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La figura più grande della cultura bizantina

                   ( di Enrico Pantalone)

 

Fozio è una delle figure più espressive dell’intera storia bizantina e dell’Impero Romano d’Oriente, personaggio di un'eticità e di una preparazione su cui dubbi non ve ne possono essere: egli era in grado di soffermarsi su tutto lo scibile umano e discernere adeguatamente in qualunque occasione fosse richiesto il suo parere, tanto di metodologia religiosa quanto di metodologia ed applicazione pratica relativa alla politica.

Nella sua vita egli ricoprì tutte le cariche civili e religiose che alla corte del Corno d’Oro si potevano ricoprire. Fu protospatario, segretario di Stato, senatore, ambasciatore, patriarca, insomma nulla fu negato alla sua attività.

Egli subì da piccolo la persecuzione iconoclasta; i suoi genitori furono duramente repressi ed anche divenuto adulto, una volta morto l’imperatore suo protettore Basilio, fu deposto ed esiliato fino alla morte da uno dei suoi discepoli, il nuovo imperatore Leone VI.

Dal punto di vista politico-religioso egli scavò ancor più il solco tra le tesi della chiesa ortodossa e quella cattolica adoperandosi per gettare le basi di ciò che sfociò circa due secoli più tardi (1054) nel cosiddetto Scisma d’Oriente, la separazione d’intenti tra due visuali diverse della stessa religione cristiana: celebri le sue allocuzioni sul Filioque, emblema portante della filosofia teoretica del  potere Papale in occidente.

In realtà egli, greco per origine e mentalità, pur nella sua immensa cultura, aveva in uggia l’occidente che riteneva (forse non a torto, ma senz’altro espresso palesemente in maniera ingiustificatamente arrogante) certamente inferiore per preparazione media e civiltà; questo lo portò in rotta completa con tutti coloro che, da entrambe le parti,  cercavano un appleseament diplomatico, un modo per sfuggire agli eventi e ricreare una sorta d’unità politica e spirituale.

Evidentemente la sua produzione letteraria rispecchiò il modo di porsi ed il modo di soffermarsi sulle questioni politiche e sociali, la prospettiva che aveva in relazione ai personaggi che s’erano susseguiti nel corso dei vari secoli dalla fondazione dell’Impero d’Oriente rientravano quindi in una sua logica ben precisa e tutto era ricondotto alla sua veduta immensa, certamente per portata culturale, ma anche spesso troppo soggettiva.

Dobbiamo in ogni caso ringraziare, e non dovremmo mai stancarci di farlo, questo saggista, perché proprio per merito suo abbiamo avuto la possibilità di conoscere fatti storici, uomini, scritti che altrimenti non sarebbero mai giunti fino a noi.

L'autore di questo articolo non parteggia certo per una della due parti, cerca di porre nella maniera più semplice ed obiettiva il periodo in cui Fozio ha vissuto, uno dei momenti storici più drammatici ed intensi del dopo Roma, il momento in cui le due “discendenze imperiali” - quella occidentale franco-tedesca-latina  e quella greca - si scontravano duramente, sia politicamente che ancor più teologicamente. Qualche secolo prima v’era stata la separazione territoriale, ora v’era anche quella socio-religiosa, nulla sarà mai più come prima: per l’occidente “romano”sarà l’inizio del commino e della rinascita verso il dominio assoluto del mondo allora conosciuto, per l’oriente “romano” inizierà il lento e drammatico declino fino alla dissoluzione totale.

Fozio ha scritto molto come abbiamo detto, e su tutte le materie che componevano le conoscenze dell’umanità, ha insegnato creando una scuola feconda e piena di discepoli che hanno finito per formare una cerchia ristretta di persone fedeli a cui lui poteva in ogni momento rivolgersi per consiglio o per l’impostazione di una dialettica da elaborare.

Non tutti i discepoli però gli furono così fedeli, abbiamo giù visto che il futuro imperatore Leone VI lo esiliò senza pensare troppo alle conseguenze, pur avendo di fronte un patriarca ed un maestro.

Fozio si può definire come un umanista che ha preceduto di molti secoli coloro che professarono poi quest’impostazione socio-culturale. Egli precorreva semplicemente i tempi ed i modi rispetto al resto dell’umanità dotta e benpensante ed anche le sue opere si presentano sicuramente all’avanguardia rispetto a quelle dei coetanei.

La sua opera maggiore è considerata senza dubbio la Biblioteca o Myriobiblon, una recensione accurata ed esauriente di tutti quelli che avevano avuto un importante passato nella storia sia greca sia romano-bizantina, sia politica che religiosa: la forma di recensione è la più idonea a definire questi scritti perché egli usa il tono e la preparazione tipica del censore indipendentemente sia egli favorevole o contrario all’esaminato.

Gli siamo debitori soprattutto del fatto che egli, illustrando i vari personaggi, ci presenta. una società in continua evoluzione nello spirito e nella prassi quotidiana: l’analisi ed i testi che riporta sui primi cristiani, introvabili fino a quel momento, danno modo d’approfondire il momento storico nel contesto in cui essi operavano, in realtà egli non lascia nulla d’intentato, scrive sui mitomani o sui romanzieri come scrive su medici, analisti politici  o dotti geografi.

Un esempio del suo modo di porgere il saggio comprensivo dei caratteri tipici del personaggio possiamo trovarlo in questo breve estratto proprio dalla Biblioteca dedicato ad Epifanio (1).

“Ho letto i Panaria del santissimo vescovo Epifanio, opera in tre volumi e sette tomi, che combatte ottanta eresie; inizia dal “barbarismo” e scende fino ai messaliani. Questo lavoro è più ampio e più utile di tutti quelli pubblicati anteriormente contro le eresie, perché Epifanio vi ha incluso le efficaci argomentazioni degli autori precedenti, ed ha inoltre aggiunto quanto di nuovo è riuscito a trovare.

L’autore usa uno stile dimesso, com’è naturale che accada a chi non segue i modelli della cultura Attica. Nel combattere le empie eresie è, nella maggior parte dei casi, privo d’energia, di quando in quando, però sferra attacchi di grand’efficacia, senza che peraltro la natura particolare del suo linguaggio e della sua sintassi ne ricavi alcun miglioramento.”

E’ evidente, e si nota certamente, come lui non concepisca modelli diversi da quelli del classicismo greco nella valutazione del recensito, ma è altrettanto evidente la sua originalità nell’esporre la forma letteraria in maniera senz’altro innovatrice, piacevole  e del tutto diversa rispetto a quella a cui s’era abituati in precedenza, tant’è che la sua polivalenza sullo scibile umano lo porta anche a scrivere un’opera come le Amphilochiae Questiones, dove egli, in forma di risposta trattata rispetto a presunte richieste formulate da Anfilochio, parla diffusamente su svariati argomenti (oltre 300) sbalordendo per l’efficacia delle sue analisi sempre profonde e lucide.

Pur nella franchezza e nell’eccezionale caratura letteraria, grammaticale, filosofica e filologica, Fozio pecca notevolmente (come abbiamo detto poco sopra) quando si tratta di gestire il delicato rapporto tra Cattolici ed Ortodossi, la sua posizione appare netta, inequivocabile, chiara fino all’irrigidimento di fronte a qualsivoglia ragione: in De Spiritu Sancto, in Catene, in Contro I Manichei, in Contro il primato romano, in Contro i Franchi e gli altri Latini, spesso l’odio prevale sulla ragione e se gli scritti appaiono perfetti dal punto di vista dello scorrimento lessico, filologico e perfino religioso (esprimendo egli una posizione filosofica del tutto plausibile e concreta), altrettanto non si può dire dal punto di vista politico, illogica visto le problematiche dell’Impero d’Oriente, ma soprattutto errata per presunzione personale. Una cautela maggiore nei suoi propositi avrebbe permesso in quel momento storico di salvaguardare senz’altro l’integrità dell’eredità Romana che ad occidente stava rinascendo mentre ad oriente stava pian piano esautorando la sua capacità propulsiva e d’impatto tra la gente; il successivo disfacimento non si può certo addebitare al nostro buon Fozio, ma è altrettanto indubbio che gli effetti dei suoi scritti si prolungarono nei secoli successivi.

  • NOTA:

 [EP1] (1): brano tratto da Fozio “Biblioteca” a cura di Nigel Wilson –Adelchi 1992 

Ringrazio vivamente la D.ssa Benedetta Ludovica Valtorta, amica carissima, per l’aiuto fornitomi nel corredare questo articolo con una preziosissima parte bibliografica.

  • Bibliografia relativa a Fozio ( a cura della D.ssa Benedetta Ludovica Valtorta):

 

Bossi, Francesco « Variae lectiones » foziane -Studi in memoria di A. Colonna : 177-178. - 2003

Pinto, Pasquale Massimo "Un manoscritto di Isocrate nella « Biblioteca » di Fozio (cap. 159)-Studi sulla tradizione del testo di Isocrate : 73-88 ill. - 2003

Bevegni, Claudio La « Bibliotheca » di Fozio nei secoli XV-XVI e l'edizione mancata di Giovanni Sambuco StudUmanistPiceni 2000 20 : 183-195

Bevegni, Claudio "Un recente saggio sul Fortleben della Bibliotheca di Fozio nel XVII secolo"-ByzZ 2001 94 (2) : 555-563

Canfora, Luciano "Il Fozio ritrovato / appendici di Renata Roncali, Niccolò Zorzi, Margherita Losacco, Luciano Canfora- Bari, 2001

Bossi, Francesco "Note a Fozio"- Eikasmos 2001 12 : 185-186

Canfora, Luciano "Telete, non teleute"-Studi Privitera : 137-140. - 2000

Bossi, Francesco "Sui rapporti tra Fozio e la Suda"-Eikasmos 2002 13 : 269-271

Eleuteri, Paolo "I manoscritti greci della « Biblioteca » di Fozio"-QS 2000 26 N° 51 : 111-156

Canfora Luciano - Wilson Nigel G. - Bevegni Claudio "Fozio. Tra crisi ecclesiale e magistero letterario" a cura di Giovanni Menestrina-Brescia, 2000

Nogara, Antonio "Note sulla composizione e la struttura della « Biblioteca » di Fozio. 2- RSBS 1985 5 : 11-57

Canfora, Luciano "Postilla"-QS 1999 25 N° 49 : 175-177

Capizzi, Carmelo "Una vicenda editoriale della « Bibliotheca » di Fozio nella Francia del Mazzarino"-OCP 2000 66 (2) : 423-440

Canfora, Luciano "La Biblioteca del Patriarca"-Roma, 1998

Cortassa, Guido "Fozio lettore di Enesidemo"-Quaderni 1997 : 323-339. - 1998

Bevegni, Claudio "La Biblioteca di Fozio e la sua origine"-Humanitas (Brescia) 1996 N. S. 51 (3) : 326-347

Mazzucchi, Carlo Maria "Fozio (Bibliotheca, codd. 213, 350), Longino e la critica ellenistica" -Aevum(ant) 1997 10 : 247-266

Bossi, Francesco "Osservazioni sul lessico di Fozio"-Eikasmos 1996 7 : 211-216

Grumel V. "Une nouvelle édition de la Bibliothèque de Photius"-REByz 1960 XVIII : 214-224

Jaeger W. "Studia in Photium" -RhM 1960 CIII : 168-171

Dvornik F. "Patriarch Photius, scholar and statesman" -CF 1959 XIII N° 2 : 3-18 

Halkin F. "La date de composition de la Bibliothèque de Photius remise en question"-AB 1963 LXXXI : 414-417

Ahrweiler H. "Sur la carrière de Photius avant son patriarcat"-ByzZ 1965 LVIII : 348-363

( Enrico Pantalone )

 

 

 

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                                                        dicembre2007