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I Faugni (li Faégnë) 

                                                               (di Ferretti Leondino)

 

                                       

 

E’ difficile, nella società contemporanea, ricostruire il significato originario di alcuni riti delle società arcaiche e uno di questi prevedeva come usanza accendere i fuochi, sia individualmente che da vere e proprie forme collettive.

Nell’antichità i fuochi erano considerati feste di rinnovamento, di buon auspicio e di purificazione per il nuovo ciclo del tempo e l’Abruzzo conserva, nelle sue tradizioni, molte feste di fuochi e ogni anno, all'alba dell'8 dicembre, ad Atri, località in provincia di Teramo, si ripete l'antichissima tradizione popolare dei faugni (dal latino "fauni ignis", cioè fuoco di Fauno).

Quindi riprendendo simbologie solari delle feste latine, i faugni nascono dalla fusione di una consuetudine pagana e contadina: infatti, un tempo, nelle campagne attorno ad Atri, i contadini accendevano dei fuochi, a fini propiziatori prima del solstizio d'inverno, in onore di Fauno, divinità pagana associata alla fertilità della terra, protettrice di pastori, greggi e agricoltura.

 Da questo magico rito deriva appunto la tradizione dei faugni, che consiste nell'accendere e portare in processione per la città, all'alba dell'8 dicembre, alti fasci di canne legati da lacci vegetali; la sera del 7 dicembre il parroco della concattedrale benedice il falò che servirà all'accensione dei faugni all'alba del giorno dopo. Il giro dei faugni all'alba dell'8 Dicembre per vie e piazze dell'incantevole centro storico di Atri, termina nella spettacolare piazza del Duomo, dove i fasci di canne ardenti formano un grande falò.

                                    

 

Nei secoli, con l’affermarsi del Cristianesimo, le feste popolari presentano una consistenza di elementi pagani e cattolici fusi fra loro e i fuochi della festa pagana, che adesso sono “cristianizzati”, esercitano la loro funzione purificatrice, non solo per ottenere un buon raccolto, ma per mondare la comunità dai peccati, e in questo senso preparare un nuovo anno propizio.

Ad Atri l'originario rito pagano s'è mescolato a quello della festa cattolica per l'Immacolata Concezione di Maria: i faugni sono apparsi per la prima volta nei riti religiosi nel 431 d.C. con il Concilio di Efeso quando i Padri della Chiesa nominarono la Madonna “Madre di Dio” e i fuochi furono accesi per festeggiare ciò.

Successivamente, tale rito fu rinnovato, in occasione della traslazione della “Santa Casa” da Nazareth a Loreto (nelle Marche, non lontano da Atri). 

Infatti la leggenda narra che nella notte tra il 9 e 10 dicembre 1294 (dopo la pesante sconfitta dei crociati in Terrasanta) alcuni Angeli trasportarono la Santa Casa da Nazareth a Loreto per non farla cadere in mano mussulmana, e in quella magica notte, durante questo viaggio la Santa Casa passò sopra la città di Atri e i fuochi servirono per illuminare e guidare il percorso degli Angeli.

In passato ad Atri si accendevano i fuochi per il rito dei faugni anche all’alba del 13 dicembre per festeggiare S. Lucia, protettrice della vista (festa organizzata dai maestri ferrai) e il 4 dicembre per S. Barbara, protettrice dei minatori ed artificieri (questa era organizzata negli anni dal 1960 al 1970 dai minatori tornati dal lavoro nelle miniere del Belgio) ma oggi è rimasta solo la festa dell’ Immacolata Concezione dell’8 dicembre.

La fase preparatoria dei faugni inizia la sera precedente l’8 dicembre, con l’organizzazione di veglie di preghiera, seguita dall’accensione in piazza Duomo, davanti alla grandiosa concattedrale, di un grosso falò che rimarrà acceso tutta la notte, durante la quale gli atriani si riuniscono all’interno delle case, dove tra cenoni, balli e tombolate, si attende l’alba.

                                              

Verso le 4 del mattino, la gente inizia a recarsi in piazza Duomo e alle 5, dopo il suono della campana della basilica concattedrale, si procede all’accensione dei faugni con i resti del fuoco del falò della notte precedente, ed inizia la processione dei fuochi per le vie dell’antica città di Atri, che quindi acquista un fascino particolare per la cornice storica che accompagna la manifestazione.

 La processione dei faugni termina tornando nel luogo di partenza, piazza Duomo, e la manifestazione si conclude con la celebrazione, verso le 6 del mattino, della messa in onore della Madonna.

Alla sera, tra le 18 e le 19 c'è la processione con la statua dell'Immacolata, splendida statua della Madonna, del 1800, issata su un baldacchino dello stesso periodo (l'altezza è di circa  2 m).

Il tutto si conclude con l'accensione di due pupe, fantocci dalle fattezze femminili, che vengono animati da due persone che si nascondono nell'interno cavo dei fantocci: le pupe danzano al suono della musica della banda e si accendono dei fuochi pirotecnici.

Dopo questo spettacolo,diffuso in tutto l'Abruzzo ma che ad Atri assume una forma particolare per la presenza di due pupe e non una, ce n'è un altro, da terra: i fuochi pirotecnici vengono lanciati da particolari macchinari in legno, e rischiarano il cielo notturno del giorno dell'Immacolata e danno appuntamento all'anno prossimo.

Dal 2006,alla festa dei faugni si è correlata una notte bianca, con l'apertura notturna di tutti i bar, locali, pubs, musei e alcune chiese. Vi possono essere anche concerti, come è accaduto nell'edizione 2008. Ogni anno la manifestazione richiama una gran quantità di pubblico.

                                        

 (Autore:Ferretti Leondino)

 

 

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                                                                                      Marzo 2010