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stemma di Altopascio.jpg (25054 byte) Lo stemma del Comune di Altopascio è uno scudo con una Tau argentea

Non è ancora bene chiaro se il nome derivi da teupassio (in lingua longobarda teu=popolo, passio=torrente) che potrebbe alludere ad un 'popolo del torrente' (infatti domina il lago di Sesto, la fossa Navareccia e il bosco delle Cerbaie, ampiamente selvagge) o "altus passus". Secondo alcuni,infatti, la trascrizione diversificata "TEUPASCU" o "TEUPASSIO" o simili è dovuta a corruzione barbarica o popolaresca in alcuni documenti prima e dopo l' anno mille ! Successivi documenti, oltre 200, portano la trascrizione attuale.

Le notizie storiche qui inserite sono tratte dal sito del Comune di Altopascio. Nei BOX notizie aggiuntive collaterali nostre.

Chiunque abbia accompagnato qualche forestiero attraverso il centro storico di Altopascio, si è senz’altro sentito dire che, camminando fra quei palazzi di pietra e antichi mattoni, vi è tuttora una viva presenza del Medioevo.
E’ vero. La lunga e gloriosa storia dei frati Ospitalieri del Tau di Altopascio ha conosciuto infatti il massimo splendore proprio nella prima metà del XIII secolo, quando nell’Italia medievale si stavano producendo i più importanti mutamenti: l’emergere delle lotte di fazione all’interno dei vari comuni ed il conflitto tra il Papato e l’Impero, i due poteri forti che, scontratisi fin dal basso Medioevo in una dura sfida che aveva segnato tutta l’età di mezzo, dovevano adesso fare i conti con realtà cittadine sempre più consolidate ed in grado ormai di cambiare profondamente il tessuto politico e sociale dell’Europa.
Altopascio entrò direttamente in questo gioco, subendo pesantemente l’egemonia dei grandi comuni vicini, soprattutto di Firenze; la "città del Giglio", che ambiva infatti alle cospicue ricchezze dell'ordine degli Ospitalieri, tentò più volte di imporre tasse ad Altopascio (il quale, aveva dipendenze anche in territorio fiorentino), non riuscendoci solo grazie alla difesa del Papato che più volte dovette intervenire a favore della Magione.

  • Ma dove affondava le radici il glorioso ordine dei Cavalieri del Tau? Come e perché divenne così importante, in questa fetta di terra toscana a cavallo tra Lucca, Pisa e Firenze?

L’Ordine di Altopascio prese come proprio simbolo il segno del "Tau", che figura anche nella torre. Tale lettera greca evocava, in primo luogo, la caratteristica forma del bardone dei pellegrini, ma, al tempo stesso si caricava anche di altri contenuti simbolici, quali, ad esempio, il richiamo alla croce.
In alcuni sigilli, spesso, il Tau compare anche affiancato alle conchiglie che i pellegrini si procuravano a Santiago di Compostella, sede del pellegrinaggio di San Giacomo; fatto sta che questo segno ebbe una larga eco durante tutto il Medioevo, basti pensare all’uso che ne fece lo stesso
Ordine Francescano.

 Sigillo-cavalieri-del-tau.jpg (14921 byte)

La Tau fu adottata anche da altri Ordini Monastici,il che oggi crea a primo acchito un po' di confusione,in quanto -trovando un simile simbolismo-potremmo essere sviati sulla sua reale appartenenza. Spiega lo Stroppa che  il Tau era un simbolo comune sia ai Cavalieri del Tau, sia agli Antoniani, sia ai Francescani, ma anche ai Templari. O forse c'è soltanto da ristabilire una giusta ridistribuzione del simbolo? I Cavalieri del Tau avevano una croce bianca cucita su vesti nere,si dice come simbolo di purezza,anche se mi è capitato di trovare una TAU rossa a Lucca,proprio nello stemma della loro antica mansioneLucca-(157).jpg (57908 byte)...La Tau dei Cavalieri di Altopascio è inoltre diversa dalle altre,perchè la parte verticale della T termina a punta,come un chiodo infisso o come la croce di Cristo piantata nella roccia. Non mi pare che altri ordini l'avessero simile.Potrebbe essere un chiaro segno 'distintivo,questo.



Tutt’oggi non si conosce con esattezza l’anno di fondazione dell’ordine ospitaliero dei Cavalieri del Tau, in quanto manca il documento inerente all’istituzione dell’ospedale, la cui prima attestazione ci perviene da un atto di donazione risalente al 2 agosto 1084, in cui si fa riferimento ad un ospizio ubicato in
loco et finibus ubi dicitur Teupascio. Comunque già intorno al 1080 o negli anni immediatamente seguenti era di certo già nata tale struttura ospedaliera, se è vero che in una bolla del 1154, papa Anastasio IV, fa riferimento a precedenti decime concesse all’ospedale di Altopascio dal vescovo diocesano Anselmo, il quale è da ravvisare nella figura di Anselmo II (che fu infatti a capo della diocesi di Lucca dal 1073 al 1081). Già ai tempi di Anselmo il canonista esisteva dunque l’ospedale, il quale, ricevendo fin da allora concessioni vescovili e donazioni di terre da parte di privati, si trovò, nel volgere di pochissimi decenni, a detenere e gestire un immenso patrimonio fondiario che lo portò ad essere, nell’estimo diocesano del 1260, la più ricca istituzione ecclesiastica lucchese, con una rendita annua pari a 6700 lire. E se era peraltro diffusa già nel 1100 la voce che la fondatrice dell’ospedale fu Matilde di Canossa, non vi sono prove per sostenerlo, anche se la Marchesa aveva una sontuosa villa nella vicina Vivinaia, oggi Montecarlo.


Su chi materialmente invece istituì la primitiva struttura ospedaliera, niente ci è dato di sapere in modo preciso, se non la leggenda che vuole la sua costruzione opera di dodici cavalieri lucchesi, numero suggerito allora da quello degli apostoli per la fondazione di chiese, ospedali ed ospizi per pellegrini.
Di certo si può solo affermare che l’ospedale di certo già esisteva nel 1084, ipotizzandone la nascita tra il 1073 ed il 1081.
Essendo poi l’ospedale riferito quasi esclusivamente ai pellegrini e ai poveri che si trovassero a passare per Altopascio, fu dedicato a S.Jacopo, il
pellegrino per antonomasia, a cui furono affiancati S.Eligio e S.Cristoforo.

                                      sigilli.jpg (146131 byte) Sigilli dell'Ordine dei Cavalieri del Tau di Altopascio(LU)

  • Se uno degli elementi più importanti della religiosità medievale è costituito dal Pellegrinaggio, ciò è reso palese anche dalla presenza di strutture di assistenza e di ricovero per i pellegrini lungo le direttrici principali degli itinerari santi del tempo (Roma, Gerusalemme e Santiago di Compostella), dove tra l’XI ed il XII secolo nascono e si sviluppano i luoghi dell’ospitalità, vere e proprie premesse ai "luoghi della fede".
  •  In Altopascio, lungo la Via Francigena, si consolidò uno dei centri ospitalieri più importanti dell’epoca, dove l’ospitalità fu missione di un Ordine Religioso Cavalleresco, che fece di questa sede un luogo dove l’accoglienza e l’assistenza erano fornite secondo dettami rigidi e scientificamente stabiliti.
    La Regola impartiva disposizioni sull’alloggio dei viandanti, a seconda del censo, della malattia e delle esigenze di ciascuno; sul nutrimento degli ospiti e sulle loro cure. A testimonianza di ciò la Regola disponeva la presenza fissa nell’ospedale di quattro medici e due chirurghi laici (la chirurgia era infatti vietata ai religiosi) ben preparati, in grado di compiere l’esame delle urine ed altri accertamenti clinici, ferrati in ortopedia, medicina interna, nonché nella preparazione di medicinali, soprattutto sciroppi ed unguenti. Questi medici dovevano infatti saper affrontare le malattie più diffuse a quel tempo (il vaiolo, il tifo, il colera) e tutte le patologie più frequenti per chi andasse per boschi e strade, ovvero: ferite, piaghe e fratture di vario genere.Gli ospitalieri si dividevano in
    frati sacerdoti, generalmente tre nella casa madre, i serventi o pappini, i laici con compiti ben definiti e le sorore, donne con funzioni di infermiere. Tra i loro compiti, oltre alla cura delle anime bisognose, vi era il ripristino e la manutenzione delle strade, la costruzione di ponti e la coltivazione dei terreni.
    La Regola dei frati inoltre era molto eloquente in termini di disposizioni sulla deontologia professionale del medico: questi doveva essere profondamente motivato, mosso da forte senso del dovere, attento all’aspetto umano e non soltanto a quello clinico del malato a cui veniva a trovarsi di fronte.
  • Dopo la paura ancestrale di fine millennio e la conseguente rinascita spirituale che ne seguì, l’XI secolo si caratterizzò fortemente per il pellegrinaggio, pratica fondamentale nella religiosità dell’età di mezzo. Un numero sempre più crescente di pellegrini si riversò sulle direttrici che conducevano ai luoghi - simbolo della Cristianità medievale: Gerusalemme, Roma e Santiago di Compostela.
  • Il pellegrinaggio costituiva, per l’uomo medievale, la ricerca intima della Fede, l’esperienza del distacco da tutte le sicurezze terrene, il cammino verso il Regno dei Cieli: non significava soltanto volontà di espiazione dei peccati tramite le fatiche del viaggio, ma percorso personale di incontro con Dio, ovvero slancio verticale dell’anima verso di Esso nella dimensione itinerante del pellegrino, di colui che cerca e cammina.
    Chi tornava dall’esperienza del pellegrinaggio era tenuto in grande considerazione da parte di tutta la comunità che lo riaccoglieva, in quanto portatore di uno stato di grazia particolare, acquisito dal valore del cammino e dall’essersi sradicato volontariamente dai propri affetti e dalla propria realtà.

 

 Via-Francigena-Canterbury-R.jpg (93717 byte)http://www.francigena.ch/index.php?id=it-maps

Vedasi anche altri percorsi: http://www.francigena.ch/images/CartePelerinagesEurope.gif

Pellegrinaggio in Europa
L'itinerario della VF è stato descritto da un archivescovo di Canterbury, Sigerico, al suo ritorno da Roma nel  X sec. http://www.francigena.ch/images/Sigeric990.jpg

 http://www.francigena.ch/docs/Sigerico-Trascrizione.html  manoscritto originale e della sua trascrizione dal latino, con l'elenco delle tappe del suo viaggio. I nomi dei luoghi del X sec.tradotti in nomi attuali. 
Come si noterà,gli Ordini Monastico Cavallereschi avevano proprio su queste direttrici le loro mansioni,gli hospitali e le chiese annesse.Nella cartina seguente,l'organigramma di quelle Templari in Italia.Organigramma Templare.jpg (87080 byte) Tratta da 

 http://www.osmth.it/ORGANIGRAMMA.htm

Anche i Cavalieri di Altopascio avevano le loro magioni sulle stesse direttrici e sicuramente in zone analoghe.E'naturale che al seguito di queste confraternite vi fossero abili costruttori e manovalanza di vario tipo.

Altre notizie sull'utilizzo della Via Francigena  http://www.parrocchiadimedesano.com/DATA/la_storia.html

Ciò che rimarco è che i Longobardi diedero grande impulso a questa Via fondamentale."A sud dell'Appennino tutta la Liguria rimane bizantina sino al 642 d.C. quando Rotari occuperà tutte le città da Luni al confine con i Franchi. Il risultato di questa divisione è che per i Bizantini l'asse principale dei loro spostamenti rimane la Ravenna- Rimini- Roma, mentre per i Longobardi il punto d'arrivo a sud dell'Appennino viene ad essere Lucca".E' un caso che Rotari fu il re dell'Editto in cui faceva leggi per i Maestri Comacini quali loro ufficiali costruttori, fecondissimi anche in epoche più tarde  in Toscana e nella fattispecie in Lucca?

        

  • La Via "Francigena", o "Romea" è una delle strade più antiche d’Europa e divenne importante dopo la fine della dominazione longobarda quando, sotto Carlo Magno Imperatore, venne ad assumere le caratteristiche di una strada di grande circolazione; questo grazie al fatto che per i Franchi il collegamento con Roma era di fondamentale importanza, in quanto essi necessitavano di una arteria che potesse sostenere un certo volume di traffici e garantisse sicurezza. Proprio in quegli anni la strada cominciò ad essere chiamata "Francigena", con chiaro riferimento alla Francia, che, in epoca medievale era identificata con un territorio molto più ampio rispetto a quello attuale. La Francigena perse quindi sempre più l’aspetto di via secondaria che aveva nell’alto Medioevo, divenendo a poco a poco la strada del pellegrinaggio per antonomasia, la via battuta da viandanti e pellegrini alla volta delle mete più significative della Cristianità.
    Tale via prendeva origine da terre lontane quali la Galizia, le Fiandre, la Britannia e da questi luoghi seguiva un lungo itinerario alla volta di Roma; da questo l’altro appellativo "Romea". Prima di essere identificata con questo nome, fu nota per secoli anche come "via del Monte Bardone" (attuale passo della Cisa) e
    costituì l’arteria viaria principale di collegamento tra le terre dell’Italia Settentrionale e la sede del Papato. Tale strada, dopo aver varcato il passo del Moncenisio e la Sagra di San Michele della Chiusa, procedeva alla volta di Torino, Vercelli, Pavia e Piacenza, deviando poi, oltrepassato Fornovo, alla volta del valico appenninico di Monte Bardone appunto; da qui, attraversato l’abitato di Pontremoli, si spingeva in Lunigiana (toccando Villafranca, Aulla, Sarzana, Luni), in Versilia (attraversando Pietrasanta, Camaiore) e, per quel che ci tocca più da vicino, nella città di Lucca (meta di pellegrinaggio del Volto Santo), dove, entrando dall’attuale porta S. Donato, ne usciva poi da porta S. Gervasio, alla volta di Porcari. Da questo centro la strada seguitava verso l’ospedale di Altopascio, il più rappresentativo dell’intero percorso viario, oltrepassando poi l’Arno per mezzo del ponte di Bonfiglio (presso Fucecchio) e seguitando in direzione sud alla volta di Castelfiorentino, Poggibonsi, Siena, Buonconvento, Radicofani, Acquapendente, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Sutri, ed infine, Roma.
    La via Francigena fu percorsa, oltre che da pellegrini, mercanti ed avventurieri, anche da personalità di spicco dell’epoca medievale, quali l’imperatore Enrico IV ed il re Filippo Augusto di Francia, reduce dalla terza crociata nel 1191.
  • L’affermazione dell’ospedale di Altopascio e dei suoi Cavalieri fu precoce, ed avvenne in un tempo relativamente breve. Fra la fine del secolo XI e per tutto il successivo, l’ente altopascese beneficiò di numerosissime donazioni fatte da possidenti ricchi e modesti, i quali donavano all’ospedale i loro beni, al fine di guadagnarsi il paradiso o, come nel caso dei conversi, che portando in dote i propri beni, se ne riservavano a vita l’usufrutto e contemporaneamente entravano a far parte, seppur in maniera particolare, della struttura ospitaliera. Divennero così di proprietà della Magione del Tau vasti territori sparsi un po’ ovunque in tutta la zona attraversata dalla Via Francigena, soprattutto nelle Cerbaie, nel territorio urbano e suburbano di Lucca, nella Valdinievole, nel Valdarno, a Pistoia, Prato, Pisa e Volterra, toccando però anche punte al di fuori della Toscana, nella fattispecie a Sarzana, Alessandria, Rieti, nella diocesi di Napoli, di Capua, in Sicilia ed in Sardegna, esattamente nei giudicati di Torres e di Cagliari. 
  •  La gloria ed il lustro di Altopascio valicarono però ben presto anche i confini dell’Italia e i frati dell’ordine fondarono così dipendenze anche all’estero, come nel 1180, quando questi si stabilirono a Parigi, su un terreno posto al di fuori delle mura cittadine, dove ora sorge, appunto, la chiesa di Saint Jacques du haut Pas o in Spagna, dove la Magione annoverava dipendenze ad Astorga, Pamplona e Tortosa o, ancora, in Inghilterra e in Germania.
  A Parigi ho potuto vedere la chiesa di S.Jacques du Haut- Pas

  altopascio-paris.jpg (47609 byte) si trova in rue Saint Jacques,252.A Parigi,i Cavalieri di Altopascio di Lucca avevano un ospedale nel 1180 e una cappella attigua.Tra la capitale francese e il piccolo borgo toscano,c'era dunque uno stretto legame.Una prima chiesa fu costruita nel 1584  mentre l'edificio nelle forme attuale è del 1630.Verrebbe da chiedersi perchè costruire una chiesa a tre soli anni dalla fine dell'Ordine? Forse fu uno scioglimento inaspettato?  Che legame c'era tra Cavalieri del Tau e i Cavalieri del Tempio?Parigi era anche la sede centrale della Commanderia Templare. Qual'era dunque il rapporto tra questi due Ordini,che presentano varie similitudini tra loro?  Però va fatta una considerazione: l'organizzazione dei Templari è più tardiva di quella dei Cavalieri del TAU,e questi sono perdurati molto di più che i Poveri Cavalieri di Cristo. Eppure sono passati in 'sordina'nelle cronache storiche,almeno non hanno una rinomanza come i Templari. Penso che su questi semplici fatti vada fatta una debita riflessione. Sul muro di un'abitazione a Parigi, ho anche trovato una targa su cui è ritratta una conchiglia e l'epigrafe: "En face  de cette maison sur le chemin de Compostelle s'elevait l'hopital Saint Jacques aux pelerins". Credo fosse proprio quello fondato dai Cavalieri di Altopascio..

           

  • Nel XII secolo in particolare poi, l’ospedale di Altopascio, oltre a ricevere cospicue donazioni, si contraddistinse anche come presidio del controllo viario delle zone limitrofe, disponendo i suoi cavalieri soprattutto a difesa e controllo dei ponti. A tal riguardo va ricordato ad esempio, che sotto l’egida del Maestro Martino da Vecchiaia (1108-1146) la Magione ottenne la custodia del ponte di Bonfiglio, nei pressi di Fucecchio (iniziato nel 1135 e fondamentale per l’asse di comunicazione tra la parte occidentale e orientale della Toscana), che fu peraltro ricostruito dal successivo maestro Guido (1152-1160). Diversi furono poi i ponti edificati su fiumi minori (a Castelfiorentino sull’Elsa, a Pontremoli sul Taro).
    Il XIII secolo fu anche il periodo dell’abbellimento e dell’ampliamento delle strutture ospedaliere, basti pensare al campanile, ultimato nel 1280, che dall’alto dei suoi 51 metri costituiva un segno visibile di speranza e conforto per tutti i pellegrini che transitavano nella zona paludosa delle Cerbaie, orientati anche dai rintocchi della "Smarrita", una campana fatta costruire nel 1325 da Lazzaro Saggina. Nella chiesa della Magione prestarono la loro opera anche artisti di fama, come scultori della scuola di Guglielmo, che negli stessi anni lavorò a Pisa presso la fabbrica del Duomo.
  • Il luogo dove ora sorge la zona industriale di Altopascio, che si estende attorno al grosso casello dell’autostrada, era in origine fittamente boscoso. Era attraversato dai pellegrini che giungevano dalla vicina Valdelsa, e che erano richiamati all’ospedale dei Cavalieri del Tau dalla "Smarrita", campana posta sulla torre di Altopascio nel 1325 per iniziativa del maestro Lazzaro Saggina; il suono della campana era una sicurezza per chi si trovava a passare per quei posti e costituiva il segnale che si era nelle immediate vicinanze dell’ospedale, dove poter passare la notte o farsi curare.
    Ancora oggi, in occasione della festa di S.Jacopo, il 25 luglio, quest’antica campana spande i suoi rintocchi all’imbrunire, ricordando la gloriosa storia dei frati ospedalieri di Altopascio.

  • La prima metà del XIII secolo rappresentò il massimo fulgore dell’ente altopascese che, sotto la guida del Maestro Gallico, vide ampliare notevolmente i propri possedimenti, consolidando così ulteriormente il proprio potere; alla morte di Gallico l’ospedale risultava l’istituzione più ricca di tutta la diocesi, forte di dipendenze e proprietà diffuse.
    Con il XIV secolo e la fine del rettorato di Amato (1296-1305) si avvertirono i primi segnali di decadenza della Magione: vuoi e per un’oggettiva difficoltà di gestione delle proprietà fondiarie, vuoi per un’indubbia decadenza della Via Francigena, ma soprattutto, perché, da lì a pochi anni, Altopascio si trovò al centro del conflitto toscano che vedeva contrapporsi le città di Pisa, Lucca e Firenze.
    Il tramonto è ben rappresentato dall’attività dell’ospedale in concomitanza dei Giubilei del 1300 e del 1350. Se all’inizio del XIV secolo questo infatti, pur tra qualche difficoltà, era ancora fortemente attivo, per l’Anno Santo di metà secolo invece si trovò addirittura costretto a chiedere un prestito per riuscire ad accogliere i pellegrini che passarono nei territori limitrofi.
    Questo perché l’ospedale aveva, nel frattempo, subito due contraccolpi micidiali: il primo, venticinque anni prima, vale a dire il 23 settembre 1325, quando divenne teatro dello scontro tra l’esercito fiorentino e quello lucchese-pisano, guidati rispettivamente da Ramondo Cardona e Castruccio Castracani, con vittoria di quest’ultimo e quattordici anni più tardi, nel 1339, allorquando Firenze riuscì a riconquistare lo stesso Altopascio e i castelli della Valdinievole.
    Una volta divenuto a tutti gli effetti possedimento fiorentino, con la Via Francigena privata della sua importanza strategica, del glorioso passato della Magione non rimaneva ormai che un flebile ricordo.
    Questa addirittura, nel 1363, in piena guerra tra Firenze e Pisa, fu provvisoriamente occupata dai pisani e incendiata.

  • Il sempre più deciso affermarsi delle potenze comunali aveva ormai disgregato gli equilibri precedenti che si reggevano sulla dicotomia Papato-Impero, e si annunciava così, fra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400, una fase in cui la concentrazione della ricchezza e del potere nelle mani di una nuova aristocrazia mercantile favoriva sempre più il consolidamento delle Signorie, che si stavano evolvendo in istituzioni stabili ed ereditarie, in veri e propri Principati.
    La grande crisi è palese in Toscana: lo sviluppo delle campagne frena e, parallelamente, si rafforzano invece i centri urbani. Anche Altopascio viene coinvolto dal turbine degli eventi; dopo essere stato teatro di scontro nelle guerre regionali tra Firenze, Pisa e Lucca, più volte assediato e conquistato, vide nel 1437 (allorquando Firenze conquistò Montecarlo) ridurre drasticamente la propria rilevanza strategica, che cessò del tutto quando, scomparso Cosimo I, terminarono anche le mire di predominio su Lucca. L’Ordine, intanto, era passato sotto l’autorità di maestri laici come Giovanni di Piero Capponi (1445-1447) e Guglielmo Capponi (1447-1415).
  • Finita l’attività ospedaliera, resta florida quella agricola. La fattoria si distingue per produttività, e si modifica sul piano architettonico secondo le nuove esigenze: si demoliscono un certo numero di abitazioni per aprire una piazza grande, e viene edificato un complesso di silos al fine di poter raccogliere la produzione di granaglie (sono tuttora ben visibili i coperchi dei suddetti silos sul terrazzo della Biblioteca Comunale).
    Sul finire del ‘700 però il quadro cambia: sulla spinta della riforma agraria il Granduca inizia a vendere la fattoria a privati cittadini, ed inizia lo smembramento; il fatto darà impulso ad un aumento della popolazione che sarà sensibile soprattutto nel secolo successivo, quando Altopascio, nel 1881, diviene comune autonomo (era fino ad allora parte del Comune di Montecarlo).
  • Altopascio è oggi un importante comune della Provincia di Lucca, anche se appartiene geograficamente al lembo più estremo della Valdinievole: la caratteristica di centro viario a cavallo di più territori, se lo ha reso famoso soprattutto nel Medioevo, continua ad essere elemento connotante di Altopascio. Posto infatti fra le province di Lucca, Pistoia, Pisa e Firenze è centro urbano di grande rilievo: smista il traffico attraversante un ambito territoriale che va dalla Garfagnana alla Valdelsa, e si distingue per una fiorente attività economica di industria e di commercio, con un settore terziario anche avanzato in grande espansione, e con la produzione di un pane davvero famoso.
    Il territorio del Comune comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Spianate, Marginone e Badia Pozzeveri, per una popolazione complessiva di qualcosa in più di diecimila abitanti.
  • ALTOPASCIO
    CHIESA DI S. IACOPO MAGGIORE (Chiesa dei Cavalieri del Tau)

    Vero gioiello del XII secolo di struttura fondamentale romanica che, per alcuni studiosi, è integrata da un richiamo architettonico europeo, con riferimento a stili spagnoli ed alle architetture arabo-musulmane, alla Sardegna e alla Sicilia. Per necessità di culto vi fu accorpato un ampliamento costruito nel 1827-30, che ha ridotto il gioello di stile romanico-lucchese a poco più di un transetto della Chiesa parrocchiale. Il Santo patrono principale è S. Iacopo Maggiore, che era appunto il protettore dei Cavalieri del Tau, insieme ad altri due compatroni minori: S. Egidio o Eligio e S. Cristoforo, tutti considerati protettori dei viandanti e pellegrini. 
Lo stile della chiesa ricorda molto alcune chiese della città di Lucca in cui hanno lavorato i Comacini.


Il complesso degli Ospitalieri ad Altopascio

 L'ordine fu soppresso definitivamente nel 1587 per opera di Papa Sisto V ed i suoi beni furono ceduti alla Milizia di Santo Stefano creata al gran Ducato di Toscana.

  • Per altre info sull'Ordine dei Cavalieri di Altopascio o del TAU:

- Andrea Guerzoni "I Cavalieri del TAU di Altopascio": http://www.mondimedievali.net/pre-testi/guerzoni.htm

- http://www.toscanainsolita.it/local/ploc2.php?epid=13

- http://www.altopascionews.it/cavalieri.html

- http://www.associazioneviafrancigena.com/default.asp?s=51&o=778

 

 

 

 

  • Per una Bibliografia sulla Via Francigena:

                http://www.francigena.ch/docs/biblio.html

                 http://www.associazioneviafrancigena.com


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Tappe sulla via Francigena in territorio senese

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