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                                                                      'IL SOLE ALATO RITORNA'

                                                                   "IL CACCIATORE DI GIGANTI"

                                                                              (di Alexandra Celia, T.P.)

Il secolo appena trascorso, è stato funestato da  due tangibili eventi, che portarono morte, distruzione, mortificazione, angosce, su gran parte del pianeta terra. Il riferimento è chiaro, si tratta storicamente delle due Grandi Guerre Mondiali, 1915/1918; 1939/1945. Situazioni terrificanti, poiché cancellano eticamente e moralmente valori umani, modificando per sempre, l’assetto spazio/temporale di molti componenti socio -politici -umani. Ma, se per un verso tutto questo è motivo di amarezza, sofferenza, indicibilità, dall’altra si assiste ad avvenimenti culturali singolari, spesso ispirati dall’arcano vento della conoscenza, che come sottile fluido emerge dalle terrestri linee, per manifestarsi in tutta la sua consapevolezza e grandezza. Uomini, che con la loro sensibilità, nonostante vivono i tristi luoghi teatrali delle guerre, sono visibilmente attratti da alternativi impegni in ambito delle svariate scienze -  accademiche, come paralleli studi-ricerche in diverse aree disciplinari, dai molteplici contenuti -  come per esorcizzare la terrificante realtà vissuta tra il doloroso esistere, e l’incombente pericolo di  vita! Ricercatori intimamente attratti dal recupero e riscoperta di antichissimi saperi, ormai perduti nella notte tenebrosa dei trascorsi tempi storici.

Geniali investigazioni in sfere conoscitive insolite, inusuali,  il penetrare echi di enigmi occultati tra cielo e terra, che erano in attesa di chi li trovasse, scoprendoli ad una  rinata identità del sapere e della conoscenza. Come un recupero di messaggi celati sotto o tra antiche pietre, o negli oscuri meandri di ‘Madre terra’, la dea Gea, o sepolti nei fondali marini, nel silenzioso divenire della ciclicità vitale. Un fuoco mai spentosi, di un vulcano d’antica memoria che, solamente sopito, attende ‘colui’ che lo ridesti a ‘nuova rinascita’, per alimentare le fiamme di quello che si crede solamente perduto per sempre. Ma, che in verità è rimasto costantemente sotto gli occhi di tutti,  assolutamente visibile ai pochi ‘eletti’.

 Forse, riconoscibile  ad un solo ‘eletto’, tra gli eletti! Corrono gli anni della Guerra del 1915-'18, tristi momenti del vivere umano, delle trasformazioni politiche, come della tecnologia che sta evolvendosi rapidamente, proclamando un nuovo secolo che guarda alla materia più che allo spirito. Ed è in questo contesto storico che nasce la nostra particolare  indagine.

L’aviazione italiana, ha un suo eroe nel pluridecorato Colonnello Costantino Cattoi, che vede i natali nella seconda metà dell’800. Fin da giovanissimo dimostra la sua inclinazione per il volo, e per i misteri che lo circondano. Una viva e spiccata intelligenza che manifesta anche attraverso la personale passione per il disegno, per le antiche civiltà, osservate con un’ottica nuova, forse pionieristica, sicuramente inusuale per i suoi tempi oscuri. Ma, questo lo scruteremo  successivamente.

La guerra degli anni ’15-18 lo vedono, come si diceva, impegnato sul fronte italiano in difesa della patria. Fu proprio durante uno dei suoi tanti voli  di perlustrazione aerea, che il Cattoi, osservando le dure rocce degli alti monti, come un falco che libra dolcemente il suo volo,  nota con meraviglia e stupore che strane linee, strane forme  rendono il paesaggio rupestre insolito, quasi magico, impensabile fino a quel momento.  Un mondo diverso si apre ai suoi occhi attenti e alla sua mente che indaga la realtà con prospettive magiche, immergendo il suo intelletto in un tempo lontanissimo, antichissimo, dimenticato dalle civiltà. Quasi che lo vedesse ora, presente come se nulla fosse mai mutato dal principio degli accadimenti spazio-temporali.

Cosa vede il Colonnello Costantino Cattoi? Dalle ali del suo aereo, mentre dolcemente sorvola  le candide nubi che a tratti celano il suo velivolo agli occhi dei nemici?

Anno Domini 2000, in una città della Toscana, in un giorno di primavera del nuovo secolo, in una soffitta, qualcuno curiosamente apre un vecchio baule polveroso. Emozione e desiderio di scoprire ben presto, quel tesoro dimenticato dal tempo, e dagli interessi frettolosi degli umani pensieri.

Un ripercorrere tempi sfuocati, un ritornare nel trascorso secolo, così vicino, ma già così lontano, quasi anni luce da noi. E’ il Dottore M. Martinelli,   che ora ha tra le mani  un misterioso fascicolo, dai tenui sbiaditi colori, legato con un nastro di seta azzurro. Cosa contiene l’enigmatico documento? La meraviglia agita la mente di Martinelli, quando, aprendolo, scopre che vecchie lettere degli anni ’50 erano in trepidante attesa che qualcuno le scoprisse riportandole alla luce, come un prezioso bene. Presto comprende che il padre aveva tenuto un contatto epistolare dal 1955 al 1960, con il Colonnello Costantino Cattoi, il famoso eroe aviatore pluridecorato della Grande Guerra. Ma, per un momento facciamo un salto nel tempo. Nell’anno 1992, a Trento la famiglia Caproni, di Luigi Caproni, inaugura un Museo storico all’Aviazione italiana del periodo 1915-1918, con i vari lavori di fotografia, disegno, planimetrie, scritti concernenti il volo, gli aerei, l’aviazione in genere, o come nel caso di Cattoi le nuove scoperte effettuate proprio da uno dei tanti aerei che hanno fatto la nostra storia. Un Museo che possa fermare il tempo, il genio umano, la grandezza del pensiero e la creatività in tutte le sue sfumature. Ogni cosa per non dimenticare.

Anno Domini 1929, il Colonnello Costantino è in procinto di lasciare la sua amata aviazione,  i suoi amati aerei militari. Un mondo che non rappresenta più il contatto diretto con il cielo, la sua ‘visione alata’ del mondo sottostante. Con l’emozione palpitante,  con i velivoli che  pur essendo elementi metallici, sembrano respirare all’unisono con il suo corpo, rispondere ai desideri del suo spirito libero, senza confini. - Avrà, altre occasioni di salire su di un aereo, anche se sporadicamente, per motivi, come vedremo più avanti, legati alle sue ricerche  per sondare dall’alto la superficie terrestre, celante enigmi! - Ora, si accinge a percorrere una nuova via, nuovi orizzonti si aprono dinanzi alla sua mente, ai suoi desideri, nuovi arcani sogni delineano da lì a breve la sua vita. Quelli che lo sfioravano quando, ancora fanciullo, osservava le dure pietre che molto spesso – ma era allora solo una percezione giovanile –  gli apparivano come volti umani, forme strane, inafferrabili,  zoomorfe!

Incomprensibili sculture, ma chi le aveva realizzate? Perché? In quale epoca? 

Costantino Cattoi, è pienamente deciso d’investigare in quella direzione che propende per essere un’archeologia alternativa, dell’impossibile, del proibito! Unicamente perché non ufficialmente riconosciuta, incompresa, forse solamente dimenticata dalle menti distratte, o troppo recluse dalla materia, e dalle concezioni rigide che molto spesso bendano gli occhi della verità. La giovane moglie Maria, che per altro si dice possieda una forte sensibilità, è una sensitiva del mondo e degli avvenimenti che legge con spiccate doti ESP (acronimo dell’inglese Extra sensory perception), come lo stesso Cattoi racconterà poi al Dr.F. Martinelli padre, in una delle sue innumerevoli lettere, che avremo modo di vedere più avanti. Un vedere Mundus subterraneus, citando il gesuita Athanasius Kircher - lo accompagna costantemente nelle sue missioni esplorative in giro per il mondo, in quei lontani luoghi che occultano antiche verità, segrete conoscenze, trascorsi misteri dimenticati. Sepolti, molto spesso, nei fondali sabbiosi del mare, pur se vicinissimi alla nostra civiltà. Alla nostra esistenza, alle nostre esigenze conoscitive, ad un sapere che potrebbe modificare le 'linee' di vecchi codici, per riscrivere la Storia, le tante storie delle dimenticate civiltà, inclusa quella Italica. Senza dubbio, anche l’Italia vede in eoni lontani dal tempo strani accadimenti. Un probabile 'contatto' con l’altro parallelo mondo? Quali intuizioni muovono le ricerche instancabili e geniali di Cattoi, navigando per le infinite parallele del  mondo?

Anno Domini 2008, inconsuete indagini all’ombra del Colosseo! Scrutando nei libri del Professore Zecharia Sitchin, scopro che molte note, molte sue tesi - che percorrono le pagine degli antichi Sumeri, tra le migliaia di tavolette d’argilla i cui caratteri cuneiformi, riportano l’evidenza di un linguaggio segreto, oscuro, non umano, più che altro unico, speciale, enigmatico. Un dono degli antichi Dei venuti dall’alto? Il sole alato che ritorna?  - sono precorse da quelle di Costantino Cattoi, anticipando di molto quelle teorie che lo stesso Sitchin tempo dopo, renderà al mondo con le sue particolari e singolari opere. Come non citare il ciclo delle Cronache terrestri? Guerre atomiche al tempo degli Dei, Le Astronavi del Sinai, per rammentare solo alcune. Opere tradotte in varie lingue ed oggetto costante di discussioni e dibattiti, di varia natura, se propendere o meno, per le originalissime tesi/idee, che le stesse contengono ed espongono alla cultura ufficiale! O confutare in toto anche quanto, molto spesso, è reso tangibile dall’evidenza delle stesse tavolette sumeriche.

Innegabile verità che chiaramente si  apre alle menti che sanno osservare,  leggere e tradurre dal passato tempo! Echi di uno sconosciuto incontro/contatto della terra, con un ‘altrove’, non ben identificato, ma che forse è stato!

Anche le lettere sanno parlare il segreto linguaggio di misteriosi eventi che segnarono e segnano le relazioni umane, nei vari secoli. Infatti, non a caso alle lettere epistolari sono, da memoria storica, affidati segreti, concezioni innovative, rivoluzioni nei vari campi scientifici e tecnologici. Sempre, le stesse, decidono per un percorso del fato, o del Karma, di riemergere dai siti bui che li nascondono, per rivelare al mondo nuove verità, nuovi tragitti d’investigazione, antiche e sempre nuove teorie. Si, ma quali?

Grosseto nell’anno 1958 La cronaca degli anni 50/’60. Cattoi si trova a Santa Liberata, nel mese di Luglio, quando – dopo un precedente incontro di natura diplomatica – comincia a scrivere delle lettere – che formeranno un nutrito epistolario, ed un interessante dialogo culturale – al Dr. Martinelli padre, che vive a Carrara, cultore profondo di varie scienze, ed esoterista. Infatti, la prima lettera che appare sotto gli occhi di Martinelli figlio, nell’Anno Domini 2000, riporta la data del 21 Luglio 1958.

Da subito, sfogliando  il corpus epistolare, risalta l’evidente natura scientifica ed archeologica delle stesse. Ma, ancor di più, un intrecciarsi di rapporti tra vari studiosi, di fama internazionale, che tentano all’unisono di recuperare antichi dimenticati valori, nell’ambito della archeologia alternativa, o proibita. Dicevo, poc’anzi, che il Cattoi tiene relazioni culturali e di ricerca con studiosi del tempo, come il danese Wilhem Wanscher, il famoso George Hunt Williamson, che tra le molte sue ricerche indirizza le ipotesi di Cattoi oltre frontiera, venendo a confermare quanto lo stesso Colonnello presupponeva dalle sue trascorse investigazioni. I due studiosi giungono ad una sbalorditiva tesi, fondata su scrupolose ricerche in sito, e da rilevamenti fotografici da aerei fatti dallo stesso Cattoi fin dal 1915/1918, che si protraggono per venticinque anni d’intensa e accurata indagine, senza tralasciare il minimo indizio.

 Qual è dunque, questa sorprendente tesi?

E’ presto detto, Cattoi è pienamente convinto che l’area della Toscana comprendente le zone dell’Argentario, di Ansedonia e Monte Amiata, siano stati fulcri, punti di ‘contatto’, in un remotissimo tempo. Forse appartenente all’Atlantideo mito? Tra le linee della lettera è palese quanto appena detto:

"[…], perchè sono questi  i tre caposaldi toscani, che dimostrerebbero il centro da dove sono partiti i "Messaggeri divini", per portare in Egitto, in Asia e nel Perù, le ‘lettere’ sacre. Le nozioni di agricoltura, di scienza, e l’arte. E’, per questo motivo – così scrive Cattoi al Dr. Martinelli padre – che il Williamson, è partito dal Perù per giungere in Italia, confermando la tesi….”.

Un episodio questo, che diventa storia, cronaca della realtà Toscana. Un incontro tra studiosi appannaggio del diritto di cronaca, come la Nazione, organo ufficiale di stampa, riporta in più giornate, e che lo stesso Cattoi riferisce nella sua al Martinelli. Dunque, tra il 24 Luglio e il 17 Agosto, la Nazione riporta dell’avvenuto incontro pubblico tra il Colonnello Cattoi e lo studioso W. Williamson, che pone il mondo dell’archeologia dinanzi a forti enigmi, quesiti, dubbi infiniti. Incerte verità? O dubitabili certezze? Incisivamente l’incontro tra i due ricercatori è di natura arcana, dopo la pubblica rivelazione, è insito un segreto, esoterico incontro, per definire di più e meglio, la natura alquanto insolita della scoperta e di strane, incredibili teorie! Leggendo oltre, nella missiva citata, il Cattoi manifesta al Martinelli, la gioia di aver trovato nel Williamson  una valida conferma a quanto egli stesso anelava da tempo rendere pubblico:

 “… Io la informo – rivolgendosi al Martinelli – del giorno esatto dell’arrivo di Williamson. Ma, se ha seguito la Nazione, del 24 Luglio, come del 14 e 17 Agosto (nonché appreso da notiziario radio), che già un primo contatto ho avuto con lo studioso. In occasione di una prima escursione all’Ansedonia, Williamson ha verificato: che la misteriosa civiltà di TIUHANACO, è di origine italica-tirrenide-atlantidea…”.

Teorie all’avanguardia, di natura futuristica? O un ridestare e richiamare  le antiche dimenticate cronache? Cronache di un 'parallelo', sconosciuto esistere, sepolto nei fondali del cielo?

In recenti tempi storici, il pensiero indaga la natura misteriosa delle cose che circondano l’umana esistenza. Forze misteriose, sconosciute circumnavigano la terra, emettendo energie d’occulta origine! Il Colonnello Cattoi, ha scoperto, fin dai tempi della Guerra del 15-’18, che la terra è attraversata da linee di forza magnetiche. Alcuni punti d’incrocio di tali linee di forza furono scelte dai sacerdoti per la costruzione dei Santuari. Cattoi,  scopre che in corrispondenza di tali santuari – per la maggior parte distrutti dal tempo e dall’incuria umana -  si trovano ingressi di gallerie che, in passati tempi, conducono a sotterranei templi – che sia l’affascinante mondo sotterraneo di Agharti, di cui miticamente si parla?  Quasi tutti comunicanti  tra loro, anche se situati su continenti diversi.

Per alternativi studi, giunge a teorie similari, Nicola Tesla (1857-1943), scienziato profondo e mai pienamente riconosciuto nelle sue ricerche, studi, innovazioni. Indagini volte alla scoperta e comprensione di campi magnetici alternativi e inesplorati, tuttavia gravitanti nella e intorno alla terra. In sintesi, fonti diverse di energie, che provengono dalla notte dei tempi! Nel 1898, Tesla nel suo laboratorio a Colorado Springs, constata che il suo trasmettitore riceve un segnale che si ripete continuamente. Affermando così di aver ricevuto un 'segnale' dallo spazio. Che tipo di segnale effettivamente cattura Tesla? Trattasi, forse, di un remoto suono emesso da antiche civiltà? Oppure, il fortuito incontro, se brevemente, con il ‘parallelo altrove’?

Ma ritorniamo al nostro Cattoi. Il quale era un convinto assertore che in un passato remoto fosse esistita nel Tirreno un’enorme isola, che riuniva la Sardegna, la Corsica, e le Baleari. E’ il 1954 ed egli effettua con entusiasmo, ricerche tra le rovine nell’area di Orbetello. Ben presto, analizzando reperti di  vecchie mura cittadine di origine italica, scopre che Orbetello faceva parte della  misteriosa Tirrenide. I suoi interessi per l’area sono immediati, come notevole il contributo datogli dalla moglie sensitiva, Maria  – come ho avuto modo di citare – che dicesi vedeva sotto terra come ad occhio nudo.

Un episodio saliente, riportato in una delle lettere (epistolario C. Cattoi, Ottobre 1958),  descrive di un alquanto anomalo e strano accadimento vissuto dalla moglie del Colonnello. Si trova, Maria, nella Grotta Azzurra, a Capri, quando ad un tratto, comincia a vedere fasci d’intensa luce, come raggi il cui calore emanato, giunge ad ustionare il suo corpo. Vivendo, così, contemporaneamente due tempi storici? Due eventi in parallelo? Di conseguenza, costretta ad un ritiro forzato nella sua camera d’albergo, per curare le ustioni riportate!  Si comprende bene, com’egli – il Cattoi -  fosse soprannominato il “cacciatore di giganti”, poiché viene a sostenere che Tirrenide è stata abitata dai Ciclopi – di omerica memoria -  e successivamente da Pelasgi, antenati degli Etruschi. Il cui Re Tirreno da, per conseguenza, il nome al mare. In tarda età Cattoi è intento sempre nelle sue investigazioni, quando scopre  di aver localizzato tre delle città tirreniche situate tra Porto Santo Stefano, e Isola del Giglio. Ma, purtroppo la morte giunge a reclamare il suo eroe, prima ch’egli potesse ottenere finanziamenti statali, per intraprendere le tanto sospirate ricerche nei luoghi da lui citati, da effettuarsi con esplorazioni marine.

Contatti negli anni  ’50.  Senza dubbio gli anni ‘50/’60, rappresentano e sono  per il Cattoi i momenti più consistenti dei suoi appassionati studi. Come non ricordare le sue costanti relazioni con  lo studioso Daniel Ruzo, grande esoterista, conoscitore del mistero, massimo esploratore peruviano con analisi e scoperte specifiche in Marchahuasi, studiato e mappato, nella cordigliera delle Ande (Perù), a 3800 m di altitudine. Con il citato Williamson – che paragona le sculture rupestri di Ansedonia, a quelle scoperte da Daniel Ruzo. Infine, pur non essendo stato in Carrara, e sulle Apuane, ritiene che tale area sia l’Apu-an. La cui etimologia definita dagli studi di Wilhem Wanscher, significa: “Il Sole alato ritorna”  - con il destinatario delle lettere F. Martinelli, cultore attento anch’egli di archeologia dell’impossibile, mecenate delle stesse rivelazioni, come delle inusuali ricerche.

Molte verità celate tra le suonanti pietre. Sono molti gli studiosi  del settore 'Archeologia misteriosa', o proibita,  sostenitori di una singolare ipotesi che propende l’Italia essere  - tra le tante arcane terre – in passati tempi, sede o centro importante delle sculture rupestri di dimensioni gigantesche e, per conseguenza, della remotissima civiltà che le ha poste in luogo e atto! Quale civiltà? Quando, tutto questo, accadde? Un interesse, una totale immersione, profondi pensieri, che presero totalmente l’attività di scopritore di Cattoi, in particolare da quando nel 1929 lascia l’aviazione per la sua passione di sempre, riportare alla luce e alla conoscenza degli uomini, quanto la terra e il mare segretamente celano, e che rivelano ad occhi attenti. Si, parliamo esattamente di sculture rupestri, di megalitiche opere d’arte, i cui autori rimangono, però, tra le coltri nebbiose delle sconosciute verità, o civiltà. Tra le molte, anche la perduta civiltà italica dei megaliti. Le pietre che emettono sonore onde? Di natura magnetica? Cosa ipotizzare? Sono il mezzo per entrare in contatto con il mondo alieno? O, le stesse  pietre, comunicano codici agli umani, dotati di capacità ESP?

Un campo di studi senza dubbio affascinante, che s’introduce in molteplici canali di lettura interpretativi. Una, potrebbe propendere – ma è da verificare – per un prodigioso intervento da un misterioso ‘altrove’, che in un tempo sconosciuto creò simili opere d’arte. Sinotticamente, potrei collegarmi al pensiero di Zecharia Sitchin – Baku 1920 –  il quale sostanzialmente riassume tutta la sua cospicua produzione letteraria, in una sola definizione: “Teoria dell’antico astronauta”, come spiegazione dell’origine dell’uomo. Egli attribuisce la creazione della mitica cultura sumera, ad una razza aliena, meglio definita come Nephilim  - presenti nella Bibbia -  secondo la lingua ebraica, e Annunaki, secondo l’idioma sumerico. Una razza proveniente dal pianeta Nibiru, del sistema solare,  dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni, presente nella mitologia babilonese. 

Nella notte tenebrosa della storia.  Alcuni ipotizzano che, l’impero di Atlantide fosse formato dall’unione di Sardegna, Corsica, nonché la penisola italica con annessa la Sicilia, forse Malta compresa. In quanto colonie che mantenevano strette relazioni tra loro, e potenziavano la cultura del grande impero atlantideo. Interessante ricordare quanto nel 1956, lo studioso Rogers Grosjean della Recherche scientifique di Parigi, scopre nel sud-ovest della Corsica, numerose statue gigantesche, la cui bellezza e importanza rendono quell’isola  - per arte e technè – sul piano dei principali centri d’arte preistorica europei. Giuliano Romano, nel suo volume Archeoastronomia,  rimanda l’evidenza che esistono molte grandi “stazioni astronomiche”, neolitiche nel Triveneto, in Alto Adige, sui Colli Joben e San Pietro, a Castello di Godaco e a Oderzo. Ancora, a Veronella Alta e Mel vicino Belluno. Ma la nostra storia parla il linguaggio degli inizi del ‘900, e Cattoi è il regista di un teatro senza confini. Poiché le scoperte, in questo settore così particolare, più rinomate e sostanziose sono le sue. Le fotografie, rappresentano il mezzo fondamentale, diretto per comunicare al mondo una realtà, qualcosa che oltre l’ipotesi, è oggetto di visione. E lo studioso ferma, per sempre, le immagini, le raffigurazioni rupestri, bloccando il tempo, creando quasi uno stargate tra il presente ed il passato, in cui tutto questo è avvenuto. Miriadi di grandi monumenti si disvelano al suo obiettivo, alla sua mente di cultore e indagatore, monumenti scolpiti nelle italiche montagne. Si, ma cosa rappresentano in verità? Chi ha preordinato simili cose? Qual’è il fine? Un passato storico, o la conquista di un prossimo futuro, a noi ignoto?

In quale segno, direzionare la mente moderna? Sono, con tutta probabilità, simboli, codici, di proporzione titanica, lasciati da qualcuno prima di noi. Si, ma da chi? Quando? Codici di quale intima natura, e cosa rivelerebbero al mondo? Tra queste megalitiche strutture, quelle di Ansedonia – e lo stesso Cattoi parla nel suo carteggio con Martinelli, come visto alla fine degli anni ’50 -  meglio definibili come sculture rupestri, la cui scoperta risale al 1954. La Sfinge Erice custode di una tomba a Trapani nel 1955. Giano bifronte di Pisco Montano, a Terracina, la cui scoperta del 1926 attribuita a Evelino Leonardi, ma, fotografato in assoluto la prima volta da Cattoi.

Lo stupore emerge da un fermo immagine. Nell’osservare le foto che Cattoi scatta durante le sue instancabili ed affascinanti perlustrazioni aeree, esclama con grande stupore: “Menphis egizio, che non sapendo conservare su papiro, i detti magici, l’unico modo fu rappresentare delle potenze espressive. Delle pietre trasformate in sculture” ed ecco, uomini, belve, animali. Poiché la prima scrittura geroglifica è incisa nel  granitico sasso, ecco che in Italia, proprio ad Ansedonia, contempliamo le sue ciclopiche sculture di aquila, elefante, leone, unicorno, tori, dinosauri”. Questo, per meglio definire come una sola unica, grandiosa, immensa  scrittura geroglifica oracolare è stata lasciata, forse donata. Da quei Tirreni che  si diffusero fino in Egitto, e altrove. Al fine, di pianificare le fondamenta delle civiltà di tutti i tempi e luoghi. Un discorso, questo, che devesi completamente annoverare nelle suggestive scoperte di Cattoi – come poc’anzi si parlava -  che hanno intercettato nel Tirreno, nei suoi silenziosi ed oscuri fondali marini, alcune città sommerse, o quanto di esse rimane, di quella ‘civiltà Madre megalitica’, che deposita le sue orme,  impronte nei vari ordini della terra! Tra tutti, maggiormente e incisivamente l’Italia. Perché? L’enigma continua nella sua inesauribile sete di ricerca, di una quanto mai possibile verità, depositata tra le smeraldine linee dei fondali marini, sulle vette di alti monti, o oltrepassando i conosciuti cieli? Albo signanda lapillo

 Al Col. Costantino Cattoi, e a tutti gli

Aviatori, che sono e furono, corona e

Onore, dell’Aeronautica Militare Italiana.

Dedico.

Alexandra Celia (T.P.)

23 Settembre 2008

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