATHEKE' (in ebraico  BERITH),che significa "Alleanza" usato nella versione dei "Settanta", che inquadrava un registro biblico e dottrinale, l'aggettivo KAINE',cioè "NUOVA", sottolinenandone il senso greco (già documentato da Democrito e Aristofane) che inquadrava un registto documentario e letterario, una volontà 'testamentaria'. Il termine "Nuova Alleanza" si latinizzò in seguito in Novum Testamentum.

  Ireneo ebbe un ruolo fondamentale per il prevalere di QUESTA "Nuova Alleanza", facendola emergere dalle altre dottrine delle "Alleanze" che si erano andate sviluppando verso la fine del II sec.e che si basavano su tradizioni precedenti.

 ‘ANTICA’ E ‘NUOVA’ ?

Tale antitesi nacque probabilmente in Asia Minore e si strutturò in due unità testuali, anche se fra loro articolate in maniera da far apparire il Vecchio Testamento un testo profetico del Nuovo. Il principio dogmatico centrale che sta alla base dell'elaborazione dottrinale delle Scritture Cristiane è la loro ISPIRAZIONE DIVINA, concetto che si rifà agli insegnamenti e al linguaggio dei filosofi greci, Platone in primis, che furono ripresi agli albori del Cristianesimo nascente da Filone d'Alessandria, poi dai Padri della Chiesa. Tuttavia, la formula definitiva,"Dio è l'autore delle Scritture", comparve assai tardivamente, trovandosi per la prima volta durante Gregorio il Grande (+ 604 circa d.C.); tale accezione rimane al giorno d'oggi, ribadita con il Concilio Vaticano II. Come afferma Andrè Paul nel suo saggio su "Il Cristianesimo": " Dichiarare Dio l'autore della Bibbia, era proiettare nell'ordine dell'assoluto l'artificio letterario della pseudonomia, artificio che l'Antichità- classica, giudaica e cristiana-non aveva mai smesso di praticare".

  I PADRI DELLA CHIESA

  Dal II secolo d.C., emergono delle figure determinanti in seno alle comunità cui appartenevano: i Padri, o Abba, termine con cui Gesù chiamava suo Padre, che vengono identificati con un nome relativo alla città di appartenenza della comunità stessa.

  Così troviamo, tra i primi ad avere ricevuto tale appellativo, i vescovi ELEUTERIO di Roma; POLICARPO di Smirne (69-156 d.C.); CIPRIANO di Cartagine, che morirono martirizzati; IRENEO da Lione(morto all'incirca nel 220); BASILIO di Cesarea e molti altri che hanno rappresentato una tappa importantissima nell'ambito della catechesi, della liturgia, dell'esegesi, della teologia. Come si legge nella figura 2, accanto ad ognuno dei loro nomi, troviamo le opere che ne hanno caratterizzato la forza della loro predicazione per la diffusione del Cristianesimo e la lotta all'eresia.

Erano personaggi dotati di un'Intelligenza viva e di competenza in vari campi del sapere, conducendo un dialogo con la cultura greco-romana, correndo i molti rischi allora vigenti, TRA CUI QUELLO DEL MARTIRIO. Essi ebbero il compito di 'trghettare' il cristianesimo facendolo emergere dalle varie correnti allora presenti. Uomini dotati di grande carisma.

Tertulliano era un giurista e ha codificato un vocabolario cristiano introducendo i termini di 'sacramento', 'battesimo','Trinità'; Ambrogio da Milano era un amministratore e ha organizzato la liturgia e il servizio dei poveri nella Chiesa di Milano.

Nella lotta alla gnosi, probabilmente non si resero conto che quanto gli gnostici professavano non era diametralmente opposto al loro pensiero, ma ritengo che in quel periodo giocassero un ruolo importante anche la politica, il predominio del potere, il consolidamento di un ideale universale che invece, progressivamente, la Chiesa cattolica contaminò a tal punto da creare fortissime correnti contrarie, che nel Medioevo riportarono in superficie tante 'eresie' (sedate con il sangue e con i roghi), sfociate nella Riforma Protestante. Ancora oggi possiamo renderci conto 'quante' chiese esistano, pur derivate dalla stessa 'matrice'.

Quando Ireneo scrisse, scagliandosi contro gli gnostici nella sua opera "Contro le eresie",IV, 20,7)questi passi:" La gloria di Dio è l'uomo vivente e la vita dell'uomo è la visione di Dio...Dio si è fatto uomo perchè l'uomo diventi Dio", dimostra come il significato profondo di quanto afferma è, in sostanza, la conoscenza di sè per trovare dentro di noi il germe divino. Allora perchè tanto accanimento nei confronti degli gnostici? Perchè l'uomo non poteva trovare da solo questa strada verso Dio, ma necessitava di una guida, quale voleva essere inderogabilmente la Chiesa Cattolica?

In tal modo, l'uomo comune ha perso la propria identità spirituale, confuso tra tanti dogmi e dottrine che gli hanno tolto la capacità di guardare in sè stesso, facendolo credere incapace di effettuare questa operazione.

Sradicando le proprie radici, l'uomo si è dovuto volgere ad una religione 'prestabilita', che fece comunque fatica a prendere piede.

Del resto, anche S.Agostino (354-430 d.C.) ribadisce i concetti universali alla base della Conoscenza umana, quando afferma che l'uomo riceve una 'forma'nella Creazione, la quale può 'alterarsi', ovvero divenire 'deforme' allontanandosi da Dio, o migliorare la propria forma (forma formosa, forma bella) se a Lui si volge, prima di essere conformato alla Forma per eccellenza, che è il Cristo. Non sono forse i concetti che ritroviamo nell’Esoterismo alchemico?

Penso che se la ‘dottrina’ o catechesi avesse puntato molto sul simbolismo cristiano, su una Verità universale, non vi sarebbero state tante fratture e frammentazioni. Oggi con fatica si cerca di ritrovare il senso autentico della religione cristiana,a lungo troppo infarcita di dogmi rigidi che hanno portato alla ricerca di altre fonti, al bisogno di Conoscere quanto sta alla base delle altre religioni, delle altre fedi, della Filosofia, delle correnti appunto definite 'gnostiche', per trovarvi- ciascuno secondo i propri parametri valutativi- una dimensione 'sacra', di cui attualmente si sente particolarmente la necessità.

Conoscere Cristo, non è conoscere a memoria il Vangelo ma penetrare dentro sè stessi per riuscire a trasfigurarci come esseri umani dalla materialità alla spiritualità, per trasmutare la pietra grezza che siamo in pietra perfettamente levigata. Morire alla nostra materialità per rinascere divinizzati nella Luce di Cristo.

I SENSI DELLA SCRITTURA

  Fu Origene a proporre la teoria dei "quattro sensi" della Scrittura(5):

-LETTERALE, informa sui fatti come si sono svolti

-ALLEGORICO, vede la realizzazione delle Scritture nel Cristo

-MORALE, indica ciò che si deve fare

-ANAGOGICO, orienta verso l'escatologia, la realtà a venire

Origene ne prese a riferimento sostanzialmente due, quello letterale e quello allegorico o Spirituale. Questo conferma quanto ho espresso poco sopra, che si era ben compreso come le Letture andassero oltre il significato essoterico (accessibile a tutti, che appariva a prima vista) e dovessero assolutamente essere  penetrate nel profondo per comprenderne il nascosto significato (esoterico) che, come dice lo stesso Origene, riferendosi al senso spirituale " è sempre parlante, laddove quello letterale appare invece insufficiente".

La "sistematizzazione"dei 'quattro sensi' di Origene, avverrà duecento anni dopo, con Giovanni Cassiano, che li estende alla città di Gerusalemme, da intendersi in senso: -STORICO, intesa come la città degli Ebrei; -ALLEGORICO, la Chiesa del Cristo,-ANAGOGICO, come città celeste, Madre di tutti noi; MORALE, l'anima dell'uomo.

  TRADIZIONE E SCRITTURA

"La Tradizione è la trasmissione viva del deposito della fede in situazioni sempre nuove.Non soltanto una memoria che si conserva, dunque, ma un dono da realizzare"(6)

  Il termine "Tradizione" deriva dal greco paradosis e indica ciò che viene trasmesso. Per il Cristianesimo, la Tradizione si basa sugli insegnamenti di Gesù Cristo agli Apostoli, che  la tramandarono a loro volta, alimentando una Tradizione ininterrotta che -secondo la Chiesa- fu portata avanti dai vescovi e legittimata dalla concordanza tra la regola di fede e l'interpretazione delle Scritture. Secondo Ireneo, la Tradizione Apostolica è l'unica accoglibile poichè riconosciuta dalla Chiesa, al contrario di quelle gnostiche, che hanno un riconoscimento solo da parte dei loro stessi 'autori'.

Ma con lo svilupparsi e l'estendersi delle 'eresie' cristologiche e trinitarie del IV secolo, il concetto di Tradizione era destinato a cambiare volto poichè fu necessario definire attraverso Concili Ecumenici 'cosa' fosse la Tradizione, in quanto le sole Scritture non davano una risposta precisa. Ecco, allora, che i Padri ebbero un ruolo decisivo anche in questo ambito. Nel V secolo, Vincenzo di Lèrin nel suo "Commonitorium" pone i criteri della Tradizione, definendola universale, antica e concorde.

Nel 451, al Concilio di  Calcedonia, si definirà che "Cristo è vero Dio e vero Uomo". Ne consegue lo scisma delle Chiese "non calcedoniane" (siriana, armena, copta). Nel 1054 vi sarà lo scisma definitivo tra Chiesa d'Oriente e d'Occidente. Nel 1215 il IV Concilio del Laterano sancirà la reale presenza del corpo e del sangue di Cristo nell'eucaristia. Negli anni tra il 1378-1417 scoppia il grande scisma d'Occidente e, nel 1438, fallisce il tentativo di riunificare la Chiesa Cattolica con quella Ortodossa. Nel 1517 Martin Lutero dà il via alla Riforma Protestante.Nel 1531-34 il re d'Inghilterra Enrico VIII si autoproclama capo della Chiesa Anglicana e la stacca da Roma. Nel 1869-70 verrà stabilita l'Infallibilità papale,con il Concilio Vaticano I e istituito il dogma dell'Immacolata Concezione. Nel 1962-65 il Concilio Vaticano II avvia un processo di ammodernamento della Chiesa.

Una tradizione che si evolve ed è dinamica, nel corso dei secoli, al fine di preservare la fede apostolica

Per la dottrina cristiana vi è differenza tra Tradizione e Scrittura, definendole ambedue "Fonti della Fede", definite "sante" ed "ispirate" in cui il contenente, letterario, prese il nome del contenuto, dottrinale. Si ritrovano i primi accenni di questa terminologia negli scritti di Melitone, vescovo di Sardi, che visse al tempo di Ireneo e suo conterrraneo.

  Il Cristianesimo si attivò sempre per imporre queste denominazioni, mentre il Giudaismo aveva fissato le sue due formule: TORAH scritta e TORAH orale.

Per il Giudaismo, Tradizione e Scrittura sono la stessa cosa, la fonte della fede sta esclusivamente nella "Torah" o"Dottrina".

  Cogliamo una sostanziale differenza: nel Cristianesimo, le Scritture Sante (la Bibbia) sono solo scritto ("Testamento"), nel Giudaismo, gli Scritti Sacri (biblici,Talmudici e altri) sono 'dottrina' (Torah). In parole povere, il Giudaismo racchiude la sua Tradizione nella sua duplice Torah, mentre il Cristianesimo-con il suo doppio Testamento - la postula come distinta.

Il Giudaismo fa riferimento ad una "lingua del Santuario",che è l'EBRAICO, mentre qualsiasi lingua con cui la Bibbia si esprima è "santa".

La Bibbia si impose grazie anche alle numerossime traduzioni che hanno permesso a gruppi lingustici diversi di leggerla nella propria lingua. La storia della Bibbia si confonde, in effetti, con quella delle sue versioni, che possiamo sintetizzare in due grandi momenti:

- quello delle versioni Antiche: comprende tutto il periodo post-apostolico fino al Medioevo compreso, con la traduzione di Cirillo e Metodio, del IX sec.; la Bibbia araba del grande scrittore Saadia Gaon (885-942 d.C.). Comprende inoltre le bibbie greche, latine, aramaiche, siriache, etiopiche, copte e armene.

-quello delle versioni "moderne" che punteggiano la storia della stampa. Stando a cifre ufficiali, alla fine del 1986 esisteva la traduzione di almeno un libro biblico in milleottocentoquarantotto lingue; mentre l'intera Bibbia aveva almeno 301 traduzioni e il solo NUOVO TESTAMENTO ben 633 (all'inizio del XIX secolo ne esistevano 71).Questo proliferare pare sia dovuto soprattutto ai protestanti.

  Un'antica tradizione narra che Ufila (311-383 d.C.), vescovo dei Goti, avesse inventato l'alfabeto gotico per tradurre le Scritture (nella sua Bibbia non comparirebbero i libri dei Re I e II per evitare di scatenare reazioni bellicose nei suoi compatrioti). Sembra che alla stessa maniera siano nati l'alfabeto armeno e cirillico!

  Nelle aree di influenza del Cristianesimo fu disponibile per lungo tempo come Bibbia Ufficiale la “VULGATA” di S.Gerolamo(4) (redatta tra il 347 e il 420 d.C.) o le traduzioni tratte direttamente da essa.

  LA "VULGATA" era stata definita 'la sola autentica' dal Concilio di Trento del 1546. Nel 1943, Pio XII la ricollocò –dandole quindi un limite-tra le versioni antiche e quindi si passò a tradurre la Bibbia dai testi originali.

  In Francia e altri paesi di religione cristiana, una nuova Bibbia si sarebbe imposta come Vulgata: la Bibbia di Gerusalemme,diretta dai Domenicani, elaborata opera di biblisti cattolici che adottarono un rigorso metodo di lavoro, sia scientifico che letterario (pubblicata in edizione manualistica nel 1955).

  Nel 1960 si giunse alla "Traduzione Ecumenica della Bibbia" (T.O.B.), frutto di una collaborazione di biblisti cristiani, protestanti e ortodossi. Il N.T.apparve nel 1973 e l'Antico nel 1975.

  A titolo puramente conoscitivo, ecco alcune delle Bibbie 'moderne' esistenti:

-la Bibbia di Lutero (1534),la Bibbia canonica della Chiesa protestante di Germania

  -la King James Version o Authorized Version,completata sotto re Giacomo I,nel 1611, che occupò un posto unico nella Chiesa e nella Nazione inglese per oltre 250 anni

-Bibbie francesi (nel XVI secolo spicca quella di Lefèvre d'Etaples,traduzione della Vulgata latina che per i cattolici ebbe un ruolo al pari di quella di Lutero per i protestanti;

-Nuove edizioni rivedute delle due Bibbie secolari (di Luois Second, per i protestanti, e di Augustin Crampon,per i cattolici-uscirono negli anni 1950-1960-1970)

-la Bibbia del Centenario, protestante

-la Bibbia del rabbinato, giudaica

-la Bibbia di Andrè Chouragui, franco-israeliana

-la Bibbia di Emile Osty, cattolica

-la Bibbia della Plèiade, non confessionale

-la New English Bible (1970), patrocinata dall'insieme delle Chiese d' inghilterra

-la New American Bible (1970), opera congiunta di biblisti cattolici e protestanti

-la Nueva Biblia espanola, Madrid, 1975

La prima copia in italiano della Bibbia si ebbe nel 1471, e fino al 1500, circolavano in Italia unidici edizioni della Bibbia volgarizzata (un’edizione ogni tre anni circa), tradizione che si prolungava dall’età medievale.

Oggi il Cristianesimo è la religione più diffusa del mondo, con 2 miliardi di fedeli, ripartiti in oltre 20.000 denominazioni e movimenti.

 Di seguito, un elenco (probabilmente incompleto) che raccoglie i Testi Canonici e Apocrifi (che tra gli specialisti si definiscono "pseudoepigrafici")fino ad oggi ritrovati(7):

  Manoscritti dei Vangeli Canonici:

-         CODEX SINAITICUS (IV secolo d.C.): Contiene quasi tutto il Vecchio Testamento; il Nuovo Testamento; la “Lettera di Barnaba”;Il  Pastore di Hermas”. Fu scoperto nel 1844 nel monastero di S.Caterina da Tischendorf. E’custodito nel British Museum di Londra.

-         CODEX VATICANUS (IV sec. d.C.)  contiene l’Antico Testamento ( di cui mancano una cinquantina di pagine, andate perdute) e il Nuovo Testamento fino all’Epistola agli Ebrei, IX, 4. E’ entrato in Vaticano tra il 1475 e il 1481.

-         CODEX ALEXANDRINUS ( V sec.d.C.). E’ cutodito al British Museum di Londra.

-         CODEX EPHRAEMI RESCRIPTUS (V sec. d.C.). E’ custodito alla Biblioteca Nazionale di Parigi.

-         CODEX BEZAE O CODEX CANTABRIGENSIS (V o VI sec. d.C.)

-         CODEX FREER (V secolo)

-         CODEX KORIDETHI ( databile tra il VII e il IX sec.), proveniente da Koridethi (Caucaso)

-         CODEX REGIUS, detto anche CODEX PARISIENSIS (VIII sec.)

-         CODEX BERATINUS, proveniente da Berat (Albania, VII sec.)

-         CODEX ATHUSIENSIS (VIII-IX sec.)

-         CODEX VERCELLENSIS (IV sec.)- Vercelli

-         CODEX VERONENSIS (IV-V sec.)-Verona

-         CODEX CULBERTINUS (XII sec.)- Parigi

-         CODEX SANGERMANENSIS (VIII sec.)- Parigi

-         CODEX BRIXIANUS (VI sec.)- Brescia

-         CODEX PALATINUS (V sec.)-Dublino

-         CODEX BOBIENSIS (V sec.)

-         -CODEX MONACENSIS ( VI-VII sec.)

-         CODEX CURETONIANUS (IV sec.)

Alcuni Papiri contenenti i Vangeli Canonici:

-         PAPYRUS  P1 (III- IV sec. d.C.)

-         PAPYRUS P3  (VI sec.)

-         PAPYRUS P 37 (III- IV sec.)

-         PAYRUS P 45  ( III-IV sec.)

MANOSCRITTI SIRIACI ( V e VI sec.)

MANOSCRITTI COPTI (IV sec.): alcuni di essi sono scritti in saitico, dialetto dell’Alto Egitto.

MANOSCRITTI COPTI ( il più antico databile al IX sec. d.C.): sono scritti in Boerico, dialetto del Basso Egitto.

  Manoscritti degli  Apocrifi:

-         CODEX ASKEWIANUS, più conosciuto come PISTIS SOPHIA (databile al V sec.d.C.).Redatto in lingua copta tebana o saidica.Fu scoperto nel 1785.

-         CODEX di BRUCE . Scritto in copto tebano (IV-V secolo).Scoperto nel 1769

-         CODEX BEROLINIENSIS 8502 ( V sec.).In copto tebano

-         PROTOVANGELO DI GIACOMO

-         VANGELO DI PIETRO (VIII sec.) Scritto in greco e scoperto nel 1887 in Alto Egitto

-         APOCALISSE DI PIETRO (VIII sec.). Anche questo come il precedente.

-         VANGELO DELLO PSEUDO-MATTEO (VI-VII sec.)

-         RACCONTI DELL’INFANZIA DEL SIGNORE, detto Vangelo dello Pseudo-Tommaso (V sec.) Ha dato origine al Libro Armeno dell’Infanzia, del VI secolo e al Vangelo Arabo dell’Infanzia, del VII sec.)

-         VANGELO DI NICODEMO, noto come ATTI DI PILATO (IV sec.). In versioni copte e siriane.

-         VANGELO DI GAMALIEL (VII sec.). Scritto in copto ed etiopico

-         TESTAMENTO DI GALILEA DEL  NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO (VIII sec.). In copto ed etiopico

-         I MIRACOLI DI GESU’ (IX sec.). Scritto in Etiopico

-         VANGELI DEI DODICI APOSTOLI ( date diverse)

-         VANGELO DI BARTOLOMEO (V sec.). Scritto in copto, ne restano frammenti.

-         ATTI DI GIOVANNI (IV sec.).Redatto in greco, ne restano i 2/3

-         ATTI DI PIETRO (V sec.). Scritto in greco, resta solo la parte finale.

-         ATTI DI PAOLO, detti anche ATTI DI PAOLO E DI TECLA (V sec.), nelle loro versioni siriana,slava e araba; nel V sec. compare anche la prima versione in greco.

-         ATTI DI ANDREA (VI sec.).Scritto in Latino.Esistono frammenti in Greco.

-         ATTI DI TOMMASO (VI sec.,data per la versione latina)

-         APOCALISSE DI PAOLO (V sec.).Scritto in Greco.

-         VANGELO DI TOMMASO, detto anche LE PAROLE SEGRETE DI GESU’ (IV o V sec.?).Redatto in Copto,cha fa parte dei 52 testi di  NAG HAMMADI.

-         OMELIE CLEMENTINE (V sec.). In Greco.

-         49 manoscritti scoperti a KHENOBOSKION nel 1947 (ROTOLI DEL MAR MORTO)  

-      Il Vangelo di Giuda (ritrovato nel Medio Egitto nel 1970; decodificato  e   tradotto tra il 2001 e il 2006,anno della sua pubblicazione multilingue)

 

NOTE:

(1)- Atanasio in "Lettera festale XXXIX” (lettera che i patriarchi di Alessandria inviavano ai fedeli delle loro comunità per indicare, anno con anno, la data della Pasqua)

(2) -Giudeo vissuto all'epoca dell'imperatore Adriano, 130 d.C;  presenta un testo qualitativamente elevato, facendo una traduzione letterale dall'ebraico, ispirandosi all'esegesi rabbinica palestinese

(3)- Giudeo vissuto al tempo dell'imperatore Settimio Severo

(4)-S.Gerolamo ha probabilmente usato l'unica copia delle Exaple di Origene, che erano conservate nella Biblioteca di Cesarea in Palestina, per realizzare la versione latina della sua "Vulgata" la quale, pur se non completa, è un passo 'avanti' rispetto alle versioni della Vetus Latina che circolavano allora.

(5)-Interpretazione di Henri de Lubac in "Esegesi Medievale"

(6) “Cos’è la Tradizione?”, Cenacolo, pag.41, 2/2004

(7)-da R.Ambelain, "I Templari"

Bibliografia consigliata e consultata:

- Atlante delle Religioni-aa.vv, UTET,

- Dossier."I Padri della Chiesa",inserto al n.2 di "Cenacolo", Mensile di Attualità Religiosa e    Sociale dei Padri Sacramentini

- "Nascita di una religione.Le origini del Cristianesimo",U. Bonanate (Bollati Boringhieri)

- "La conversione dell'Europa dal paganesimo al Cristianesimo", R.Flethcer (Corbaccio)

- “Figli di Abramo”, J.Longton (Interlogos e Lev)

-“Dizionario comparato delle religioni monoteistiche”,a cura di L.Asciutto (Piemme)

-         “Le Tarsie di Lorenzo Lotto.Un itinerario fra Bibbia e Alchimia” Ferrari Editrice

 

( Ricerca raccolta da Marisa Uberti)

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