Due byline novgorodesi
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Due byline novgorodesi come specchio di vita vera

 (di Aldo C.Marturano)

  Queste due byline (in russo, racconti popolari dei tempi passati) novgorodesi rispecchiano il mondo reale della città nel periodo intorno al XII-XIII sec. quando era nella sua piena fioritura. In realtà non sappiamo se i personaggi che le byline ci descrivono, siano veramente esistiti in quel periodo, ma se ci vestiamo dello spirito del tempo possiamo vederli, con le loro paure ed i loro desideri e, siccome le loro storie sono composizioni popolari, potrebbero rappresentare persino gli ideali del popolino. Abbiamo dunque a che fare, in una delle due byline, con un rapporto di viaggio di un mercante, Sadkò, che ritorna da molto lontano con successo dopo varie peripezie e l’altra con una serie di imprese di forza e spacconate tipiche, stavolta di un baraccone e “ubriacone”, Vasilii Buslajev.

Dalla bylina di quest’ultimo sappiamo come i pranzi novgorodesi potevano essere veramente epocali. Riportiamo ad esempio, il richiamo dell’amfitrione ai giovani che accorrono al convito affinché mangino e bevano senza ritegno, dicendo (il testo è stato parafrasato da noi):

 

Venite ragazzi alla tavola bella,

Bevete idromele a garganella,

Gustate dolci a profusione,

Ma non fate confusione!

Vi ho portate queste botti

E spero vi bastino per tre notti!

 

 Vasilii Buslajev addirittura mette insieme una druzhina scegliendola fra i ragazzi novgorodesi trascinandoli nella corte della casa di suo padre in vista di grandi imprese. Purtroppo, messa insieme una bella banda, indispettisce talmente sua madre che questa, stanca delle sue bravate, lo rinchiude in una cantina. I suoi amici della banda (druzhina) intanto, a causa delle incaute scommesse fatte da Vasilii si scontrano sul Ponte Vecchio con gli scommettitori, senza che Vasilii appaia, per ben tre giorni! Alla fine Vasilii è costretto a compiere le sue bravate insieme ai suoi compagni di strada fuori di casa, in Terra Straniera. Tornerà a Novgorod cadavere addirittura provenendo proprio dalla Terra Santa, riportato dai suoi per essere seppellito nel luogo dove è nato…

A noi è piaciuta di più quella di Sadkò che, benché ricalchi gli stessi motivi “eroici” di Vasilii Buslajev, richiama specialmente la figura del mercante che parte per le avventure nel sud attraversando il Baltico e il fiume Volga (a seconda delle versioni).  Questa bylina è più utile dal nostro punto di vista ed è probabile che descriva un vecchio costume cittadino, quando l’Arcivescovo alla fine di ogni stagione dava tradizionalmente un pranzo di benvenuto o di commiato a tutti i mercanti presso l’Arcivescovado o nella Corte di Jaroslav e ciascuno raccontava le proprie peripezie nel modo che sapeva.

I novgorodesi erano grandi viaggiatori per necessità e per passione e Monsignore si beava nell’ascoltare dai suoi ospiti (compresi gli stranieri) tutto quello che avevano da raccontare sui luoghi e sulle persone che avevano visto ed incontrato nei loro viaggi.

In queste occasioni si facevano le offerte per Santa Sofia (o si presentavano i consuntivi!) e il prelato si teneva aggiornato per aver poi degli argomenti “esotici” per le sue omelie e nei suoi dibattiti coi vescovi colleghi su diversi soggetti, come abbiamo già detto, e persino per le sue sentenze nei tribunali.

Tutte queste informazioni fluivano anche nelle orecchie di tutti i convitati e confermavano od ampliavano la visione del mondo che Novgorod aveva, ad esempio, per averla appresa dallo studio di Cosma Indicopleuste nella sua Topografia Cristiana, opera molto popolare in città non soltanto fra gli uomini di chiesa, o dai suoi pellegrini che tornavano dalla Terra Santa o da Costantinopoli.

Se la bylina di Sadkò Sytinic’ può benissimo rispecchiare delle circostanze che si ripetevano periodicamente nella vita di Novgorod al contrario delle spacconate di Vasilii Buslajev, ecco allora il valore del nostro personaggio, kupez ormai professionista.

Niente di quello che racconterà è menzognero perché racconta cose che ha realmente visto, anche se poi le ha interpretate con le conoscenze che ha. Riporta le leggende pagane del dio Volhov, i problemi che si incontrano quando bisogna fermarsi ai punti daziari, le belle donne conosciute negli altri paesi, la possibilità di stare con loro durante il tempo che un mercante si ferma per vendere la sua roba, e persino l’incontro coi regnanti locali in palazzi splendenti e inimmaginabili. Tuttavia mentre racconta, Sadkò si accorgerà anche di aver “paganeggiato” troppo ed allora tira fuori San Nicola del Mare (nella bylina viene chiamato San Nicola di Mozhaisk, ma sicuramente è un’aggiunta “moscovita” successiva), protettore dei naviganti, che sarà il suo nume tutelare per il resto del viaggio che lo salverà in tutte le circostanze difficili. Al santo Sadkò, tornato sano e salvo nella sua Novgorod, naturalmente dedicherà l’offerta maggiore: gli costruirà (o ricostruirà) la famosa chiesa della Riva del Mercato!

Basterà immaginare allora di essere ad un pranzo ufficiale e, siccome ciascun invitato deve fare un brindisi e raccontare la sua, è abbastanza naturale che Sadkò da ex-suonatore di gusli e da ex-cantautore improvvisi una cantata per mettere allegria a tutti i presenti. Si sarà dunque sistemato al centro della sala, col gusli, questa tradizionale chitarra orizzontale, sulle ginocchia e mentre tutti zittiscono per ascoltarlo, Sadkò incomincia.

Anche questo testo è stato da noi riletto e riadattato con delle rime italiane...

 

C’era una volta in una paese lontanissimo da qui, nel grande e gelido nord, una grande e bellissima città: Novgorod. Era la città più bella che si fosse mai vista fra le foreste fitte del nord della Russia, con le sue chiese, le sue mura, i suoi ricchi palazzi e le tantissime viuzze dove lavoravano i suoi abilissimi artigiani.

Ognuno era occupato per suo conto nei giorni dedicati al lavoro, mentre nelle feste tutti andavano nella Chiesa di santa Sofia ad accendere le candeline per onorare il Signore e per ricordare i propri defunti o anche soltanto per chiedere di essere esauditi per un qualche desiderio segreto.

I ricchi bojari di Novgorod erano tutti grandi mercanti e alle feste nelle loro case avevano sempre tantissimi invitati e per allietare la festa invitavano i cantori e i suonatori della chitarra orizzontale novgorodese, il gusli, che quando si suona si poggia sulle ginocchia.

Un famoso gusliar (così si chiamavano i suonatori di gusli) era un certo Sadkò.

Era un bel giovanottone che sapeva cantare e suonare tanto da incantare giovani e vecchi. L’unico suo difetto era quello di esser povero in canna e di vivere di quel poco che gli pagavano cantando di qui e di là nei banchetti dei ricchi novgorodesi.

Novgorod è attraversata da un grande fiume chiamato Volhov e d’estate Sadkò, quando non aveva da fare perché nessuno lo chiamava a suonare si andava ad esercitare cantando e suonando tristemente sulla riva del lago Ilmen, da dove il grande fiume scaturisce per entrare poi in città.

Dovete sapere che in fondo al lago viveva il padrone del lago stesso il quale rallegrato dalla musica che Sadkò sapeva suonare e dal dolce suo canto decise di ricompensarlo anche lui, ma non come facevano i ricchi mercanti. Così gli dice:

 

O mio buon e bravo gusliar,

Se mi vuoi accontentar

Vai in città giù dai mercanti

E salutali tutti quanti.

Fai con loro una scommessa

Di venir qui dopo messa.

Gli dirai che nel lago si pesca

Il pesce d’oro senza l’esca.

Chi lo prende vincerà

E chi perde suo schiavo sarà!

 

Conclude il Signore del Lago: Finora ti hanno pagato per suonare e per cantare. Ora scommetti che nessuno è così bravo come te a pescare il pesce dalle pinne d’oro che si trova qui nel lago. Sta tranquillo, però. Io ti aiuterò a vincere!

Sadkò rimase qualche istante a pensare: Che cosa aveva da perdere infine? Se veramente il Signore del Lago lo avesse aiutato sarebbe diventato ricco altrimenti sarebbe stato venduto schiavo presso i mussulmani del sud che non era una conclusione tanto brutta! Il giorno dopo, quindi, si recò sulla piazza del mercato dove di solito aspettava qualcuno che lo ingaggiasse per la cena di festa e cominciò a gridare la sua sfida a tutti. Naturalmente al principio tutto lo prendevano in giro dicendo che quelle erano tutte chiacchiere da ragazzi, ma alla fine qualcuno lo prese sul serio e accettò la sfida.

Sadkò! Ecco, io ci metto questo sacco pieno di pezzi d’argento, ma tu, ragazzo mio, che cosa ci metti? Qual è la tua posta?

E Sadkò pronto:

 

O mio caro e buon mercante

Le tue monete, è vero, son tante,

Ma se perdessi non farei festa

Perché, lo sai? scommetto la testa!

Se vinci tu, sarai il mio padrone

E non pagherai più la mia canzone

E poi, quando lo vorrai,

Schiavo al sud mi venderai!

 

Tutti conoscevano Sadkò a Novgorod e appena si sparse la voce della scommessa accorsero altri mercanti a porre la loro posta in argento e oro.

L’indomani il gruppo in testa e tantissimi novgorodesi dietro si recano sulle rive del lago Ilmen per assistere alla pesca miracolosa.

Certamente avrete già immaginato che Sadkò riuscisse a pescare il pesce dalle pinne d’oro. Ebbene così fu, ma non potete mai indovinare che ne pescò ben tre, con grandissima meraviglia di tutti i novgorodesi che rimasero a bocca aperta di fronte ad un prodigio così grande.

A questo punto tutto cambiò. I mercanti che avevano scommesso contro di lui diventarono poveri e Sadkò improvvisamente si trovò ad essere il più ricco di tutti!

Sadkò, povero da sempre, non sapeva però come godersi tutto quel denaro e avendo in sé il desiderio di girare il mondo come facevano i mercanti, attirato da quanto costoro dicevano fra di loro quando parlavano ai banchetti di genti e di paesi strani e meravigliosi, decise che anche lui si sarebbe messo in viaggio!

Per fare il mercante però occorre avere qualcosa da vendere e così lanciò un’altra sfida:

O ricca e grande Novgorod, io Sadkò Sytinic’ sono pronto a comprare tutte le merci che esistono in questa città!

I novgorodesi, che amano da sempre scommesse e tenzoni, anche stavolta accettarono la sfida e cominciò una lunga processione di mercanti che portavano i propri prodotti da Sadkò e che Sadkò regolarmente pagava.

Novgorod era troppo ricca per poter trovare un solo mercante che comprasse tutte le sue merci e i soldi non bastarono neanche a Sadkò. Così rinuncia e con gli ultimi soldi che gli rimasero riuscì però ad armare ben trenta navi e a riempirle della sua roba e mettersi in viaggio per i mercati lontani.

 

Sul gran fiume con coraggio,

Verso il nord si mette in viaggio,

Passa i laghi, passa i mari,

Aiutato dai suoi marinari.

Verso il sole segue le rotte,

Sia di giorno sia di notte.

Dopo il Baltico e l’Occidente

Verso il sud volge la mente.

Sul grande Volga fino alla fine

Dell’Orda d’Oro giunge al confine.

Ecco il mercato di Sarai!

Se non vendiamo, qui sono guai!

 

Dunque Sadkò riesce a vendere la sua roba e raccogliere una bella somma e gongolante fa i conti. Ora bisogna però tornare a casa e, dopo aver diviso una parte del ricavo coi suoi, si rimette in viaggio per tornare nella sua Novgorod.

Addirittura Mamma Volga accomiatandosi da lui gli raccomanda di salutar per conto suo il fratello, il Lago Ilmen’.

 

Sulle sue rive ti fermerai

E mio fratello saluterai!

 

Purtroppo, mentre navigano scoppia una tempesta che strappa loro la vela e impedisce di continuare la navigazione. Dice Sadkò ai suoi:

E’ il re del mare che vuole la sua parte per averci aiutato a vendere a Sarai quello che avevamo. Dunque gettiamogli qualche botte di monete d’argento.

Detto-fatto, ma la tempesta non si placa. Allora dice ancora Sadkò: Gettiamogli una botte di monete d’oro.

Neanche stavolta le acque si calmano. Si decide di far la conta e su chi cadrà la sorte, questo sarà abbandonato al giudizio di Dio. Si fa la conta e per tre volte la sorte cade su di lui. Ormai non c’è scelta, benché Sadkò sia il padrone, deve sottostare a questo sacrificio.

Prende il suo gusli e su una tavola di legno si lascia trascinare dalla corrente. La tempesta infatti si placa mentre le sue navi ritornano sane e salve a Novgorod.

 

Piange Sadkò per tristezza,

Dorme Sadkò per stanchezza

Ad un tratto, o meraviglia!

In fondo al mare Sadkò si sveglia,

Sulla sua testa c’è l’acqua verde

E non sa più quel che si perde.

Qui non c’è luna! Qui non c’è sole!

Sadkò rimane senza parole:

Davanti a lui c’è il Re del Mare!

Nel suo palazzo lo invita ad entrare.

 

Il Re del Mare già conosce Sadkò di fama e così gli chiede di suonare e di cantare per lui. E il Re del Mare rimane così affascinato dalle arti di Sadkò che messosi a ballare addirittura non riesce a fermarsi più.

 

Se la musica non s’arresta,

Il Re danza e c’è tempesta.

 

Sadkò perciò è stanco e non ce la fa più a suonare, ma come si fa a fermare un re?

 

Per miracolo o per incanto

San Nicola gli appare accanto.

Con un gesto ferma il sovrano

E Sadkò alfine riposa la mano.

 

In realtà San Nicola gli ha proposto di rompere le corde del gusli, ma purtroppo non è ancora finita perché ora a Sadkò tocca risolvere alcuni indovinelli. Anzi, siccome il Re e la Regina del Mare litigano su che cosa costi di più il ferro o l’oro, se Sadkò potrà rispondere soddisfacentemente a questo quesito, visto che è un mercante, in premio riceverà la mano della bellissima figlia del Re e della Regina del Mare.

Ispirato da san Nicola, Sadkò ha pronta la risposta.

 

O mio caro! O mio buon re!

Oro e ferro, molto ce n’è!

Nella Rus e a Novgorod mia

Ci si riempie un’abbazia,

L’uomo ricco ha pieni i forzieri

Ma oggi ne trova meno di ieri!

Perché, si dice al mio paese,

Non c’è oro che non va speso.

Il ferro invece ti costa meno

E ti serve più del fieno.

Senza la spada non puoi andare

Ma senza falce non puoi tagliare.

 

Il Re del Mare capisce e apprezza le risposte e ora non vuol più separarsi da lui ed oltre a concedergli la mano di sua figlia gli offre di vivere per sempre nel palazzo in fondo al mare. Prima però deve indovinare, fra le trecento ragazze che gli vengono presentate, tutte bellissime, qual è la figlia del Re. Tre volte deve scegliere, ma Sadkò ha paura poi di dover sposare le tre ragazze scelte e di non poter poter più tornare nella sua Novgorod.

San Nicola però non lo ha abbandonato e così gli indica quale fra le ragazze dovrà scegliere poiché costei non è nata nel fondo del mare, ma come lui è nata sulla terra e quindi lo aiuterà a trovare la via per tornare in superficie.

La ragazza si chiama Nerina (Cernava o Cernavusc’ka, che compare anche nella bylina di Vassilii Buslajev) perché ha i capelli neri, ma in realtà non è una donna, essa è un fiume che si versa nel Volhov ed è per questo che Sadkò, dopo aver fatto all’amore con lei, sarà trascinato lungo la sua corrente che sbocca proprio vicino al Ponte Vecchio della sua Novgorod!

 

Lungo il fiume è ritornato,

Sadkò Sytinic’ il fortunato.

Sono in due col buon vecchietto:

San Nicola e il suo protetto.

Dal Ponte Grande guarda la gente:

Evviva Sadkò!, gridar si sente.

C’è Monsignore da Santa Sofia.

Gli viene incontro per la via.

Sadkò il ricco, Sadkò il buono

                Non vuol feste, né frastuono.

Chiama tutti intorno a sé

Perché tempo più non c’è.

Una chiesa costruiranno

Prima della fin dell’anno,

A Novgorod c’è questa sola

Dedicata a san Nicola.

Se qui vieni, la vedrai

E questa storia ricanterai.

 

ossia, più o meno, in russo:

…..

А и теперь как ведь да после этого

A и тому да всему да славы поют.

 

(Aldo C.Marturano)

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